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“Una montagna di letame”. E il Parco nazionale viene multato

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“Una multa salata, 6.500 euro, e l’obbligo di smaltire il letame non rimosso e di ristabilire una condizione di salubrità per la zona in questione. Queste le sanzioni che l’Unità tutela forestale ha comminato al Centro polifunzionale del cavallo in località La Tana a Comano, dove sarebbero stati stoccati oltre 400 quintali di letame senza mai essere smaltiti. La richiesta di intervento sarebbe arrivata dai cittadini che si erano insospettiti per la continua crescita della montagna di letame. Dai controlli della Forestale (ora inglobata nei Carabinieri, ndr) sembra che la concimaia del Centro fosse colma oltre ogni possibilità di contenimento della struttura”.

Valichiamo appena il nostro Appennino, al di là di Cerreto e Lagastrello, ma rimanendo ben bene nel perimetro del Parco nazionale.

Il virgolettato compare sul giovane giornale web “L’eco della Lunigiana” ed è datato 21 febbraio, ieri l’altro.

L’estensore del pezzo, Francesca Mastracci, scrive: “Dalle indagini sarebbe anche emerso che la gestione del Centro era stata affidata dal Comune di Comano per dieci anni all’Ente Parco dell’Appennino Tosco-emiliano, il cui responsabile legale è il presidente Fausto Giovanelli. Sembrerebbe infine che l’Ente avesse dato in gestione il centro ad una cooperativa, ma che la convenzione tra le due parti fosse scaduta da mesi”.

Conclude l'”Eco della Lunigiana” via mouse della Mastracci: “All’Ente Parco quindi l’onere di smaltire i rifiuti, ripristinare la situazione e il pagamento della sanzione di 6.500 euro in base al Codice dell’ambiente n. 152/2006, articolo 318 bis. Se la situazione non venisse risolta il reato potrebbe passare nel penale. Sull’effettiva risoluzione del problema vigileranno i Carabinieri forestali che hanno comminato la sanzione”.

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Premiate 31 nuove leve del volontariato vezzanese

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Progetto Al Volo Vezzano; l’attestato di riconoscimento e la spilla identificativa del Progetto Al Volo. Consegna dell’attestato dalle mani del sindaco Mauro Bigi, dell’assessore al Welfare Franco Stazzoni e del vicesindaco e assessore all’Educazione Ilenia Rocchi

Sono 31 i ragazzi e ragazze delle scuole medie di Vezzano che sabato mattina hanno ricevuto l’attestato di riconoscimento e la spilla identificativa del Progetto Al Volo dalle mani del sindaco Mauro Bigi, dell’assessore al Welfare Franco Stazzoni e del vicesindaco e assessore all’Educazione Ilenia Rocchi.

Sei le associazioni di volontariato che hanno aderito al Progetto Al Volo – Centro Sociale I Giardini, Polisportiva Montalto, Polisportiva La Vecchia, US Vezzano, CEP di Vezzano, Centro di Ascolto Caritas – e che con i loro progetti hanno saputo accogliere i giovani volontari coinvolgendoli in attività che hanno contribuito a realizzare una mostra, a gestire tornei sportivi, a distribuire alimenti ma che hanno anche aiutato nell’impegnativa opera di manutenzione delle strutture che accolgono le attività delle associazioni dalla manutenzione degli impianti sportivi a quella delle sedi.

Progetto Al Volo Vezzano

“Un ringraziamento a tutti voi ragazzi che con slancio vi siete messi a servizio della vostra comunità – ha dichiarato l’assessore al Welfare Franco Stazzoni; – aver dedicato del tempo alle attività che le associazioni vi hanno proposto è una cosa importantissima perché prima di tutto vi aiuta a capire che insieme si possono fare cose grandi anche divertendosi e conoscendo nuove persone”.

Ha proseguito Stazzoni “Il Progetto Al Volo verrà riproposto a voi e ai vostri compagni anche in questo anno scolastico; solo voi potete essere i testimoni di quanto sia bello fare qualcosa per gli altri rendendoci concretamente utili. Il vostro contributo è stato grande e di questo ve ne siamo grati”.

Progetto Al Volo Vezzano

Tutto ciò è stato possibile grazie al Progetto Al Volo coordinato dal Centro per le Famiglie dell’Unione Colline Matildiche. Il progetto, che ha l’obiettivo di avvicinare i più giovani alle esperienze di volontariato come occasione di servizio attivo alla loro comunità e opportunità di crescita condivisa con i loro coetanei, è stato realizzato grazie alla collaborazione oltre che delle associazioni anche dei professori che hanno incoraggiato i ragazzi a dare la loro disponibilità. Infatti alla mattinata di premiazione erano presenti tutti i compagni di classe dei 31 ragazzi accompagnati dai loro professori.

“Un grande grazie ai nostri ragazzi perché per la nostra comunità questa testimonianza di volontariato significa molto – ha dichiarato il sindaco Mauro Bigi. – Dimostra che ci sono dei ragazzi pronti a mettersi in gioco e a fare la loro parte, perché una comunità coesa e solidale si costruisce mettendo insieme le nostre forze e le nostre capacità.”

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Gli ottanta esploratori del Don Pasquino Borghi di Rivalta ringraziano gli operatori del Parco

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Gli esploratori del Don Pasquino Borghi di Rivalta

“Non abbiamo sentito la nostalgia della neve e della mancata ciaspolata, l’Appennino ci regala sempre grandi esperienze ed emozioni”. Così Paola De Julis, docente della Scuola media ‘Don Pasquino Borghi’ di Rivalta – Reggio Emilia, racconta lo stage appena concluso nel Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano. Non è il primo anno che la loro Scuola partecipa a ‘Neve Natura e Cultura d’Appennino’. Nella struttura di Civago si sono alternati due gruppi di ragazzi che frequentano le quattro sezioni di III media: oltre 80 studenti accompagnati da quattro insegnanti per turno. Con la professoressa De Julis erano presenti Maria Cuccia, Patrizia Iotti e Donato Nenna; il secondo gruppo è stato accompagnato da Ilenia Bigi, Barbarella Calvano, Francesca Agosti e Stefania Pirelli.

Gli esploratori del Don Pasquino Borghi di Rivalta

“Molto emozionante per tutti noi è stato l’incontro con Remo Zobbi e Carlo Malvolti che hanno ricordato la figura di Don Pasquino Borghi fucilato  dai fascisti repubblichini nel Poligono di tiro di Reggio Emilia nel ’44 con altri otto antifascisti; a lui è dedicata la nostra Scuola. L’incontro con la Storia è proseguito, poi, con Daniele Canossini, Guida ambientale escursionistica, progettista della rete dei sentieri della Provincia di Reggio Emilia e autore, con altri di un libro sui sentieri partigiani dell’Appennino reggiano”.

Le attività in natura hanno regalato ai ragazzi la possibilità di guardare il mondo sotto un’altra ottica. Non è solo un modo di dire: l’Appennino assume forme e colori straordinari quando lo si osserva attraverso un obiettivo ed è stato così durante il percorso fotografico compiuto attraverso l’agricoltura rurale e la prospettiva paesaggistica. Inoltre, la montagna è stata protagonista dei racconti delle Guide del Soccorso Alpino che hanno provato a svelarne segreti e insidie.

“Un complimento e un ringraziamento particolate – conclude la De Julis – allo staff del Parco Nazionale, al tutor e alla struttura che ci ha ospitato. Torneremo sicuramente perché Neve Natura è un’esperienza fantastica”.

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M’illumino di meno: le scuole riflettono e giocano sul risparmio energetico

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Oggi, venerdì 24 febbraio, la festa del risparmio energetico vedrà sul territorio castelnovese il coinvolgimento in primo luogo delle scuole. La scuola d’infanzia statale “La Pieve”, alle 18 proporrà “Con…dividere”, letture a lume di candela e chiacchiere nei locali della scuola.

