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Pallacanestro / Torna alla vittoria la LG Competition Castelnovo ne’ Monti

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pallacanestroTorna alla vittoria la LG Competition Castelnovo ne’ Monti che supera in casa Castenaso con il finale di 84-55 e si porta al terzo posto in solitaria nel girone emiliano-romagnolo del campionato di Serie C Silver. Al PalaGiovanelli va in scena una partita importante tra due forti formazioni all’inseguimento delle capoliste Fidenza e Medicina: chi vince rimane in scia con le prime della classe.

C’è tanta tensione ad inizio gara, si segna poco e la partita non è bella ma la LG è comunque avanti alla fine del primo periodo (13-11). Nel secondo quarto i montanari provano a scappare grazie ai punti dell’americano Thomas a cui risponde il bomber Trombetti e i bolognesi sono indietro nel punteggio ma ancora a distanza a metà gara (31-20 per la LG).

Nel terzo quarto Castenaso firma un parziale da 4-0 e prova a rientrare, i padroni di casa mantengono però il vantaggio raggiungendo anche il +12 a metà periodo. La partita continua a scorrere a ritmi bassi e con tanti errori da una parte e dall’altra, ma i felsinei si avvicinano nuovamente nel finale di quarto e si trovano indietro di 7 lunghezze con ancora dieci minuti da giocare.

Ad inizio periodo la LG mette però la freccia e chiude la gara nel giro di poche azioni: l’intensità difensiva della squadra diretta da Diacci cresce ulteriormente e la coppia Zamparelli-Mallon firma un parziale da 13-1 che “spacca” letteralmente in due il match. Ci pensano poi Canuti e Thomas a mettere la partita in ghiaccio, con Castelnovo che arriva addirittura al +32 ed i bolognesi capaci di segnare solo 4 punti in 7 minuti. Il finale è 84-55, frutto di un’eccezionale ultima frazione della formazione castelnovese da 38-16 che ha tagliato le gambe al tentativo di rimonta di Castenaso.

Grande prova difensiva per la LG che concede solo 55 punti agli avversari: positiva la prestazione del giovane play Zamparelli, della guardia Thomas (21 punti per lui) ed ottimo finale di gara per il lungo Mallon.

Tanti errori e difficoltà nella metà campo offensiva per Castenaso con il leader Trombetti (comunque autore di 19 punti) che scompare nella seconda parte del match, giocato per lunghi tratti con poca lucidità dalla formazione bolognese.

Nel prossimo week end derby casalingo per Castenaso contro Olimpia Castello, mentre la LG sarà impegnata nella difficile trasferta di Anzola.

LG Competition Castelnovo Monti – Pallacanestro Castenaso 84-55.

Parziali: 13-11; 31-20; 46-39.

LG Competition Castelnovo ne’ Monti: Canuti 11, Thomas 21, Magnani ne, Rossetti 4, Levinskis 7, Guarino 6, Zamparelli 16, Mallon 15, Vanni 4, Zenevredi, Grulli, Lavacchielli. Allenatore: Diacci.

Pallacanestro Castenaso: Spinosa 8, Pesino, Beccari 10, Curione 9, Cantore 4, Masini, Pedrielli, Baroncini, Parenti 5, Trombetti 19. Allenatore: Cinti.

 

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Sai cosa è Arduino? C’è un corso gratuito al Cattaneo a Castelnovo ne’ Monti

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arduinoSono già aperte le iscrizioni per una interessante opportunità formativa che partirà nel mese di gennaio all’Istituto superiore Cattaneo-Dall’Aglio.

Si tratta di un corso gratuito sulla tecnologia Arduino rivolto a genitori, docenti ed a chiunque voglia approfondire l’argomento.

Gli incontri saranno il 17, 24 e 31 gennaio, e il 7 febbraio 2017, ogni volta dalle 18 alle 20 nel laboratorio di Informatica dell’Istituto superiore castelnovese.

Arduino è una piattaforma open source di elettronica programmabile, hardware e software.

Grazie ad Arduino è possibile realizzare prototipi elettronici o fare progetti estremamente personalizzati. E’ in grado di leggere dati dall’ambiente (input) attraverso economici sensori programmabili (sensori di luce, di temperatura, di suono, di pressione, ecc.) per poi svolgere azioni reali (output) attraverso flessibili attuatori, come motori, stepper, lampade e relais.

È ampiamente usato per installazioni artistiche, per costruire robot e molti altri progetti.

Il corso è gratuito: la partecipazione non prevede particolari abilità informatiche se non la dimestichezza con il computer.

I partecipanti lavoreranno sui computer del laboratorio di Informatica e telecomunicazioni con installata la Ide di Arduino.

Per informazioni e iscrizioni è possibile rivolgersi ai docenti del Cattaneo-Dall’Aglio: Rossana Contessa (mail contessa.rossana@cattaneodallaglio.gov.it, tel. 0522 612062) o Fabrizio Silvetti (mail info@fabriziosilvetti.com, tel. 338 5478437).

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A Ramiseto una bella azione benefica per due giovani orfane a seguito del terremoto dell’Italia centrale

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Alla fine sono stati ben 7000 euro, più altri doni e in particolare prodotti tipici del territorio con l’immancabile Parmigiano Reggiano, i proventi della raccolta fondi attivata a Ramiseto nei mesi scorsi, per aiutare le due bambine che avevano commosso l’italia, avendo perso a seguito del terribile sisma del 24 agosto scorso sia i genitori che i nonni, restando sole al mondo.
 
Dunque la raccolta di fondi, che era stata attivata da un gruppo di volontari ramisetani con il sostegno di diversi commercianti locali, ha raggiunto un traguardo di tutto rispetto: 7000 euro appunto, che nel pomeriggio di venerdì Tommaso Lupiccolo, promotore dell’iniziativa insieme a Francesco Saporito sono andati a Rieti e hanno pranzato insieme a Fabio Sargeni, tutore legale di Chiara e Francesca, ed alle due giovanissime ragazze colpite dalla tragedia.
 
“Vogliamo esprimere la massima gratitudine a tutti quelli che hanno collaborato al progetto -spiegano i promotori della raccolta fondi-, che aiuteranno Chiara e Francesca a cercare di ricominciare la loro vita così duramente colpita”.
 
img-20161126-wa0003Chiara e Francesca sono le due sorelle di 11 e 14 anni di Amatrice che nel sisma del 24 agosto scorso hanno perso sia i genitori che i nonni. Dopo il crollo che ha coinvolto la loro casa sono rimaste a lungo ricoverate all’Ospedale Gemelli di Roma.
 
Ad attivarsi nel ramisetano in loro favore erano stati alcuni volontari del paese attraverso una raccolta di fondi al Market “Il Ponte”, e nella serata del 29 ottobre scorso una cena molto partecipata (126 paganti e numerosi bambini) alla Sala Polivalente, con specialità tipiche ma anche con i bucatini all’amatriciana, un simbolo delle località colpite dal terremoto. Alla raccolta hanno poi aderito commercianti, imprenditori e ristoratori locali, che hanno donato quanto hanno potuto, arrivando fino alla ragguardevole cifra consegnata venerdì.
L.T.
 

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Giovani poeti a Casina premiati da /bao’bab/

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Sabato 26 novembre sono stati premiati al cinema Rosebud di Reggio Emilia undici giovanissimi studenti della Scuola primaria “Mons. Francesco Gregori” di Casina, frequentanti le classi 5^ A e B e la classe 4^ A durante l’anno scolastico 2015-2016.

Ragazze e ragazzi che scrivono è il titolo del libro fra i vincitori del concorso “In forma di libro. Giocare e lavorare con le parole” legato al progetto /bao’bab/ 2015/2016 Casa della Letteratura Italiana per Ragazzi e dedicato, quest’anno, al tema: “Femmine e maschi: lavorare e crescere insieme”. Il progetto, sostenuto dal Comune di Reggio Emilia con la Provincia di Reggio Emilia e per la cura di Giuseppe Caliceti promuove da anni la lettura e la scrittura nelle scuole.

Giunto terzo classificato al concorso, il libro è frutto dell’appassionato lavoro di ragazze e ragazzi oggi alla scuola secondaria di primo grado di Casina (Giansoldati Annita, Giampellegrini Alessia e Guidetti Emma, Cortese Gabriel, Filippi Alessandro, Gualandri Matteo e Vignali Matteo) e frequentanti la classe 5^ A – primaria di Casina (Chiesi Ludovica e Giangolini Nicole, Bertacchi Francesco e Filippi Luca); tutti i testi raccolti sono stati creati all’interno del Laboratorio di scrittura creativa condotto dalla docente Ave Ghirelli e voluto dalla dirigente dell’Istituto Comprensivo di Carpineti-Casina dott.ssa Giuseppina Gentili, insieme ad altri laboratori qualificanti il Piano triennale dell’Offerta Formativa.

Gli autori del libro sono stati chiamati a ricevere il premio dallo scrittore e curatore dell’iniziativa Giuseppe Caliceti, che ha consegnato ai vincitori un libro e un buono libro entrambi forniti dalla libreria Uver, con la seguente motivazione: per la realizzazione di un libro che raccoglie i sorprendenti esiti poetici e le relative illustrazioni di un laboratorio di scrittura creativa in cui sono raccolti pseudonimi, catene di parole, acrostici, abecedari, limerick, anagrammi, rime e altri giochi di parole.

Alla festosa premiazione hanno partecipato diverse altre classi e scuole della città e della provincia che hanno vinto i concorsi indetti da Baobab e dal Comune di Reggio nell’ Emilia nell’anno scolastico 2015-2016, sugli stereotipi e le relazioni di genere, in occasione dell’Anno europeo 2016 per la lotta alla violenza contro le donne. I libri vincitori del concorso, autoprodotti dagli studenti, entreranno a far parte della Biblioteca dei Cittadini presso la biblioteca San Pellegrino – Marco Gerra.

 

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Lunedì sul campo #8 / Reggiana, “Mogol” vale la vetta, aspettando il Venezia

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L’FC Cavola, che ha bloccato il Baiso sull’1-1

L’FC Cavola, che ha bloccato il Baiso sull’1-1

Seconda vittoria di fila per la Reggiana, e doppio turno consecutivo casalingo sfruttato al meglio. Partita ostica, ma mai realmente a rischio per i granata. Decide ancora una volta un grande gol di Mogos, che dopo una serpentina insacca: è il 34’. Fino all’intervallo gli uomini di Colucci hanno tentato invano il raddoppio, con la migliore occasione arrivata allo scadere dai piedi di Angiulli, che spreca malamente. La ripresa è caratterizzata dai granata che hanno provato ad addormentare la partita, sfruttando gli spazi lasciati dalla retroguardia abruzzese per affondare il colpo, solo sfiorato da Manconi prima e Bovo dopo. Il Teramo ha avuto al 65’ e al 75’ la palla del pari, ma Petrelli e Ilari falliscono. Nel finale qualche spauracchio arriva da un tiro di D’Orazio, ma il triplice fischio dice che l’1-0 è sufficiente. La Reggiana ora si trova al primo posto, al pari col Pordenone, ma stasera a Venezia i padroni di casa ospiteranno il Padova, in un’importante sfida tra due fra le migliori compagini del Girone B. Se il Venezia non dovesse vincere, il primo posto granata sarebbe confermato. Non c’è tempo di guardare la classifica però, perché domenica c’è Gubbio-Reggiana, trasferta veramente difficile sulla carta. La “Regia” sarà così davanti ad una prova di maturità, per dimostrare che anche lontano da Reggio, sa fare bene.

