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Referendum costituzionale: sì o no / Perchè sì. Firmato: Leana Pignedoli

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Pubblichiamo di seguito questa intervista-dialogo esclusiva/o con la sen. Leana Pignedoli (Pd) a proposito della riforma costituzionale e del referendum a cui presto saremo chiamati a partecipare per esprimere consenso o dissenso. Naturalmente proporremo anche voci di diversa posizione.

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leana-pignedoliChe importanza dà a questo referendum costituzionale? E’ davvero cruciale, come da più parti si sostiene, o è solo un po’ “drammatizzato” da qualche “guastafeste”?

Tutti siamo d’accordo nel dire che abbiamo un sistema parlamentare inefficiente, troppo lento nel decidere. Un sistema istituzionale previsto dalla seconda parte della Costituzione sulla quale gli stessi padri costituenti avevano espresso dubbi a partire dal presidente della Commissione Meuccio Ruini. Del resto da oltre trent’anni, dal 1983, si tenta di superare un sistema parlamentare che ha creato instabilità e lentezze. Ci furono molti tentativi di proposte di riforma, da Speroni a Nilde Iotti e De Mita, da D’Alema e Berlusconi a Violante. Tutti tentativi falliti per accordi politici non raggiunti. Ora, per la prima volta dal dopoguerra, siamo riusciti a terminare l’iter in Parlamento. Dopo 6 letture parlamentari, 143 sedute di aula e commissioni, 3600 interventi dei parlamentari, l’esame di oltre 5000 emendamenti (alla Costituente ne presentarono 700!) si è arrivati ad una riforma che cancella il bicameralismo paritario, cioè non più due camere parlamentari che fanno la stessa cosa. In un paese che da anni fatica a crescere, rendere le istituzioni e i percorsi parlamentari più efficienti, sì, è un punto cruciale.

Qual è la sua valutazione complessiva e sintetica – spassionata per quel che può/vuole, dato che è senatrice in carica del maggior partito della maggioranza che l’ha voluta e la sostiene – su questa “riformona” che verrebbe a cambiare più di 1/3 degli articoli della Costituzione vigente?

Io dico che si possono avere opinioni differenti nel merito di alcuni punti della riforma, ma sono molto convinta della sua utilità. Finalmente si affida ad una sola Camera l’iter di una legge, con tempi certi di decisione. Anche in questa legislatura sto vivendo in diretta il danno provocato da questo sistema. Faccio un esempio in tempo reale: la legge più importante che abbiamo appena portato a termine per il mondo agricolo, con il sistema cosiddetto della navetta “Senato-Camera-Senato”, ha impiegato tre anni per essere approvata! Potrei fare un elenco lunghissimo di iter simili. Può questo essere un sistema adeguato ad un paese moderno? Mi convince, poi, la parte della riforma che elimina il Cnel, un organismo fuori dal tempo, che in oltre 50 anni ha emesso appena 2 pareri l’anno (!) ma in compenso costa allo Stato 20 milioni di euro annui. Indispensabile la parte che modifica il titolo V, che chiarisce quali sono le competenze dello Stato e delle Regioni e ne riequilibra i rapporti eliminando la confusione di competenze che ha originato infiniti ricorsi alla Corte costituzionale.  Riduciamo (e non è l’ultimo aspetto della riforma) il numero dei parlamentari: si passa da 945 a 730 (di cui 100 non retribuiti con ulteriori indennità oltre a quelle già percepite in qualità di sindaco o consigliere regionale) andando incontro alla forte domanda di riduzione della rappresentanza parlamentare e il contenimento dei costi della politica. Portiamo il nostro Paese a numeri più “europei”. Quale partito politico in questi anni non l’ha sostenuto in campagna elettorale?  Ora c’è l’occasione per farlo concretamente. Infine, è una riforma che aumenta la partecipazione dei cittadini: da un lato con quorum più bassi per i referendum e dall’altro con la certezza di valutazione delle proposte di legge di iniziativa dei cittadini. Oggi non è così. In tutti questi anni sono solo 5 le proposte di legge di iniziativa popolare discusse dal Parlamento.

Si dice – e l’ha già dichiarato anche lei – che con questo referendum si vuole disegnare una democrazia più “decidente”, più veloce, più adeguata a come gira il mondo moderno. Ma come considera il problema (oggettivo) di garantire la governabilità rispetto a quello (altrettanto e forse anche più sacrosanto) della rappresentanza, considerato che, in combinata con la nuova legge elettorale (se tale rimarrà), il cosiddetto “Italicum”, potrà accadere che un partito del 25-30% dopo il ballottaggio avrà una corposa maggioranza assicurata, con tanti nominati alla Camera fedeli, che rischierà, se di sostegno ad un presidente del consiglio “forte”, di ridursi a semplice votificio, svilendo il ruolo del Parlamento, finora vero baricentro della nostra Repubblica (seppure da anni purtroppo calante, come dicono alcuni, dato il ricorso ormai sproporzionato a voti di fiducia e quindi con discussioni anche su temi importanti spesso quasi o del tutto impedite)?

Per la verità è proprio il Parlamento di oggi che può essere definito un “votificio” di leggi, visto che 8 provvedimenti su 10 sono di iniziativa del governo. Questo è giustificato dal fatto che i percorsi dei disegni di legge ordinari hanno tempi biblici, inadeguati alle emergenze del Paese, ed è questo che ha svuotato l’autorevolezza del Parlamento. Se si vuole riportare il Parlamento ad essere baricentro della nostra Repubblica non basta scriverlo in Costituzione, bisogna creare le condizioni perché ci sia un organo legislativo che approfondisca il merito dei temi, in tempi certi e non si dilunghi in riti identici. Così come penso serva un Parlamento autorevole perché più efficiente, altrettanto penso che questo paese abbia bisogno di un governo in grado di governare. Questo è l’obiettivo della legge elettorale e della riforma insieme. Il nostro problema da anni è l’inconcludenza, che ha creato sfiducia dei cittadini verso le istituzioni. Il discredito della politica viene dalla mancata coerenza nell’attuazione, nella distanza  tra ciò che si dice e ciò che si fa, nella mancata individuazione di chi ha responsabilità. Io dico che una legge elettorale che dà la possibilità di indicare subito un partito di maggioranza, che indica per la guida del governo il proprio leader, è un elemento di prezioso di stabilità e di responsabilità. Germania, Francia, Spagna, Regno Unito sono paesi in cui il ruolo del premier è certamente più forte che in Italia. Non credo si stia parlando di paesi prossimi ad una dittatura. La cosa che mi stupisce è perché non ci preoccupiamo del contrario, perché non ci preoccupiamo che nel nostro Paese dal 1948, in 68 anni, si siano susseguiti ben 60 governi! Questo significa rispettare il diritto dei cittadini che hanno votato? È democrazia?

Il fattore “prestismo” (“fare presto”) dell’iter decisionale se rischia di non permettere, o comunque comprimere, un adeguato e libero confronto delle idee di tutti, maggioranza e opposizione, dando quindi il tempo necessario a che ciò possa esplicarsi, si può davvero considerare un miglioramento della funzione, della qualità delle istituzioni e del funzionamento della nostra democrazia, a suo parere? C’è chi ricorda che questo bistrattato bicameralismo perfetto non ha impedito di essere rapidissimi ad approvare ad esempio la legge Fornero: solo 19 giorni… Il problema, cioè, non risiede piuttosto negli uomini invece che, come si tende oggi a far credere, nell’istituzione in sè?

I tempi della discussione vengono ridotti perché si fa uso dei decreti legge che hanno 60 giorni per essere approvati. Si comprime in 60 giorni l’intero iter: la discussione nella commissione di merito, l’acquisizione dei pareri delle altre commissioni, il parere della commissione bilancio, approvare gli emendamenti e poi passare in aula con la discussione generale e la votazione di nuovi emendamenti. Il voto finale in aula che, però, non è un punto di arrivo, ma di partenza per l’altro ramo del Parlamento che deve ridiscutere la legge in modo identico a quanto già avvenuto nella prima camera, con tutto l’intero percorso. Se una sola parola viene modificata, ritorna alla camera precedente per una terza lettura che ripete l’intero iter. Se non si contingentano i tempi con la forzatura di decreti legge e fiducie questo processo è fuori da questo tempo e da quelli normali della società. L’esempio fatto, la riforma Fornero, è molto calzante, ma per dimostrare e confermare quello che sto dicendo. L’iter è stato veloce perché appunto era dentro un decreto legge, il “Salva Italia”. Esso rappresenta, inoltre, un record storico di velocità perché, come si ricorderà, in quel dicembre 2011 si paventava la possibilità di fallimento del Paese con lo spread che superò i 525 punti. Era l’emergenza delle emergenze.