Poi alle luce delle lanterne si andrà al centro sociale “Insieme” per un gesto simbolico di scambio tra bambini intitolato “Baratto: si risparmia anche così”. Alla scuola primaria “La Pieve”, dalle 18 alle 20 “M’illumino di me”, spettacolo di Vanessa Livi con musiche originali di Sandro Animini. Ancora dalle 18 alle 20, ma alla scuola primaria “Giovanni XXIII”, letture di storie e momenti di relax con “M’illumino di meno, m’illumino di storie”. Infine alla scuola primaria “Don Zanni” di Felina, sempre dalle 18 alle 20, “M’illumino di meno… m’illumino di sogni”, per entrare in un mondo magico e ascoltare storie di paesi lontani, di libri volanti, di amicizia e di vento.

Per informazioni: biblioteca comunale tel. 0522 610.204.

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L’eredità di “Terapia di Gruppo”

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Sabato 25 febbraio alle 20,30 nel teatro parrocchiale di Casina divertimento assicurato per tutti con la nuova commedia: “L’eredità …correva l’anno 1909 alla premiata forneria Paradiso…” messa in scena dalla Compagnia teatrale “Terapia di gruppo”.

Scritta e diretta da Annalisa Margini, generosa quanto versatile animatrice di cori e festival musicali apprezzati da tutti, “L’eredità …correva l’anno 1909 alla premiata forneria Paradiso…“, commedia comica in 2 atti è interpretata da Maurizia Vannini, Danilo Costoli, Loredana Brivio, Giuseppina Rodolfi, Giuseppe Camagnoni, Antonella Pedrazzini, Monica Aldini, Giuseppe Rossi, Cariglia Filippi, Serge Hoffman. Al termine rinfresco offerto dalla compagnia.

La compagnia teatrale “Terapia di Gruppo” è al suo 5° successo teatrale dopo “Sister Act, svitate in abito da suora”“Cenerentola e il Principe chi è?”, “Natale con la famiglia Saltalamacchia”“Agriturismo Poggiotosalapecora nuova gestione famiglia Saltalamacchia soddisfatti o rimborsati”; una compagnia dai travestimenti spassosi tutto l’anno e certamente a Carnevale di più. C’è attesa nel paese per vedere quali trucchi e quali trovate sapranno riservare questa volta per risate che fanno di “Terapia di Gruppo” una sana terapia per tutti.

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Il sorriso di Clara Marazzi ora rimarrà per sempre nei nostri ricordi

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Clara Marazzi

Questa notte, dopo un breve malattia, è mancata all’affetto dei suoi cari Clara Marazzi, 50 anni, di Toano.

Lascia la madre Lina, il padre Paolino, i figli Eleonora e Gabriele, le sorelle Carmen, Nada, il fratello Mario, i nipoti e i parenti tutti, e le persone che ha amato e che le volevano bene.

Questa sera alle 20,30 presso la camera ardente di Castelnovo ne’ Monti si reciterà il rosario.

I funerali si svolgeranno domani partendo alle 15,15  dalla camera mortuaria per arrivare a Toano alle 16,00. Dopo la funzione religiosa sarà portata alla cremazione.

Clara insegnava nella scuola dell’infanzia di Cavola, dove era molto amata dai suoi bambini e dalle sue colleghe. Non fiori, ma donazioni al centro tumori.

* * *

Ancora una volta sono a scrivere fra le lacrime di una amica che ci lascia. Oltre che amiche siamo state compagne di classe. È assurdo pensare che non ci sei più. Dal giorno che abbiamo saputo che il tuo tumore al cervello (voglio chiamarlo con nome e cognome) non lasciava speranze abbiamo pregato tanto. A Sassuolo, davanti al Sacro Tronco, aperto eccezionalmente per chiedere la grazia, eravamo talmente tanti che pareva ci si fosse uniti in un immenso abbraccio tanto era affollata la chiesa. Mille altre preghiere sono state dette tutti assieme prima a Toano e poi a Cavola, e nei cuori delle persone. Tutta una comunità ha pregato e sperato. Il miracolo che abbiamo chiesto in tanti non c’è stato, ma ne è avvenuto un altro: sei riuscita a farci abbracciare e volerci più bene. Sei riuscita a farci fermare un attimo, in questa vita frenetica, per riconsiderare le priorità.

Abbiamo passato tante serate fra “Grandi Sorelle” con lo scopo di lasciare fuori il mondo e mettere sulla nostra tavola la sola voglia di ridere, di stare assieme, di vivere l’amicizia fra donne, ma solo in questo mese abbiamo capito cosa fosse la vera amicizia. Tu ci hai permesso di scoprire cosa vuol dire sostenersi, aiutarsi, capirsi. Ci hai fatto un grande dono. Hai permesso che scoprissimo che veramente un abbraccio vale molto di più di qualunque altra cosa, riuscire a dirsi “Ti voglio bene” è il regalo che ci hai fatto. Siamo tutte unite in questo momento, cerchiamo di sostenere Lorenza, l’amica che ti ha baciato mille volte per noi ogni giorno in questo cammino e che hai voluto al tuo fianco nei momenti peggiori. Vorremmo stringerci in un immenso abbraccio ai tuoi familiari e a tutti coloro che ti hanno voluto bene. Alla tua adorata Eleonora e Gabriele, che avevi adottato e amato in modo meraviglioso.  A Carmen e Nada che in questo mese sono state un esempio di forza e amore. È facile dire che eri la migliore di noi, ora. Sembrano le solite parole di convenienza, ma veramente in questo percorso di malattia sei riuscita a tirare fuori da noi il meglio, e a farci capire che il “Volersi Bene” è la cosa più preziosa che abbiamo. L’amicizia vera non si compra, la si può avere solo al costo di darsi, e tu sei stata il nostro esempio.

Il sorriso non ha prezzo, ma tu lascerai i tuoi in tutti noi, ai tuoi familiari, alle persone che hai amato, ai tuoi bambini, alle tue colleghe, alle tue amiche, a tutta una comunità intera, il ricordo del tuo sorriso meraviglioso e prezioso, che c’era sempre, nonostante tutto e ci sarà per sempre, ora.

Grazie Clara per avermi permesso di vedere cosa veramente nella vita conta, grazie per avermi regalato la consapevolezza che un sorriso vale più di ogni cosa al mondo.

Ciao “Grande sorella”!

(Doris Corsini)

***

“Clara non solo ha accompagnato i suoi bambini nei primi anni di infanzia… Clara ha fatto crescere l’intero  istituto, tutta la scuola. La riconoscenza di tutti noi le è  dovuta – ricorda commossa la dirigente dell’Istituto comprensivo “Ugo Foscolo” di Toano, Silvia Razzoli – I ragazzi di terza media di Toano mi hanno fatto trovare già la scorsa settimana, sulla scrivania un bigliettino, da recapitare a Clara, nel quale esprimevano tutto il loro amore e il ricordo verso quella che era stata la loro prima maestra, un ricordo di dolcezza e immenso affetto. Anche questo è uno dei tanti riconoscimenti che a Clara dobbiamo. I segni sono tangibili ovunque. Ha dato tanto per i suoi bambini e a tutti noi. Clara ha regalato  un’infinità  di bene a chiunque si sia trovato sulla sua strada, sia professionale che personale”.

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Scontro tra motociclisti sulla provinciale 8 a Carpineti, rilievi dei carabinieri

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Intorno alle 15,00 di oggi 25 febbraio 2017 i carabinieri della stazione di Castellarano, su input dell’operatore della centrale operativa della compagnia di Castelnovo ne’ Monti, allertato dai sanitari del 118, intervenivano lungo la provinciale 8 Fondovalle dove all’altezza della località Zoccadello, sotto il comune di Carpineti, si era verificato un incidente stradale.

Giunti sul posto i carabinieri avevano modo di verificare che per cause ancora all’esatto vaglio, due motociclisti (in corso di identificazione) che percorrevano opposte direzioni di marcia, si erano scontrati frontalmente.

A seguito del violento urto entrambi rimanevano gravemente feriti: uno a mezzo Elisoccorso veniva condotto all’Ospedale Baggiovara di Modena, l’altro, più grave, sempre a mezzo elisoccorso è stato trasferito all’ospedale Maggiore di Parma.

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100 Parole: il mondo come non me lo aspettavo / I vermi luminosi

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100 Parole: il mondo come non me lo aspettavo

I vermi luminosi

Waitomo: la grotta dei vermi luminosi

La luna di miele in Nuova Zelanda fu una scelta azzeccatissima.