Passiamo al Girone D di Serie D, dove le due formazioni reggiane, Correggese e Lentigione, non vanno oltre l’1-1, rispettivamente contro la Ribelle e l’Adriese. Pareggi che però hanno due sapori diversi; la Correggese, in trasferta, era andata sotto a 10’ dal termine con un colpo di testa di Antoniacci, che ha colpito proprio nel momento migliore degli ospiti. Ma nel secondo minuto di recupero, Sciamanna raccoglie un invito di Zuccolini e insacca sul primo palo. Tornare a casa senza punti sarebbe stato, probabilmente, ingiusto. I biancorossi sono a quota 22 punti, a meno tre dalla vetta. La vetta è occupata, con 25 punti, proprio dal Lentigione, che impatta in casa con un deludente 1-1 contro la penultima. Marijanovic dal dischetto aveva portato i suoi avanti 1-0 al 56’, ma 8’ arriva la doccia fredda col pari di Marangon. Occasione sprecata visto che le inseguitrici non hanno approfittato di questo passo falso. Prossimo turno: Poggibonsi-Lentigione e Correggese-Sangiovannese; non esistono gare facili, ma sulla carta, entrambe possono vincere.

In Eccellenza, il Carpineti torna da Luzzara con una pesante sconfitta e tre gol sul groppone. La cronaca della gara: dopo una chance mancata da Barozzi al 23’, arriva l’1-0 dei padroni di casa al 34’ con Daolio che stacca bene di testa da corner. Quattro minuti dopo gli ospiti protestano per un fuorigioco dubbio, col solito Barozzi che si stava involando verso la porta. Poco prima dell’intervallo, ecco l’episodio che probabilmente ha cambiato in modo definitivo l’inerzia del match: Orlandini va giù in area, l’arbitro inizialmente sembra fischiare il penalty, ma subito dopo ritorna sui propri passi, ammonendo lo stesso Orlandini per simulazione; è la seconda per il capitano biancoazzurro, che quindi deve abbandonare la gara anzitempo. Al 14’ della ripresa, Meneghiniello raddoppia con una punizione, Pagani non irresistibile. 3’ dopo Fava si supera su una punizione di Cocconi. Al 31’ definitivo 3-0 di Guastalla, che certifica un successo fondamentale per il Luzzara, mentre il Carpineti non si muove dall’ultima posizione, a quota 10. Domenica c’è Carpineti-Colorno, ed è veramente fondamentale tornare alla vittoria.

In Prima Categoria, Girone D, tre punti importanti conquistati dall’Atletico Montagna sul campo del Colombaro. Non succede quasi nulla fino al 40’, quando l’arbitro assegna un rigore agli ospiti, trasformato da Zannoni.  Nella ripresa i padroni di casa hanno cercato il pari, ma al 65’ Predelli fa 2-0 sfruttando al meglio un contropiede. Poi Nutricato compie una pregevole parata su punizione, e Predelli sfiora il tris colpendo il palo.  Successo che porta i montanari al terzo posto, a sole quattro lunghezze dalla capolista Polinago. Domenica l’Atletico ospiterà il Savignano, e sarà un match da non sottovalutare.

In Seconda Categoria, girone E, balza all’occhio il secondo pareggio consecutivo della capolista Baiso/Secchia; è il Cavola che, sorprendentemente, porta a casa un punto, in questo derby appenninico. Il Cavola stacca così l’ultima posizione, e smuove la classifica. Il Baiso ha comunque cinque lunghezze sulla prima inseguitrice, il Boiardo Maer, che rosicchia tre punti battendo il Puianello. Buon pareggio del Villa Minozzo in casa del Quattro Castella; i villaminozzesi erano pure passati in vantaggio al 30’ con Peretti, ma 5’ dopo Mbaye fa 1-1. Nell’altro derby di giornata, arriva il secondo successo consecutivo del Real Casina, che batte per 2-1 il Ramiseto, ultimo a quota 4. Decidono le reti di Bertolini e Porta, inutile ai fini del risultato la rete siglata da Cani. Partita che è rimasta comunque in bilico fino all’ultimo, dato che i padroni di casa hanno conlcuso in 10 uomini, dopo l’esplulsione di Ferrarini. La zona play out dista ora 7 punti, e la situazione per il Real è più tranquilla. Prossimo turno: derby a Villa Minozzo tra Villa e Real Casina, il Cavola farà visita al Real Dragone, e il Ramiseto ospiterà il Puianello in una sfida davvero importante in chiave salvezza. Da segnalare anche Fellegara-Baiso: entrambe sono imbattute, chi mollerà per prima?

Chiudiamo con la Terza Categoria; non basta una rete di Nuccini al Ligonchio per battere in casa il Massenzatico, che ferma gli appenninici sull’1-1. Derby giocato a Castelnovo tra Progetto Montagna e Collagna: vincono i padroni di casa con una rete di Guarino. Pareggio ricco di goal a Rubiera, tra Rubiera e Combriccola di Casale: termina 2-2 la partita, con reti di Barraco e Sanfilippo da una parte e  Magnani e Lodi dall’altra. Nel prossimo turno la Combriccola andrà a Massenzatico, il Ligonchio ospiterà il Cavriago, il collagna i Celtic Boys Pratina, e  il Progetto Montagna il Rubiera Calcio.

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Le formichine. Aristide Gazzotti scrive dalla casa de los niños in Bolivia

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Le formichine…

A qualcuno ho già anticipato un breve messaggio avvisando dell’arrivo della piccola Paola, di 3 anni, portatrice di leucemia, e il ritorno delle due gemelline: Aleida e Anna Lía, di quasi due anni, dopo un periodo di ricupero in ospedale che non sembra aver dato molti frutti, visto che il loro peso è diminuito in questi 6 mesi e sembra più accentuato il loro ritardo cerebrale… Aleida pesa solo 4 chili e 400 grammi: come una bimba appena nata! Ma siamo molto contenti di riaverle e di poterle curare nuovamente, insieme all’incognita sul futuro della piccola Paola che comunque è molto felice di stare qui a casa con noi, vista la presenza di altre bimbe con cui poter giocare serenamente.

Purtroppo la nostra esperienza con la leucemia è sfociata sempre in esiti fatali: Emily, Laureana e Sandra…, ma non è questo il momento dei ricordi tristi. Stamattina siamo stati in ospedale con le tre bimbette, per controlli, e per avere maggiori dettagli sul loro stato di salute. Per le due gemelline sembra che si debba rimontare a una malformazione genetica che merita studi molto più approfonditi, mentre che per Paola abbiamo davanti il calvario di 120 settimane di chemioterapia, a partire proprio da domani: 120 settimane! Due anni e mezzo: sembra un’eternità difficile da stimare! Sia le gemelline che Paola hanno una mamma, una mamma di 17 anni e una mamma di 20 anni rispettivamente, che sono già venute a visitarle e che dovranno accompagnarci in questo cammino con le loro figliolette. Non sembrano molto coscienti della gravità e del peso che incombe sulle loro piccole…

…Le bimbe si stancano tanto quando vanno in visita all’ospedale. Per questo, dopo il pisolino pomeridiano, è giusto dedicare loro tutto il tempo necessario per riprendersi e per svagarsi, inventando ogni sorta di gioco nel nostro bel giardino fresco di primavera. Così decidiamo di andare a fare una passeggiata con le tre bimbe e con le altre della casa, alla scoperta delle formichine che sembrano aver sbagliato emisfero e stanno accumulando riserve per la stagione fredda nella loro tana sottoterra. Le raggiungiamo in un angolo dietro casa. E’ tutto un via-vai di formiche grandi e piccole che vanno e vengono, che si incrociano caricando foglie, semi e resti portati dal vento. E poi si immergono frettolose giù nel mistero della terra dove sta il loro regno.

Le bimbette sono incantate da tanto movimento e stanno attente a non calpestare queste piccole creature. Gridano quando le formiche fanno le capocciate e perdono per strada il loro fardello. Gioiscono e applaudono, invece, quando le vedono alzare con successo il peso incredibile di una semente 20 volte più grande di loro.

Si tratta di uno spettacolo che non ha prezzo: leucemia, paralisi cerebrale, ritardo nella crescita, idrocefalia, malattie difficili incarnate in queste bambinette innocenti che circondano felici lo spettacolo della natura che non misura la difficoltà e segue il ritmo della vita dettata proprio dall’esigenza della vita insieme, nonostante tutto. E il tempo vola via sotto questo cielo che regala particolari che spesso ci sfuggono perché siamo frettolosi con la testa nella nuvola dei nostri problemi. Le nostre bimbe, invece, colgono la bellezza e la verità stando al gioco della natura: entrano in casa e chiedono briciole di pane da portare alle formichine. Così vanno e vengono anche loro, dalla cucina al giardino con i piattini pieni di briciole. E le formiche, a mo’ di ringraziamento, caricano in fretta quelle mollichine e le portano giù. Incredibile sintonia.

Cento venti settimane di chemioterapia ci aspettano in compagnia di Paola…

Centinaia di domande riempiono il nostro cervello sul futuro incerto di Aleida e Anna Lía… Mia sorella mi scriveva che non sarebbe giusto la sofferenza dei bimbi…

Ma questo pomeriggio sfumano i pronostici medici e i programmi terapeutici: il tempo si è fermato qui nella casa de los niños e il dolore ha lasciato il posto alla contemplazione delle formichine per le nostre bimbe ammalate. Il velo della loro reale sofferenza ha lasciato il posto all’esperienza altrettanto vera dello scorrere della vita, in questo spazio del piccolo e dell’insignificante ai nostri occhi spesso ignari e ciechi a ciò che è piccolo e insignificante.

Davanti agli occhi restano solo i loro volti radianti per lo spettacolo che hanno avuto la possibilità di scoprire…: stasera dormono felici le nostre bimbe.

* * *

E’ appena mezzanotte. Ho finito in fretta stavolta di riassumere per scritto un particolare di questa giornata, bella nella sua semplicità, che rimarrà non solo in questo messaggio…

Ho tempo di scendere in cucina. Chi segue la nostra storia sin dall’inizio sa che c’è il tempo di scendere in cucina per prendere una tazza di latte con i biscotti… Un “classico” che si ripete nel silenzio della notte della casa de los niños.

* * *

Come aiutare la Casa de los Ninos

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Ottanta bambini “patentati” a Carpineti

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Nell’ambito del progetto “Circola con Noi” realizzato dall’Osservatorio Provinciale Sicurezza Stradale, sono stati un’ottantina i bambini delle classi prime, quarte e quinte delle scuole primarie di Carpineti che hanno svolto l’ultima lezione per il conseguimento del patentino B.U.S. (Buon Utente della Strada).

Scesi sulla piazza del paese, sulla quale si sono radunati anche numerosi genitori, i piccoli utenti hanno dapprima affrontato l’esame teorico tenuto loro dall’ispettore capo della polizia municipale Gianfranco Musiari, per poi passare all’esame pratico affrontando con la bicicletta un percorso appositamente realizzato dai volontari dell’osservatorio provinciale.

Obblighi, divieti di sosta e di fermata, attraversamenti pedonali e persino una rotatoria stradale hanno contraddistinto il severo test che alla fine ha permesso a tutti di ricevere l’ambito documento di guida, consegnato per l’occasione dal sindaco Tiziano Borghi che per conto dell’amministrazione comunale ha sostenuto i costi di realizzazione del progetto.

