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Ponte Rosso: solito

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Consueta scena, oggi, al Ponte Rosso, lungo la statale 63, all’ingresso in paese per chi proviene da valle.

Lo segnala questa foto di Massimiliano Genitoni su Facebook. E mentre un’auto (a sinistra) si incastrava contro un Tir nel solito punto (dove d’inverno si inchiodano gli autotreni senza pneumatici da neve), le auto sulla destra provavano a passare ugualmente in attesa dell’arrivo delle forze dell’ordine.

Ponte Rosso

Foto tratta dal profilo FB di Massimiliano Genitoni


“Ma come è bello il nostro Appennino!”

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“Vorrei informare chi di dovere che in piccolo paese nel comune di Villa Minozzo, Costabona, dove per anni si è cercato presso il proprio comune di avere la possibilità della raccolta differenziata, da mesi non avviene quella del vetro”. Parole di Giacomo Cecchelani, che si rivolge alla nostra redazione per la segnalazione.

“Vi lascio immaginare – continua – il bellissimo panorama che si nota dalle nostre parti quando si percorre la provinciale n. 8 in direzione Villa Minozzo: il Cusna sulla sinistra e la Pietra di Bismantova sulla destra… con tanto di accumuli di vetro da coprire quasi tutta la zona attrezzata per la raccolta differenziata. Ora, premettendo che non sono informato ma che voci dicono che Iren avrebbe dato in appalto la raccolta a una ditta del sud Italia, penso che ci sia solo da mettersi la mani nei capelli e gridare ad alta voce ‘ma come è bello il nostro Appennino”.

 

Mensa al capolinea

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Mensa

(Foto Redacon)

La mensa gestita da Cir, da anni presente a Castelnovo ne’ Monti in via Matilde di Canossa, ha chiuso i battenti. Da domani il capoluogo viene deprivato di questo servizio, certamente di rilievo per tante persone. “Il primo maggio si chiude e si ringrazia l’affezionata clientela”, recita il cartello affisso all’ingresso, come tra l’altro ci informa un nostro lettore.

 

La scuola italiana sci Cerreto Laghi vince il titolo italiano al gran premio giovanissimi

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ll Gran Premio Giovanissimi è la più importante competizione sportiva di sci rivolta ai giovani allievi delle Scuole Sci Italiane di età compresa tra i 9 e i 12 anni.

La manifestazione, organizzata dall’AMSI – Associazione Maestri Sci Italiani, è un appuntamento seguito ogni anno con grande entusiasmo.

Un evento vero e proprio, capace di trasmettere grandi emozioni e valori, in un clima di gioco, lealtà, festa ed amicizia.

E’ sicuramente la competizione più attesa dai piccoli campioni dello sci, che si misurano in prove di slalom gigante, di fondo e di snowboard.

Da oltre 30 anni il Gran Premio Giovanissimi è di fatto una fucina di campioni e una manifestazione da record.

Ogni anno, oltre 50.000 giovani atleti provenienti dalle Scuole Sci Italiane (dall’Etna a Courmayeur a Tarvisio) si incontrano in più di 250 gare di slalom gigante organizzate dalle sedi locali e regionali dell’AMSI.

Le gare si articolano in tre fasi, provinciale, regionale e nazionale suddivise in quattro categorie maschili e femminili.

La Finale Nazionale di slalom gigante, fondo e snowboard è stata disputata dall’ 11 al 13 aprile scorso a Courmayeur e ha premiato le giovani promesse dello sci italiano con il titolo di “Campioni Italiani Giovanissimi”.

Sono poi state stilate le classifiche relative alle scuole di appartenenza dei singoli atleti, da cui con grande soddisfazione si è appreso che la Scuola Italiana Sci Cerreto Laghi è risultata prima scuola classificata sulle circa 140 partecipanti nella specialità dello sci alpino.

A comunicare la notizia è il direttore della Scuola Italiana Sci Cerreto Laghi Ferretti Enrico: “Devo ringraziare i maestri di sci, gli allenatori e gli Sci Club che collaborano con noi: lo Sci Club 21, lo Sci Club Bismantova, lo Sci Club Cerreto Laghi, lo Sci Club Monte Nuda, lo Sci Club Bronzi, lo Sci Club Razzolo, lo Sci Club Roteglia oltre alla società “Park Hotel” gestore della stazione di Cerreto Laghi.

La collaborazione di tutti ha permesso di ottenere questo straordinario risultato

Scuola Italiana Sci Cerreto Laghi

Scuola Italiana Sci Cerreto Laghi

sportivo che qualifica una piccola realtà come Cerreto Laghi come “Migliore avviamento allo sci agonistico italiano”, superando scuole di sci ben più blasonate come Monte Bianco (seconda classificata), Abetone (terza classificata), Sestriere (quarta classificata), Cortina (11^), Gardena (13^), Livigno (18^), Sestola (19^)….

Con questo successo e con i vari risultati ottenuti da Giuliano Razzoli, credo che lo sci entri a pieno titolo come prodotto d’eccellenza e di richiamo per il nostro Appennino. Credo inoltre che per far crescere ancora di più il nostro movimento, si debba diffondere maggiormente all’interno delle scuole di qualsiasi grado, la cultura dello sci, parte integrante della tradizione montana”.

 

Se ne va Prospero Monelli

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Aveva solo 59 anni, Prospero Monelli, fratello del conosciuto don Fortunato, deceduto ieri sera all’ospedale S. Maria Nuova di Reggio Emilia. Lo scomparso lascia anche un altro fratello, Armando, la cognata Elisabetta, la nipote Monika, con Alberto e Ludovica.