Volammo da Singapore a Sydney, da Sydney a Auckland, e da Auckland a Wellington.

Poi via in macchina ad esplorare una dei più bei paesi al mondo.

Raggiungemmo Waitomo e fummo attratti da un’esperienza unica: la grotta dei vermi luminosi.

Salimmo su una barchetta con un’altra decina di persone e ci addentrammo nella caverna buia.

Raggiungemmo un punto in cui sembrò di ammirare un cielo stellato.

Si trattava dei vermi luminosi, che appesi al soffitto della caverna componevano un meraviglioso firmamento bluastro.

Alla fine era solo bava di larva di scarafaggio.

Niente di così romantico da meritare il passato remoto.

Raccolta di 100 Parole

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Basket: i “cinghiali” perdono ancora contro il Fidenza

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Il lungo della LG Mallon

Sconfitta all’ultimo secondo per la LG Competition Castelnovo ne’ Monti che nel big match di Serie C Silver con l’Academy Fidenza cede nel finale con il punteggio di 80-79.

Brutto stop per i castelnovesi, il secondo consecutivo, che la allontana ulteriormente dal vertice della classifica: ora la squadra di coach Diacci è terza con Guelfo a 26 punti, a 6 lunghezze di ritardo da Medicina e 4 dalla stessa Fidenza.

Nei primi minuti del match le due formazioni si studiano e la gara scorre in equilibrio con Fidenza che prova comunque a stabilire il ritmo senza però riuscire a staccare Castelnovo: a fine quarto è 23-21 per i parmigiani. Nel secondo quarto c’è solo una squadra in campo con l’Academy che preme il piede sull’acceleratore e in pochi minuti raggiunge la doppia cifra di vantaggio, andando a toccare addirittura il +16. Nel finale di quarto la LG tenta un timido recupero e si va negli spogliatoi sul 43-32.

Nella terza frazione la LG rientra motivata e riesce passo dopo passo a rimontare lo svantaggio grazie ad un’ottima difesa che limita fortemente Fidenza e un attacco stellare da ben 28 punti in solo 10 minuti: quando manca un quarto al termine, Castelnovo è addirittura avanti di 1.

Nell’ultimo periodo la tensione è palpabile in campo con tanti errori da una parte e dall’altra e nessuna delle due formazioni capace di firmare il parziale decisivo. A 50” dalla fine è parità a quota 77, con Fidenza che riesce però ad andare avanti di due quando mancano poco meno di 40 secondi. A 10” dalla fine è 79-79 e Fidenza ha la palla in mano per gestire l’ultimo possesso: la LG ha ancora un fallo da spendere, ma Alston penetra nell’area di Castelnovo e viene fermato irregolarmente durante l’azione di tiro. Dalla lunetta all’americano basta fare un punto  e permettere così ai parmigiani di raccogliere un successo importantissimo che la mantiene a contatto con la capolista Medicina.

Partita a due facce per la LG Competition, disastrosa prima dell’intervallo lungo ed eccezionale al rientro degli spogliatoi: altra ottima gara del duo Mallon-Thomas, positive le gare di capitan Guarino e Levinksis. Fidenza vince grazie alla fantastica coppia di americani Barksdale-Alston (44 punti in due)  che regala l’ennesimo successo al team diretto da coach Zanardi.

Si torna in campo il prossimo week end con la LG impegnata domenica tra le mura di casa contro il fanalino di coda Rebasket, mentre l’Academy sarà ospite dell’Olimpia Castello sabato 4 marzo.

Academy Basket Fidenza 2014 – LG Competition Castelnovo Monti 80-79.

Parziali: 23-21, 43-32, 58-60.

 Academy Basket Fidenza 2014: Barksdale 19, Alston 25, Luis 8, Simonazzi 5, Agostini 8, Bernardi 6, Pellegrini 5, Antozzi, Tommei 4, Liberati ne, Sela ne. All. Zanardi.

LG Competition Castelnovo Monti: Thomas 26, Canuti 6, Vanni 4, Magnani 2, Mallon 18, Guarino 7, Levinskis 9, Lavacchielli 2, Rossetti 3, Zamparelli 2, Grulli, Barigazzi ne. All. Diacci.

Arbitri: Brini e Marsico di Bologna.

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Lunedì sul campo #19 / Serie D indigesta per le reggiane, il Carpineti non va oltre un amaro 1-1. Bene Atletico Montagna e Baiso/Secchia.

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Carpineti e Fidentina salutano il pubblico

Con l’avvento di Menichini sulla panchina granata, anche il problema delle gare in trasferta sembra risolto; sabato, infatti, la Reggiana ha conquistato altri tre punti, arrivando così a totalizzarne sette nelle ultime tre trasferte. Al “Raffaele Mancini “ di Fano termina 2-0 per i granata, che hanno dimostrato per tutta la gara di non essere mai in affanno contro il fanalino di coda della classifica, anche se bisogna sottolineare che in Lega Pro non è mai facile vincere in trasferta. I locali partono aggressivi, ma questo atteggiamento dura poco: al 7’ il regista Genevier pesca Guidone che porta in vantaggio i suoi. Poi tanta amministrazione per la Regia, con qualche sortita offensiva; la più grande palla gol arriva al 39’ quando uno scatenato Cesarini imbecca Bovo, che sbaglia da pochi  passi. La seconda frazione di gioco ha lo stesso copione, con i ragazzi di Menichini che fanno la partita, andando a concludere con Cesarini e Sbaffo, ma senza fortuna. L’Alma Juventus Fano ci prova con Bellemo e Schiavini, provando a trovare il pari. Ma proprio quando i padroni di casa parevano poter uscire dal proprio guscio, ecco il raddoppio granata, al 25’: Ghiringhelli trova Carlini che scambia con Sbaffo e Bovo, e poi timbra il cartellino. 2-0. Il resto non regala più nulla, e ora la Reggiana si preparerà per la sfida fondamentale casalinga contro il Padova, un vero banco di prova, per vedere se è davvero grande. C’è quindi grande attesa per questa sfida, che si giocherà a Reggio Emilia domenica 5 marzo, ore 16:30.

Male, invece le due impegnate nel girone D di Serie D: arrivano due sconfitte per Correggese e Lentigione. Il cambio in panchina, col ritorno di Eugenio Benuzzi, non giova ai biancorossi, che centrano così la terza sconfitta consecutiva. Sul campo dell’Adriese, i locali dopo 10’ sono già in vantaggio di due reti, simili per come sono arrivate. Al 2’ Marangon batte una punizione,e dopo un batti e ribatti Di Bari trova la rete. Al 10’ stesso copione, ma è Castellan a raddoppiare. La Correggese accorcia dopo 8’ con Corbelli che insacca di testa su un cross di Pasa. Poi regna l’equilibrio, fino al 24’ della ripresa, quando Consol atterra l’ex Cesca: dal dischetto non sbaglia Marcandella. Pasi poco dopo può accorciare nuovamente, ma spara su Milan. A 4’ dal termine espulso Di Bari che ferma un contropiede di Pittarello, ma ormai il 3-1 è segnato. Ora la vetta dista 9 punti, e la priorità è mantenere un posto nella zona play off, visto che dietro lo Scandicci si avvicina (due i punti i distacco). Il Lentigione, invece, perde 1-0 in casa col Mezzolara: al 19’ la rete che decide la partita, con Quesada che pesca sul secondo palo Rossetti, che di testa infila Nava, complice lo stesso portiere e la difesa. Il risultato però è bugiardo, in quanto il Mezzolara ha giocato tutto arroccato in difesa, erigendo un muro che i padroni di casa non sono riusciti ad abbattere, e ha sfruttato al massimo l’unica conclusione verso la porta difesa da Nava. È una chance sprecata di poter essere in testa, in coabitazione col Delta Rovigo. Domenica 5 marzo, ore 14:30: Castelfranco-Lentigione e Correggese-Colligiana, due sfide molto complicate, ma dopo questi tonfi è vietato sbagliare.