Presenti anche il presidente dell’osservatorio Roberto Rocchi ed il responsabile per la formazione scolastica Filippo Aluigi, che hanno poi regalato a ciascun “patentato” un piccolo manuale di educazione stradale per ripassare di tanto in tanto i segnali stradali.

I bambini delle classi prime, quarte e quinte delle scuole primarie di Carpineti che hanno svolto l’ultima lezione per il conseguimento del patentino B.U.S. (Buon Utente della Strada) con il sindaco Tiziano Borghi I bambini delle classi prime, quarte e quinte delle scuole primarie di Carpineti che hanno svolto l’ultima lezione per il conseguimento del patentino B.U.S. (Buon Utente della Strada) I bambini delle classi prime, quarte e quinte delle scuole primarie di Carpineti che hanno svolto l’ultima lezione per il conseguimento del patentino B.U.S. (Buon Utente della Strada)

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Festa del ringraziamento a Cortogno di Casina

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Foto Silvano Domenichini

Festa del ringraziamento con benedizione delle macchine agricole a Cortogno.

Una ventina di trattori sono  stati portati nel sagrato della chiesa per la benedizione dai contadini del comune.

Oltre alla benedizione delle macchine agricole vi è  stata inoltre l’offerta dei prodotti agricoli della terra durante la S. Messa con il ricordo nelle preghiere dei coltivatori deceduti durante l’anno con l’uso di macchine agricole nell’espletamento del proprio lavoro.

La celebrazione è  stata presieduta dal parroco don Nildo Rossi con la partecipazione del sindaco di Casina  Stefano Costi, della giunta comunale e del consigliere Franco Guidetti, organizzatore della manifestazione.

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La montagna pesa poco… nel consiglio provinciale

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Antonio Manari

Antonio Manari

C’è un dato che fa riflettere. Solo il sindaco di Ramiseto, Antonio Manari, sarà chiamato a rappresentare il futuro consiglio provinciale. E’ quanto emerge spulciando tra tre liste l’elenco dei candidati al rinnovo dello strumento istituzionale dell’ente che, di fatto, è ancora operativo. Si tratta di una seconda elezione che arriva dopo la prima quando le  Province  furono trasformate in enti di secondo grado dalla Legge 56/2014. Alle elezioni di ottobre 2014 Giammaria Manghi fu eletto come presidente e il primo cittadino castelnovese, Enrico Bini, consigliere con delega al lavoro e alla legalità. Risultava, tra le file del Pd, il più votato.

Non sappiamo ad ora cosa ha portato da un lato all’esclusione (o autoesclusione) di Bini, dall’altro alla scelta di inserire un solo sindaco Pd tra i consiglieri comunali. Appare  evidente la scollatura tra un consiglio provinciale futuro che, tra i sindaci eletti, non avrà probabilmente uno (o nessuno) in rappresentanza del 40% del territorio (certo, molto meno in termini di popolazione). 

Di fatto il voto è riservato solo a sindaci e consiglieri comunali di tutta la provincia che sono chiamati a rinnovare il solo Consiglio provinciale (la stesa legge prevede infatti per il presidente un mandato di 4 anni, contro i 2 anni del Consiglio).

Le elezioni per il rinnovo del Consiglio provinciale di Reggio Emilia si terranno. Il seggio sarà aperto dalle 8 alle 20: subito dopo avverranno spoglio dei voti e proclamazione degli eletti.

Sono state tutte ammesse le tre liste presentate per il primo rinnovo del “nuovo” Consiglio provinciale di Reggio Emilia. Alle elezioni che si terranno sabato 17 dicembre dalle 8 alle 20 a Palazzo Allende, i 41 sindaci e i circa 550 consiglieri comunali che in base alla Legge 56/2014 che ha riformato le Province compongono il corpo elettorale, potranno dunque scegliere tra Provincia più democratica-Liste civiche reggiane, Terre reggiane e Partito democratico.

I candidati delle tre liste

Dodici i consiglieri provinciali da eleggere anche in questa tornata, ma solo il Pd ha presentato il numero massimo di candidati. Questi i candidati delle tre liste.

Provincia più democratica: Arduini Marco, Bertarelli Andrea, Castiglioni Barbara, Iotti Alberto, Lusetti Fabio, Pavarini Roberto e Zanoni Nicolas.

Terre reggiane: Delsante Paolo, Fantinati Cristina, Galli Daniele, Nicolini Gianluca, Pagliani Giuseppe e Pellini Emanuela.

Partito democratico: Aguzzoli Claudia Dana, Bigi Mauro, Bonura Martina, Casali Paola, Cigni Monica, Guidetti Simona, Malavasi Ilenia, Mammi Alessio, Manari Antonio, Morelli Mariachiara, Moretti Marcello e Saccardi Pierluigi.

L’elezione del Consiglio provinciale avviene con voto ponderato, ossia l’elettore (sindaco o consigliere comunale) che appartiene ad un Comune con un minor numero di abitanti esprime un voto con un valore inferiore rispetto all’elettore (sindaco o consigliere comunale) di un Comune con un numero maggiore di abitanti.

Alle elezioni 2014 si erano presentate due sole liste: Partito democratico e Terre reggiane. Il Pd ottenne 389 voti pari a 59.731 voti ponderati conquistando 10 consiglieri; Terre reggiane 92 voti pari a 15.470 voti ponderati (2 consiglieri). Le schede bianche e nulle furono 15, l’affluenza alle urne dell’80,9%.

Se, sulla base della popolazione della provincia di Reggio Emilia, il nuovo Consiglio provinciale sarà ancora composto da 12 consiglieri, rispetto al 2014 è invece diminuito il numero degli elettori in seguito alla fusione che ha portato alla nascita del Comune di Ventasso ed al commissariamento del Comune di Brescello. Alla tornata elettorale del 17 dicembre avranno pertanto diritto di voto 41 sindaci e circa 550 consiglieri comunali, 4 sindaci e circa 20 consiglieri in meno rispetto a due anni fa.

Le “nuove” Province

Con la Legge 56/2014 le Province sono divenute enti di secondo grado ed hanno subito una profonda trasformazione che ha riguardato anche gli organi amministrativi, non più eletti direttamente dai cittadini, ma espressione dei Comuni del territorio (hanno infatti diritto di voto tutti i sindaci e i consiglieri comunali).

Dal 2014 i nuovi organi sono il Presidente, il Consiglio provinciale e l’Assemblea dei sindaci.

Il presidente, sindaco di uno dei 42 Comuni reggiani, viene eletto ogni 4 anni e ha la rappresentanza legale dell’ente; convoca e presiede il Consiglio provinciale e l’Assemblea dei sindaci; sovrintende al funzionamento dei servizi provinciali e svolge tutte le funzioni attribuite dal nuovo Statuto.

Il Consiglio provinciale, composto da 12 amministratori locali (sindaci o consiglieri comunali) eletti ogni 2 anni, si occupa di approvare regolamenti, piani e programmi; proporre all’Assemblea ed approvare, in via definitiva e previo parere favorevole, il bilancio dell’ente; esercitare le funzioni attribuite dal nuovo Statuto.

L’Assemblea dei sindaci, composta da tutti gli attuali 42 sindaci reggiani, esercita infine compiti propositivi, consultivi e di controllo.

Presidente, consiglieri provinciali e sindaci che compongono l’Assemblea, non percepiscono alcun compenso (gettone di presenza o indennità) per l’attività svolta in Provincia.

 

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Castelnovo ne’ Monti: da sabato prossimo 3 dicembre via alle iniziative sull’orientamento per la scelta della scuola superiore

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locandina salone orientamentoE’ in programma sabato, 3 dicembre, a partire dalle ore 14,30 nel centro interparrocchiale Don Bosco di Castelnovo ne’ Monti, l’ottava edizione del Salone dell’orientamento, un appuntamento promosso dal Centro di Coordinamento per la Qualificazione Scolastica (Ccqs), istituto superiore Cattaneo – Dall’Aglio, istituto superiore Nelson Mandela, ente di formazione professionale Enaip, Polaris e Osservatorio Appennino Reggiano, in collaborazione con la Provincia di Reggio Emilia.

Sarà una giornata in cui le scuole superiori di Castelnovo avranno l’opportunità di presentarsi, per orientare i ragazzi alla scelta dopo le secondarie di primo grado. La giornata si svilupperà su due parti, una plenaria ed una seconda in cui ogni indirizzo delle superiori gestirà un punto informativo con la possibilità per i ragazzi e le famiglie di tenere brevi colloqui con i docenti e gli studenti. La sezione “plenaria” della giornata, che sarà dalle 14,30 alle 15,30, vedrà l’intervento iniziale dell’assessore alla scuola di Castelnovo ne’ Monti, Emanuele Ferrari, in rappresentanza della rete Ccqs che riunisce tutti gli istituti scolastici di ogni ordine e grado della montagna e tutti i Comuni dell’Unione; seguirà poi la presentazione dell’offerta formativa disponibile a Castelnovo, rivolta a tutto l’appennino, a cura degli istituti superiori. Il centro di orientamento Polaris illustrerà poi gli ulteriori indirizzi presenti nella Provincia di Reggio.

Il Salone dell’Orientamento di sabato è soltanto la prima di una serie di iniziative che hanno l’obiettivo di sostenere e aiutare ragazzi e famiglie in questa scelta importante: seguiranno infatti degli stage orientativi nelle scuole superiori, con gli insegnanti che accompagneranno gli studenti delle terze medie per provare, in una giornata, due indirizzi delle superiori a loro scelta. Le lezioni verranno condotte dai docenti delle scuole superiori con classi composte solo da studenti delle medie.

Gli stage saranno martedì 17 gennaio 2017, per le terze di Castelnovo ne’ Monti e Felina; giovedì 19 gennaio per le classi di Busana, Ramiseto, Toano, Vetto e Villa Minozzo; venerdì 20 gennaio per le classi di Carpineti, Casina e altri istituti comprensivi.

Infine sono in programma due giornate di scuole aperte, con genitori e ragazzi che avranno l’opportunità di visitare le scuole superiori di Castelnovo e di chiedere chiarimenti sui vari indirizzi: saranno sabato 10 dicembre 2016 e sabato 28 gennaio 2017, dalle 14,30 alle 17,30.

Per informazioni tel. 0522 610.266, mail ccqs@comune.castelnovo.

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La Provincia: “Se nevica noi siamo pronti”

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prontinverno

Anche quest’inverno la task-force della Provincia di Reggio Emilia è pronta a scattare per incrementare la sicurezza stradale e fronteggiare al meglio neve e ghiaccio: 129 lame, 62 salatori e 2 frese, oltre a 38  uomini, tra tecnici (6), sorveglianti (12) ed operai stradali (20), sono già pronti per intervenire sui quasi mille chilometri di strade provinciali.  Come sempre – oltre al comitato operativo viabilità che fa capo alla Prefettura – è previsto un sistema di coordinamento con la Protezione civile e le forze dell’ordine per il presidio delle strade nei momenti meteorologici più critici al fine di supportare gli automobilisti in difficoltà ed evitare il blocco alla circolazione, mentre attraverso i social media (il profilo Twitter e la pagina Facebook della Provincia) e l’apposito sito Infoneve (http://infoneve.provincia.re.it) sarà ancora possibile avere informazioni in tempo reale su meteo e percorribilità strade. Iniziata, infine, la consueta campagna informativa “Pronti per l’inverno” – in collaborazione con Aci e Seta – che attraverso 17.000 opuscoli distribuiti in stazioni di servizio, scuole e altri luoghi pubblici e spot radio-televisi diffonde ormai da dieci anni buone pratiche tra gli automobilisti e incentiva l’utilizzo dei mezzi pubblici in caso di nevicate.

