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Castelnovo / Biblioteca “Crovi”, da domani in vigore l’orario invernale

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Con l’avvicinarsi dell’autunno la Biblioteca comunale “R. Crovi” di Castelnovo ne’ Monti modifica, come ormai da diversi anni, l’orario di apertura al pubblico. E’ differenziato tra biblioteca primo piano (dove esclusivamente funziona il servizio di prestito) e sala studio.

BIBLIOTECA PRIMO PIANO

lunedì 8,30 – 12,30 14,00 – 18,30
martedì 14,00 – 18,30
mercoledì 8,30 – 12,30 14,00 – 18,30
giovedì 14,00 – 18,30
venerdì 14,00 – 18,30
sabato 8,30 – 12,30

SALA STUDIO

lunedì 8,30 – 12,30 14,00 – 19,00
martedì 8,30 – 12,30 14,00 – 19,00
mercoledì 8,30 – 12,30 14,00 – 19,00
giovedì 8,30 – 12,30 14,00 – 19,00
venerdì 8,30 – 12,30 14,00 – 19,00
sabato 8,30 – 12,30 14,00 – 19,00

Nell’occasione si ricorda che:

– l’iscrizione è gratuita (solo per i residenti fuori provincia è prevista una cauzione di € 25,00);

– si possono prendere a prestito fino a 10 libri, 10 fumetti, 3 dvd e 4 riviste per volta;

– la biblioteca dispone complessivamente di 9 postazioni per navigare (gratuitamente) su internet (di cui una, situata al piano terra, attrezzata per disabili);

– vengono regolarmente organizzate iniziative di promozione della lettura per bambini e ragazzi e incontri con gli autori;

– è attivo il servizio di prestito interbibliotecario (anche per i libri conferiti al Deposito unico provinciale);

– è sempre possibile fare (gratuita) l’iscrizione al servizio “Medialibrary”, portale web in cui è possibile trovare una grande varietà di contenuti: lettura quotidiani, libri elettronici, banche dati, musica, video.

Inoltre è possibile accedere direttamente ad un ampio e qualitativamente variegato patrimonio, sempre in arricchimento, di migliaia di dvd, esposti a scaffale aperto.

Ancora, per igienizzare i materiali, tutte le copertine dei libri e le custodie degli audiovisivi vengono sempre lavati con una macchina apposita al rientro da ogni prestito ed è a disposizione degli utenti un cestone dedicato ai libri e alle riviste donati dai lettori e ai volumi scartati dalla biblioteca.

Informazioni: tel. 0522 610204-273, mail biblioteca@comune.castelnovo-nemonti.re.it

 

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Rinvenuta una importante rarità botanica a Baiso: la Canforosma

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Canforosma (Camphorosma monspeliaca L.)

Canforosma (Camphorosma monspeliaca L.)

In comune di Baiso, a breve distanza dagli spettacolari calanchi policromi del Casale, situati nell’estremità settentrionale del capoluogo, è stato individuato un esteso popolamento della rara Canforosma (Camphorosma monspeliaca L.), piccola pianta perenne con fusti legnosi, che in regione è segnalata in pochissime altre località. Nel Reggiano l’unica altra località nella quale vive questa pianta è l’area della riserva naturale di Campotrera, in comune di Canossa.

Il nome della pianta deriva dal fatto che le foglie, stropicciate, emanano un forte odore di canfora. Per la presenza di questi oli essenziali, era anticamente utilizzata come antiasmatico, diuretico ed espettorante. Questa specie costituisce un mirabile esempio di adattamento alle difficili condizioni  ambientali dei terreni calanchivi, caratterizzati da estrema aridità estiva, presenza di sostanze fitotossiche e grande precarietà del substrato.

Questo ritrovamento accresce ulteriormente l’interesse scientifico della zona dei calanchi varicolori del Casale di Baiso, la cui importanza è stata peraltro già riconosciuta dalla Regione con il loro inserimento ufficiale nell’elenco dei più importanti geositi (luoghi di particolare interesse geologico) dell’Emilia-Romagna. Sempre dal contesto geologico delle argille di Baiso proviene il noto fossile di Mosasauro, gigantesco rettile marino che all’epoca dei dinosauri frequentava le acque dell’antico oceano estendentesi in quell’epoca su gran parte d’Italia.

Una fedele riproduzione di questo fossile spettacolare, che è considerato tra i più importanti rinvenuti nella nostra nazione, è in mostra all’interno del centro culturale comunale di Casa Toschi a Baiso.