Il Senato, al di là delle semplificazioni un po’ populiste, non viene abolito, viene solo cambiato, seppure in modo profondo (vedi il caso delle province, “abolite” ma sempre lì, solo “geneticamente” modificate) e i rapporti con le altre istituzioni paiono un po’ ingarbugliarsi rispetto ad ora (vedi la formulazione da azzeccagarbugli dell’art. 70, ma non solo quello). I risparmi di denaro non paiono così sostanziosi come viene detto e comunque c’è chi sostiene che se il problema fosse quello allora non si capisce perchè non tagliare, ad esempio, anche una bella fetta di deputati e tanto altro (stipendi eccessivi, ecc.)… Cosa pensa di questi rilievi?

Il Senato viene abolito nella forma che ha oggi. Non è una copia di quello attuale in forma ridotta. Sarà un’altra cosa, con altre funzioni. Si passerà da 315 senatori a 100 di cui 21 sindaci e 74 consiglieri regionali (+ 5 eletti dal presidente della Repubblica) scelti dai cittadini, che non percepiranno indennità dallo Stato, ma dai loro enti di provenienza. Saranno i rappresentanti dei loro territori in Senato e potranno incidere sulla formazione delle leggi che riguardano gli enti locali e non solo dare un parere finale a cose fatte. Io ritengo potrà essere utile, molti paesi hanno la camera degli enti locali. Se mi si chiede se sarà facile impostare quel lavoro rispondo assolutamente no, bisogna entrare in una nuova visione del modo di governare, ma lo trovo un tentativo serio di raccordare comuni, regioni e stato centrale, regioni e Unione europea; può essere un salto qualitativo del lavoro delle istituzioni. Da anni, anche nei nostri territori, non facciamo che parlare di fare “rete”, ma se lo Stato e le amministrazioni locali sono i primi a non farlo adeguatamente c’è un problema, e con questa riforma si imposta un sistema di coordinamento. La riduzione dei costi ci sarà non solo perché si riducono il numero dei parlamentari ma anche perché cambierà totalmente la struttura amministrativa del Senato. Si ridurranno apparati tecnici. Per esempio: il Senato ha 12 palazzi in gestione oltre a Palazzo Madama: saranno più che dimezzati. Il risparmio sarà evidente sia in termini di personale che nella amministrazione. Perché non si sono diminuiti i parlamentari in tutte e due le Camere in modo uguale? Perché qui si è fatta una scelta netta di funzioni diverse nelle due Camere, non di percentuali matematiche. Si è deciso di dare ad una sola Camera il ruolo di rappresentanza della Nazione, una sola che dà la fiducia al governo e per questo deve avere una rappresentanza proporzionata.

Circa poi la stabilità degli esecutivi: non le pare che – la esprimiamo in battuta, ma prenda il senso – la maggiore stabilità ce l’hanno i regimi autoritari? L’attuale inquilino di Palazzo Chigi ha ripetuto che i poteri del governo non vengono toccati nè in più nè in meno. Vero, però – dicono i soliti “gufi” – l’asserzione non è completa, non si dice tutta: perchè se diminuisci nella sostanza quelli di chi ti sta intorno il risultato è quello: di aumentare de facto il peso dell’esecutivo “che non viene toccato”. Se si considera quindi che – sempre che l'”Italicum” attuale diventi la nuova legge elettorale – il governo potrà dunque disporre di un potere maggiore, non crede che possa configurarsi uno sbilanciamento rischioso nella delicatissima interconnessione delle attività di legislatori, ministri e giudici? Non è che il potere esecutivo, emanazione teorica della maggioranza del Parlamento che è preposto al suo controllo, non prenderà di fatto il suo posto, divenendone il controllore, con tutto ciò che ne consegue (il Parlamento – leggi: chi dirige il governo – poi potrà “sistemare” il potere giudiziario, la Corte costituzionale, la presidenza della Repubblica…)? Sono timori che serpeggiano… che i famosi “contrappesi” perdano sostanza… Tutte cose senza fondamento? E poi: se le elezioni con l’Italicum determinano un partito ed un collegato candidato presidente del consiglio vincente, che così il popolo legittima direttamente come tale, che fine fa il potere che ha oggi il presidente della Repubblica di sceglierlo e nominarlo lui, il capo del governo (attuale art. 92), senza passare da una norma specifica (costituzionale)?

Io credo che la stabilità di governo sia un diritto dei cittadini che hanno votato i propri rappresentanti. Sia la legge elettorale che la riforma puntano a dare una maggiore stabilità di governo, il che significa poter fare scelte strutturali vere, quelle che servono a cambiare il paese per i prossimi decenni e non per le prossime elezioni. A questo serve la stabilità. Per quanto riguarda i cosiddetti contrappesi, con questa riforma aumentano le garanzie, non diminuiscono! Per eleggere il presidente della Repubblica serviranno nei primi scrutini i 2/3 dell’assemblea, poi i 3/5 dei votanti. Percentuale che la maggioranza da sola non avrà mai. Questo significa che l’elezione del presidente dovrà essere condivisa con le forze di opposizione. Così sarà per l’elezione del Consiglio superiore della magistratura. Il premier non potrà mai decidere solo con la sua maggioranza le più alte cariche dello Stato e degli organi di giustizia. Le garanzie per la democrazia aumentano.

Alcuni governanti ultimamente si sono “sbilanciati”: oltre a provare a procedere alla famosa “spersonalizzazione”, per cercare di ridurre i “no” a chi ha anche detto che se non passa si ritira a vita privata indipendentemente da cosa si va a votare, si sente che “sì, forse la riforma non è perfetta, si poteva scrivere meglio… magari se passerà poi si farà qualche opportuna modifica…”. Ma è uno scherzo o cosa?

Ma io non parlerei con allusioni di “alcuni governanti”… Andrei diretta: Renzi ha sbagliato a personalizzare e a legare a sè questa riforma, ancor più a paventare l’idea di lasciare la politica. Quest’ultimo è un problema solo suo. La riforma riguarda il futuro del Paese, non di Renzi. Non deve scandalizzare se si parla di riforma perfettibile. Lo disse lo stesso Dossetti parlando dei propri dubbi in merito alla seconda parte della Costituzione pur essendo in corso di approvazione. La modifica della carta Costituzionale, dopo quasi 70 anni, è un processo complesso. In questa riforma si tengono saldi i valori contenuti nella prima parte della Costituzione, quelli fondanti per la nostra Repubblica, ma si cerca di adeguare la seconda parte, quella che definisce l’organizzazione delle istituzioni, adeguandola all’evolversi del sistema istituzionale. La Costituzione, per esempio, è nata quando non c’era ancora l’Unione europea, non c’era il sistema delle Regioni, non può rimanere immobile, è cambiato profondamente il contesto. È’ complessa perché ci sono punti di vista diversi. Renzi stesso aveva proposto un’altra riforma; pensava, ad esempio, ad un Senato di sindaci. Il Parlamento l’ha cambiata, ha bocciato la sua proposta. Questo è il punto di mediazione a cui si è arrivati. Bisogna decidere se vogliamo far fallire ancora una volta il tentativo di riformarci o se accettiamo questa sfida. La legge elettorale ha un suo percorso separato, ma è stato giusto discuterlo in parallelo perché le due cose si intrecciano. Ci sono modifiche che si possono ancora fare? Si provi ad approfondire ulteriormente. Capisco i dubbi sull’idea del premio di maggioranza ad un solo partito anziché alla coalizione, ma faccio presente che le coalizioni in questo paese non sono mai riuscite a creare stabilità. Le coalizioni vanno bene per vincere le elezioni, ma non per governare. Ho vissuto in diretta l’ultimo governo Prodi: 14 partiti tenuti insieme da un accordo molto dettagliato in un plico di 240 pagine. Nonostante questo, ogni mattina, un partito della coalizione si alzava e poneva al governo condizioni di ricatto bloccando l’attività parlamentare. Infatti ebbe due anni di vita, non di più. Credo possa essere ulteriormente approfondito questo tema ma non si prenda come alibi per non votare la riforma.

Come donna da sempre di sinistra, che impressione le fa notare la spaccatura prodotta dal quesito su cui ci si andrà ad esprimere in associazioni come l’Anpi o la Cgil, storicamente legate a quell’area (per non dire nello stesso Pd)?