Il piano antineve della Provincia è stato illustrato questa mattina dal presidente Giammaria Manghi insieme al consigliere delegato alle Infrastrutture e Mobilità della Provincia di Reggio Emilia Andrea Tagliavini e al dirigente del servizio Valerio Bussei e ai vertici  dei partner della campagna informativa “Pronti per l’inverno”: il presidente e il direttore di Aci Reggio Emilia Marco Franzoni e Cesare Zotti; il responsabile di stabilimento di Reggio Emilia di Seta Simone Aristarchi e la responsabile dell’Ufficio progettazione di Agenzia per la mobilità Cecilia Rossi.

“La Provincia ha già stanziato 800.000 euro per questa parte finale dell’anno e conta di destinare altri 900.000 euro con il bilancio di previsione 2017 in modo da assicurare ancora una volta un servizio in grado di garantire sicurezza sui 960 chilometri di strade che gestiamo”, ha detto il presidente della Provincia, Giammaria Manghi sottolineando l’importanza anche della campagna info-comunicativa “non solo per la collaborazione qualificata di partner come Aci e Seta, ma anche perché imperizia, superficialità e disattenzione sono spesso causa di incidenti e, dunque, sensibilizzazione i cittadini è fondamentale”.

 “Finanziare e organizzare il lavoro è importante, ma parte della buona riuscita del piano antineve è in capo ai cittadini e agli autotrasportatori, che devono essere preparati e attrezzati – ha ribadito  il consigliere provinciale delegato alle Infrastrutture e Mobilità Andrea Tagliavini – Da parte nostra, anche quest’anno ci siamo organizzati per tempo su tutti i fronti, a partire ovviamente dagli aspetti operativi che, oltre che dal nostro personale, saranno assicurati da 53 ditte, tutti presenti sul territorio, individuate con procedura ad evidenza pubblica”.

“In caso di nevicate, a potenziare la task-force interverranno, oltre ovviamente alla Polizia provinciale,  anche le polizie municipali e i volontari di Protezione civile, con i quali abbiamo predisposto un piano operativo a presidio dei punti più critici”, ha aggiunto il dirigente del Servizio Infrastrutture della Provincia, Valerio Bussei.

 “Crediamo molto in questa campagna di sensibilizzazione degli automobilisti che consolida un rapporto al quale teniamo particolarmente, del resto quello a favore della sicurezza è un impegno che l’Automobile Club porta avanti su tanti fronti“ ha detto il presidente di Aci Reggio Emilia Marco Franzoni, sottolineando come “proprio pochi giorni fa all’autodromo di Vallelunga, questo progetto sia stato selezionato e premiato dall’Aci tra le cinque buone pratiche a livello nazionale”.

“Meno auto ci sono sulle strade e più si usano i mezzi pubblici, meno disagi si creano in caso di forti nevicate”, ha aggiunto il responsabile di stabilimento di Reggio Emilia di Seta Simone Aristarchi, ricordando come l’azienda oltre al numero verde 840.000.216 abbia predisposto anche una app – “quantomanca?” – con informazioni in tempo reale sull’arrivo degli autobus alla fermata, utile anche in caso di forte congestione del traffico dovuta a condizioni meteo avverse”.

L’importanza della campagna “Pronti per l’inverno” è stata infine ribadita anche dalla responsabile dell’Ufficio progettazione di Agenzia per la mobilità Cecilia Rossi: “Istruire i cittadini e incentivare il trasporto pubblico locale che garantisce spostamenti in sicurezza è fondamentale, soprattutto quando si verificano nevicate”.

Info in tempo reale. Aggiornamenti in tempo reale sul traffico ed eventuali emergenze saranno assicurati come sempre attraverso il profilo Twitter della Provincia di Reggio Emilia @ProvinciadiRE (hashtag #meteoRE #REneve) e la pagina Facebook. Da ormai tre anni, inoltre, la Provincia ha attivato uno specifico portale (http://infoneve.provincia.re.it) con informazioni sullo stato della viabilità: predisposto con una versione ottimizzata anche per il mobile il portale Infoneve pubblica anche una  mappa attraverso la quale sarà possibile monitorare il percorso dei mezzi antineve attivi sul territorio provinciale e tutti dotati di gps. Il portale è a disposizione di tutti i Comuni reggiani e sarà uno strumento importante specie per i più piccoli che avranno in questo modo la possibilità di raggiungere il maggior numero di cittadini per ogni genere di comunicazione, comprese quelle (sempre richiestissime da parte delle famiglie) relative a eventuali chiusure delle scuole.

Ordinanze

La Provincia di Reggio Emilia ha inoltre emesso anche quest’anno un’ordinanza che prescrive, a partire dal 15 novembre e fino al 15 aprile prossimo, l’obbligo per i mezzi pesanti (con massa a pieno carico superiore a 3,5 tonnellate) di essere muniti di pneumatici invernali idonei alla marcia su neve o su ghiaccio o di avere a bordo sistemi antisdrucciolevoli. L’obbligo interessa alcuni tratti delle Strade provinciali e precisamente:

la Sp 37 Albinea-Pratissolo-Chiozza, dal centro abitato di Albinea alla rotatoria di Pratissolo di Scandiano;

la Sp 7 Pratissolo-Felina, dalla rotatoria di Pratissolo di Scandiano al centro abitato di Viano;

la Sp 486R di Montefiorino, dalla rotatoria in località Tressano di Castellarano fino al ponte sul torrente Dolo;

la Variante di Puianello nel tratto tra la rotatoria con la Sp 21 e quella con la Statale 63;

la Sp 63 Albinea-Casina, dal centro abitato di Albinea fino all’incrocio per Viano.

Sulla Sp 513R di Val D’Enza – dalla rotatoria con via di Vittorio in comune di San Polo al centro abitato di Castelnovo Monti – l’obbligo di sistemi antisdrucciolevoli a bordo o di pneumatici invernali montati quest’anno è stato invece esteso a tutti i veicoli, sempre per il periodo compreso tra il 15 novembre e il prossimo 15 aprile.

Il provvedimento mira a evitare che i mezzi in difficoltà a causa di condizioni avverse – in particolare quelli pesanti – possano bloccare la circolazione rendendo anche difficoltoso, se non impossibile, lo svolgimento dei servizi di emergenza, pubblica utilità e sgombero neve.  L’obbligo avrà validità anche oltre il periodo previsto, in concomitanza con il verificarsi di precipitazioni nevose o formazione di ghiaccio.

La Provincia di Reggio Emilia ricorda infine che come ogni anno – dall’1 ottobre al 30 maggio – è obbligatorio per tutti i veicoli il transito con pneumatici da neve o catene sulla Sp 18 Busana-Ligonchio-Passo Pradarena nel tratto fra l’incrocio con la Sp 91 verso Vaglie (ponte Rossendola) fino al Passo Pradarena.

 

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La webcam volante di ReggioEmiliaMeteo

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Grazie a Stefano Ovi, che ha messo la sua passione a disposizione del nostro sito, ReggioEmiliaMeteo può presentare una collaborazione che ci porterà a visitare la provincia dal cielo, godendo di panorami suggestivi ritratti da una prospettiva tutta da scoprire.

Quando le condizioni meteo saranno favorevoli a voli a bassa quota, potremo vedere colori, atmosfere, crinali, valli, e ancora neve e sole da un osservatorio privilegiato.

Qui l’alba sul Cusna, innevato di fresco, del 16 novembre scorso (click sulla foto per visionare il video):

volo_cusna_fb

Di seguito in volo su Ventasso, Casarola e Alpe di Succiso domenica 27 novembre (click sulla foto per visionare il video): 

ventasso_fb

Potete trovare questi e altri video sia sul nostro canale YouTube che sul canale YouTube di Stefano Ovi!

 

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Nuovo magazzino per la stagionatura del parmigiano-reggiano di montagna a Montese

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rendering-nuovo-magazzinoGema Magazzini Generali investe 9 milioni di euro nel comune di Montese, al servizio dei caseifici e delle comunità delle zone di montagna. Il progetto presentato questa mattina nel corso di una conferenza stampa presso il Banco S. Geminiano e S. Prospero di Modena.

Gema Spa, società di Reggio Emilia partecipata dal Banco S. Geminiano e S. Prospero, Gruppo Banco Popolare, che gestisce in regime di magazzino generale lo stoccaggio per conto terzi di formaggi a pasta dura e principalmente il Parmigiano Reggiano, aprirà nell’area dell’Appennino modenese un nuovo magazzino dedicato alla stagionatura e alla custodia delle forme di Parmigiano Reggiano marchiate “Prodotto di Montagna”.

Il progetto, sostenuto dal consorzio del formaggio Parmigiano  Reggiano, che fissa i requisiti a difesa e tutela della denominazione d’origine nelle zone qualificate “di montagna”, si svilupperà nel comune di Montese, in provincia di Modena, su un’area di 25.000 metri quadrati, per un investimento complessivo quantificato in circa 9 milioni di euro.

Sono 170mila i posti forma previsti che si aggiungono ai 230mila che Gema Spa già gestisce nell’headquarter di Castelnovo di Sotto, in provincia di Reggio Emilia. I lavori di costruzione inizieranno a gennaio 2017 e saranno ultimati nel mese di settembre. Il nuovo magazzino generale prevede l’assunzione in loco di circa dieci persone che saranno debitamente formate sulle modalità di stoccaggio e movimentazione delle forme, anche tramite l’utilizzo delle moderne tecnologie di cui si avvale l’azienda.

Nelle aree qualificate “di montagna”, così come definite dal consorzio del Parmigiano Reggiano, della provincia di Modena operano 42 caseifici con una produzione annua di oltre 194mila forme di Parmigiano Reggiano. Il nuovo magazzino di Montese permetterà loro di effettuare anche la stagionatura in loco e ottenere quindi l’attribuzione dell’ulteriore prestigioso marchio “Prodotto di Montagna”. Ma la nuova struttura ha già suscitato l’interesse di alcuni caseifici ubicati nelle altre province in cui si estende l’Appennino pronti ad usufruire dei servizi moderni, sicuri, qualificati e certificati offerti da Gema Spa, primo magazzino generale di stagionatura formaggi su tutto il territorio nazionale, e finora unico, ad aver ottenuto la importante certificazione sulla “sicurezza alimentare” UNI EN ISO 22000:2005.  

Alla presentazione del progetto di sviluppo del formaggio Parmigiano Reggiano “prodotto di montagna” nell’area dell’Appennino modenese, che si è tenuta oggi mercoledì 30 a palazzo Carandini, sede del Banco S. Geminiano e S. Prospero – gruppo Banco Popolare a Modena, sono intervenuti Stefano Bolis, direttore territoriale del Banco S. Geminiano e S. Prospero, Vittorio Corradi, presidente di Gema Magazzini Generali Spa, Riccardo Deserti, direttore del consorzio Parmigiano Reggiano, Marco Giudici, responsabile dell’organismo di controllo qualità produzioni regolamentate del consorzio Parmigiano Reggiano, e Luciano Mazza, sindaco di Montese.

Hanno dichiarato:

Stefano Bolis, direttore territoriale Banco S. Geminiano e S. Prospero – Banco Popolare: “Come partner e soci di Gema da oltre 20 anni, abbiamo riconosciuto la validità del progetto, un’azione concreta a testimonianza della capacità di fare sistema di questa Regione”.