Pareggio casalingo per il Carpineti, che non trova i tre punti in una sfida molto importante, contro la Fidentina, anch’essa in lotta per salvarsi. Mister Pivetti non ha potuto contare su Cocconi (lontano dai campi dall’8 gennaio per infortunio) e su Barozzi, squalificato. In avanti l’inedita coppia Ferrara-Degola, che ha disputato una buona gara, il primo agendo come seconda punta svariando su tutto il fronte offensivo, e il secondo come boa di riferimento, a lottare su tanti contrasti aerei. C’è rammarico perché i ragazzi di Pivetti hanno fatto la partita, rischiando molto poco, e fallendo un rigore con Dallaglio, oltre a vedersi annullare un gol di Ferrara, per fuorigioco che ha lasciato non pochi dubbi. Pronti via e ancora una volta il Carpineti viene colpito a freddo da una palla inattiva: Ferretti crossa, e Pasaro sbuca sul secondo palo, portando i parmensi in vantaggio, al 5’ di gioco. Il gol del pari arriva al 19’, con Martino che imbecca Degola, che con una pregevole sponda serve l’accorrente Ferrara, lesto ad insaccare. Al 29’ l’episodio contestato: Leoncelli scambia con un tunnel di tacco con Bonini, che crossa bene per Ferrara, che incorna a rete. Ma l’arbitro annulla tutto per un fuorigioco sospetto. Da questo momento cresce l’agonismo, in una gara che alla fine vedrà il signor Restaldo ammonire 8 giocatori, espellerne uno, e allontanare pure i due allenatori. Dopo tre giri d’orologio della ripresa, Spagnoli entra con grande foga su Ravanetti, e l’arbitro manda il difensore sotto la doccia anzitempo. Il vantaggio di un uomo è sfruttato solo parzialmente dai locali, che hanno sempre il pallino del gioco, ma non creano mai vere palle gol, tranne, paradossalmente, all’11’ minuto, quando Ferrara entra in area con una serpentina, e viene sgambettato da Scappi. È rigore. Dal dischetto si presenta Dallaglio, che però chiude troppo il destro, mandando a lato del palo. Nel finale un buon tiro dello stesso Dallaglio non sorprende Ghiretti, e Ravanetti poco dopo ferma un pericoloso contropiede ospite. Domenica il Carpineti sarà atteso dalla dura trasferta di Fiorano, ma a 8 gare dal termine gli appenninici vorranno provare a fare più punti possibili con tutte.

In Prima Categoria continua la marcia ad alta quota dell’Atletico Montagna, che con una tripletta di Predelli (capocannoniere a quota 16 al pari del compagno di reparto Zannoni) batte in casa il Lama 80, mantenendo la seconda piazza a tre lunghezze dalla capolista PGS Smile. Domenica sfida in casa della Cerredolese, per continuare la striscia positiva, e per puntare più in alto possibile.

In Seconda è andato in scena a Casina il derby fra Real e Vianese, con le due compagini che si sono divise la posta in palio. I padroni di casa hanno sprecato il doppio vantaggio iniziale trovato nei primissimi minuti, con un’autorete e un gol di Splendore, ex di turno. Barile, sfruttando un tap in, e Germini riacciuffano il pari per i ragazzi di Di Gesù, e la gara termina 2-2. Il Villa Minozzo ferma la seconda della classe, il Fellegara, inchiodato sull’1-1, grazie alla rete di Romei. C’è rammarico per il rigore fallito da Rocca, che poteva voler dire 2-0, e perché il pareggio ospite è arrivato proprio dal dischetto, con Gioia al 46’. Poker della capolista Baiso sul Montecavolo, grazie alle doppiette di Magnani,e ai due gol su rigore di Alex Amadei, capocannoniere a quota 16. Ora il Fellegara è a 6 punti di distanza. Continua il periodo altalenante per il Ramiseto/Cervarezza, che alterna ad una vittoria una sconfitta: ieri è uscito con zero punti dal campo del Bellarosa, perdendo 3-1. Rinviata per lutto Cavola-Borzanese, dopo la scomparsa della maestra toanese Clara Marazzi. Il prossimo turno vedrà il Real Casina impegnato sul campo della Borzanese, a Viano ci sarà il derby fra locali e Villa Minozzo, il Cavola andrà a Quattro Castella, e il Ramiseto/Cervarezza ospiterà la capolista Baiso, in un derby con obiettivi ben diversi da parte delle due formazioni. Ricordiamo inoltre che mercoledì 8 marzo, andranno in scena i recuperi Fellegara-Cavola, Vianese-Boiardo, Bellarosa-Baiso e anche Montecavolo-Q           uattro Castella.

In Terza Categoria due sconfitte e due vittorie per le nostre formazioni. Vince il Ligonchio con un secco 3-0, nel difficile campo della Sabbionese che non perdeva da tempo: a segno Nuccini e Morelli, due volte. Ora la Reggio Calcio, seconda, dista un solo punto. Vince anche la Combriccola di Casale, con lo stesso risultato: sono  Arduini e Lodi (2) ad abbattere il Real San Prospero. Perde il Progetto Montagna, che cede per tre reti ad una sul campo del Virtus Bagnolo. Rete della bandiera di Benazzi. Perde inaspettatamente anche il Collagna, sul campo del Real Reggiano, squadra che non vinceva addirittura dal 2 ottobre (2-1 sul Progetto Montagna). Alla rete di Ferretti  G. al 55’, risponde Parisi all’80’ dal dischetto e Rosati allo scadere. Domenica. La Combriccola farà visita alla Polisportiva Quaresimo, il Ligonchio ospiterà la Virtus Bagnolo, il Collagna andrà sul campo della corazzata Terre di Canossa e il Progetto ospiterà il Cavriago. Ricordiamo che mercoledì 15 marzo verrà recuperato il 19° turno (si era disputata solo Progetto Montagna-Real Reggiano, risultato 2-2). Queste le gare delle formazioni appenniniche: Collagna-Virtus Bagnolo, Roteglia-Ligonchio e Celtic Boys Pratina-Combriccola di Casale.

 

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Il Club alpino sudtirolese in trasferta nel castelnovese per allenamenti di “bouldering”

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Castelnovo ne’ Monti già da tempo è località nota a livello regionale e nazionale tra i praticanti dell’arrampicata, soprattutto grazie a quella straordinaria palestra naturale che è la Pietra di Bismantova. Ma da alcuni anni, anche grazie al suo “traino”, altre opportunità e collaborazioni interessanti sono state attivate, grazie anche alla società “La Pietra di Bismantova”, che nella palestra comunale di Felina ha realizzato alcune pareti attrezzate che consentono di arrampicare per tutto l’arco dell’anno.

Il bouldering, l’arrampicata rapida su tratti brevi che può essere praticata tanto all’aperto che in palestra, ha moltissimi appassionati in tutta Italia, che affollano i raduni dedicati.

E giovedì 2 marzo, domani, proprio un raduno sarà ospitato nella palestra di Felina, dalle 19 alle 22,30, in concomitanza con il ritiro sportivo dell’Avs SudTirol (il Club alpino sudtirolese) a Castelnovo ne’ Monti. Sarà un raduno boulder autocertificato a cui si aggiungerà una simulazione di gara stile “coordinativo+equilibrio” con giudice di blocco. Una terminologia settoriale, ma ben nota agli appassionati che prenderanno parte al raduno, che però sarà comunque aperto a tutti, se non altro per conoscere e magari provare questa pratica affascinante e accessibile.