* * *

Dalla lettera  in Paradiso di Terenzio Monelli, padre di Prospero:

“In quella camera andavano a riposare da tanto tempo due anziani stanchi, ma molto stanchi. Perchè erano stanchi? Perchè da tanti anni avevano da tirare un carretto, se così si può chiamare. In quel carretto c’era, e c’è sempre, un bimbo infermo che è mio figlio. Lo abbiamo tirato da una sponda all’altra, dai monti al piano, da un bosco all’altro, da ogni parte; quando non si tirava il carretto si portava sulle spalle e si andava dove c’era bisogno di andare.

Perchè noi lo abbiamo messo al mondo e noi lo dobbiamo assistere, senza pretendere da altri. Se qualcuno ci ha dato una mano lo dobbiamo ringraziare ma toccava e tocca a noi assisterlo senza lamentarci, perchè è un obbligo… e alla sera, quando andavamo a riposare, quella camera sembrava un paradiso, anche se eravamo stanchi.

Perchè sembrava un paradiso? Perchè eravamo in due a dividere le sofferenze: uno aiutava l’altro, non c’era bisogno di parlare tanto per capirci, bastava guardarci in faccia. Sapevamo che toccava a noi tirare avanti con rassegnazione”…

La sua non è stata una vita sempre facile, ma lui l’ha vissuta con coraggio, lottando e superando le varie difficoltà incontrate nel suo cammino, dimostrando sempre una grande voglia di vivere. Costantemente seguito dai suoi familiari, ha ricevuto e ha dato tanto amore. Dopo la morte dei suoi genitori ha vissuto nelle varie parrocchie col fratello don Fortunato, dove ha partecipato alla vita comunitaria in maniera attiva, sempre esprimendo un suo parere. Prospero ha potuto usufruire della disponibilità e dell’aiuto delle tante persone conosciute nelle varie comunità, persone che a loro volta sono state arricchite dalla sua presenza.

Un sentito  g r a z i e  a tutti coloro  che con il loro affetto hanno contribuito a rendere la sua vita più serena.

Il S. Rosario sarà recitato questa sera di mercoledì 30 aprile, tra poco, alle ore 20,30, presso la casa paterna a Collagna. I funerali si svolgeranno domani, giovedì 1° maggio, alle ore 15,30, partendo dall’abitazione di via Roma, 106, per raggiungere a piedi la chiesa parrocchiale collagnese.

(Pietro Campani)

 

“Pregare per lavoratori, disoccupati & pigri”

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Don MarcoRiceviamo e pubblichiamo la lettera mensile di don Marco Ferrari, missionario in terra brasiliana.

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Carissimi amici, come va da quelle parti? Da questa parte del mondo ci vuole molta pazienza e lí? Si vedono tante cose assurde, contradditorie e ci si sente cosí impotenti di fronte a certe situazioni che é meglio riderci sopra o occuparsi del nostro piccolo, dove possiamo seminare qualcosina… Sappiamo bene che non possiamo aspettare i frutti del nostro lavoro ma poco importa, é il lavoro del seminatore che esce a seminare. Probabilmente altri raccoglieranno qualcosa.

Solo poche righe per dire che sto bene, le comunitá camminano a piccoli passi, i progetti vanno avanti abbastanza bene e come sempre aspettiamo un po’ d’acqua dal cielo per sollevare le sorti di molti piccoli contadini che tribolano.

In questa giornata del 1º di maggio, sempre ricordo di pregare per i lavoratori, i disoccupati e per i pigri, almeno da queste parti se ne vedono. Gente che si accontenta di ben poco per vivere e se c’é da alzare una pagliuzza gli “casca l’ernia”; non facciamo di tutta l’erba un fascio ma anche questo capita e si vede!

Buona festa a tutti, buon mese mariano, Rosario in mano e via…

Abraços a todos!

(Pe. Marco)

 

“Ciao mami”

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Pubblichiamo il toccante pensiero rivolto da Martina alla mamma Francesca appena scomparsa.

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Ciao mami… non riesco a dormire, non mi ero ancora resa conto di nulla, parlare di

Dal film Braccialetti Rossi

Dal film Braccialetti Rossi

te aiuta, non pensare e stare fuori di casa pure, ma ho trovato il coraggio di farlo: sono tornata con le mie borse in casa e ora sono qui.. in camera a scriverti.. perchè è l’unico modo che ho per comunicare con te! E’ tutto così strano ed io sono ancora qui a sperare di trovarmi di fronte ad un incubo: non voglio e non posso crederci. Non ti meritavi nulla di simile… nessuno di noi si meritava di vederti andare via cosi! Ricordo ancora lunedì… all’uscita da scuola… il viaggio verso casa sembrava interminabile… volevo sorridere, nonostante il cuore mi battesse forte… e alla fine ho trovato il coraggio: sono entrata in casa.. ti pensavo sveglia.. ti ho dato un bacio con la speranza ti svegliassi.. volevo dirti del mio bellissimo voto nel tema di italiano.. volevo guardarti negli occhi sorriderti e dirti ti voglio bene, ma purtroppo nulla è andato… nemmeno ora come avrei voluto. Ti immagino… appena due giorni fa.. sul bordo di una piscina.. come in braccialetti rossi… con la tua solita paura dell’acqua.. non vedi niente ma puoi di certo sentirci.. per l’ultima volta… e cara mamma… anche per te è giunto il momento di tuffarti in piscina!!!!! Spero che il posto in cui sei ora sia davvero bello come dicono… Spero anche che sia migliore di qualsiasi luogo che avresti voluto visitare nella Terra! Ora non sei solo nel mio cuore… sei il mio cuore.. Ti porto dentro di me.