Marco Giudici, responsabile dell’organismo di controllo qualità del consorzio Parmigiano Reggiano: “La qualità per noi è fondamentale. Oggi sono in corso 75 audit per il riconoscimento di idoneità alla produzione del progetto “prodotto di montagna” che coinvolgono 41 caseifici di cui 21 di Modena, 8 di Reggio Emilia, 9 di Parma e 3 a Bologna”.

Vittorio Corradi, presidente di Gema Magazzini Generali SPA: “Costruiremo un magazzino compartimentato per 170mila forme e implementeremo tutte le dotazioni tecniche per un investimento di circa 9 milioni di euro. Daremo lavoro a maestranze che contiamo di reperire sul territorio. Infine, considerando la scossa di oggi a Bagnolo in Piano, ci teniamo a sottolineare che il fabbricato sarà costruito secondo tutti i più sofisticati criteri antisismici”.

Luciano Mazza, sindaco di Montese: “Da anni il nostro territorio si batte per il riconoscimento del prodotto di montagna e questo progetto valorizza e qualifica ulteriormente il nostro territorio garantendo maggior qualità al consumatore”.

Parmigiano-reggiano prodotto di montagna

Nel 2013, con regolamento UE 115/12, è stata introdotta la dicitura “prodotto di montagna” per classificare i prodotti alimentari aventi origine nelle aree di montagna dell’Unione Europea. Il Parmigiano Reggiano è il più importante formaggio DOP prodotto e stagionato in montagna con oltre 110 caseifici ivi ubicati a cui ogni giorno conferiscono il latte circa 1200 allevatori, contribuendo a sostenere l’economia e a preservare l’unicità del territorio montano delle province di Parma, Reggio Emilia, Modena e Bologna. Al fine di garantire maggiore sostenibilità allo sviluppo di queste aree e offrire ai consumatori garanzie aggiuntive legate, oltre all’origine, anche alla qualità del formaggio, il consorzio del Parmigiano Reggiano ha definito il “progetto qualità – prodotto di montagna” assegnando una specifica certificazione al prodotto che assicuri i seguenti parametri:

gli allevamenti dei produttori di latte devono essere ubicati all’interno di zone di montagna;

caseifici produttori di formaggio sono ubicati all’interno di zone di montagna;

oltre il 60% dell’alimentazione delle bovine da latte deve essere coltivata in zone di montagna;

la stagionatura deve avvenire in zone di montagna fino ad un minimo di 12 mesi.

L’organismo di controllo, quindi, certificherà il prodotto entro il dodicesimo mese, prima che venga “espertizzato” dai battitori del consorzio.

Al compimento del 24° mese di età, il formaggio verrà nuovamente “espertizzato” e vi sarà apposto il marchio di selezione solo se sarà giudicato idoneo organoletticamente da un panel di esperti assaggiatori e battitori del Consorzio.

battitore-nel-magazzino-gema-okGEMA Magazzini Generali
Spa dal 1989 fornisce il servizio di magazzinaggio, in regime di magazzino generale (autorizzazioni del ministero delle Politiche Agricole), per la stagionatura e la custodia di formaggi a pasta dura e principalmente il Parmigiano Reggiano. L’azienda, che impiega circa 20 addetti, è situata a Castelnovo di Sotto, in provincia di Reggio Emilia, nel cuore della culla del Grana, in una posizione strategica della filiera lattiero-casearia della produzione del formaggio a pasta dura Parmigiano Reggiano e Grana Padano. Il magazzino, sottoposto al monitoraggio continuo della temperatura e dell’umidità, si estende su una superficie di circa 25mila metri quadrati, dove sono gestiti in modo completamente informatizzato 230mila posti forma. I clienti, tramite accesso all’area riservata del sito web www.gemabpv.it, possono visionare la movimentazione e la giacenza del loro prodotto. I formaggi depositati, a seconda delle differenti esigenze, possono essere gestiti in un ambiente caratterizzato da omogeneità di condizioni termoigrometriche o, se richiesto, essere disposti in settori separati per la stagionatura differenziata. Nell’assoluto rispetto della migliore tradizione di stagionatura, l’azienda si è dotata di mezzi e strumentazioni tecnologicamente avanzate che hanno permesso di migliorare costantemente la qualità e la sicurezza del servizio offerto. Gema è il primo magazzino generale di stagionatura formaggi su tutto il territorio nazionale, e finora unico, ad aver ottenuto la certificazione UNI EN ISO 22000:2005 (sicurezza alimentare), arricchendo il già qualificato bagaglio di certificazioni.  

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Castelnovo ne’ Monti / Danneggia e tenta di incendiare l’auto del rivale in amore: denunciato dai Carabinieri

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Entrato in casa della fidanzata si è ritrovato davanti l’ex compagno della donna: è andato su tutte le furie tanto che tra i due ne è nata una colluttazione a seguito della quale le prendeva.

Uscito di casa, ha rotto tutti i tergicristalli e lo specchietto retrovisore dell’auto del rivale in amore, che ha poi cercato di incendiare posizionando una tanica contenente nafta che ha prelevato da un vicino cantiere, dandogli fuoco. Fortunatamente il liquido, a lenta combustione, non si è esteso all’autovettura della vittima grazie al pronto intervento di un vicino di casa, il quale, notando il fumo, si è precipitato in strada spostando la tanica e salvando l’autovettura dalle fiamme.

Con l’accusa di tentato danneggiamento seguito da incendio i carabinieri della stazione di Castelnovo ne’ Monti, che hanno condotto le indagini, hanno denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Emilia un 44enne operaio reggiano abitante nel capoluogo montano, nei cui confronti i militari hanno acquisito univoci e concordi elementi di responsabilità in ordine all’ipotesi di reato in premessa. Lo stesso indagato incastrato dalle risultanze investigative ha reso piena confessione ammettendo aver agito per vendetta.

 

 

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Il lupo sull’Appennino settentrionale. Momento di informazione e confronto all’Università di Modena

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Giovedì 1 dicembre il dipartimento di Scienze e Vita dell’Università di Modena e Reggio Emilia e il Wolf Apennine Center del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano, capofila del progetto Life M.I.R.CO-Lupo, organizzano, alle ore 16, un momento pubblico di informazione e confronto,  “Il lupo sull’Appennino settentrionale: difficoltà di convivenza e nuove ipotesi di gestione della specie fra mitigazione dei conflitti ed esigenze di conservazione”.

L’incontro che terrà presso aula 2 della biblioteca scientifica interdipartimentale a Modena, in via Campi 213/C, e si svolgerà nell’ambito dell’insegnamento di conservazione e gestione della biodiversità animale (laurea magistrale in Biologia sperimentale ed applicata).

L’incontro sarà un’occasione per presentare il progetto di conservazione del lupo Life Mirco-Lupo, cofinanziato dalla commissione europea e per affrontare alcune importanti criticità collegate alla presenza del lupo in aree antropizzate dell’Appennino settentrionale, come il problema dell’ibridazione tra lupi e cani, la tutela delle greggi e la mitigazione del conflitto uomo-lupo.

Introdurrà l’incontro il professor Luigi Sala, docente di “Conservazione della biodiversità animale”. Gli interventi previsti sono: Willy Reggioni, responsabile del servizio conservazione della natura – WAC del Parco Nazionale (“Lupo 2.0. Nuovi scenari nella conservazione della specie. Quali prospettive e strategie?”); Marco Galaverni e Romolo Caniglia, ricercatori ISPRA Istituto Superiore Protezione e Ricerca Ambientale (“The wolf is back – come la genetica può svelare i segreti del lupo appenninico”); Davide Palumbo Biosfera Itinerari srl (“Il lupo e l’uomo. La corretta informazione alla base della coesistenza”).

È prevista la possibilità di domande e interventi da parte del pubblico.

Per informazioni: Dott. Luigi Sala – tel. 059 20.55.564; luigi.sala@unimore.it

 

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Possibilità di formazione per giovani della montagna nel settore del fumetto con un progetto Erasmus+

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comicsAl via il nuovo progetto finanziato dall’Unione Europea per la formazione di figure professionali da inserire nel settore del fumetto/animazione e del mercato dell’intrattenimento rivolto a giovani provenienti da percorsi di studio e formazione nel settore culturale e creativo. Sono 8 i posti per giovani locali tra 18 e 30 anni che potranno partecipare ad un’esperienza di soggiorno e scambio formativo tra Appennino, Giappone e Corea.

L’iniziativa è coordinata dall’Unione Comuni Garfagnana, in partenariato con il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, Lucca Comics & Games, NHK International in Giappone, SICAF – Seoul International Cartoon & Animation Festival in Corea e con altri partner europei. I progetto è cofinanziamento dell’Unione Europea nell’ambito del programma Erasmus + per la cooperazione all’innovazione e lo scambio di buone pratiche nel campo della gioventù. Si istituisce, così, la prima edizione del progetto “COMIKS – Catching Opportunities in enterteinMent Improving the Knowledge of the Sector”, programma di mobilità e apprendimento non formale  nel settore del fumetto/animazione e del mercato dell’intrattenimento, rivolto all’inserimento nel mondo del lavoro di giovani provenienti da percorsi di studio e formazione nel settore culturale e creativo, a favore di giovani locali della Garfagnana e delle zone del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano, e giovani di Giappone e Repubblica di Corea per un totale di 24 partecipanti.

Come detto,  8 beneficiari saranno selezionati tra i giovani dai 18 ai 30 anni, non occupati, residenti nel territorio dell’Unione Comuni Garfagnana e del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano – Regione Toscana e Regione Emilia Romagna – che, opportunamente selezionati, avranno la possibilità di partecipare ad un training course sperimentale di apprendimento non formale con cui COMIKS punta allo sviluppo di competenze professionali per giovani che vogliono inserirsi nel settore del fumetto/animazioni e più in generale nel mercato dell’intrattenimento, che sempre più offre uno sbocco lavorativo per competenze culturali e creative, che non si limitano al solo disegno, ma spaziano dall’informatica all’organizzazione di eventi, dal marketing alla scrittura creativa.

Attraverso un’esperienza di soggiorno e scambio formativo tra Paesi partner, i giovani acquisiranno una serie di capacità, partecipando alla fase di testing di un percorso di istruzione non formale che si svolgerà in Garfagnana, a Tokyo e Seoul, e che consentirà di essere riproposto in futuro nella misura in cui i partecipanti ne traggano giovamento. Lo scambio giovanile, preceduto da una fase di preparazione linguistica e propedeutica al progetto, consisterà in una prima settimana in Corea con la partecipazione di tutti i giovani selezionati in occasione del Sicaf, il Festival Internazionale di Cinema d’Animazione, seguita da una settimana in Giappone in concomitanza della mostra del Japan Media Arts Festival; la sessione conclusiva sarà in Garfagnana in occasione di Lucca Comics & Games 2017.

Proprio in questi giorni, è stato aperto il bando di selezione per partecipare all’iniziativa e si è svolto a Castelnuovo di Garfagnana presso la sede dell’Unione Comuni Garfagnana, ente capofila di progetto, il Kick Off Meeting con i soggetti europei coinvolti nella fase di preparazione.

Il Presidente del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano,  Fausto Giovanelli, esprime grande soddisfazione per i risultati ottenuti dall’Unione, appena uscita dall’esperienza del progetto SCORE! sul turismo di ritorno alle radici, dimostrando ancora una volta l’alta capacità progettuale e competitiva dell’Ente,  quale attrattore di risorse esterne e capofila di idee vincenti per offrire opportunità per giovani locali ed operatori del territorio. Nell’evidenziare l’importanza che l’iniziativa rivestirà a livello internazionale per tutti i partner, afferma che COMIKS rappresenta un innovativo strumento anche per la valorizzazione del patrimonio culturale e umano che le nuove generazioni esprimono e costituisce in termini concreti e potenziali un’opportunità di crescita formativa, promozione delle attività economiche del territorio e apertura al mondo.