“L’obiettivo dell’iniziativa – spiega Luis Martin, de “La Pietra di Bismantova” – è appunto avvicinare il nostro sport a tutti, visto che procedendo per gradi chiunque può provarlo. Sarà possibile anche conoscere alcuni dei personaggi che accompagneranno la nostra disciplina sportiva verso Tokio 2020, quando il climbing sarà introdotto come disciplina olimpica. Intendiamo creare un momento di allenamento tecnico per gli atleti e una bella esperienza anche per gli amatori; e insieme far conoscere il nostro territorio, ricco di risorse naturali e luoghi unici, offrire una esperienza nuova aperta a tutti, anche ai non-arrampicatori. Sarà comunque anche una bella occasione per conoscere alcuni esponenti di livello internazionale di questa disciplina: ci sarà Michael Piccolruaz che è arrivato secondo in coppa del mondo e che con ogni probabilità rappresenterà l’Italia alle olimpiadi del 2020. Il gruppo di Bolzano tra l’altro ha scelto di effettuare questo stage di allenamento nel nostro territorio perché ci sono conformazioni rocciose particolari: il bouldering è una arrampicata che si fa senza corde, ad una altezza massima di 7–8 metri e con materassoni di protezione in caso di cadute. Loro sono venuti in particolare non solo per Bismantova ma soprattutto per i massi che si trovano nei boschi di Ceriola, vicino a Gatta, formazioni splendide e oggi poco conosciute, adattissime per questo tipo di esercizi. Formazioni uniche nel nostro territorio”.

Sull’iniziativa commenta l’assessore allo sport Silvio Bertucci: “Credo che questo tipo di proposte siano molto interessanti e importanti per la promozione del nostro territorio: le associazioni che propongono attività in grado di coniugare pratiche indoor e outdoor, come ‘La Pietra di Bismantova’, e che valorizzano tanto la nostra dotazione impiantistica quanto l’ambiente e le opportunità sportive che esso può offrire, sono un importante valore aggiunto, in grado di coinvolgere e portare a Castelnovo molti appassionati”.

Nel corso della serata verranno effettuate interviste trasmesse sull’emittente di settore Climbing Radio, alla Squadra AVS SudTirol: Michael Piccolruaz (atleta) e Marco Kirsch Erspamer (tecnico Federazione FASI).

Il programma dell’iniziativa prevede oltre al raduno e alla simulazione di gara, le premiazioni a cura di Kamp 3000 e un momento finale di spettacolo e festa (iscrizione al raduno e alla simulazione gara: 10 euro, partecipazione all’iniziativa gratuita e aperta a tutti; per informazioni tel. 333.58.48.563).

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Il profumo della mia terra / Marzo – 1ª parte

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Marzo –  Mosaico della cattedrale di Otranto

Il tempo si è fatto più clemente, le giornate abbastanza lunghe, il lavoro è come un mutûr da rudâr, cioè da mettere in esercizio con le dovute cautele, ma comunque pronto a riprendere il lungo viaggio che lo porterà a San Martino e oltre. Ricordiamo che

Tre cose vuole il campo:

buon lavoratore, buon seme, buon tempo.

La neve è scomparsa quasi ovunque. Se qualcosa rimane la puoi scoprire solo negli anfratti posti a l’albašîn (1), con la peculiarità di costituire l’ultima palestra per fare la šlisaröla. Qualche pianta precoce ostenta le prime gemme. Toccherà a chi deve condurre al pascolo le pecore fare in modo che esse, le gemme, non vengano danneggiate. Nelle zone solatie, in prossimità degli argini ben protetti, cominciano ad apparire le lucertole e qualche timida viola. Questo accadeva quando ero piccolo, quando non esisteva l’effetto serra né si sapeva cosa fosse l’ozono. Quando le stagioni avevano un ritmo regolato solo dal calendario della Natura.

Dalla vigna si raccolgono gli ultimi viticci per farne fascine e per pulire il vigneto. Anche le siepi debbono essere ripulite: così sarà più facile rasentarle coi carri o l’aratro senza pungersi, e gli sterpi raccolti serviranno il Sabato Santo per il falò. Lungo i filari gli olmi e gli oppi (acero campestre) assomigliano a scheletriche mani protese verso il cielo, immobili, rassegnate, in atteggiamento di preghiera per rinascere. Nell’atmosfera vi è qualcosa di nuovo, qualcosa di vitale che sta per sprigionarsi. Quel clima ti mette l’argento vivo addosso. E a noi ragazzotti in una via di mezzo tra l’infanzia e l’adolescenza metteva la voglia di correre scalzi giù per le colture, di fare al cucmartêl  (le capriole), di salire sugli alberi in una perenne gara di abilità fine a sé stessa. E non era, forse, la inconscia preparazione alla vita?

  1. Sulla spiegazione etimologica del vocabolo Albašîn (Arbašîn, o Aibašîn) c’è stato un costruttivo dibattito su Facebook nel Gennaio scorso (2017), suscitato dalla dottoressa Laura Magnani. In breve: si parte dal latino Opacìvus = ombroso, oscuro (e quindi freddo). Il termine passa in italiano con A bacìo, e tale resta ancora oggi. Nel crinale modenese è Abacìo. Da noi in dialetto diventa A bašîn, poi Al bašîn, quindi assorbe la preposizione e diventa Albašîn, con le varianti viste sopra. Quindi recupera la preposizione per riacquisire il senso di stato in luogo: a l’albašîn. Per una documentazione nutrita e gustosa (anche per altri vocaboli) suggerisco il volumetto: Parole del Frignano, di Battista Minghelli (sunto dell’opera maggiore) – Libreria Incontri (Sassuolo) 2004, pag. 1-3.

Primavera

È facile ricordare lo sbocciare dei fiori, il canto degli uccelli, la nascita degli agnellini, le giornate serene e luminose. Ma anche gli anziani pieni di acciacchi che si portavano a prendere il sole davanti a casa dimostrava che qualcosa di benefico era nell’aria.

San Benedetto / la rondine sotto il tetto.

Questo andava bene fino a quando San Benedetto veniva festeggiato il 21 Marzo. Oggi la festa ricorre l’11 Luglio, e le rondini hanno già messo su famiglia. Ammesso che trovino ancora una stalla, un letamaio e tanti moscerini per nutrirsi.

Certo che è un proverbio usato ed abusato. Ma potrebbe anche essere una constatazione o una garanzia sull’arrivo della bella stagione sentire ripetere: A s’ sênt al rundanîni ch’al cânti! [Si sentono cantare le rondini]. Era anche una soddisfazione vederle nidificare sotto il proprio tetto, ben sicuri che, ospitandole, divenivano apportatrici di benedizioni e predilezione divina:

 Biâda a cla cà / indùa la rundanîna la gh’ fa.

[Beata quella casa ove nidifica la rondine].

A quel tempo non si dava importanza più di tanto all’utilità della rondine e di tanti altri piccoli esseri. Nel caso specifico era quasi una superstizione rispettare le rondini perché erano definite le gallinelle della Madonna, per cui maltrattarle significava offendere la Vergine stessa.

Ma in inverno si acuiva anche l’istinto venatorio dell’uomo che teneva d’occhio ove gli uccelli andavano a dormire. Nella giusta stagione, con la neve abbondante, diventava una sfida per procurarsi un piatto saporito da portare in tavola in via eccezionale, come poteva accadere coi passeri. Polènta e osèi non era solo un tipico piatto veneto; andava anche da noi in inverno. E ce ne fosse stata! Più avanti, a primavera, scoprire i nidi era solo una gara di abilità con se stessi.

Il periodo più adatto per catturarli era quando la neve copriva tutto. Allora si ponevano delle trappole sotto il portico, con qualche seme per invito, poi si attendeva. La fame faceva ben presto avvicinare gli incauti passerotti che cadevano nella trappola. E di trappole ne esistevano tanti tipi: a tagliola (Fèr) o a gabbietta, in commercio. Ma l’abilità del cacciatore si vedeva quando doveva Nicâr, cioè innescare, predisporre la piàgna. Si trattava di creare un equilibrio precario con una pesante lastra di arenaria mediante un gioco di bastoncini. Quando il passerotto si posava su uno di questi la lastra gli cadeva addosso schiacciandolo.

Questa poi…

Tra le espressioni caratteristiche del mese di Marzo ve ne era una un tantino imbarazzante. Ho esitato a lungo prima di decidermi a raccontarvela. Mi ha convinto il fatto di averla rintracciata pari pari in Romagna e nel modenese. A scanso di fraintesi sarà bene ricordare che termini oggi considerati sconvenienti una volta erano pronunciati con la massima disinvoltura e senza pregiudizio. Era l’esistenza stessa che ti poneva, giorno dopo giorno, davanti gli occhi, le scene che poi sono diventate argomento di barzellette volgari o sconce. Allora erano solo fatti della vita.