Naturalmente vivo male queste spaccature. Non condivido ma comprendo quando le posizioni contrarie alla riforma sono dettate dalla paura di disperdere quei valori della Costituzione, quel patrimonio così faticosamente conquistato. Mi prende invece una grande rabbia quando intravvedo delle posizioni nate da voglia di protagonismi personali, rancori o battaglie che esulano dal merito della riforma. Oggi ci vuole un grande senso di responsabilità, siamo ad un momento di grande difficoltà e abbiamo la possibilità concreta di fare un cambiamento e non solo di parlarne.

Come riflessioni conclusive cosa vorrebbe dire?

In conclusione dico che non ripongo in questa riforma effetti miracolosi, ma certamente poniamo le condizioni per istituzioni più efficienti, governi più stabili, maggiore semplificazione, più risparmi. È un passaggio decisivo e io mi auguro che ognuno si senta in dovere di entrare nel merito della proposta, di comprendere i contenuti reali della riforma. Insomma dovremmo essere di nuovo “costituenti”, di questo ha bisogno il Paese, di andare oltre i rancori, oltre le rivalse.

 

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“Dialogo quotidiano coi responsabili Anas per una statale 63 migliore”

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Bini e Cavalli

“Negli ultimi mesi abbiamo trovato una modalità di dialogo con Anas per quanto riguarda le manutenzioni della statale 63 che è fortemente migliorata rispetto agli anni scorsi. Una modalità che ci permette di collaborare meglio, con un contatto quasi quotidiano e molto positivo, perché al di là dei grandi cantieri per il miglioramento del tracciato sono assolutamente fondamentali anche le azioni di manutenzione. Credo che i risultati di questa collaborazione rinnovata siano visibili dai fruitori della statale, per cui come sindaco di Castelnovo e presidente dell’Unione dei comuni dell’Appennino voglio ringraziare per il suo lavoro il capo nucleo responsabile della manutenzione per la statale 63 dall’inizio di quest’anno, Salvatore Cavalli, e i dirigenti del Compartimento Anas per l’Emilia-Romagna: solo grazie ad un confronto di questo tipo con gli amministratori, che vivono quotidianamente i problemi e le difficoltà dei territori, è possibile intervenire nel modo migliore”.

statale-63Enrico Bini così commenta la collaborazione che si è instaurata con Anas nel periodo recente, in occasione proprio di un nuovo incontro con i tecnici Anas avvenuto in Municipio martedì. Incontri che ormai sono comunque appuntamenti regolari, di aggiornamento sui lavori in corso e da programmare.

In questi giorni tra l’altro chi percorre la statale 63 nel tratto verso l’Appennino ha avuto modo di notare diversi interventi in corso. L’Anas ha prestato attenzione alla situazione delle alberature e delle piante a bordo strada, decespugliando tutto il tracciato della statale, una operazione che quest’anno è stata potenziata rispetto agli anni precedenti. In questi ultimi giorni è in corso la realizzazione nuova pavimentazione nel tratto di Croce, appena a valle di Castelnovo ne’ Monti, che segue interventi simili condotti in altri punti che presentavano asfalto danneggiato.

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La prossima settimana Anas consegnerà i lavori di consolidamento per quanto riguarda cinque frane nel tratto di statale che attraversa il comune di Castelnovo: due in zona Terminaccio, una poco prima di Monteduro, una ancora nell’abitato del capoluogo, in corrispondenza con la zona della Mapriana, e la quinta nella zona del Boaro, dove già era stato fatto un primo intervento ma ora sarà effettuato un consolidamento ulteriore. Per lavori in programma su altre frane saranno effettuati gli appalti nelle prossime settimane e con ogni probabilità i cantieri la prossima primavera: tra queste una riguarda il tratto di Ponte Rosso dove attualmente si nota un avvallamento in corrispondenza di un tornante.

Oltre ai lavori in territorio di Castelnovo, nei giorni scorsi l’azienda nazionale delle strade ha effettuato una operazione di pulizia nella galleria del Seminario, mentre nel tratto “alto” sono stati ormai completati i lavori in territorio di Collagna, in corrispondenza degli Schiocchi e nel tratto di Piagneto, con allargamento della carreggiata, rifacimento dei sicurvia, consolidamento delle scarpate di monte.

 

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Parla dove mangi

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Al Castello di Sarzano a partire dal 23 settembre 2016, per tre venerdì dalle ore 18,30, si terrà “Parla dove mangi”, l’aperitivo in punta di lingua inglese, francese e spagnola.

Sarà possibile visitare il castello e conoscere la sua storia grazie ai brevi cenni forniti in lingua straniera. Si consiglia di portare con sé scarpe comode e torcia. L’iniziativa, a cura della Biblioteca di Casina, è gratuita. Gli incontri sono coordinati da Valeria Ronchini e si terranno con un numero minimo di 10 partecipanti.

La consumazione presso la locanda Il Falco Pellegrino è libera e a pagamento (consumazione a 10 €, che comprende una bevanda e assaggi a tema).

Di seguito il calendario degli incontri:

Venerdì 23 settembre alle ore 18,.30 – Do you cocktail?, aperitivo in punta di lingua… inglese.

Venerdì 30 settembre alle ore 18,30 – Apéro au château, aperitivo in punta di lingua… francese.

Venerdì 7 ottobre alle ore 18,30 – Tapas y cultura, aperitivo in punta di lingua… spagnola.

Per informazioni e iscrizioni (almeno una settimana prima di ciascun evento) scrivere a biblioteca@comune.casina.re.it o telefonare allo 0522 604.725.

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Il C.T.O.@Labor regala una sua opera al centro pastorale interparrocchiale

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Il C.T.O.@Labor regala una sua opera all’inaugurazione del Centro Pastorale Interparrocchiale “Don Bosco” di Castelnovo ne’ Monti.

L’evento si è tenuto lo scorso sabato, 10 settembre e ha visto la partecipazione di numerose autorità politiche ed ecclesiastiche del territorio.

I due centri C.T.O.@Labor con sede a Castelnovo ne’ Monti e Cavola di Toano hanno partecipato, donando un pannello caratteristico e realizzato ad hoc, raffigurante la Pieve di Castelnovo ne’ Monti.

Lo stesso è stato offerto in omaggio alla nuova struttura architettonica, che si prospetta come centro nevralgico delle attività, ricreative e non solo, dell’intero territorio montano.

La consegna è avvenuta per mano di alcuni ragazzi, che attualmente frequentano i C.T.O., durante la cerimonia inaugurale e nelle ore successive il pannello è stato esposto all’interno dei locali, nei quali rimarrà permanentemente in mostra.

Donazione pannello C.T.O.@LABOR a Centro Pastorale Interparrocchiale "Don Bosco" Donazione pannello C.T.O.@LABOR a Centro Pastorale Interparrocchiale "Don Bosco" Donazione pannello C.T.O.@LABOR a Centro Pastorale Interparrocchiale "Don Bosco" Donazione pannello C.T.O.@LABOR a Centro Pastorale Interparrocchiale "Don Bosco" Donazione pannello C.T.O.@LABOR a Centro Pastorale Interparrocchiale "Don Bosco" Donazione pannello C.T.O.@LABOR a Centro Pastorale Interparrocchiale "Don Bosco" Donazione pannello C.T.O.@LABOR a Centro Pastorale Interparrocchiale "Don Bosco"

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Un libro che ci riguarda

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Shady Hamadi

Shady Hamadi

Sabato 17 settembre alle ore 17.00 presso la Biblioteca di Casina, in Via Marconi 7, Shady Hamadi presenta il libro “Esilio dalla Siria” (Add editore, 2016).

Attraverso il suo personale esilio e il racconto delle traversie di un popolo che sta conducendo una lotta quotidiana contro l’indifferenza, Hamadi affronta questioni quanto mai attuali, quali identità, integralismo, rapporto tra le religioni, libertà e lotta contro la dittatura.

L’evento è a cura dell’Associazione culturale 25a Ora, con la collaborazione della libreria Mondadori, l’erboristeria l’Incanto di Castenovo ne’ Monti e la Nuova Tipolito di Felina.

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Shady Hamadi è nato a Milano nel 1988 da madre italiana e padre siriano. Fino al 1997 gli è stato vietato di entrare in Siria in seguito all’esilio del padre Mohamed, membro del Movimento Nazionalista arabo. Con lo scoppio della rivolta siriana contro il regime di Bashar al-Assad nel marzo 2011, Hamadi diventa un attivista per i diritti umani e un importante punto di riferimento per la causa siriana in Italia. Ha all’attivo due libri, “La felicità araba” ed “Esilio dalla Siria”, entrambi pubblicati da Add editore. Collabora con Il Fatto Quotidiano.