 (Marty)

* * *

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Muore a 44 anni (29 aprile 2014)

 

“Invasioni” ad “Antichissima Bismantova”

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Mostra

Tra le tante visite che in questi giorni stanno contrassegnando l’esposizione “Antichissima Bismantova”, nelle sale di Palazzo ducale, in via Roma, 12/b a Castelnovo, sabato 3 maggio, dalle 15,30, durante l’orario di apertura della mostra, quindi come sempre ad ingresso libero, andrà in scena una “invasione digitale”, la grande manifestazione nazionale in corso fino a domenica, 4 maggio, che propone una gestione innovativa delle tantissime ricchezze artistiche e culturali italiane. “L’accelerazione della rivoluzione digitale _spiega il manifesto di Invasioni Digitali_ può contribuire in maniera esponenziale allo svecchiamento delle istituzioni culturali e favorire una concezione “aperta e diffusa” del patrimonio culturale. Il museo diventa partecipativo, e Invasioni Digitali intende diffondere la cultura digitale e l’utilizzo degli open data, formare e sensibilizzare le istituzioni all’utilizzo del web e dei social media per la realizzazione di progetti innovativi di diffusione culturale”. In pratica si punta ad utilizzare nuove tecnologie e strumenti particolarmente diffusi soprattutto tra i giovani, quali smartphone, e tablet, e linguaggi che sono loro congeniali, come social media e blog, per convergere su iniziative culturali, discuterne e rilanciarle in rete. Sabato, insieme a tante altre manifestazioni, sarà anche la volta di Antichissima Bismantova, la mostra che propone, fino al prossimo novembre, a Palazzo Ducale, la collezione quasi completa dei reperti pre-protostorici rinvenuti nella necropoli di Campo Pianelli, alle pendici della Pietra di Bismantova, in 150 anni di scavi, iniziati nel 1865, poi condotti in modo scientifico da Gaetano Chierici, e proseguiti a più riprese fino al 2012, anno dell’ultima campagna di ricerca condotta da Iames Tirabassi, dei Musei Civici di Reggio (che abitualmente ospitano i reperti ora tornati all’ombra della Pietra), curatore scientifico dell’esposizione. Per ulteriori informazioni è possibile visitare il sito di Invasioni Digitali all’indirizzo www.invasionidigitali.it.

* * *

Orari di apertura della mostra:
dal 19 aprile al 4 maggio tutti i giorni dalle 15,30 alle18,30
dal 5 maggio al 29 giugno sabato, domenica e festivi dalle 16 alle 19
dal 30 giugno al 14 settembre tutti i giorni (tranne mercoledì) dalle 16 alle 19 più apertura serale del venerdì dalle  20,30 alle 23
dal 15 settembre al 2 novembre sabato, domenica e festivi dalle 15,30 alle 18,30

Disponibilità di un catalogo, a cura di Iames Tirabassi

 


Il 1° maggio e la dignità del lavoro: lo diciamo anche nel Padre Nostro

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Per chi ha un orientamento politico lontano da quello dei sindacalisti imprigionati e successivamente condannati (alcuni di essi furono giustiziati per impiccagione), la festa del 1° Maggio assume una connotazione ideologica che non dovrebbe condizionarci.

Il fatto storico: il primo di maggio del 1886 ad Haymarket, Stati Uniti, alcuni sindacalisti di orientamento anarchico e socialista organizzarono una manifestazione pacifica, cui aderirono migliaia di lavoratori, con comizio tenuto da Albert Parsons. Si  chiedeva prima di tutto la riduzione a 8 ore dell’orario di lavoro giornaliero. Improvvisamente fu lanciata una bomba che uccise un poliziotto; questo autorizzò la Polizia a sparare sulla folla: morti e feriti. Poi arresti e persecuzione anche di gente ignara che nulla sapeva di Socialismo e Anarchia. Dal 1890 si decise di proclamare il 1° Maggio come festa dei lavoratori. Chi lanciò la bomba? Gli anarchici? (questo valse loro la nomea di “bombaroli”), o addirittura la bomba fu lanciata da un poliziotto, allo scopo di scatenare e giustificare la repressione? Possiamo anche accettare la prima ipotesi, nonostante le numerose testimonianze propendano per la seconda.

Ma non è questo il problema. Il problema è che il lavoro è un diritto fondamentale dell’uomo (e della donna); è ciò che innalza la nostra dignità. Per questo deve essere dignitoso, in tutti i sensi; deve essere sicuro; non deve costringere i lavoratori a tempi e modi insostenibili; dovrebbe garantire non solo la sopravvivenza, ma anche una vita dignitosa.

Penso ai nostri giovani, che nel migliore dei casi trovano impieghi sottopagati, le cui trattenute non sono certo sufficienti a garantire il sistema pensionistico.

Ho notizia di neo assunti a tempo indeterminato con 750€ di stipendio mensile. I contributi trattenuti su un tale salario non bastano neppure a sostenere una pensione minima!

Con la mia ignoranza in campo matematico, riesco ugualmente a risolvere questo semplice calcolo aritmetico. E allora perché chi ci governa non riesce a farlo questo calcolo?

C’è un’altra considerazione che mi viene di fare. Risparmiare e basta, alla fine, non rende ricchi, mentre è il denaro speso che rende ricca la società perché rimette in moto l’economia. I giovani sono più propensi a spendere e quindi devono essere ben pagati.

Il denaro acquista valore reale solo nel momento in cui assume il ruolo per cui è stato creato: bene indifferenziato con funzione di scambio.

Il denaro è un tramite, non può essere il fine, deve essere reinvestito. Non lo dice un comunista, lo dice l’economista inglese Keynes.