La scoperta della Canforosma costituisce l’ultimo tassello di una serie d’importanti ritrovamenti naturalistici avvenuti nella zona delle argille di Baiso nel corso degli ultimi anni: dalle spettacolari cristallizzazioni di aragonite, marcassite e solfato di bario della val Tresinaro, ai magici “arnioni” della baritina, pietra cara agli alchimisti e celebrata dallo stesso Goethe per la sua singolare proprietà di emettere luce a seguito di riscaldamento.

 

 

 

 

 

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Auto contro moto a Cervarezza, grave cinquantaduenne

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CarabinieriPoco dopo le 16 di oggi, 11 settembre, i Carabinieri del nucleo radiomobile della compagnia di Castelnovo ne’ Monti sono intervenuti lungo la statale 63, in località Cervarezza, dove si è verificato un incidente, a seguito del quale una 52enne di Reggio Emilia trasportata in una moto V Strom 650, condotta dal marito 54enne, è stata condotta a mezzo elisoccorso in gravi condizioni all’Ospedale Maggiore di Parma.

Secondo i primi accertamenti operati dai Carabinieri, il 54enne alla guida della sua moto stava percorrendo la statale quando, giunto in prossimità dell’incrocio per le Fonti di Santa Lucia, è venuto a collisione con un furgone condotto da un 69enne di Reggio Emilia che, proveniente dalla direzione delle fonti, si immetteva sulla statale omettendo di dare la precedenza al motociclo.

Il conducente del motociclo è stato condotto all’Ospedale Sant’Anna di Castelnovo ne’ Monti: le sue condizioni non sono gravi. Sulla vicenda sono in corso i dovuti accertamenti a cura dei militari castelnovesi.

 

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Incidente stradale a Busana

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Incidente Busana

(Foto Redacon)

Quest’oggi si è verificato un incidente stradale nel centro abitato di Busana, lungo la strada provinciale 18. Non siamo in grado di fornire altro che questa nostra immagine. Sull’asfalto i segni dei rilievi delle forze deputate che sono intervenute.

 

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Buona la prima per la LG Competition contro la Dilplast Arena Montecchio

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logo LG Basket.

Prima gara ufficiale della stagione e primo successo per la LG Competition che sconfigge l’Arena Montecchio con il finale di 65-61 nel primo turno del “Trofeo Ferrari – Emilia Romagna”, competizione riservata alle formazioni iscritte ai prossimi campionati di Serie C Silver e Serie C Gold.

Primo vero test per la squadra diretta da coach Diacci che ha condotto il match giocato al Pala Giovanelli sin dalla palla-due e messo in mostra una formazione ancora da perfezionare nei meccanismi, ma molto interessante sul potenziale a disposizione.

C’è tanta intensità in campo ed il trio Mallon-Guarino-Canuti spinge subito in avanti i montanari che raggiungono il +8 a metà quarto, ma Montecchio riesce a rientrare e i primi dieci minuti si chiudono con gli ospiti a sole due lunghezze. Il team guidato da Cavalieri riesce ad impattare il match sul 17 pari, ma i primi punti italiani della guardia americana Thomas ed i canestri di Levinskis e Mallon riportano avanti la LG con i montanari che vanno negli spogliatoi in vantaggio sul +9 (36-25).

Al rientro in campo, l’affaticamento post-preparazione comincia a farsi sentire con tanti errori da una parte e dall’altra in una partita con basse percentuali al tiro e molte palle perse. Castelnovo arriva sino al +11 con Montecchio che riesce però a riavvicinarsi grazie a Brogio e Di Noia, la LG prova a scappare di nuovo con i punti di Canuti e Thomas ma la Dilplast è ancora attaccata alla gara al 30° minuto il punteggio è sul 48-43.

Nell’ultimo quarto la partita si accende di nuovo con Thomas che prende le redini dell’attacco castelnovese spingendo i montanari sul +8. Per Montecchio rientra in campo il veterano Conte che con una tripla e diversi viaggi in lunetta permette agli ospiti di tornare a sole due 2 lunghezze dagli avversari a 5’ dalla fine. Si segna poco nelle azioni successive con la difesa della LG che sale di livello e riesce a gestire gli ultimi possessi: ci pensano i canestri di Lavacchielli e Levinskis a chiudere il discorso permettendo a Castelnovo di aggiudicarsi la sfida con il finale di 65-61.