La sera dell’ultimo giorno di Febbraio il nonno invitava tutti noi bambini ad alzarci, l’indomani, prima del sorgere del sole per recarci sul cucuzzolo vicino a casa. Nel preciso momento in cui il sole spuntava a levante noi dovevamo mostrargli il sedere nudo recitando la formula:

Mârs, Marsòt, / tìnšme ‘l cûl, làsme stâr i’ ò-c!

[Marzo, Marzotto, / abbronzami il sedere ma non dare fastidio alla vista].

La richiesta veniva considerata dai ragazzini più svegli come una provocazione per testare il livello della loro intelligenza. In realtà (l’ho appunto scoperto in seguito) il gesto ha radici ben più lontane. Probabilmente è una delle tante forme di superstizione di origine etrusca o romana, sopravvissute al cristianesimo, ma che intendono rimarcare la buona armonia che deve esserci tra persone e natura. Lo stesso proverbio in romagnolo suona: Mêrz, / cùšm’ e cûl, e no cûšm’ êtr.  [Marzo, cuocimi il sedere ma non mi cuocere altro].

Uno studioso del costume ci ricorda che: “Ai primi del secolo (1900) l’usanza di mostrare il sedere al sole il primo di Marzo, perché non abbronzasse troppo la pelle e anche per tenere lontano le malattie, era osservato da molti e specialmente dalle donne; ora non più” [L. Ercolani: Vocabolario Romagnolo-Italiano – Ravenna 1960].

Carnevalee

Anche se quest’anno Carnevale è finito ieri, 28 Febbraio, continuiamo a parlarne perché è legato alla data di Pasqua, che cambia ogni anno in base ad un complicato calcolo. Essa cade la prima domenica dopo il plenilunio successivo al solstizio di Primavera. Quest’anno il solstizio cade l’undici di Aprile, di martedì. Quindi Pasqua sarà la domenica successiva, 16 Aprile. Questo calcolo fu stabilito da Costantino nel Concilio di Nicea, nel 325 d. C.

 L’è rivâ ste Carnevâl:

tajarèm la testa al gal,

      mangiarèm pulênta e púcia. 

(da un Canto popolare)

 Quando la polenta si tagliava col filo di refe (Da Google)

Ecco le aspirazioni di chi, per tutto l’anno, sogna di togliersi la voglia di una bella mangiata e di qualche momento di incontrollata pazzia, giustificata dal clima e tollerata per tradizione. Dal punto di vista del menù non trapelano grandi ambizioni: la polenta, quella polenta onnipresente, può bastare. Però almeno condita con un buon intingolo a base di lepre o di coniglio in umido. Carnevale consentiva di fare uno strappo alla regola. Sèmel in anno licet insanìre, dicevano i latini. E ciò anche in previsione che la quaresima avrebbe fatto tirare a lungo la cinghia. Ma oltre a questo, direi più che per questo, il Carnevale lo si respirava nell’aria per quel non so che di incerto, di imprevedibile che avrebbe riservato.

Come visto in precedenza, lo spettacolo più diffuso da noi, fino al 1950 circa, erano le Maschere. Da quella data sono scomparse. Oggi sembra che si cerchi di farle rivivere nella parte alta del nostro Appennino, in particolare a Gazzano e dintorni.

Una filastrocca mandata a mente per l’occasione, e della quale non ricordo l’autore perché l’ho studiata in prima elementare, si esprimeva così:

Senti un po’, cara mammina,

or siam giunti a Carnevale:

a goder qualcosettina

non c’è poi nulla di male.

 Lascio il ballo, il suono, il canto,

i garzoni e le donzelle:

io desidero soltanto

un bel piatto di frittelle. 

Ci si accordava con una famiglia che disponeva di una larga stanza, e lì convenivano più o meno tutti quelli del vicinato.  Nella cucina era un tramestio senz’ordine, ognuno portava quello che poteva e che credeva, ma, tutto sommato, si trattava solo di confezionare canestri di gnocco fritto con un po’ di companatico da distribuire ai presenti. I più maturi, se era possibile, si trasferivano in una stanza a parte, coi loro fiaschi e le carte da gioco, gli altri si inventavano qualche altro passatempo.

Non si ha più memoria di un altro tipo di manifestazione caratteristica del Carnevale: bruciare la vecchia. Qualcosa in passato deve esserci stato anche da noi perché se ne trova traccia in alcune espressioni non ancora smesse da chi parla abitualmente il dialetto, quali Brušâr la vècia e Fâr la fîn d’la vècia. Avevano luogo nella notte del Giovedì grasso o del Martedì ultimo giorno di carnevale, ma potevano anche svolgersi a metà quaresima.

In alcune località dell’Appennino modenese la cerimonia si svolge ancora sotto forma folcloristica a metà quaresima, abbinata alla lettura del Testamento della vecchia, occasione ottima per mettere alla berlina personaggi del luogo, e per ricordare che l’inverno se ne va. La Vecchia infatti rappresenta l’inverno che finisce.


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Leonello, di Cola, è il nuovo segretario dei bancari della Cisl

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Leonello Boschiroli – originario di Cola di Vetto –  è il nuovo segretario generale della First Cisl Emilia Centrale, il sindacato dei lavoratori bancari e assicurativi che, con quasi 2.900 iscritti, è la seconda struttura territoriale della First in Emilia Romagna e una delle prime in Italia.

La First, lo ricordiamo, è nata a livello nazionale due anni fa dall’unificazione tra i sindacati Fiba Cisl e Dircredito.

 

Boschiroli sostituisce il segretario uscente Paolo Bellentani, giunto a fine mandato; completano la segreteria dei bancari Cisl Marcello Barbieri ed Ettore Bellelli.

«La grande crisi finanziaria del 2007-2008 ha minato la fiducia dei clienti verso le banche, a partire da quelle locali – afferma Boschiroli – Nel nostro territorio ne ha fatto le spese soprattutto il credito cooperativo, il quale ha reagito con accorpamenti e fusioni che hanno ricadute sui lavoratori. Altri casi riguardano Carife (350 esuberi su 850 dipendenti), Unicredit (9mila esuberi e chiusura di 800 sportelli in Italia) e le altre banche coinvolte nel Bail-in.

In generale la digitalizzazione del sistema bancario sta trasformando il modo di lavorare, con orari diversi e nuove figure professionali. In questo scenario il ruolo del sindacato è fondamentale, come dimostra l’accordo sulle politiche commerciali siglato di recente con l’Abi (associazione delle banche italiane). Grazie a esso si creano le condizioni che consentono al lavoratore bancario di instaurare con il cliente una relazione incentrata non più sulla vendita di un prodotto, – conclude il nuovo segretario generale della First Cisl Emilia Centrale – ma sulla consulenza e qualità del servizio».

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Basket: domenica 5 marzo LG contro Rebasket al Palagiovanelli

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Torna in campo la LG Competition Castelnovo Monti che domenica 5 marzo incontra al Pala Giovanelli la Rebasket Castelnovo Sotto nella gara valida per la 6ª giornata di ritorno del campionato di Serie C Silver.

La formazione montanara torna a giocare tra le mura amiche ad un mese esatto dall’ultima gara giocata in casa e dopo aver raccolto due sconfitte al fotofinish contro Novellara e Fidenza che hanno fortemente rallentato il percorso della squadra verso la promozione diretta in Serie C Gold.

I ragazzi allenati da coach Diacci proveranno però già a rifarsi in questa giornata contro la Rebasket Castelnovo Sotto. I rivali di giornata stanno vivendo una stagione decisamente tribolata: la compagine della “bassa” reggiana è infatti relegata all’ultimo posto in classifica ed è riuscita a vincere il primo match di campionato solamente ad inizio 2017 e dopo aver raccolto ben 12 sconfitte consecutive.

La Rebasket ha mantenuto parte dell’ossatura dello scorso campionato, ringiovanendo sensibilmente la rosa che è oggi composta da tanti giocatori poco più che ventenni. Tra gli ospiti, vanno osservati con attenzione il bomber Castagnaro, l’ex Pallacanestro Reggiana Defant, l’ala Villani ed Enrico Melli, fratello della star azzurra Nicolò.