Anche se si è credenti e praticanti, il tema del diritto al lavoro emerge chiaro: nella preghiera del “Padre nostro”, quando, rivolgendoci a Dio, chiediamo: “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”, non intendiamo soltanto: “Fa che qualcuno ci doni pietosamente un tozzo di pane”, chiediamo un lavoro che ci assicuri onestamente il nostro pane quotidiano. Questo è il senso, secondo me di quell’invocazione.

Concludo quindi augurando a tutti, ma proprio a tutti:

BUON 1° MAGGIO!

Buona festa della dignità del lavoro!

(Maria Grazia Consolini)

“Eppure in Appennino c’è l’esempio di una ditta che produce occupazione”

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Margherita Salvioli Mariani

Margherita Salvioli Mariani

Riceviamo e pubblichiamo.

* * *

 

 

di Margherita Salvioli Mariani (*)

 

 

Di rientro stamane dalle piazze del Primo Maggio, non vogliamo ricordare la festa dei lavoratori come quella del sesto anno consecutivo della crisi. Sarebbe lesivo per la dignità dei lavoratori. Partendo, anche, dal presupposto che le mutate condizioni economiche del sistema Reggio, e più in generale del sistema Italia, sono ormai strutturali.  E’, pertanto, giunto il momento di avviare una nuova riflessione sul tema del lavoro anche a fronte dei primi, flebili, bagliori dopo anni di cielo grigio.

Deboli, perché l’anno trascorso ci ha consegnato una situazione in cui la natalità delle imprese reggiane, intesa come le nuove iscrizioni alla Camera di Commercio, ha scontato un saldo negativo per ben per 475 unità. Così, le cessazioni avvenute nel 2013 sono state pari a una percentuale dell’1% su base annua. Inequivocabilmente è sempre più difficile procedere a fare impresa senza un mercato interno capace di sostenere consumi e occupazione e con un euro forte che penalizza l’export.

Però le imprese che continuano a nascere sono il frutto di un’autoimprenditorialità che va guardata con favore e sostenuta. Essa è espressione di saperi tradizionali e di quella cultura artigiana che, pur tra grande difficoltà, continua a generare esempi di capacità di creare occupazione, anche laddove in passato si guardava con diffidenza proprio per la perdita di lavoro. Sono elementi di speranza pure le automazioni industriali che, in Appennino, sono capaci di generare 600 posti di lavoro. Così come l’export  provinciale, che ha registrato una crescita in percentuale nel 2013 dell’1,8 % con un valore in termini assoluti pari ad 8,6 miliardi di euro.

Questo contesto economico legato ad un mercato del lavoro altalenante è oggi amplificato da una serie di iniziative in materia di riforme, come i primi interventi legati al job acts. Pur riconoscendo la necessità ormai inderogabile di rivedere alcune regole ormai superate, la nuova ipotesi di riforma del mercato del lavoro non affronta in maniera incisiva la prima emergenza del paese: la creazione di nuovi posti di lavoro e la riduzione della precarietà. Infatti, come organizzazioni sindacali assistiamo ad interventi in materia di contratti a termine e apprendistato che non affrontano minimamente la precarietà “vera”, quella a cui si è arrivati attraverso un utilizzo malato della “flessibilità”. Una precarietà che nasce da una cultura negativa di ricerca di un sempre maggior profitto attraverso un minor costo retributivo e contributivo, con un utilizzo massivo di co.co.co., partite iva, contratti a progetto, spesso mascherati da lavoro autonomo. E’ una situazione di dumping contrattuale che in modo particolare colpisce i giovani e di cui la politica non se ne vuole occupare. Se penso a Reggio Emilia, osservo una situazione leggermente migliore rispetto ad altre realtà italiane, forse forti anche del potere artigiano che nulla ha da invidiare al Nord Est del paese.

Positive, in tal senso, le risorse recentemente messe a disposizione dalla Camera di commercio di Reggio per incentivare nuove iniziative di lavoro autonomo tra i giovani per l’avvio di nuove professioni e nuove imprese, come le start-up. Alcune risposte arrivano, ma sono ancora troppo individualizzate e di nicchia dal punto di vista occupazionale.

Denunciamo da anni il tema della coesione sociale: nel reggiano sono sempre di più le famiglie che vivono ormai senza redditi da lavoro e la disoccupazione sfiora il 10% effettivo. I dati diffusi a livello nazionale trovano riscontro a livello locale con un sempre maggiore numero di famiglie che entrano in povertà.

Guardando oltre confine e confrontandoci con i nostri colleghi nel mondo, vorrei contribuire a sfatare il mito che la crescita sia ripartita in quei paesi dove il costo del lavoro è in sé minore, e che quindi pure noi dovremmo seguire questa strada, a partire da un abbassamento dei salari. Il problema vero è che per agganciare la ripresa anche nelle nostre zone servono interventi nazionali che diano una risposta alla crescita. Come? Ad esempio passando dal taglio dei costi dell’energia che serve per produrre e che le nostre imprese pagano mediamente il 20/25 % in più rispetto ai competitori europei. Ma anche eliminando, oltre alle auto blu, l’eccessiva burocrazia del sistema italiano che riduce in maniera significativa la capacità attrattiva anche del nostro territorio rispetto all’insediamento di nuove imprese.

Come Cisl non ci stanchiamo e non ci stancheremo di richiedere, infine, un tavolo tra imprese e sindacati per condividere obiettivi, strategie e strumenti, unica condizione che permetterebbe di rilanciare  uno sviluppo del nostro territorio che tenga insieme crescita economica e coesione sociale.