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L’assessore agli studenti che cominciano l’anno scolastico

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Il vicesindaco e assessore alla cultura castelnovese Emanuele Ferrari ha inaugurato, nell’anno di insediamento, 2014, l’uso di inviare una lettera di inizio anno scolastico (“messaggio in bottiglia”, lo chiama) agli studenti. Quest’anno per la terza volta la cosa si verifica e quel che segue è il testo 2016-17.

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Quando ricomincia un anno scolastico mi capita spesso, appena prima, quei giorni di settembre dove le scuole si popolano di insegnanti alla ricerca dei fantasmi dei loro studenti, mi capita dicevo di andare alla ricerca, provare a ricordarmi qualche frammento di frase, dell’anno precedente, di quello appena passato.
Così quest’anno mi è tornata in mente la frase, più volte scritta in diversi temi in classe, di uno che certamente è stato e forse è ancora un mio studente (anche se forse sarebbe più corretto dire: io sono stato e ho provato a essere un suo insegnante).

Questa frase dice: vorrei diventare una persona migliore.

Ecco oggi, se mi chiedessero perché si va a scuola, da studenti e da insegnanti, mi sembra proprio che questa frase è quella che mi convince di più.
Si viene, si sta a scuola per diventare persone migliori.

Poi mi è venuta in mente un’altra cosa, di quelle che non sai perché vengono in mente proprio in un determinato momento, quasi subito dopo questa faccenda del Diventare migliori, una cosa che forse potrei chiamare anche Istruzioni provvisorie per il NON uso del bianchetto a scuola.

Infatti mi sono ricordato che quasi sempre, all’inizio di ogni anno scolastico, dico a tutti gli studenti che quando fanno il tema, quando si mettono a scrivere, preferirei, anzi vorrei proprio che non usassero il bianchetto, che non perdessero tempo a cancellare, a nascondere, a mettere una mano di bianco sui loro errori.
Perché gli errori sono importanti, mi sento dire loro, e la scuola è uno di quei posti dove si impara anche dagli errori, dove si impara a sbagliare, e se uno non sbaglia c’è anche il caso che non possa proprio imparare niente.
E allora diventa importante che uno, alla fine di un lavoro di scrittura per esempio, possa guardare il foglio e possa vedere subito le cancellature, le righe tirate sopra le parole, quante volte e dove gli è capitato di ritornare sulle parole scritte, quante volte e dove gli è capitato di cambiarle, di scegliere un’altra strada, di proseguire oltre o altrove, per diventare una persona migliore.

Così adesso mi viene da pensare che a scuola, ma forse non solo a scuola, per diventare persone migliori bisogna imparare a sbagliare, bisogna non avere paura di guardare in faccia i propri errori, bisogna partire proprio dagli errori, per diventare davvero persone, per diventarle migliori.

Che bello mi sono detto allora, alzarsi al mattino e poter dire Vado a scuola, vado a incontrare della gente che mi insegna a sbagliare, che mi insegna a guardare in faccia i miei errori e che a partire da quelli mi aiuta a diventare una persona migliore.

Che bello pensare che anche un insegnante, ma forse non solo loro e forse non solo nella scuola, può essere o diventare una persona migliore proprio perché sbaglia, accetta di sbagliare e da questa faccenda lì, di sbagliare e di fallire, inizia un altro cammino, cambia strada, si carica il fagotto degli errori sulle spalle e va oltre, va altrove, diventa davvero una persona migliore, forse solo così diventa anche una vera persona.

Come in quel racconto di Samuel Beckett dove a un certo punto un personaggio dice: Ho provato, ho fallito. Non importa. Riproverò. Fallirò ancora. Fallirò meglio.

Quel meglio lì, quel diventare migliori nel continuare a fallire, nel provarci ancora, mi sembra proprio la vera forza della nostra fragilità.

La dimora più vera della nostra umanità.

Buon anno scolastico a tutti.
 Buoni errori.
 Buon diventare migliori.

(Emanuele Ferrari)

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Pecorino dell’Appennino Reggiano eccellente, ma quanta burocrazia

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La fattoria di Tobia -tarabelloni-valle-dei-cavalieri-e-gabriele-arlotti

La fattoria di Tobia -tarabelloni-valle-dei-cavalieri-e-gabriele-arlotti

“Produzione unica e inimitabile: il Pecorino dell’Appennino Reggiano è un prodotto eccellente, fatto da mani esperte che lamentano però problematiche burocratiche, rigide normative sanitarie e difficoltà di accesso nelle vie di comunicazione. Ad oggi, a Reggio Emilia, sono tre le aziende, con addetti con un’età media di soli 43 anni (la metà donne) che lo producono nel rispetto del disciplinare promosso dal Consorzio Conva (per la valorizzazione dell’attività di impresa)” a parlare è il presidente dello stesso consorzio, Gabriele Arlotti.

“Fare questo formaggio – le sue origini risalgono a prima dell’anno Mille -, oggi è molto faticoso, le risorse sono poche ma resistiamo per il nostro attaccamento all’Appennino e la sostenibilità di un processo rurale”, affermano all’unisono le tre società agricole attive in questa produzione: La Maestà di Casina, La fattoria di Tobia di Villa Minozzo e la Valle dei Cavalieri residente al Ventasso.

Pecorino dell'Appennino reggiano

Pecorino dell’Appennino reggiano

La prima indagine conoscitiva sulla produzione di Pecorino dell’Appennino Reggiano, promossa nel 2016 dal Conva, scatta una fotografia su questa tipica produzione di montagna, a sedici anni dalla prima attività di recupero sul prodotto. Un’attività all’epoca finanziata da Provincia di Reggio Emilia, con gli assessorati Prandi e Rivi, e Gal Antico Frignano e svolta in collaborazione con l’Università di Bologna. Ad oggi nessuna risorsa è dedicata in specifico alla tutela e promozione di questo prodotto. Eppure, questo pecorino è inserito dal 1999 nell’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali della Regione Emilia Romagna, è presente nella Guida Touring del Parco Nazionale dell’Appennino e ha molte richieste che esauriscono la produzione che deriva da oltre 700 quintali annui di latte ovino trasformato.

Succiso. Produttore di pecorino dell'Appennino reggiano

Succiso. Produttore di pecorino dell’Appennino reggiano

“Tra i dati interessanti – spiega Arlotti – emerge la giovane età e il sesso dei titolari o operati delle tre società agricole che, nel complesso, allevano 650 capi (oltre un terzo delle pecore da latte presenti sul territorio). L’età media è di appena  43 anni rispetto ad una media nazionale molto più alta, mentre le donne sono la metà. Si segnala un caso, quello di Tobia Zagnoli, che ha rinunciato a un comodo lavoro da architetto pur di fare il sogno di una vita. Certo, stiamo parlando di un manipolo di produttori, una decina, che – oltre a chi fa il formaggio per consumo familiare – lo produce in un apposito laboratorio autorizzato. Eppure, è grazie a loro se oggi è possibile trovare sul mercato questo formaggio prodotto fatto solo latte di pecora (Sarda e Lacauna le razze utilizzate) con sale, fermenti naturali, caglio”.

Gregge PecoreDue i tipi di pecorino prodotto: a pasta tenera da latte pastorizzato, da consumarsi dopo uno o due mesi di stagionatura (etichetta marrone), e a pasta semidura da latte crudo da consumarsi solo dopo una stagionatura di almeno tre mesi (etichetta nera), ma che può raggiungere anche l’anno.

Nell’indagine conoscitiva emerge che la maggior parte delle vendite, effettuate dalle aziende, avvengono principalmente al dettaglio e nei mercati. Un’azienda rifornisce anche supermercati.

Tra le problematicità rilevate dal produrre in Appennino tutte le aziende denunciano la rigidità delle normative sanitarie, quindi la burocrazia, la viabilità e, solo in ultimo, l’elevato costo delle materie prime.

 

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“Le promesse sono state disattese”

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Riceviamo e pubblichiamo.