La gara (che avrà inizio come di consuetudine alle ore 17,00) vedrà protagonisti nel pre partita e durante l’intervallo i bambini iscritti ai “Centri di Avviamento al Basket LG” presenti nel comune di Toano.

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Il Castello di Carpineti riapre da domenica 5 marzo

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castello_carpineti_2016_img_36Il gruppo storico folkloristico “Il Melograno” è ai blocchi di partenza. Tutto è pronto per dare il via alla stagione di apertura del complesso monumentale del Castello di Carpineti.

Date le belle giornate e le numerose richieste di visita pervenute, il sodalizio culturale,  di concerto con l’Amministrazione comunale di Carpineti, ha deciso aprire il castello la domenica pomeriggio a partire già dal 5 marzo.

Figuranti in costume medievali accoglieranno gli ospiti dalle ore 15 alle ore 18  per trasportarli – seppur per breve tempo – in un’altra epoca storica: il Medioevo.

I personaggi cercheranno di far rivivere i fasti che Carpineti ebbe nel XII secolo quando Matilde, ospitando Papa Gregorio, alti prelati e feudatari, rese il piccolo paese dell’Appennino più grande di Roma.

L’idea di rendere il sito disponibile per le visite già dalla prossima domenica  ha anche l’obiettivo di lanciare il cartellone dei numerosi eventi che punteggeranno la primavera e l’estate 2017.

Le manifestazioni si concretizzeranno in: rappresentazioni teatrali, concerti,  visite guidate per gruppi di adulti e ragazzi, letture animate,  esibizione di artigiani e artisti, mostre, rassegne, presentazioni di libri, convegni, passeggiate naturalistiche, show cooking, degustazioni di articoli enogastronomici promozione di prodotti e  servizi del territorio.

Si partirà il 9 aprile al pomeriggio con una rappresentazione teatrale dal titolo “Salendo al Calvario”, con la quale si proporranno gli ultimi giorni di vita di Cristo. Tantissimi  figuranti metteranno in scena quanto riportato nelle Sacre Scritture; meditazioni e musica consentiranno al pubblico di partecipare attivamente alla rievocazione.

Nella stessa data verrà inaugurata la mostra “Storia di Croci” di Fabrizio Ugoletti, che sarà ospitata nella splendida chiesa di Sant’Andrea.

Il programma proseguirà poi il 25 aprile con l’evento “Spo-si al Castello” dove operatori del settore proporranno i propri prodotti e  servizi alle coppie che si stanno preparando a costruire un futuro assieme. L’iniziativa inizierà alle 10 e proseguirà sino al tramonto,  trovando il suo culmine nella sfilata di abiti e acconciature da cerimonia all’interno delle mura matildiche.

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“A est di Tokio”, la mostra fotografica di Matteo Manfredini si inaugura sabato al Bismantova

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Negli spazi del foyer del teatro Bismantova, a Castelnovo ne’ Monti, si terrà la mostra fotografica intitolata “A est di Tokio” di Matteo Manfredini, con la collaborazione dello studio fotografico “Lugli” di Carpineti.

La mostra sarà visitabile dal 4 al 25 marzo 2017.

Al termine della mostra le fotografie saranno donate all’ospedale S. Anna di Castelnovo.

Sabato 4 marzo, alle ore 18,30, all’inaugurazione ci sarà un incontro al quale parteciperanno Matteo Manfredini e Mauro Malvolti che racconteranno, attraverso le loro immagini, due modi diversi di essere dentro e fuori l’Appennino, accompagnati da Doris Corsini. Seguirà un aperitivo con rinfresco a buffet.

* * *

Matteo Manfredini

Matteo Manfredini collabora da tempo con Redacon raccontando i suoi viaggi e con una trasmissione radiofonica storico/culturale (il questo link è possibile trovare i vari articoli).

Originario di Carpineti vive a Bruxelles dal 2008, dove lavora alla Casa della Storia Europea. Si occupa dei contatti con i musei di tutto il mondo con i quali organizza prestiti per le mostre temporanee del museo che diverrà un luogo per discutere, interrogarsi e riflettere sulla storia europea.

Matteo nei suoi viaggi le capita di cercare “cose di casa”?

Generalmente cerco quello che non conosco o che non mi è familiare. La linea che divide il turista dall’antropologo culturale è spesso sottile, e saltare da un ruolo all’altro non è solo stimolante ma anche molto divertente.

Le immagini di questa mostra in quale dei suoi viaggi sono state scattate?

Ho fatto due viaggi di due settimane e mezzo l’uno. La prima volta nel 2013 e la seconda volta nel 2016. Il Giappone suscita in qualche modo una curiosità atavica per l’uomo occidentale. Le prime due settimane in terra nipponica sono state rapide, intense e molto interessanti ma troppo cariche di significati complesso da decifrare. La seconda volta è stata ancora più enigmatica.

Le capita di raccontare “il suo Appennino” nell’altrove che visita?

Durante i miei viaggi non ho sempre la possibilità e il tempo di raccontare la terra dalla quale provengo, ma la distanza e il confronto con altre culture aiutano a comprendere meglio la natura delle proprie origini.

* * *

Mauro Malvolti

Mauro Malvolti è operaio presso Dana Brevini a Reggio Emilia, dove abita. Nato a Castelnovo ne’ Monti, ha vissuto 30 anni a Carpineti prima di trasferisti in città.

Le immagini di Mauro sono spesso fra le foto del giorno della nostra testata (in questo link potrete vederne una selezione). Mauro gestisce la pagina facebook “Appennino dentro l’obbiettivo” nella quale pubblica molte delle sue foto.

Mauro perchè scegliere l’Appennino?

L’Appennino è una fuga dallo stress quotidiano, Ti rilassa. La fatica è ripagata da ciò che trovi e ti circonda.

Quali sono i suoi luoghi preferiti?

Tutto l’Appennino reggiano, con preferenza al comprensorio del Cusna e Val d’Ozola, con il suo crinale, i rifugi e i panorami. Io sono del ’61 ma solo da 4 anni ho iniziato a visitare il territorio. Ho visitato a piedi tutto il parmense è più volte il reggiano.

Le sue foto sono in una esposizione ora, ci può dire dove?

Una trentina di foto sono ora esposte a Bazzano, Parma.

Se lei fosse una guida turistica quale itinerario proporrebbe nel nostro territorio e dove andrebbe all’estero?

Certamente partirei da Presa alta, Lavacchiello, Prati di Sara, il Cusna, poi al Battisti e la Bargetana. Se dovessi andare all’estero credo che sceglierei il Canada.

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Castelnovo ne’ Monti / Mostra a Palazzo ducale: dal 4 marzo “Nel luogo di mezzo”

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“Nel luogo di mezzo”

Si intitola “Nel luogo di mezzo” l’esposizione delle opere di Simona Sentieri, Palmiro Incerti e Debora Costiche sarà ospitata nelle Scuderie di Palazzo Ducale dal 4 al 26 marzo prossimi. Una mostra che proporrà dipinti, sculture e fotografie di tre artisti diversi tra loro, tra i quali starà ai visitatori scoprire o costruire un filo comune. Gli indizi stanno nell’attenzione e lo sguardo particolare verso gli oggetti, ma anche gli scorci e il paesaggio, in una dimensione al di fuori del contesto e della semplice quotidianità, per creare accostamenti e suggestioni nuove.

Simona Sentieri, castelnovese, della sua ricerca artistica racconta: “Una lista della spesa abbandonata in un carrello del supermercato, un biglietto del teatro gettato via, un bottone perduto, una foglia che cade ai miei piedi. Oggetti senza importanza che fanno parte della vita quotidiana: mi piace pensare di dare ad essi un’altra opportunità di vita, la più bella che mai avrebbero potuto avere, quella artistica”.

Palmiro Incerti, di Rivalta, è soprattutto uno scultore, che ha indagato la materia nelle sue molteplici declinazioni con una lunga sperimentazione, tra gesso, ferro, legno, marmo, crete e leghe di metalli, spesso di recupero.