Le informazioni relative al progetto e il bando di selezione per la partecipazione al progetto sono già disponibili sui siti istituzionali degli Enti partner del progetto, o potranno essere acquisite contattando l’Unione Comuni Garfagnana, ente capofila. Si invita tutti coloro che sono interessati a sostenere l’iniziativa a diffondere il bando ai propri parenti e amici, ricordando che il termine di scadenza per la presentazione delle domande è fissato al 30 dicembre 2016.”

Info: Unione Comuni Garfagnana, ufficio di staff della direzione – tel. 0583 644.922 e-mail comiks@ucgarfagnana.lu.it sito: www.ucgarfagnana.lu.it.

 

 

 

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A Villa discussa l’interpellanza sui profughi del consigliere Coloretti

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consigliocomLunedì sera in consiglio comunale, a Villa Minozzo, è stata discussa l’interpellanza sui profughi, introdotta dal consigliere di minoranza Massimiliano Coloretti (“Progetto Villa”, centro-destra). Varie le domande poste, tra cui: se siano previsti altri arrivi, le politiche di accoglienza, se l’amministrazione intenda stanziare fondi e attuare progetti di collaborazione sociale, e in che misura intenda rendersi garante della sicurezza dei cittadini. 

Il primo cittadino, Luigi Fiocchi, ha informato dell’arrivo, venerdì scorso, dei profughi attesi a Minozzo, condividendo alcune informazioni fornite dalla “Dimora d’Abramo”. “Sono appena arrivati – ha precisato –. Hanno seguito tutti gli screening sanitari, sono seguiti dall’Ausl di Reggio, con il supporto di una psicologa. Hanno formalizzato il modello C3, sono in possesso di regolare permesso di soggiorno per richiesta asilo con attività lavorativa e sono inseriti in un percorso di alfabetizzazione per l’apprendimento della lingua italiana”.

Al momento pare non siano previsti altri arrivi. “Davanti al Prefetto ho detto chiaramente che voglio essere interpellato – ha precisato il sindaco –. L’amministrazione ha già fatto quello che ha potuto, chiedendo di non mandare 5 uomini, come era stato deciso all’inizio, ma di mandare o delle coppie o una famiglia, e ci sono venuti incontro. I fondi impegnati dal Comune sono zero, gli accordi sono tra la “Dimora d’Abramo” e il proprietario dell’appartamento. Sono appena arrivati, diamogli il tempo di capire dove sono. Valuteremo insieme alla comunità cosa potranno fare. Noi siamo qui disponibili ad ascoltarli, se ci saranno progetti da portare avanti lo faremo, nel massimo rispetto della correttezza. Ci direte voi se avete delle idee. Se saranno bravi, sono sicuro che si troveranno bene. Non ci sarebbe stato nessun problema anche se fossero venuti a Villa, dopo tutti i passaggi che hanno fatto, ma hanno trovato un appartamento lì”.

Ha concluso: “Non sono un sindaco che si oppone a questi progetti di inserimento, voglio che si sappia cosa penso da sindaco e da persona. Se ne arriveranno altri saranno al massimo altrettanti, non 20 o 30 come si vociferava, sono abbastanza tranquillo. Comunque terremo monitorata la situazione. Se dovessero esserci dei problemi ci rivolgeremo alle forze dell’ordine, ma mi auguro non ci siano. Intanto è uscito il bando per il vigile, speriamo di averlo per gennaio. L’accoglienza va bene, ma deve essere seguita e gestita in modo adeguato. Farò del mio meglio per garantire la tranquillità del paese”.

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Il profumo della mia terra – Dicembre 1ª parte

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 B. Antèlami – Dicembre – Duomo di Parma

B. Antèlami – Dicembre – Duomo di Parma

Al rešdûr ora può affrontare le occupazioni con più calma e pensare al grano che, sotto la neve, si irrobustisce e si prepara ad una buona resa, perché ha imparato che

Sùta l’aqua la fàm – sùta la nêva ‘l pân!

 [Sotto l’acqua la fame; / sotto la neve il pane]

e che

La nêva l’è la màma dal furmênt!

 [La neve è la madre del frumento]

E sì, è proprio lei, la neve, che col suo manto irrigidito dal gelo, ironia della sorte, tiene tiepido il grano e lo fortifica, isolandolo dalle correnti fredde di superficie. E pensa al maiale, ormai ingrassato a dovere, da uccidere e sistemare poco prima delle feste, che fornirà companatico per tutto l’anno.

La massaia invece ha già predisposto quanto serve per le feste natalizie, per far contenti la famiglia e gli ospiti. E allora:

 Chi ch’ völ un’ôca fîna

 ch’ a la mèta ad ingrasâr

 per Sânta Catirîna

cioè entro il 25 novembre, così, in quattro settimane circa, l’oca sarà pronta.

Santa Bibiana – dicembre, nonostante il rigore dell’inverno, è un periodo aperto alla speranza, alla voglia interiore che le cose prendano, fin da ora, una piega favorevole. In altre parole si tenta di domare, di addomesticare anche il futuro.

 Santa Bibiâna, – quarànta dì e ‘na stmâna

 [(Com’è il tempo per) Santa Bibiana,

(così sarà per) quaranta giorni e una settimana].

L’inizio di dicembre spesso è molto turbolento ed offre tutte le manifestazioni climatiche, dal sole alla pioggia, al vento, non esclusa la neve, per cui non è poi tanto difficile asserire che Santa Bibiana ha detto il vero. E, stando alla mentalità popolare, il tempo dovrebbe essere uguale per circa quaranta giorni. Quella di preconizzare il futuro è una aspirazione nata con l’uomo. Anche se adattate allo spirito cristiano si tratta pur sempre di esigenze primitive che hanno accompagnato la storia, adeguandosi alle varie epoche e alle diverse religioni. Quelle ancora presenti tra noi (Santa Bibiana, la Candelora, i giorni della merla ed altre ancora) ci sono arrivate attraverso gli Etruschi, i Celti e i Romani (Auguri, Aruspici, ecc.). Però… C’è un però! Il motto chiamato in causa ha radici lontanissime nel tempo.  È la traduzione del seguente verso latino, tardo medioevale o rinascimentale:

 Ut Bibianæ dies – sic quadraginta dies.

 [Com’è il giorno di Santa Bibiana così sarà dopo quaranta giorni].

Qui però occorre fare chiarezza. Il popolo, come già detto, ha interpretato che il comportamento del tempo registrato il 2 dicembre sarebbe restato tale per quaranta giorni. Il verso latino però non sembra volere dire questo, bensì che la durata della luce diurna del giorno di Santa Bibiana si sarebbe ripetuta dopo quaranta giorni circa, come dicono Lapucci – Antoni: “Alcuni vogliono porre in rapporto il proverbio con la lunghezza delle giornate, escludendo il riferimento alla pioggia di cui non si fa parola nel proverbio latino. Si fa notare a questo proposito che circa quaranta giorni dopo il 2 dicembre siamo intorno alla metà di gennaio quando la durata del giorno ha la stesa lunghezza che ha il 2 di dicembre (C. Lapucci – A. M. Antoni “I Proverbi dei mesi” – Vallardi, 1985, pag. 270).

Santa Lucia – E qui siamo di fronte ad una bella gatta da pelare. Per fortuna ci soccorre la storia abbastanza recente. Recita l’adagio:

 Santa Lusìa –  l’è la nòta pu’ lùnga ch’a gh’ sia!

 [Santa Lucia è la notte più lunga che vi sia].

con la variante: è il giorno più corto che vi sia. Non è il caso di prendersela con chi questo adagio lo ha inventato: il motto gode di una attenuante considerevole. Chiunque oggi sa che la notte più lunga dell’anno è quella tra il 21 e il 22 dicembre (solstizio d’inverno) e non quella del 13 (Santa Lucia). Quando Giulio Cesare fece riorganizzare il calendario agli astronomi di allora sfuggirono alcuni minuti che, col passare dei secoli, diventarono una decina di giornate. Il contadino, attento osservatore dei fenomeni astrali che presiedono ai cicli delle stagioni e della natura, si fidò più delle sue intuizioni che di quanto gli veniva proposto dal calendario. Ci riferiscono ancora Lapucci – Antoni (a pag. 276) “che a cavallo tra il 1325 e il 1350 lo sfasamento aveva fatto coincidere il solstizio con la festa di Santa Lucia”. E questo sarebbe la prova che il proverbio risale a quell’epoca. A rimettere a posto le cose ci pensò poi Papa Gregorio XIII con la riforma del 1582 che soppresse i giorni dal 4 al 15 ottobre, riequilibrando le cose, e inserì l’uso dell’anno bisestile perché il calendario ufficiale corrispondesse a quello astronomico. E la gente? Ecco pronto il rimedio:

San Tomìo – el dì pu’ corto xe el mio

 [San Tommaso, il giorno più corto è il mio].

Ricordiamo che fino al Concilio Vaticano II il 21 dicembre si celebrava la festa di San Tommaso Apostolo, (Tomìo), oggi spostata al 3 luglio.

La Rotta (La trîda o La spalâda) – Ricordo, da piccolo, le abbondanti nevicate che duravano giorni: fiocchi larghi, pesanti, lenti ma inesorabili, capaci di modificare il paesaggio e le sagome degli alberi, di creare scorci degni delle migliori cartoline natalizie. E noi lì, ad osservare! A sognare!

Dietro i vetri ampi, appannati,

visi smorti, incuriositi;

dietro gli occhi inebriati

campi ed alberi fioriti. (S. R.)

E appena là, verso i monti di Parma, il cielo da plumbeo diventava luminoso, il borgo si rianimava, come se uscisse dal letargo. Ovattato ma ben distinto si sentiva il suono del corno, (o della Nìcia): era il Giudice che chiamava a raccolta tutti gli uomini capaci di manovrare una pala, un palotto o il badile. “Rompere” la neve, come si diceva allora, cioè raggiungere le località senza la rotta, era faticoso e pericoloso. L’appuntamento, scontato, era presso il crociale principale dal quale si diramavano le strade per raggiungere le località circostanti, e qui si affidava il tratto da spalare tenendo presente la lunghezza e le difficoltà nonché l’importanza del collegamento. Tra due borgate bisognava fare una rotta entro cui passassero, oltre alle persone, anche eventuali bestie da soma. Dovendo raggiungere le case singole disperse nelle campagne si cercava di aprire un varco che permettesse il passaggio di una persona in modo che anche costoro potessero, in caso di emergenza, correre dal medico o provvedere ad altre necessità. Ci si doveva incontrare approssimativamente a metà strada con gli spalatori degli altri villaggi.