 

 

(*) segretario generale della Cisl di Reggio Emilia

 

 

Federico Pizzarotti per tirare la volata a Massimiliano Genitoni

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Genitoni e PizzarottiIncontro promosso dal Movimento 5 Stelle castelnovese, l’altra sera, nella sala consiliare del capoluogo montano. Si parla in versione “parmigiano reggiano” per la presenza del sindaco della città d’oltr’Enza. Diversi interventi, cioè, spaziano oltre il locale e trattano d’altro, dell’attività amministrativa che pertiene alla città di cui è sindaco per il movimento politico di Beppe Grillo. Il loquace Federico Pizzarotti infatti non si fa pregare e sciorina questa e quell’altra cosa, sponte sua o su richiesta del pubblico, che ha riempito la stanza. Perché la sua presenza? Oltre il fatto ovvio che è l’unico M5S amministratore di una città capoluogo, “Pizzarotti è per noi un esempio, un mentore, un cittadino come tutti noi che ha creduto nella propria città e in una comunità forte, coesa e orgogliosa e può vantare la soddisfazione di aver raggiunto traguardi importanti come la riduzione del debito della città di Parma”, come recita una nota stampa grillina.

Un paio di video-spot di presentazione e poi la dichiarazione d’intenti: “Noi non siamo gente che rincorre carriere politiche e abbiamo aperto a tutte le categorie sociali e professionali. Non vediamo e non vogliamo i comuni come ‘palestre dei politici’”.

Come ci si trova, come si amministra “circondati”, in una regione “rossa”? “Parma è un po’ un caso a sé, le piace avere il suo spazio e la sua autonomia, anche prima di noi non era allineata”. Come si ricorderà, Pizzarotti è stato infatti preceduto da anni di amministrazione di centrodestra, prima con Ubaldi e poi con Vignali.

L’informazione, nervo scoperto dei grillini, una vera battaglia quotidiana. “Perché non facciamo anche noi un nostro giornale? Perché non vogliamo autogloriarci ma informare, partendo dai ‘fatti’, che dovrebbero essere sempre quelli da qualsiasi parte li si guardi (diverse sono le interpretazioni)”.

Pizzarotti: “Con Iren ci troviamo in una posizione di conflitto d’interessi”. E Massimiliano Genitoni, candidato sindaco a Castelnovo ne’ Monti, con Pizzarotti al banco di presidenza, prende la palla al balzo: “Toccasse a noi, ci svincoleremo gradualmente”.

Genitoni annuncia pure che il compenso del direttore generale del Comune è eccessivo e che per circa 70 dipendenti – tanti ne conta in Municipio di Castelnovo – una tale figura non serve.

Ospedale: “No a riduzioni di posti letto e anzi valorizzazione anche in considerazione della valenza turistica della zona”.

Sala consiliareTanti i temi accennati (qualche battuta per ciascuno, diversamente si sarebbe stati lì tutta notte). Si accenna – quanto a Castelnovo – a disabilità e barriere architettoniche del centro storico, a turismo, a legalità. Su quest’ultimo punto (e su Iren) si è registrata la proposta di collaborazione di Enrico Bini (anche lui: “Se toccherà a me”) a Pizzarotti, che ha assentito; dopo aver peraltro già in apertura sottolineato l’apertura e la partecipazione del suo gruppo ai vari tavoli. Per inciso: in sala era presente anche il terzo aspirante allo scranno sindacale castelnovese, Robertino Ugolotti. Un secondo inciso: circa la proposta genitoniana di museo della cultura e delle tradizioni della nostra montagna, non s’è capito bene se il riferimento fosse (a quello o qualcosa di simile) all’allestimento dell’Istituto “A. Motti”, da qualche tempo spostato (ma esistente) a pochi metri dai confini comunali, oltre Gatta, a S. Bartolomeo di Villa Minozzo.

Nessuna domanda politicamente scorretta è pervenuta dalla platea, probabilmente composta in gran parte di simpatizzanti, durante la serata, condotta da Federico Tamburini (in veste di neutro conduttore) e che si è protratta fino alle 23,30. Poi, come si legge in una nota diffusa oggi dal M5S di Castelnovo, conclusione in allegria in un locale del paese.

 

Abbiamo fatto innamorare dell’Appennino un gruppo di svizzeri…

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Pietro Candido Canal, di origini venete, ma residente a Pieterlen, un comune del Canton Berna, e molto quotato in Svizzera come architetto, condivide un’amicizia ventennale con la coppia Rita Casini e Luca Borghi, di Toano. Frequentando la coppia ha conosciuto il nostro territorio.

Il gruppo davanti alla casa di Toano

Una parte del gruppo davanti alla casa di Toano

Così ha deciso di scegliere proprio Toano e l’Appennino per la periodica riunione della sua classe del liceo che, con cadenza quadriennale, si ritrova per un viaggio/vacanza.

Grazie alla organizzazione e supervisione degli amici toanesi sono stati presi accordi per il soggiorno, di quattro giorni, nella casa vacanza di Toano, a ridosso della millenaria Pieve Matildica.

Così dal 24 al 27 aprile venti cittadini svizzeri, tutti professionisti affermati, si sono piacevolmente stupiti da quello che hanno scoperto. Non conoscevano la nostra regione, per loro il turismo in Italia significava Firenze, Venezia, Roma e Costiera Amalfitana. Nella cornice di una pieve millenaria, fra antichiè e storiche mura che furono residenza di Matilde di Canossa, la vista di un panorama a 360° che spazia dal Cusna alla valle Padana, dalla Pietra di Bismantova  alle Prealpi, si sono ritrovati a gustare specialità preparate da Rita per accoglierli: tortellini, lasagne, cotechino, grana con balsamico, prosciutto, salame, ciccioli, vino. Sorpresi dalla bontà del Lambrusco (conoscevano il Lambrusco nel bricco, da sempre considerato un non vino, ma una bibita non buona) hanno deciso di visitare e svaligiare il Cantinone di Cerredolo, nonostante fosse un fuori programma (assoluta eccezione visto la precisione nel rispettare la tabella di marcia, diremmo tipico degli svizzeri).