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Scuola primaria di Minozzo

Scuola primaria di Minozzo

Siamo un gruppo di genitori dei bambini della primaria e dell’infanzia di Minozzo preoccupati e indignati da alcuni cambiamenti con cui si è aperto l’anno scolastico. Nei mesi scorsi l’amministrazione comunale ha proposto una riforma del tempo scuola accorpando il plesso di Villa a quello di Minozzo ma, sottoposta a votazione delle famiglie coinvolte, ha dato esito negativo. In seguito, per permettere ai genitori di scegliere tra monoclasse (a Villa) e pluriclasse (a Minozzo) – e invogliare le famiglie a iscrivere i bambini a Villa, sottolineiamo – ha eliminato i bacini d’utenza, promettendo il servizio trasporti a tutti e in tutte le direzioni, sia verso Asta e Minozzo sia verso Villa. L’intento era scongiurare la formazione di una pluriclasse in prima a Villa, perché l’anno precedente se ne era già venuta a formare una che non aveva funzionato bene. Invece a Minozzo e in Asta le pluriclassi esistono da anni e hanno sempre dato buoni risultati. Preoccupati dalla possibile formazione della pluriclasse a Villa, alcuni genitori hanno inviato una lettera/petizione al Comune che l’ha presa in considerazione, cercando una soluzione, che però ha finito per svantaggiare altri.

Il risultato è stato che, a una settimana dall’inizio della scuola, alle famiglie dei bimbi frequentanti l’infanzia di Minozzo è stato comunicato che per 3 giorni su 5 il servizio trasporti si sarebbe adeguato a quello della primaria: quindi chi non può andare a prendere i figli deve farli tornare a casa alle 13 anziché alle 16, in assenza del servizio pomeridiano. In questo modo non solo sono stati messi in difficoltà i genitori ma viene anche leso il diritto dei bambini a frequentare la scuola dell’infanzia 40 ore a settimana come i loro compagni che non hanno necessità di trasporto. Inoltre, ai genitori che usufruiscono del servizio trasporti solo al mattino è applicata l’intera tariffa. Il Comune ha rifiutato di applicare una riduzione. Le famiglie si ritrovano a dover pagare per intero un servizio di cui non possono usufruire a pieno. Molte stanno valutando di iscrivere i propri figli in altri comuni.

Fino all’anno scorso, quando venivano rispettati i bacini d’utenza, mantenuti con tanta fatica dalle amministrazioni precedenti per tenere in vita anche i plessi e i paesi limitrofi, il servizio trasporti era garantito a i tutti bambini dell’infanzia e funzionava molto bene.

Noi genitori siamo indignati perché, per esaudire il desiderio di alcuni genitori si è finiti per accontentarne pochi scontentando molti, togliendo una parte di servizi indispensabili e mettendo in difficoltà famiglie che abitano in zone periferiche che andrebbero invece aiutate.

Uscita bimbi dalla scuola di Minozzo

Uscita bimbi dalla scuola di Minozzo

L’amministrazione si vanta tanto di un potenziamento, ma per logica “potenziare” significa “aggiungere” non “togliere”. Il servizio trasporti era stato promesso a tutti, invece è stato ridotto dove era essenziale e dato dov’è superfluo.

Sembra che, per rafforzare  il plesso di Villa, l’amministrazione voglia fare morire a poco a poco il territorio circostante. Il servizio trasporti deve essere garantito indipendentemente dal numero dei bambini, anche fosse uno solo, perché nessuno deve essere considerato cittadino di serie B.

Scriviamo questa lettera perché, mancando un’opposizione consistente in Comune da quando sono entrati quasi tutti in maggioranza, non abbiamo chi ci rappresenti per far sentire la nostra voce e fare valere i nostri diritti.

(Un gruppo di genitori)

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L’Abete bianco cresce vigoroso

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Il logo del micronido Abete bianco

Il logo del micronido Abete bianco

“L’Abete bianco? cresce vigoroso”. Il vicesindaco Sara Govi annuncia con soddisfazione il successo del micronido comunale “Quest’anno – spiega – ha raggiunto la sua ricettività massima, che è di quattordici bambini. Sono quasi triplicati rispetto al 2013, anno di apertura, confermandosi così un servizio prezioso a supporto delle famiglie più giovani presenti nel nostro territorio”.

La struttura, riservata ai piccoli dai dodici ai trentasei mesi, ha sede nell’istituto scolastico comprensivo del capoluogo.

 “Per fare fronte alle accresciute richieste, e anche in considerazione del fatto che la maggior parte dei partecipanti ha da poco compiuto dodici mesi – continua il vicesindaco – l’amministrazione ha provveduto a integrare le somme stanziate nel bilancio pluriennale e ha appaltato la gestione del micronido per i prossimi due anni, rinnovabile per il terzo. La gara pubblica è stata vinta dalla cooperativa sociale Coopselios, che si era già aggiudicata la conduzione della struttura nelle precedenti annualità”.

L’Abete bianco resterà aperto fino al 30 giugno prossimo, sia al mattino che al pomeriggio, per otto ore al giorno, dal lunedì al venerdì.

Sara Govi, vice sindaco di Villa Minozzo

Sara Govi, vice sindaco di Villa Minozzo

“Le condizioni che abbiamo posto nel bando, assieme alla indubbia esperienza di Coopselios, azienda leader nel settore – rileva inoltre Sara Govi – ci consentono di affermare che è garantito un servizio di elevata qualità a fronte di un costo per le famiglie tra i più contenuti a livello provinciale. Per noi è infatti strategico supportare i nuclei familiari più giovani affinché, seppur lavorando anche lontano da casa, restino sul territorio e investano sul futuro della montagna. Grazie al micronido hanno la certezza di lasciare i propri bambini in un posto sicuro, accogliente ed educativo. Ai genitori abbiamo inoltre proposto, in continuità, un campo estivo per il mese di luglio. Le adesioni saranno raccolte nelle prossime settimane”.

Conclude il vicesindaco Govi: “Siamo molto orgogliosi di questo risultato, che significa anche tre posti di lavoro in più nel villaminozzese, tra cui due insegnanti. Siamo convinti che l’Abete bianco sia uno dei punti di forza da cui ripartire per dare una scossa alla situazione di abbandono del nostro Appennino. Infine la riorganizzazione della scuola materna e primaria, dovuta alla presenza di un numero limitato di studenti, disseminati su ben diciannove frazioni e suddivisi su tre plessi scolastici, pone la necessità di ripetuti interventi pure sui servizi accessori, cioè mense e trasporti. Su questo fronte stiamo lavorando nell’ottica di un costante miglioramento, anche grazie agli essenziali suggerimenti e contributi delle famiglie e dell’istituzione scolastica”.

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Quaranta anni: la casa della carità di Busana ricorda la propria fondazione e fa festa

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Da sx: sr. Patrizia e sr. Eleonora (Foto Redacon)

Quaranta e passa. Almeno ci si augura. Quaranta sono gli anni che ha festeggiato la casa della carità di Busana, all’insegna dell’allegria in una festa che si è svolta l’altro ieri, lunedì 12 settembre.

Nel pomeriggio, dopo la celebrazione della S. Messa, tante persone, volontari vecchi e nuovi e amici vari e ovviamente gli ospiti, si sono ritrovate per un simpatico conviviale, in cui non sono mancati assaggini & assaggioni e la musica, proposta da Emilia, eclettica ospite, che ha dato vita al pianoforte.

emilia

Emilia

La casa vede attualmente come responsabile sr. Eleonora, coadiuvata da sr. Patrizia. In un’atmosfera accogliente si è brindato all’anniversario, con l’auspicio che questa realtà ormai ben radicata e punto di riferimento in Appennino possa proseguire la sua missione ancora per tanto tempo a venire.

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Da sx: Virginia e Nilde

Certamente questa sarebbe la speranza di quel don Trentino Simonazzi, compianto parroco di Busana, che questa realtà volle e per cui diede tutto.

Un bell’album approntato per l’occasione da Daniela ripercorre con immagini e brevi didascalie e titoli la storia della casa da quel 1975/76 in cui sorse.

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“Lupi arrivano a ridosso delle abitazioni”

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cappuccetto-rossoVoglio denunciare quanto è accaduto la mattina di venerdì 2 settembre a pochi metri dalla casa di nostra proprietà sita in una piccola frazione nel comune di Castelnovo ne’ Monti, dove la nostra famiglia risiede durante tutto il periodo estivo: la nostra cagnolina di 14 anni, sterilizzata e microchippata, è scomparsa nel giro di pochi istanti dal cortile antistante l’abitazione, subito dopo essersi udito un sonoro guaito.

Successivamente a minuziose ricerche siamo venuti a conoscenza da altri abitanti della zona che da più di 1 anno il luogo è popolato da lupi o canidi selvatici che attaccano e divorano i cani domestici, anche in pieno giorno e, notizia ancor più sconvolgente, che arrivano a spingersi a ridosso delle abitazioni o addirittura all’interno di una proprietà recintata; i casi sono numerosissimi, la situazione và avanti da più di un anno.