Il Corno  e  la  Nìcia  –  Il corno normalmente era di ariete o di stambecco (e quindi di importazione), trofeo di caccia o reperto fortuito, perso dai maschi dopo che si erano affrontati o per semplice muta. Ma poteva anche essere di bue o di montone. Veniva segato a qualche centimetro dalla punta per raggiungere la cavità interna e potere introdurre l’aria per farlo suonare. Più la forma del corno era elicoidale migliore risultava il suono. La Nìcia era una conchiglia di grosse dimensioni, di quelle che gli scienziati chiamano, a seconda dei casi, Strombus, Charònia tritònis, o Eùthria cornea. Le veniva abrasa la parte terminale della spirale in modo che il fiato, immesso a forza dal pertugio prodotto, potesse uscire dalla valva d’apertura.                           

corno

Il corno e la Nìcia (Google)

Il corno e la Nìcia (Google)

Esisteva anche un terzo tipo di tromba che potremmo definire di emergenza, ricavato da un segmento di sambuco ben formato, lungo una ventina di centimetri. Gli si toglieva il midollo e, una volta ben ripulito, sostituiva gli altri esemplari di richiamo. Per ottenere il suono, che doveva essere forte, uniforme e prolungato, occorreva una cospicua cassa toracica. Questi strumenti, oltre che a radunare gli uomini per la rotta, si utilizzavano anche per convocare i lavoratori per la manutenzione delle strade, delle fontane e degli abbeveratoi, insomma per le così dette giornate di prestazione.  In alcune zone usavano la Nìcia anche per convocare e annunciare il gruppo dei mascheranti, e, nel Frignano, sostituivano il suono delle campane durante il triduo pasquale, quando le campane erano legate. Ma servivano anche per fare la Ciucûna (o Ciucâna) ai vedovi che si frequentavano per risposarsi.

Il  Giudice – Si tratta di una figura giuridica dai contorni troppo sfumati, rimasta in auge fino al 1960 circa. Quasi certamente la figura del giudice risale al Medioevo, quando le autorità, per scelta o per incapacità, non riuscivano a raggiungere il popolino in tutto il territorio. Occorreva qualcuno che rappresentasse il borgo presso l’autorità costituita, ne tutelasse gli interessi, e, per riflesso, diventasse anche il portavoce dell’autorità stessa presso il popolo, e provvedesse a far funzionare le scarne strutture pubbliche esistenti e necessarie. Una figura che evoca alcune odi carducciane, (cfr. “Il Comune rustico”), ove a farla da padrone è il popolo, ma con una dignità e una solennità tale che anche i gesti più scontati diventano importanti e significativi. E che fece dire a Giulio Cesare, presente ad una di queste manifestazioni: “Meglio primo qui che secondo a Roma”. Il giudice veniva eletto a voce dai capifamiglia del borgo, e, oltre ai compiti suddetti, aveva l’incarico di tenere notate le “giornate di prestazione” da notificare all’autorità competente. Ogni famiglia infatti, in base alle forze lavorative di cui disponeva, doveva dare delle giornate di lavoro all’amministrazione pubblica per il mantenimento della viabilità e delle fontane. Il corno, appeso ad un chiodo in cucina o nell’ingresso, indicava la carica e ne rivendicava il rispetto:

Lû l’è un òm anch da rispètt,

pr’e pasâ e po’ anch adès;

e n’è gnân ûn bastasìa:

l’è stâ giúdše anch ‘d la via…

[È una persona degna di rispetto, / in passato ma ancora adesso;

e non è uno qualsiasi: / è anche stato giudice della strada…],

ci racconta Marco Castellari, Marchèt da la Cêša, parlando di un tizio di Rivolvecchio.

L’approccio con la neve – Appena il tempo diventava tollerabile, magari con qualche squarcio di sole malaticcio, a noi ragazzini era permesso passare un poco di tempo sulla neve. Il divertimento era di certo assicurato e gli strumenti non ponevano limiti alla fantasia. Lo slittino era il mezzo più usato e più sicuro, ma non tutti lo possedevano o avevano in casa chi sapesse costruirlo. E allora ci si arrangiava. Si potevano vedere ragazzi ballonzolare su sacchi di juta pieni di paglia, scendere a valle come trottole, piroettare perché incapaci di governare l’attrezzo, oppure ragazzi seduti dentro un catino smaltato affrontare un percorso ad ostacoli tra i filari della vigna. Altri adattavano lo schienale posteriore di una sedia sfasciata: la forma arcuata permetteva una buona velocità e la possibilità di governare la finta slitta. Chi invece era stato previdente aveva conservato a tale scopo alcune doghe di una botte ormai inutilizzabile, sfasciata al momento della vendemmia. Applicandovi attacchi rudimentali, quasi sempre un archetto di filo di ferro fermato ai lati della doga con due chiodi, poteva emulare i veri sciatori. Quando poi imbruniva bisognava ritirarsi in casa, un poco sudati, col naso rosso come un salsicciotto fresco, e le dita prossime a scoppiare. 

Sciatori di Rosano subito dopo la II guerra

Sciatori di Rosano subito dopo la II guerra

I grandi confezionavano gli sci a regola d’arte un anno per l’altro. Le sfide coi coetanei avevano luogo soprattutto di domenica, ma a volte anche al chiaro di luna, e come spettatori le ragazze del borgo pronte a sghignazzare di fronte a capitomboli o a qualche imprevisto cristo [*] in loro presenza. 

[*] Erano chiamate così le cadute sulla neve che lasciavano lo stampo della persona a forma di croce, con le braccia allargate.

La macellazione del maiale – L’evento costituiva un vero rito che coinvolgeva tutta la famiglia. Possibilmente lo si effettuava otto o dieci giorni prima di Natale, così a quella data il maiale era già scomposto, sotto salatura o insaccato, e le parti deperibili potevano essere consumate durante le feste. Si cominciava che era ancora notte a scaldare grossi calderoni d’acqua e a predisporre il posto di lavoro con un grosso tavolaccio su cui porre il maiale ucciso per ripulirlo.

Quando, sul fare del giorno, arrivava al maslîn (il norcino), tutto doveva essere pronto, e cominciava un intenso viavai nella corte.  Il maiale veniva fatto uscire dallo stalèt, (stabbio, porcilaia) immobilizzato con funi alle gambe e al collo e condotto al luogo prescelto. Si dice che il maiale sente la presenza del macellaio e quindi oppone la massima resistenza sperando di procrastinare l’ora fatale. Uno strattone coordinato e improvviso faceva rovesciare a terra l’animale mentre uno dei presenti gli afferrava la gamba anteriore sinistra in modo da mettere allo scoperto la zona del cuore e il norcino potesse conficcarvi con precisione al burcàj (l’accoratoio). Era un momento brutto e crudele, ma necessario. Quante acrobazie per riuscire a raccogliere tutto il sangue che sgorgava mentre il maiale si produceva negli ultimi sussulti! Ci avrebbero poi pensato le donne a filtrarlo finché era caldo, a porlo nel söl o in una grossa padella, aromatizzarlo con sale, pepe, bacche di ginepro e altre erbe, lasciarlo appena rapprendere, poi metterlo al forno o friggerlo, a seconda dei gusti. Erano i rinomati sanguinacci.

macellazione-maiali

L’uccisione del maiale.  (Da Google)

 Appena si era certi che il maiale fosse morto lo si faceva rotolare su uno scalèt (trasformato in barella per l’occasione) e lo si poneva sul piano di lavoro dando inizio alla fase della pulizia. Vi si versavano sopra grossi mescoli di acqua bollente mentre altri s’affrettavano a passare la spazzola o il raschietto per asportare, oltre allo sporco, anche le setole. A lavoro ultimato il maiale risultava bello chiaro, pulito e senza setole. La fase successiva prevedeva lo squartamento e la pulizia interna. Il maiale veniva riposto sulla barella improvvisata e portato sotto la trave alla quale sarebbe stato appeso. Una grossa incisione tra nervo ed osso nei garretti posteriori permetteva di inserirvi un robusto bastone (la canèla, cioè il mattarello per fare la sfoglia). Poi, con funi fermate all’altezza di detto bastone lo si tirava su in modo che la testa restasse distante da terra una ventina di centimetri. Una incisione veniva praticata lungo la pancia, per tutta la lunghezza dell’animale, dalla coda alla bocca. Si continuava con la separazione delle due parti fino alla spina dorsale. Era la prova del fuoco per l’abilità del macellaio: fare sì che le due schiappe fossero uguali come peso. Il meglio lo si ebbe intorno al 1947 quando Oreste riuscì ad ottenere due schiappe che differivano solo di qualche decina di grammi. Ma la coda non era stata divisa in due!

Le due metà (s-ciàpi) del maiale, intanto, venivano calate, pesate e portate nella stanza destinata allo smontaggio, al riparo dal freddo, sia per la salute degli operatori che per la possibilità di lavorare meglio la carne. A questo punto, asportata ogni parte deperibile, si faceva pausa fino al giorno successivo in modo che la carne del maiale si frollasse e potesse essere lavorata meglio.  L’indomani un calderone capiente attendeva d’essere riempito con la sugna, lo strutto e qualche pezzetto di muscolo: lo strutto si sarebbe liquefatto; i muscoli e i nervetti, ripescati col colino e strizzati entro un sacchetto di tela, poi pressati con l’apposita morsa, sarebbero diventati quella golosità chiamata ciccioli o grasö. Qualche padella di braci veniva collocata sotto il tavolo da lavoro a pro dei lavoratori e per mantenere duttile la carne. E qui era tutto un gioco di abilità per separare le varie parti: i prosciutti, le spalle, le coppe, le gole, il lardo. La carne magra che non interessava gli articoli citati veniva macinata e, in base alla qualità, predisposta per fare salami, cotechini, salsiccia, dopo che ad ogni mucchietto di macinato era stata data la giusta dose di sale e spezie. Su un tavolaccio, nella dispensa, venivano collocati il lardo, i prosciutti, le spalle, le pancette per la salatura. Lì sarebbero rimasti diversi giorni per assorbire bene il sale, prima di essere appesi per la stagionatura. Lo strutto sciolto veniva versato entro la vescica del maiale, ben pulita e disinfettata con acqua e aceto. Durante la bella stagione quello strutto sarebbe servito a friggere molte padelle di chersênta, specialmente quando si portava la merenda nei campi per la mietitura o per la falciatura dei fieni e dello strame. A volte però lo si versava all’interno di un orcio dopo avervi collocato i fegatelli. Così lo strutto li avrebbe conservati freschi a lungo.

Con le vicine festività natalizie sarebbe stato facile consumare il resto della carne e delle ossa scarnificate. Guai se anche una minima parte andava sciupata! Perfino un mazzetto di setole, le migliori, veniva conservato per il calzolaio, da utilizzare come punta per lo spago da cucire.

Preparazione al Natale – Anche da noi ci si preparava al Natale. Non con la solennità e l’interesse della città, ma comunque ci si impegnava sia sotto l’aspetto religioso che sociale. Il parroco cominciava con l’inizio dell’Avvento a suggerire fioretti e opere buone per arrivare al Natale preparati; poi, a pochi giorni dalla festività, intensificava le prediche, insegnava qualche canto di circostanza, dava qualche suggerimento per una preparazione immediata alla festa. Era la Novena di Natale. Non era molto gradevole viaggiare nella neve gelata per raggiungere la parrocchiale distante alcuni chilometri, ma chi stava bene di salute si impegnava anche in questo.

A scuola la maestra ci faceva mandare a memoria il sermoncino da recitare davanti al focolare alla presenza di tutti i familiari o in chiesa, dopo la messa solenne del 25 dicembre. E ci spiegava anche come confezionare una bella letterina di Natale con le nostre mani: si prendeva un foglio da lettera, si ripiegava il margine per circa un centimetro e sul costolone ottenuto si incidevano tanti piccoli tagli obliqui, a distanza di tre, quattro millimetri l’uno dall’altro e della stessa lunghezza. Poi si riportava il margine piegato nella sua posizione iniziale. Compariva una serie di V. Queste venivano ripiegate, una sì e una no, e intrecciate. Alla fine compariva una cornice simpatica da osservare. All’interno di tale cornice, che interessava tutto il perimetro del foglio, si trascrivevano i propositi di fare il bravo, gli auguri e quanto la maestra suggeriva. Ognuno poi, con la complicità della mamma o della nonna, inseriva la letterina sotto il piatto del capofamiglia il quale, con affettata sorpresa, la leggeva prima di iniziare il pranzo. Anzi, il più delle volte, adducendo la scusa di non vederci bene o di non saper leggere, facevano in modo che fosse lo stesso ragazzo a declamarla.