Coincidenza ha voluto che si celebrasse la commemorazione del 25 Aprile nella piazza del paese, con tanto di alpini, banda e rinfresco, per cui gli ospiti si sono ritrovati immersi in una sorta di festa del paese, senza farsi mancare nuovi assaggi di cortesie e cibi.

Foto ricordo al caseificio

Foto ricordo al caseificio

Sull’onda del gusto hanno visitato, con degustazione e acquisti, la cantina “Il Farneto Rio Rocca” di Marco Bertoni.

A seguire la salumeria da Fabrizio Zanelli di Felina allevatore di maiali di cinta al pascolo, nutriti sono con prodotti naturali coltivati ai piedi del monte Fosola, poi accolti nel B&B “Ca Barucca” per gustarene la produzione.

Un visita alla Pietra e poi la scoperta del Parmigiano Reggiano è avvenuta nella latteria di Monchio di Palagano, da Mery e Sergio Branchetti, che li hanno guidato lungo tutta la produzione del caseificio e alla fine l’ennesima degustazione delle varie stagionature e della loro famosa ricotta.

Un ristorante interamente prenotato da Silvia e Manuel a Rio Torbido, con un menù di altissimo livello, li ha visti protagonisti di una serata in allegria.

Una candelina sul tortino di mele e gelato li ha portati a commozione, rendendoli entusiasti della cuoca, del servizio e dell’idea che dei ragazzi cosi giovani abbiano intrapreso un’attività e si sono augurati che possano avere il meritato successo, visto che hanno meno di 60 anni in due, i gestori.

Il commento di tutti alla serata è stato che quello sarebbe rimasto un ricordo prezioso ed un onore, perché fra qualche anno, quando saranno famosissimi i due cuochi, loro potranno dire che una sera hanno cucinato esclusivamente per loro.

Anche i locali di Toano hanno dato la giusta accoglienza al gruppo con l’aperitivo nella sala riservata da Giorgio Battani al bar Posta.

Così succede che al momento dei saluti tutti hanno assicurato che torneranno con le famiglie e altri amici, visto che l’esperienza fatta in questi giorni passati nel nostro crinale è stata totalmente favorevole, lasciandoli entusiasti e pronti a tornare.

Forse è giunto il momento di far veramente scoprire al mondo quale angolo di paradiso sia l’Appennino e quante ricchezze esso offra?

 

“Trofeo 3 Terre uisp” in memoria di Luca Zanni

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MC MISCOSO

(Mc Miscoso)

Motori in moto: domenica 4 maggio inizierà il “Trofeo 3 Terre uisp” in memoria di Luca Zanni.

Dopo il successo del primo anno, con un innovativo formato di gara, verranno messi a confronto i piloti delle maneggevoli e leggere (250 4t) contro le più potenti Mx1 (450 4t) con una formula di gara che non preclude possibilità di vittoria anche alle categorie inferiori.

Ecco il programma che prenderà il via sul tracciato di Rivarolo Mantovano per poi proseguire verso le colline parmensi di Lesignao de’ Bagni, a due passi da Langhirano.

Conclusione finale del trofeo sul tracciato storico di Miscoso (Ramiseto) immerso nel verde del Parco nazionale dell’Appennino reggiano.

(una bella vista di Miscoso di Ramiseto)

(una bella vista di Miscoso di Ramiseto)

Date:

- 4 maggio Rivarolo Mantovano (MN)

- 18 maggio Lesignano de’ Bagni (PR)

- 29 giugno Miscoso.

Categorie:

- Esperti MX1+MX2

- Agonisti MX1+MX2

- Hobby MX1+MX2

- Amatori MX1+MX2

E… ricco montepremi finale!

(Stefano Dolci “MC Miscoso”)

“Nati per Leggere”: incontro in biblioteca a Carpineti con le famiglie dei futuri lettori locali

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Un incontro in biblioteca con i nuovi carpinetani e le loro famiglie. Martedì 6 maggio p.v.

Nati per leggere

Nati per leggere

a Carpineti è in programma un incontro del progetto “Nati per leggere”: alle 16 alla biblioteca integrata carpinetana il pediatra Carlo Boni sarà disponibile per un momento rivolto a tutti i bambini nati nel 2012 e nel 2013 e alle loro mamme, papà, nonni, nonne, zii, tate. Obiettivo dell’incontro, sottolineare l’importanza della lettura ai bambini anche molto piccoli così come sottolineato dalla filosofia del progetto nazionale “Nati per Leggere”.

Nell’incontro del 6 maggio in biblioteca alle 16, il pediatra Boni illustrerà meglio il progetto dal punto di vista pediatrico e spiegherà quanto leggere ad un bambino, anche piccolissimo, aiuti lo sviluppo della comprensione del linguaggio e della capacità di attenzione.

Di come questo sia importante, anche a livello psicologico ed affettivo, per sviluppare un legame forte di fiducia che si viene a creare tra il piccolo che ascolta e l’adulto che legge.

In quell’occasione le famiglie potranno anche visitare la nuova saletta rivolta ai bimbi nella fascia da 0 a 6 anni che è stata recentemente ristrutturata.