Debora Costi è una giovane fotografa del posto, che ha studiato grafica pubblicitaria ma che ha nel paesaggio la sua principale fonte di ispirazione. Un paesaggio che non è mai banale, didascalico, ma che invece, nelle immagini che passano dalle ampie vedute panoramiche fino a piccoli dettagli, cerca sempre la suggestione nascosta, il lato conturbante.

L’inaugurazione è fissata per sabato 4 marzo alle ore 18: l’Assessore alla Cultura Emanuele Ferraripresenterà la mostra ed è previsto un momento musicale con l’ensemble di chitarre dell’Istituto musicale “C. Merulo” (composto da Francesco Fergonzani, Francesco Bolzoni, Silvia Bonicelli, Alice Cassinadri, Chiara Cavalletti, Matilde Manfredi, Timothy Rondanini). Inoltre ci saranno alcune coreografie a cura del Centro Danza Appennino. La mostra sarà poi aperta fino al 26 marzo tutti i giorni dalle ore 11 alle 13 e dalle 17 alle 20.

Per informazioni Biblioteca “R. Crovi” tel. 0522610204, biblioteca@comune.castelnovo- nemonti.re.it.

 

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“Un progetto di governo per la prossima legislatura”

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Riceviamo e pubblichiamo.

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Terza edizione di “#Ascoltiamo Castelnovo”, momento di dialogo e confronto con i cittadini, le associazioni di volontariato, le entità sociali ed economiche, che la lista civica “Progetto per Castelnovo ne’ Monti” ha proposto in questi anni con l’obiettivo di fare il bilancio del proprio lavoro svolto in Consiglio comunale e come momento di raccolta di idee e proposte da sviluppare sul futuro del nostro Comune e del nostro Appennino.

In questi anni non siamo mai venuti meno a un principio fondamentale,quello di essere forza di governo per il bene comune. Abbiamo fatto un’opposizione dura alla maggioranza ma in maniera costruttiva, non preconcetta, sempre entrando nel merito dei problemi, sempre cercando il confronto con i cittadini.

In questi anni abbiamo assistito all’operato di una maggioranza a volte arrogante ma molto più spesso priva di proposte e di una programmazione in grado di far crescere il nostro territorio. Gli slogan spesso annunciati si sono poi rilevati solamente annunci, spesso con marce indietro repentine, come per la riapertura della Pietra di Bismantova, per il futuro del consorzio agrario, per la questione del Ponte Rosso e la vicenda del nuovo simbolo “Here” del Comune.

Il nostro obiettivo è guardare avanti, coinvolgendo i cittadini, le nuove generazioni, il volontariato,le attività produttive, le associazioni, le forze sociali.

Vogliamo ascoltare per costruire un progetto di governo in grado di produrre nella prossima legislatura quel cambio di passo che da troppo tempo i cittadini di Castelnovo e dell’Appennino aspettano.

Un’impresa forse utopistica… ma che, se condivisa e portata avanti insieme, è possibile!

Vi aspettiamo per condividere la sfida.

(Robertino Ugolotti e Daniele Valentini, consiglieri comunali della lista civica “Progetto per Castelnovo ne’ Monti”)

 

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Il comitato “Salviamo le cicogne” non le manda a dire e denuncia le manfrine del Comune di Reggio Emilia

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“Prendiamo atto del dibattito riguardo al punto nascita dell’ospedale Sant’Anna di Castelnovo ne’ Monti che si è aperto in consiglio comunale a Reggio Emilia durante la seduta di lunedì 27 febbraio scorso. Perseguendo uno dei nostri obiettivi prioritari, vogliamo mettere al corrente la cittadinanza della montagna di ogni singolo passaggio politico che riguarda la questione”.

Così inizia un comunicato del comitato “Salviamo le cicogne” reso pubblico oggi.

“Per la seconda volta a distanza di circa due anni (ordine del giorno del 2015 e ordine del giorno del 2017), l’atteggiamento della maggioranza del Comune capofila della provincia ci delude e addirittura cerca di illuderci. Dopo la bocciatura dell’ordine del giorno presentato dalla (montanara di origine, ndr) Cinzia Rubertelli (“Alleanza civica”), nel quale si ribadiva l’importanza della salvaguardia e l’impegno a tutelare il punto nascita del nostro ospedale, la maggioranza che governa il Comune capoluogo approva un documento dove ancora si insiste sul potenziamento e su questo percorso, a nostro parere assurdo, che dovrebbero seguire le puerpere nel pre e post-parto, inviandole a partorire a Reggio come se fossero pacchi postali con ricevuta di ritorno. In tal modo i firmatari di tale documento ‘fingono’ di appoggiare la nostra causa, approvando un documento che in realtà rimanda tutto alla commissione tecnica (nominata ovviamente da chi non vuole saperne di mantenerlo aperto)”.

“Non entriamo nel merito delle procedure politiche – dicono ancora dal comitato – ma ancora una volta ci dispiace che questa maggioranza sia sorda alle esigenze della popolazione di tutto il territorio montano che fa  parte a tutti gli effetti di questa provincia. Mentre queste discussioni ‘fasulle’ continuano, di fatto il punto nascita sta agonizzando… A questi signori che non si interessano del bene pubblico, vorremmo dire che certo è bello venire in montagna a fare una sfilata parlando di servizi, investimenti, agricoltura, turismo, aria buona e progettualità, quando poi nel concreto ci lasciano abbandonati a noi stessi, smantellando quel poco che c’è e che ha sempre funzionato egregiamente. Avete avuto l’ardire, l’onere e l’onore di candidarvi per governarci, a tutti i livelli (Comune, Provincia, Regione, Stato): dovete essere in grado di prendere le decisioni più consone a ogni tipo di circostanza. Assumetevi  la responsabilità di metterci la faccia e parlare chiaramente, senza nascondervi dietro giri di parole, tecnicismi e politichese“.

“A questo punto non chiediamo più soltanto il mantenimento e potenziamento del punto nascita e la richiesta immediata di deroga al ministero, ma un progetto di vita studiato ad hoc per le ‘zone disagiate’, come amate definirci. Noi non ci sentiamo affatto ‘area disagiata’, ma una zona privilegiata, per qualità e stile di vita. Siete voi a crearci disagio volendo far valere per noi i numeri che valgono per una città. Siamo area pilota per le ‘Aree interne’: dimostrateci con i fatti e non solo sulla carta, come, dove e quando intendete investire in montagna. Evitate di prenderci in giro, il quanto ce lo avete già largamente anticipato in un bellissimo convegno organizzato in primavera al Teatro Bismantova. Nella nostra semplicità di cittadini vi chiediamo: perché continuare a investire sul mattone e non sui professionisti? Due milioni di euro, in confronto ai piani della sanità in Regione, distribuiti su tutto l’ospedale, equivalgono a un granellino di sabbia. Dietro il ‘potenziamento’ c’è un baratto-ricatto? Non gradiamo che il punto nascita sia considerato merce di scambio”.

Conclusione di questa lettera aperta che qualcuno dovrebbe davvero toccare nel vivo: “Che futuro avrà l’ospedale Sant’Anna se non ci si potrà più nascere? Quale futuro per la montagna se sarà abolita la dicitura ‘nato a Castelnovo ne’ Monti’? Stiamo parlando di servizi essenziali quali baluardo indispensabile per la vita in montagna e contro il suo spopolamento”.

 

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100 Parole: il ristorante più piccolo del mondo

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Munene Restaurant (Grande Ristorante) Foto Stefano Virgilli

100 Parole: il mondo come non me lo aspettavo

 Il ristorante più piccolo del mondo

Mentre compro un po’ di verdura da una bancarella in Uganda, mi accorgo che li affianco c’e’ un insegna che dice Munene Restaurant (Grande Ristorante).

Non ci posso credere.

Sono due assi messe in croce tenute su da qualche palo in legno.

Metto dentro la testa e vedo un tavolo uno, con due sedie arrugginite.

Una bella cameriera con un sorriso da foto mi dà il benvenuto.

“Oggi si mangia spezzatino e matooke (purè di banane). Si accomodi.”

Rispondo di avere appena pranzato. Magari la prossima volta.

Lo “chef” se ne sta seduto fuori ingrugnito senza dire una parola.

Scatto una foto e vado via.

Raccolta di 100 Parole

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