La notte Santa Chi era abbastanza in forze si recava alla chiesa parrocchiale per la messa di mezzanotte. Normalmente erano i giovani a fare gruppo, accompagnandosi con lanterne a petrolio o a carburo per individuare il cammino. E anche questa era una buona occasione per avvicinare le ragazze e scambiare qualche frase. In uno zainetto o in una bisaccia di stoffa mettevano un ciambellone e un fiasco di vino, o anche del vin brulé o del Marsala. Avrebbe fatto compagnia per il ritorno. In chiesa toccava al prete creare l’atmosfera adatta, lasciando la navata nella penombra e l’altare illuminato al massimo coi mezzi di allora. Al termine della funzione i gruppetti s’intrattenevano cogli amici poi riprendevano la strada di casa senza fretta. Quando il contenuto del fiasco aveva prodotto i suoi effetti qualcuno improvvisava cori. Non era raro che dal versante opposto della vallata un altro coro rispondesse accentuando il clima di festa e di particolare atmosfera di quella notte. Il resto della famiglia si sarebbe recato in chiesa il mattino seguente in due gruppi: alla prima messa le donne responsabili della casa e qualcuno dei piccoli; a quella solenne gli uomini (i rešdûr) e gli altri ragazzi, quelli più grandicelli.

 

 

 

 

 

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Calcio dilettantistico, apre oggi ufficialmente la sessione invernale del mercato

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Aprono oggi i battenti del mercato invernale dilettantistico

Aprono oggi i battenti del mercato invernale dilettantistico

1 dicembre 2016: si apre ufficialmente la sessione invernale del mercato. Saranno tanti i trasferimenti, le trattative e gli scambi fra le società. Chi si  trova nei piani alti, vorrà garantirsi rinforzi per mantenere la posizone, mentre è anche una grande occasione per chi naviga in cattive acque: un giusto rinforzo potrebbe cambiare l’inerzia della stagione.

Ecco i trasferimenti più recenti: l’Arcetana (Promozione) tessera l’esperto centrocampista Danilo Aurea, svincolato; tanti movimenti in casa Real Casina, con Simone Ferretti che si accasa al Cavola, e Gaspare Oddo al Ligonchio. Il vuoto in attacco è stato colmato con l’arrivo dell’attaccante del Carpineti Stefano Falbo. La Vianese, viste le dimissioni di mister Bruno Gatti, corre ai ripari: è Di Gesù il nuovo allenatore.

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Si è chiusa la raccolta firme pro scuola di Minozzo, discussa l’interpellanza in Comune

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A Minozzo si è da poco chiusa la raccolta firme a sostegno del plesso scolastico locale, composto da primaria e infanzia. In poco più di una settimana, dall’11 al 22 novembre, sono state raccolte 580 firme, che ora sono state inviate al sindaco di Villa Minozzo, Luigi Fiocchi, alla dirigente dell’Istituto Comprensivo, Giusy Gentili, e ad altre istituzioni. Oltre alle firme è stata allegata una documentazione che attesta che la scuola è “viva e vitale”, precisano i genitori e i cittadini fautori dell’iniziativa. “Si tratta di progetti realizzati da insegnati e bimbi nel corso degli anni – spiegano –, come la festa FontaRocca del 5 giugno scorso, organizzata dagli Amici della Rocca in collaborazione con la primaria, fatta proprio perché i bimbi l’hanno richiesta, scegliendo loro anche il nome. E altri progetti scolastici che attestano l’importanza dei percorsi sul territorio e della scoperta delle proprie radici. E poi tutta la vicenda dall’accorpamento al problema dei trasporti, con tutti gli articoli dei giornali, che riportano le vicissitudini scolastiche”.

scuola primaria di minozzo

A corredare la documentazione anche una serie di lettere scritte da insegnanti e professori non direttamente coinvolti. “Hanno letto gli articoli e ci hanno espresso la loro solidarietà – sottolineano –. Molti hanno anche sottolineato che le pluriclassi sono spesso un valore aggiunto, non un elemento totalmente negativo”.

Dopo la consegna delle firme è stato richiesto un incontro con il sindaco. “Siamo in attesa che ci indichi la data – evidenziano –. Si è dimostrato molto disponibile a riceverci, ma deve aspettare che passi il referendum. Vogliamo chiedere al più presto anche un incontro con la dirigente, per capire se la partita è già chiusa o se se ne può ancora parlare, e le responsabilità di questa eventuale decisione”.

Nel frattempo è stato istituito anche il nuovo consiglio d’Istituto, che dovrà discutere la proposta dell’amministrazione comunale riguardante l’attivazione, per il prossimo anno scolastico, della classe prima elementare solo sul plesso di Villa. La lettera, inviata all’Istituto Comprensivo, con protocollo No. 7034 del 08/10/2016, riportava che “l’amministrazione comunale ha, in tutte le sedi di confronto, sostenuto che nell’ambito dell’organizzazione scolastica almeno nel capoluogo debba essere garantita sulla scuola primaria la formazione di cinque monoclassi” e ancora che, “considerando le attuali iscrizioni alla scuola dell’infanzia”, “si richiede che venga attivata la classe prima elementare per il prossimo anno scolastico unicamente sul plesso di Villa Minozzo , in modo tale da garantire la presenza di cinque monoclassi”.

Intanto, lunedì scorso, in consiglio comunale, oltre all’interpellanza sui profughi, è stata discussa anche quella sulla scuola, entrambe presentate dal consigliere di minoranza Massimiliano Coloretti (“Progetto Villa”, centro-destra). “Dato atto che in data 08/10/2016 – si legge –, questo Comune inviava all’Istituto Comprensivo locale – dirigente scolastico Giuseppina Gentili – una lettera a firma ‘vice-sindaco e assessore alla scuola Sara Govi’ con prot. N. 7034 dell’ente nel quale si richiede ‘che venga attivata la classe prima elementare (…) unicamente sul plesso di Villa Minozzo’ e l’Amministrazione stessa si metteva a disposizione per approfondire ‘tale scelta’, laddove tale ‘scelta’ non fa parte delle competenze dell’ente, indicate dal decreto precedente citato, tutto ciò premesso, il sottoscritto consigliere interpella il vice-sindaco nonché assessore alla scuola chiedendo in base a quale funzione demandata si sia arrogata il diritto di decidere sulla didattica sovrastando nel merito l’Istituto Comprensivo, il Consiglio d’Istituto e l’emanazione provinciale del Ministero dell’Istruzione che invece hanno competenza nel merito, in quanto, se nella sua visione organizzativa è ben chiara la chiusura del plesso di Minozzo, ha il potere organizzativo di farlo senza coinvolgere nelle scelte dell’amministrazione il Consiglio d’Istituto e l’Istituto Comprensivo”.

consigliocomIl consigliere Piero Ferrari, delegato al bilancio, ha letto la lettera lasciata dal vice-sindaco Sara Govi, assente per malattia: “La vicesindaco e assessore alla scuola non si è arrogata nessun diritto di decidere sulla didattica e soprattutto non ha sovrastato né il Consiglio d’Istituto, né l’Istituto Comprensivo, né la Provincia. Le varie azioni vanno condivise con l’istituzione scolastica. La lettera inviata non chiede la chiusura del plesso di Minozzo, ma di attivare, a partire da settembre 2017, la classe prima solo su Villa capoluogo. È una richiesta non una disposizione, che deve essere valutata dal Consiglio d’Istituto. È intenzione dell’amministrazione fare tutto il possibile per garantire 5 monoclassi su Villa, intese come servizio. Su almeno uno dei tre plessi vorremmo poter dare tale scelta. La norma prevede che la regola sia la monoclasse. Il Consiglio d’istituto che si riunirà probabilmente mercoledì 7 dicembre darà un parere tecnico in merito alla didattica. Una volta acquisito tale parere faremo un ulteriore passaggio col Provveditorato. Il percorso ha l’intento di garantire un presidio scolastico sostenibile nel lungo periodo, a cui vengono assicurati adeguati servizi di supporto per l’accesso e la frequenza. Tutti i passaggi sono stati condivisi, seppur in maniera ancora informale, sia con la preside sia con l’ufficio scolastico della Provincia. Va ricordato poi il diritto di ogni alunno ad ottenere un percorso scolastico unitario, organico e completo”.

Il consigliere Ferrari ha aggiunto che “l’assessore ha fatto bene a muoversi in questa direzione” e che “non è mai stato chiesto di chiudere la scuola di Minozzo, ma è stato specificato di garantire a Villa le monoclassi”, rilanciando poi a Coloretti alcune domande: “Il comune di Villa merita di avere almeno un plesso che garantisca le monoclassi per quei genitori che lo richiedono come sistema educativo? O questo comune deve ridursi ad avere tre plessi tutti e tre composti da pluriclassi?”.

L’interpellante non si è ritenuto completamente soddisfatto per diversi motivi: “L’interpellanza è abbastanza retorica – ha commentato –, conteneva in sé la risposta stessa. La legge è ben chiara, definisce l’ambito organizzativo degli enti locali e demanda la didattica alla parte ministeriale. Prendiamo atto che la lettera inviata ha il solo scopo di fornire un suggerimento e che dunque è un’indicazione, non un obbligo. Però ha un peso ben diverso se una lettera viene inviata da un cittadino privato oppure da un’istituzione a un’altra: il significato della scelta di questa giunta è piuttosto importante. Ribadisco poi la differenza tra competenze: organizzazione e didattica. Prendiamo atto che il Comune per ora non ha intenzione di chiudere la scuola e prendiamo atto che per la prima volta ci sono tante persone ad ascoltare il consiglio”.

consigliocom-2Ferrari ha ribattuto dicendo: “Come amministrazione rivendichiamo il diritto a intervenire per garantire a tutti gli alunni del nostro comune di poter avere il miglior insegnamento possibile. Riteniamo che la proposta fatta inizialmente (primaria a Villa e infanzia a Minozzo, ndr) aveva una sua logica: tutelava la frazione di Minozzo, indirizzandoci tutti i bimbi dell’infanzia, garantiva una continuità negli anni e garantiva, al contempo, una modalità didattica. Per chi preferiva il tema delle pluriclassi rimaneva comunque la possibilità di un altro plesso. Questo non è stato fatto, se ne prende atto. A Minozzo se il calo dei bimbi aumenterà si arriverà a una monoclasse, e sarà difficile garantirla. Allo stesso modo poi vanno garantiti anche i diritti di quelli che chiedono la monoclasse. Per questo ci batteremo e continueremo ad operare perché sia garantito a tutti questo diritto, e quindi anche a loro”.

Ha ribadito infine Coloretti: “La modalità d’insegnamento non spetta a noi deciderla. Negli ultimi 40 anni ho visto un comune, quello di Castelnovo Monti, che si è ingrandito mangiandosi quelli limitrofi, ma Castelnovo potrà sopravvivere solo se i suoi satelliti sono ricchi e hanno la possibilità, attraverso i servizi, di poter mantenere la gente sul territorio”.

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