Sarà un’occasione per conoscere il servizio bibliotecario, ma anche per festeggiare l’arrivo dei bimbi nella comunità carpinetana.

Tutte le famiglie con bambini piccoli sono state invitate dal Comune, assieme alla lettera hanno ricevuto un piccolo attestato di benvenuto e la tesserina nominativa del bimbo, con cui i piccoli utenti potrete già usufruire del prestito gratuito di libri e dvd.

Per informazioni, Biblioteca Integrata Di Carpineti, Via G. di Vittorio 8 – 42033 Carpineti, biblioteca@comune.carpineti.re.it.

 

Nuovo presidio a disposizione della Croce Verde sezione Vetto

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La Pubblica assistenza Croce Verde sezione Vetto, grazie alla donazione di un gruppo vettese denominato “I vecchi mestieri”,  può ora contare su di un nuovo presidio per il trasporto di persone in difficoltà.

Si tratta di una seggiola “scoiattolo” che, nello specifico, serve a permettere un agevole discesa dalle scale  dei pazienti che hanno difficoltà motorie; questo presidio semplifica notevolmente il lavoro dei volontari che dedicano parte del loro tempo libero per aiutare il prossimo.

I volontari dell’associazione ringraziano per la donazione ricevuta gli amici del gruppo “I vecchi mestieri”, e colgono l’occasione per invitare tutti i cittadini ad unirsi all’associazione Croce Verde sezione Vetto, che da anni svolge un lavoro prezioso al servizio della popolazione.


Escursione agli antichi mulini del torrente Secchiello

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Domenica 11 maggio p.v. a Villa Minozzo, alle ore 9,l ‘associazione “Passi da Gigante” organizza una escursione che vedrà percorrere i sentieri che portavano agli antichi mulini del torrente Secchiello. “Saremo accompagnati – dicono gli organizzatori – dalla guida escursionistica ambientale Davide Malvolti, che ci illustrerà gli aspetti paesaggistici e storici della zona, e del professor Massimo Monti, docente all’istituto superiore di agraria di Castelnovo ne’ Monti, che ci descriverà la flora del nostro splendido Appennino”. Una camminata nella storia alla scoperta degli “antichi saperi”.

Per info e prenotazioni: Davide, 3495852699, davide@passidagigante.it, www.passidagigante.it

 

Il viaggio tra i saperi e i sapori dei “Parchi di mare e d’Appennino” segna un momento importante per i territori del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano

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Alla Spezia la manifestazione “Parchi in piazza”.

Il Viaggio tra i saperi e i sapori dei Parchi di Mare e d’Appennino’ segna un momento importante per i territori del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano.

Il primo fine settimana di maggio ha visto le strade del capoluogo del Golfo dei Poeti riempirsi di migliaia di persone. Un momento di grande successo è stato quello in cui si è rinunciato all’ufficiale taglio del nastro inaugurale e si è passati al conviviale ed emozionante taglio della forma di Parmigiano Reggiano, messo a disposizione della Cooperativa latteria del Parco di Ramiseto.

E’ stato, infatti, il primo Parks cooking show previsto dal programma della manifestazione ad aprire il sipario della kermesse, ieri (sabato 3 maggio) a partire dalle 18, nello spazio antistante il Museo Amedeo Lia, nel pieno centro pedonale della Spezia. Il giornalista Costantino Malatto, curatore del sito www.tavoladautore.it ed esperto di enogastronomia, ha contagiato il pubblico con la sua passione per la buona tavola e per la sua capacità di raccontare i territori attraverso i loro profumi e sapori. Alla presentazione hanno partecipato il sindaco della Spezia Massimo Federici, l’assessore al turismo e alla promozione della città Francesca Angelicchio, il presidente del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano, Fausto Giovanelli, il direttore del Parco Nazionale delle Cinque Terre, Patrizio Scarpellini, il sindaco di Fivizzano, Paolo Grassi e Marinella Curré Caporuscio dell’Accademia Italiana di cucina delegazione della Spezia e capo foto 3delegazione Fai La Spezia.

“La manifestazione Parchi in Piazza – afferma il presidente Giovanelli – è veramente un concreto passo avanti del progetto Parchi di Mare d’Appennino. I nostri produttori dell’alto Appennino stanno individuando lì sul mar ligure nuovi sbocchi commerciali per la vendita diretta, che lì rende più forti e autonomi sull mercato. L’autenticità, la genuinità, il carattere di montagna e il brand parchi delle imprese e dei prodotti trova la sua valorizzazione”.

Il taglio della forma di Parmigiano Reggiano della latteria di Ramiseto, gesto antico di grande fascino, è stato descritto con orgoglio ed emozione da Martino Dolci, Presidente della Cooperativa latteria del Parco. Mentre sono state le acciughe di Monterosso le protagoniste del Parks cooking show proposto dal Parco nazionale delle Cinque Terre, a chiudere l’incontro. Gabriella Cavallo e Giuliana Zattera del Consorzio turistico Cinque Terre, hanno presentato il “Pan do Mà”, la salagione delle acciughe alla maniera di Monterosso, eseguita secondo l’antica ricetta, tramandata da tempi lontani nel borgo di pescatori.foto 4

Tra il pubblico affascinato, erano presenti anche le community di instagramers che si sono date appuntamento alla Spezia per un instameet, per immortalare con i loro smartphone e macchine fotografiche i momenti salienti del cooking show, condividendo le immagini più significative in tempo reale con la rete. Sapori da raccontare, da gustare e, quindi, anche da rivivere seguendo i tag #instameetparchi #myspezia #igers_liguria #igersmassacarrara #parcocinqueterre #parcoappennino.