Nessuno (Comune, Provincia, ecc.) si è preoccupato perlomeno di avvisare i cittadini che esiste questo “pericolo”. Attualmente si è costretti a tenere i cani domestici in casa; mancando anche questo cibo, dovremmo aspettarci attacchi all’uomo?

Che differenza c’è tra un cane di media taglia e un bimbo di 3/4 anni?

La nostra preoccupazione, oltre che per i nostri animali, è anche per i nostri bambini: se questi animali selvatici si spingono fino ai cortili delle case e attaccano i nostri cani, quando troveranno un bambino cosa faranno? Non sto parlando di sterminare una specie protetta che vive sull’Appennino da sempre, ma di mettere in sicurezza, da animali pericolosi, una zona antropizzata dove si pagano le tasse da sempre.

Ma adesso arriva il bello…

Abbiamo inoltrato al Comune di Castelnovo ne’ Monti, nonchè alla Polizia municipale, numerose segnalazioni via mail e presentato petizioni con raccolte di firme, ma ad oggi (quasi un anno) non abbiamo avuto nessuna risposta scritta, tantomeno nessuna azione concreta per risolvere il problema, l’unica cosa che sono capaci di dirci (a voce soltanto) è che il lupo è un animale protetto e non si può fare nulla. Neanche le nostre richieste di mettere magari più illuminazione in questi paesini è stata presa in considerazione. Siamo disperati per i nostri animali, preoccupati per i nostri bambini arrabbiati e delusi per l’abbandono totale da parte delle istituzioni!

(Arena)

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Si frattura dopo una caduta scendendo dal Ventasso: donna soccorsa e portata in ospedale

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soccorso-alpino-sul-ventassoIntervento nel primo pomeriggio odierno per la Stazione “Monte Cusna” di Reggio Emilia del Corpo nazionale di soccorso alpino e speleologico, che si è trovata ad operare in una difficile operazione sanitaria per prestare aiuto ad una escursionista infortunata.

La donna, una sessantaquattrenne residente a Bibbiano, era in compagnia di tre amici e stava scendendo dalla sommità del Monte Ventasso. Durante la discesa, che avrebbe dovuto ricondurre la comitiva all’automobile a valle, la donna è  caduta, accusando un forte dolore alla caviglia. Gli amici, vedendo la donna dolorante, si sono da subito resi conto che non si trattava di una semplice distorsione, quanto piuttosto una sospetta frattura dell’arto inferiore.

Hanno quindi subito avvertito la centrale operativa 118 Emilia ovest, che ha inviato immediatamente sul posto i tecnici del Soccorso alpino di Reggio Emilia, l’ambulanza dell’assistenza pubblica di Busana ed ha fatto alzare in volo l’elisoccorso di Pavullo nel Frignano, con a bordo personale medico, infermieristico e tecnico del Soccorso alpino.

Le squadre di terra hanno raggiunto la donna, a quota 1500 metri circa, e l’hanno immobilizzata nell’attesa dell’elicottero: una volta arrivati sul posto, i sanitari di EliPavullo hanno constatato la severità della frattura e hanno optato, dopo aver imbarcato a bordo la sfortunata escursionista, per il trasporto diretto fino all’Ospedale S. Maria Nuova di Reggio Emilia.

 

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Internet, ormai l’acquisto online è la scelta di molti

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Internet. E’ di questi ultimi giorni la notizia che il colosso della vendita online, Amazon, sta iniziando a installare in alcune regioni del Nord Italia, gli Amazon Locker.

Di cosa si tratta?

Su WebNews.it si legge: “Gli Amazon Locker sono dei punti di ritiro self-service già ampiamente utilizzati all’estero che permettono di semplificare le modalità di consegna rendendo, così, l’esperienza di shopping online ancora più semplice e comoda. Gli acquirenti, infatti, potranno andare a ritirare direttamente i prodotti ordinati senza dover dipendere dalle tempistiche dei corriere spedizionieri. I Locker, in buona sostanza, sono degli speciali armadietti dove gli acquirenti potranno ritirare il prodotto acquistato semplicemente inserendo un loro codice personale. I nuovi punti di ritiro sono stati installati a Torino, Milano, Alessandria, Asti, Novara e in altre 38 città in Lombardia, Piemonte e Veneto all’interno dei punti vendita U2 Supermercato ed Unes e presso le stazioni di servizio della compagnia petrolifera Repsol…”

(Amazon Locker, punto di ritiro)

(Amazon Locker, punto di ritiro)

Quando ordini e scegli di ritirare presso una “cassetta”, ti viene data una password per aprirla. Hai tempo tre giorni per prendere la merce, e se ti dimentichi, o ti sei pentito? Nessun problema, Amazon riprende la merce e ti rimborsa la somma sostenuta, non è fantastico?

Forse non tutti sanno che Amazon, da un paio d’anni, ha reso disponibile il ritiro dei propri prodotti, presso gli uffici postali, tutti quelli dislocati nel territorio nazionale.

Al momento dell’acquisto, puoi interrogare la mappa intorno a te e selezionare a quale ufficio fare pervenire la tua merce. Il servizio non è sempre disponibile, ne ignoro il motivi, probabilmente non lo è con tutti gli spedizionieri espressi che utilizzano i venditori affiliati ad Amazon.

poste-italianeQuanti di noi hanno qualcuno sempre a casa, pronto a ritirare il pacco di Amazon? Quanti possono riceverlo nella azienda per cui lavorano? L’ufficio postale è aperto anche nella pausa pranzo, puoi mandare un parente, un conoscente, se lo hai deciso al momento dell’acquisto.

Poi non possiamo non menzionare il servizio Prime, sottoscrivi per pochi euro all’anno questo abbonamento, tantissimi prodotti hanno la dicitura Prime, significa che ricevi la merce in 24 ore, senza spese di spedizione, tranne alcuni casi.

(Ufficio postale)

(Pacco prime)

Questa estate, in vacanza, avevo bisogno di acquistare un tutore, non era disponibile nel negozio della piccola isoletta, ma su Amazon sì, il giorno dopo l’ho ricevuto in hotel.

Idem per un filtro fotografico con cui mia moglie desiderava fare delle foto all’alba, desiderio esaudito ordinando alle 15,00 e ricevendolo a pranzo del giorno dopo.

(Drone Amazon)

(Drone Amazon)

Si è anche vociferato dei famigerati Droni Amazon, che avrebbero invaso i cieli, ma ancora non ne abbiamo udito il ronzio, penso che sarebbe un traffico davvero molto pericoloso e difficile da gestire.

Cosa accomuna queste iniziative che il fondatore di Amazon, Jeff Bezos, sempre inventa?

La velocità, azzerare il tempo tra la decisione di comprare e la consegna.

Internet è la più ampia e completa vetrina del mondo, trovi tutto e prima che nei negozi fisici, i confini geografici sono spariti, è un commercio globale.

Ma oggi non siamo più disposti ad aspettare, un tempo ci volevano giorni per maturare la decisione di acquistare un nuovo Walkman apparso su un settimanale, una TV a colori, sentendo che iniziavano le prove tecniche di trasmissione, l’ultimo libro dell’autore preferito veniva presentato alla stampa, dopo qualche giorno entrava nelle librerie, ci passavi e lo vedevi, una torre che copriva metà della vetrina…

Il tempo per gli acquisti forse si è ridotto, per cui quei pochi attimi che possiamo spendere per farli, devono essere risolutivi.

Poco tempo per aspettarlo, lo compri all’ultimo minuto, o al primo pensiero, lo vuoi immediatamente.

A luglio, prima delle vacanze, un collega, ha deciso di acquistare l’Apple watch, pochi giorni dopo doveva partire, ci siamo precipitati in una nota catena di negozi, lo vede nell’espositore, il ragazzo addetto a quell’area va in magazzino ma torna a mani vuote, quello con cinturino azzurro era finito, l’espositore era inviolabile.

La reazione del mio collega quale è stata? “Basta, niente, mi è passata la voglia di comprarlo!”

Torniamo in ditta, abbiamo ancora un po’ di pausa, insisto… “Dai, non ti rassegnare, guardiamo su Internet, oggi è mercoledì, abbiamo due giorni per riceverlo”.

Cerca… cerca, trovo un’altra catena che lo offre scontato con ritiro presso la sede della tua città, Modena compare, se lo ordini te lo fermano e lo ritiri quando vuoi, anche dopo il lavoro.

Ordiniamo, carta di credito in mano, alle 17,30 scappa e va al negozio, alle 18 mi manda la foto con l’orologio al polso.