Problemi di rispetto dei limiti di velocità (e anche di educazione)

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“Troppe volte ho chiesto che nel tratto di strada che dalla Croce va a Ca’ del Cavo (siamo nel comune di Castelnovo ne’ Monti, ndr), visto il limite dei 30 km/h, lo si rispettasse”. Parole di una residente, Cristina Tagliati.

Che spiega: “Quello che invece voglio segnalare al Comune é un fatto che mi é successo oggi (ieri, ndr) alle 13,30. Come tutti i giorni passa il pulmino giallo che prende e riporta a casa i bimbi delle elementari. Tante volte ho fatto cenno all’autista di andare piano, ma questa volta l’ho fermato, per rinnovare l’invito al rispetto del limite. Sottolineando che alcuni bimbi erano ancora sul mezzo, mi sono sentita rispondere di farmi i c…i miei… E che se non mi fossi spostata mi sarebbe passato sopra col pulmino… E che se avevo problemi di rivolgermi a chi c…o volevo!”.

I francesismi dell’autista hanno irritato la Tagliati, che conclude: “Bene, l’ho fatto”. Sperando che qualcosa (se non altro il linguaggio) migliori.

“Il confine tra il reale e il virtuale”

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Ho sentito alla radio che in questi giorni, forse proprio oggi, sabato 3 maggio, si celebra la giornata internazionale del giornalismo.

Importante ma anche preoccupante, perché negli ultimi tempi la celebrazione di una qualsiasi cosa sembra preludere ad un’imminente fine della cosa stessa, o al desiderio recondito di vederla finire.

Un po’ come quando si invita in televisione l’attore famoso, ormai vistosamente vecchio e malato, quasi a voler iniziare le celebrazioni “postume”, prima che il poveretto esali l’ultimo respiro.

Il giornalismo e tutti coloro che lavorano nel settore viene preso di mira un po’ troppo spesso, ultimamente.

La cosa ci dovrebbe allarmare perché ciò significa voler chiudere la bocca a chi ancora tenta di scuotere la gente e spingerla a pensare, ma soprattutto perché il giornalista informa di fatti reali, non virtuali.

Sempre alla radio ho sentito dire che esistono programmi computerizzati in grado di sfornare in pochi istanti articoli “automatici”. Basta immettere un po’ di dati, cifre, nomi, ecc. e il gioco è fatto. Sì, il gioco.

Questo significa che potremmo arrivare a pensare tutti quanti più o meno allo stesso modo; la realtà non avrebbe più sfaccettature. Orrore!

Benedetto chi la pensa in modo del tutto diverso da me! Come potrei convincermi delle mie opinioni se non ci fosse qualcuno che mi costringe a controbattere. E se poi mi accorgo che ha ragione lui, meglio; comincerò a capire che stavo sbagliando.

Si vorrebbe un appiattimento delle idee, che è ancor peggio del silenzio. Ma questo equivale alla distruzione definitiva della libertà e della democrazia, impedendo qualsiasi confronto. Si sentono frasi cattive contro i giornalisti, magari accusati di essere “di parte”. In democrazia devi poter stare da qualsiasi parte. Se il tal giornalista non ti piace, non lo leggi e pace.

Per giustificare questo addomesticamento dell’informazione, si ripete ogni tanto che si vendono sempre meno giornali. A parte il fatto che, dal punto di vista ecologico, questo è auspicabile perché significa minor abbattimento di alberi per la produzione della carta.

Il mondo è cambiato. La gente non ha più il tempo di sedersi al tavolino del caffè a leggersi il giornale, o sulla panchina di un parco. Non ha neppure il tempo di passare dall’edicola a comprarlo.

Ricordo quando il giornale ben piegato, spuntava dalla tasca, quale simbolo dell’appartenenza politica del soggetto che lo aveva acquistato: “L’Unità”, “Il Secolo d’Italia”, “L’Avanti”. Li leggevano davvero? Lo spero.

Oggi il giornalismo, lo sappiamo bene, si basa sull’informatica. Potenzialmente la gente può leggere tutti i giornali che vuole, anche quelli di altri Paesi. E poi non ha più senso leggere un giornale tutto per intero, il web ti consente di spulciare, scegliere, scorrere.

Ci sono ottime trasmissioni radiofoniche, soprattutto su Radio3, dove gli articoli più importanti dei giornali li “ascolti”, mentre fai colazione. Poi in macchina, mentre raggiungi il posto di lavoro, puoi ascoltare “Prima pagina”, dove un giornalista  legge e commenta ancora i giornali. Il bello di questa trasmissione è che di settimana in settimana si alternano giornalisti di posizioni politiche diverse e/o opposte.

Con questa preparazione alle notizie del giorno, ti fai un’idea chiara su cosa andare ad approfondire sul Web appena hai un attimo di tempo. Bisognerebbe aiutare i giovani ad iniziare gradualmente ad informarsi sulle cose importanti. Io, nel mio lavoro, ci provo; ma dovrebbero continuare i genitori, a casa.

Il giornalismo è ancora vivo e deve rimanere più vivo che mai.

La libertà dei popoli è passata e continuerà a passare anche attraverso la penna dei giornalisti, che non di rado hanno pagato con la vita.

(Maria Grazia Consolini)

 

Don Giordano Goccini a “A sua immagine” su Rai 1

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Don Giordano

Don Giordano Goccini, responsabile del servizio di pastorale giovanile della nostra Diocesi e già coadiutore del parroco a Castelnovo ne’ Monti, è intervenuto questa mattina in tv durante la trasmissione “A sua immagine”, condotto da Lorena Bianchetti. Si parlava di scuola, educazione, speranza, futuro.

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