Anche a me capita troppo spesso di fare acquisti lampo, avere Internet ti permette di agire sul nascere, non avere ripensamenti, sapere che puoi avere qualcosa che magari mai troverai nel negozio che abitualmente frequenti, nessun bisogno di entrare, chiedere, uscire sconsolati. Cambi sito fin che non trovi quello che vuoi.

La velocità di consegna, unitamente a un catalogo paragonabile alla biblioteca di Alessandria, è il successo per vendere.

Con Internet compro molto di più, di tutto, anche la lavatrice, fino ad ora l’oggetto più grosso acquistato online.

Amazon ha saputo interpretare o modificare le nostre abitudini.

Quale sarà il prossimo passo di Jeff Bezos?

Io credo che saremo noi stessi a postare i pacchi in giro e consegnarli ai rispettivi destinatari dell’acquisto!

Vedremo, non ci vorrà molta attesa, la stessa che ci resta da quando si punta il mouse su buy, a quando firmiamo sul terminale mobile del corriere.

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Aspettando la Fiera: due iniziative lunedì 19 e martedì 20

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544° Fiera di San Michele. Piazza GramsciI giorni principali della Fiera di San Michele quest’anno saranno sabato 24, domenica 25 e lunedì 26 settembre, ma, come da tradizione, la Fiera vedrà diversi eventi anche nei giorni attorno a questi tre.

Si comincia infatti già ad inizio settimana con alcune iniziative di spessore. C’è attesa per un appuntamento che ormai è immancabile e che si svolgerà lunedì 19 settembre: il concerto alla Latteria Sociale del Fornacione, che vedrà protagonista alle ore 21 la formazione “Tristangostrio”, con la partecipazione dei ballerini di Tango Loco. Il concerto sarà un omaggio ad Astor Piazzolla, con un excursus tra suoi brani celebri ed altri classici argentini, proposti da Andrea Gualtieri (pianoforte), Andrea Medici (clarinetto) e Lorenzo Munari (bandeon).

Le melodie di Piazzolla sono entrate a pieno diritto nella sfera importante della musica, il tango e le milonghe trasformate ed elevate a forma d’arte mantengono sempre un elemento di passionalità, nostalgia e struggimento che sondano a fondo i sentimenti dell’animo umano. Bandoneon, pianoforte e clarinetto rievocano queste sensazioni che il grande compositore argentino ha reso immortali. La serata alla Latteria di Felina vedrà anche la presenza di coppie di ballerini specializzati nel tango argentino, che danzando renderanno figurate le atmosfere classiche vissute nei bordelli e nei caffé di Bueonos Aires di inizio Novecento. Al termine del concerto, che sarà ad ingresso libero, ci sarà un rinfresco offerto dalla Latteria del Fornacione.

Una serata a tema culturale, ma anche divertente e coinvolgente, è in programma anche martedì sera, dalle 21 al foyer del teatro Bismantova: “Nutriamo il cervello con le vie della creatività” è il titolo della serata, organizzata da Legambiente Appennino, che vedrà gli interventi del sindaco Enrico Bini e della presidentessa di Legambiente Appennino, Nuccia Mola. Sarà poi presentato il libro “Memoria & Cucina” di Roberto Mercati, un manuale per lo sviluppo di attenzione, memoria e creatività applicata all’hobby della cucina, alla presenza dell’autore.

Ospite d’eccezione sarà la cantante Marina Ligabue, che presenterà il suo nuovo cd di musica celtica “Canossa Land”.

A condurre la serata sarà il medico e nutrizionista Laura Magnani.

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Castelnovo ne’ Monti / September Choral Festival

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“Guarda che nuvolacce”, “Senti che aria fredda”, “Cade qualche goccia”, “Che dite, si va o non si va?”. Ieri il tempo non sembrava proprio dare molte speranze, ma alla fine un risoluto “Si va!” ha dato ufficialmente il via al September Choral Festival, primo festival corale giovanile organizzato dalla Compagnia PiccoloSistina, in collaborazione col Coro Bismantova.

L’evento, organizzato per festeggiare i dieci anni di attività della compagnia e animare il nuovo centro pastorale interparrocchiale appena inaugurato, ha visto l’esibizione di tre cori di ragazzi provenienti da diverse regioni della penisola, per una giornata all’insegna della musica, dell’accoglienza e del divertimento.

La giornata è iniziata proprio nel centro pastorale, dove in mattinata i coristi provenienti da fuori sono stati accolti e ospitati sia per la colazione che, dopo aver partecipato alla S. Messa delle 11,30 nella chiesa della Pieve, per il pranzo.

Ma il festival vero è proprio si è svolto a partire dalle 15, quando quel risoluto “Si va!” ha dato inizio alla sfilata dei cori che dai giardini pubblici si sono diretti nel centro storico, preceduti dalla musica della Banda di Felina e accompagnati dagli amici e dai semplici curiosi che via via incrociavano i loro passi. È stato quindi il momento delle esibizioni dei cori ospitati, tutti introdotti dalla Compagnia PiccoloSistina.

In piazza della Luna è stato il turno del Coro Giovanile Pistoiese, piccolo ma affiatato gruppo di ragazzi della città toscana che ha offerto all’ascolto musiche italiane, e non solo, spazianti dal Cinquecento all’Ottocento.

Piazza dell’Unità è stata invece teatro della performance del Cor de’ Vocali di Parma, che ha presentato brani per lo più vicini al genere pop e musical.

In seguito il Coro Cantering di Roma (che i nostri avevano già conosciuto l’anno scorso alla rassegna corale del coro Bismantova) ha visto il suo concerto in piazza delle Armi interrotto da una pioggia che ha costretto a spostare l’esibizione al centro pastorale; l’imprevisto non ha però impedito al pubblico di apprezzare l’esibizione del coro proveniente dalla capitale, centrata su canti della tradizione popolare di diverse regioni. Il festival è poi proseguito con un piccolo concerto di tutti e quattro i cori, quasi una sorta di staffetta musicale, conclusosi con due brani eseguiti contemporaneamente dai quasi cento ragazzi presenti che hanno entusiasmato l’intera platea all’ascolto.

La serata è infine terminata con un buffet aperto a tutti, che ha permesso di stringere ancora di più i legami creatisi tra i giovani nell’arco dell’intera giornata.

Per la Compagnia PiccoloSistina è stata una grandissima soddisfazione vedere la collaborazione e il sostegno ricevuti per la realizzazione di questo festival, e intende rinnovare i suoi sentiti ringraziamenti agli enti locali, agli sponsor e a tutti coloro che hanno contribuito alla buona riuscita della manifestazione. Inoltre, anche grazie alla carica e all’entusiasmo con i quali i cori ospiti hanno impreziosito la giornata, spera di poter ripetere quest’evento per il prossimo anno e, chissà, renderlo un appuntamento costante del panorama artistico e musicale del nostro territorio.

(Matteo Genitoni)

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100 Parole: il mondo come non me lo aspettavo / La pizzaiola di Dubrovnik

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100 Parole: il mondo come non me lo aspettavo

La pizzaiola di Dubrovnik

Bandiera della Croazia

Bandiera della Croazia

Partecipavo ad un evento di formazione nell’enclave sud della Croazia.

500 partecipanti.

Pausa pranzo vado in pizzeria. Sono il primo ad entrare.

Mi siedo al tavolo ed ordino.

In 10 minuti la sala si riempie. Un signore tedesco mi chiede di condividere il tavolo. È l’ultimo posto libero.

D’accordo. Mangio. Finisco. Vado a pagare il conto.

La signora mi mette in conto anche la pizza del tedesco. Le dico che non conosco il tedesco.

Si imbestialisce. Urla: “A Dubrovnik il conto è sempre per tavolo. Non si divide mai!”.

Poi va via. Il cameriere mi dice: “Ti rifaccio il conto separato.”.

Pago la mia pizza e non ci torno mai più.

Raccolta di 100 Parole

* * *

Rubrica a cura di Stefano Virgilli, montanaro di origine e cittadino del mondo.

Stefano Virgilli

Stefano Virgilli

Stefano è nato e cresciuto a Castelnovo ne’ Monti, distinguendosi come grafico e formatore Adobe fino al 2005. Dal 2006 al 2012 ha abitato a Singapore dove è cresciuto professionalmente alla velocità che solo l’Asia garantisce. Ha fondato un’azienda globale chiamata VoxLab ed è diventato il docente Adobe più certificato al mondo. Ha anche scritto un libro in inglese dedicato ai processi creativi dal titolo: “The promise of Empty Spaces” in vendita su Amazon. Dal 2012 abita a lavora in medio oriente dove opera come consulente e direttore di una holding di piccole aziende. Nel 2016 è stato nominato mentore per le piccole medie imprese nel sultanato dell’Oman ed ha recentemente relazionato alla famosa conferenza internazionale TEDx parlando di trend nella comunicazione. Stefano è spesso impegnato in attività di divulgazione partecipando come relatore a fiere internazionali, docente in colleges, università e politecnici in giro per il mondo, scrittore di articoli per giornali internazionali, e attività imprenditoriali in Africa, Medio Oriente e Sud Est Asiatico. La sua grande passione sono i viaggi, e il suo ultimo progetto è la sfida di visitare 150 paesi nei prossimi 10 anni.

In questa rubrica, “100 Parole”, Stefano condivide pensieri brevi sui posti visitati dove l’aspettativa e l’esperienza non sono state proprio allineate. Un appuntamento ricorrente fra il serio ed il faceto con il “travelpreneur” di casa nostra.

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Ciano, corso per la lavorazione del vimini

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viminiLa “Nuova pro loco di Ciano d’Enza”, in collaborazione col Comune di Canossa, ha organizzato un corso per la lavorazione dei vimini. Per il Comune matildico questa rappresenta una lavorazione artistico-artigianale storica e particolarmente caratteristica, un tempo estremamente florida e fonte di reddito per molte famiglie. Gli artisti locali ricevono numerosi inviti a partecipare a fiere, mercati e manifestazioni varie, non solo nel reggiano ma anche fuori regione. L’edizione 2016 rappresenta, per questa realtà, la quattordicesima (la prima risale a una ventina di anni fa).

Lunedì 26 settembre p.v., alle 20,30, presso il Teatro Matilde di Canossa a Ciano d’Enza vi sarà la presentazione dell’iniziativa, con proiezione di filmati e interventi delle autorità e degli insegnanti locali. Le lezioni (otto in totale), che si terranno al lunedì sera a Ciano d’Enza presso la sede delle associazioni (Casa degli alpini), partiranno il 10 ottobre.

Per informazioni e per scaricare il modulo di adesione, visitare la pagina Facebook della “Nuova pro loco di Ciano d’Enza” oppure rivolgersi ai seguenti contatti: 0522 878.112 (tel e fax); 333.13.33.306; prolococianodenza@gmail.com. Costo del corso (comprensivo anche del materiale): € 80,00.

 

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Trail della Pietra 2016, classifica e gallery

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Trail della Pietra 2016Domenica 18 settembre si è conclusa la 2 edizione del trail della Pietra con grande soddisfazione degli organizzatori dello Stone Trail Team Castelnovo ne’ Monti, con quasi 200 partecipanti provenienti da diverse provincie e anche da regioni vicine.
Quest’anno  al percorso di 22 km si è aggiunto uno più corto da 13 km, oltre ad un mini trail svoltosi nella pineta di monte Bagnolo, dove hanno gareggiato oltre 30 bambini divisi in 3 categorie.
Gli organizzatori dello Stone Trail Team (che devolverrano 2€ per ogni iscritto alle popolazioni terremotate del centro Italia) ringraziano tutti i volontari che hanno prestato servizio lungo il percorso, il comune di Castelnovo ne’ Monti, la Polizia municipale, il Corpo forestale, gli Alpini della Protezione civile, Croce verde, Soccorso alpino, Uisp,  i fotografi di Modenacorre, podisti.net, Circolo arci Costa de Grassi, tutti gli sponsor privati e tecnici.
A livello sportivo grande prova degli atleti di Castelnovo ne’ Monti.
Prima della gara è stato celebrato il runners locale dello Stone Trail Team: Pinelli Fabio, per il grande risultato ottenuto ai campionati mondiali di corsa in montagna svoltosi a Susa il 28 agosto scorso,  nel quale si è aggiudicato il primo posto nella sua categoria.
***
Classifica
 Categoria Femminile 13 km
1.19.51 Botti Giulia Self Altetica
1.22.29 Polito Sabrina Atletica Reggio
1.35.05 Bignardi Antonella Pol.le Colline
Categoria Femminile 22  km
2.09.38 Marcolini Manuela ASD Sportinsieme
2.18.11 Setti Francesca G.S Orecchiella
2.22.26 Gregori Lucia Stone Trail Team
Categoria Maschile 13 Km
1.12.07 Tagliabue Francesco  Libero
1.13.46 Frignani Luca Atl. Castelnovo ne’ Monti
1.14.28 Giannasi Matteo Stone Trail Team
Categoria  maschile 22km
1.44.11 Pigoni Matteo Team Tecnica
1.45.18 Pinelli Fabio Stone Trai Team
1.50.47 Rocchi Marco 3.30 Road Running Team
Trail della Pietra 2016 Trail della Pietra 2016 Trail della Pietra 2016 Trail della Pietra 2016 Trail della Pietra 2016 Trail della Pietra 2016 Trail della Pietra 2016 Trail della Pietra 2016 Trail della Pietra 2016 Trail della Pietra 2016

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“Superare la disabilità con momenti piacevoli di svago e di apprendimento”

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FaceFinite le vacanze si ritorna al lavoro e Fa.Ce. – Associazione famiglie cerebrolesi, sezione di Reggio Emilia volta pagina promuovendo per ragazzi disabili un nuovo modo di impegnare i loro pomeriggi autunnali con laboratori extra-tempo dall’altro ieri, 19 settembre, al prossimo 20 dicembre.

Le attività si svolgeranno sempre presso la sede di via Bergonzi, 10, un’opportunità in più per occupare il tempo con tante tipologie diverse di attività.

Nella giornata del lunedì è previsto un laboratorio musicale in collaborazione con l’Istituto Peri, che è già in convenzione per le attività in montagna, seguito da insegnanti diplomati che non prevede l’insegnamento canonico della musica ma che cercherà di cogliere dai ragazzi le loro abilità, i loro stimoli, le loro idee.

Due incontri di espressività corporea sono tenuti il martedì e mercoledì da Giorgia Bertolini per costruire con i ragazzi un percorso di scoperta della loro aspirazione e creatività

Il giovedì un laboratorio di informatica seguito da Francesco Cosmi, con l’obiettivo di realizzare un blog dedicato ai ragazzi e di curare il sito dell’associazione arricchendolo di notizie immagini e contatti.

Le attività sono aperte a tutti i ragazzi che vorranno provare, unica richiesta è l’iscrizione alla Fa.Ce., ma il progetto sarà completamente gratuito per il periodo di prova da settembre a dicembre.

“Lo scopo di tutto queste nuove proposte è di dimostrare che la disabilità non deve essere vista come un impedimento, ma come un valore aggiunto e per mettere a disposizione momenti piacevoli di svago e di apprendimento allo stesso modo in cui tutti i ragazzi normodotati dispongono; cercando inoltre di valorizzare quelle abilità che i nostri ragazzi disabili sapranno dimostrare al meglio, fornendo anche l’opportunità di uno scambio reciproco di valori con chi li accompagnerà nei loro percorsi”.

Per informazioni: Alma 328.46.65.260; Sabrina 338.53.37.733; Niki 335.77.86.940; info@face.re.it

 

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Lucia Sabatini degli Scaruffi espone a Castelnovo ne’ Monti a “SpazZi tuoi”

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artista-lucia-sabatini-degli-scaruffiLucia Sabatini degli Scaruffi vive, crea e dipinge a Ligonchio, nel comune di Ventasso

Viaggiatrice, poetessa, pittrice, ama andare in giro per il mondo alla scoperta di nuovi stimoli ed ispirazioni, dopo il diploma di Liceo Artistico a Bergamo nel ’77, annovera innumerevoli partecipazioni a collettive e personali in Italia e all’estero e importanti esperienze come designer di gioielli, cosmesi e mobili.

Dal 24 al 26 settembre espone presso SpazZi tuoi a Castelnovo ne’ Monti. SpazZi tuoi è un locale che dà alla creatività l’occasione per rendersi visibile, all’imprenditorialità di fare il primo passo, e agli indecisi di mettersi in gioco.

“Opere” è il titolo dell’esposizione che vede opere olio su tela e vetri policromi, un viaggio nel tempo senza tempo dei sogni, pittura su vetro, mosaico, bassorilievi,scultura e poesia. L’immaginario dell’eclettica artista attinge a piene mani dal l’immaginario collettivo, dalla storia, dall’archeologia, dalla mitologia. Regine dallo sguardo fiero e misterioso che non si fanno dimenticare.; figure oniriche di donne che mutano di sembianze, come mutano i loro pensieri. Guerrieri di un mondo lontano che sembrano volerci difendere dalle nostre paure.

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