Piccola rivincita per i Cinghiali che sono riusciti a sconfiggere la vincitrice dello scorso campionato di Serie C Silver, culminato dopo un testa a testa fra le due formazioni vissuto lungo tutto l’arco della stagione. Soddisfatto coach Diacci per l’intensità e la cattiveria agonistica messa in campo dai suoi, ma c’è ancora del lavoro da fare per poter arrivare pronti alla prima di campionato. Per i castelnovesi ottime le prove dei neo-arrivati Levinskis, Lavacchielli e Thomas, preziose come al solito le prestazioni di Magnani, Canuti e Mallon. E’ ancora in fase di rodaggio anche l’Arena Montecchio che si sta preparando ad affrontare un campionato tosto e cercando di trovare una nuova quadratura con i nuovi arrivi (Di Noia e Negri) che avranno l’arduo compito di sostituire le partenze degli esperti Colla, Ferrari e Marchini.

LG Competition Castelnovo Monti – Dilplast Arena Montecchio 65-61

Parziali: 15-13; 36-25; 48-43.

LG Competition Castelnovo Monti: Canuti 14, Magnani 3, Zamparelli 4, Levinskis 11, Thomas 13, Guarino 5, Mallon 11, Vanni, Lavacchielli 4, Pompili ne, Rossetti ne, Grulli. Allenatore: Diacci.

Dilplast Arena Montecchio: Grisendi 1, Lombardi 5, Conte 9, Riccò 6, Di Noia 10, Basso 3, Fava 3, Brogio 12, Negri 10, Giglioli 2. Allenatore: Cavalieri.”

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Roberto Mercati presenta il suo libro “Memoria & Cucina”

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Roberto Mercati

Roberto Mercati

Questa sera alle ore 21, presso la biblioteca comunale di Carpineti, Roberto Mercati presenta il suo libro “Memoria & Cucina”. Un nutrito manuale che contiene un eserciziario completo per sviluppare la memoria, l’attenzione, la creatività e diventare grandi chef.

La serata sarà allietata dalla partecipazione straordinaria della cantante Marina Ligabue con videoproiezioni di Antonio Taranatello.

Emozione, sapere gustare le cose significa assaporare istante dopo istante la vita intera.

Roberto come nasce questo suo libro?

L’ho scritto in quello che chiamo il “mio ufficio”, che è il fiume Secchia, nel tratto Gatta Pianello (non scherzo) e tutte le idee mi sono venute in automobile, perché io creo tutto mentre viaggio, prendo un registratorino e registro tutti i pensieri che elaboro a voce alta.

Memoria & Cucina non è un ricettario e neanche un libro di “scuola di cucina” è qualcosa di diverso, l’intento è quello di fornire una specie di libretto di istruzioni per il cervello, un super computer organico, in continua evoluzione. Cucinare comporta il mettere in atto tutte le facoltà della mente (attivazione di tutte i sensi, ma non solo, anche la capacità di pianificare, la logica, ecc.). In tal senso l’hobby della cucina è una formidabile palestra della mente, in alcuni anni di studio ed esperienza ho analizzato in me stesso e osservato in cuochi in azione (in tv o You Tube) tutte le funzioni mentali che intervengono nel cucinare: memoria, attenzione, capacità di coordinare i pensieri, ecc. Per ciascuna funzione o abilità, che questo richiede, ho ideato esercizi divertenti e creativi in grado di potenziarle. Cucinare comporta anche una notevole abilità motoria.

Ho pensato di suddividere la prima parte del libro in otto fasi, allenanti, che corrispondono ad altrettanti momenti della tipica giornata di un cuoco o di un semplice appassionato di cucina. Per ciascuna fase, oltre a dare utili informazioni scientifiche, ho ideato molti giochi e avvincenti esercizi grazie ai quali si sviluppa quella che amo definire l’intelligenza culinaria.

Nel mio lavoro ho bisogno di sfruttare due “ali”: la prima ala è quella della passione scientifica e tecnica la seconda è quella artistica e creativa.

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In Appennino costituito anche il Comitato per il “no” al referendum costituzionale

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Dopo quello per il “sì”, si è costituito anche in montagna il comitato per il “no” al prossimo referendum confermativo del disegno di legge per la revisione e riforma della Costituzione italiana.

Il 23 agosto a Castelnovo ne’ Monti nasce il Comitato per il “no” alla riforma costituzionale Montagna Reggiana.

In coordinamento con i comitati provinciale e nazionale, il comitato montano vuole rispondere all’esigenza di tutelare i principi di libertà, democrazia e partecipazione minacciati dalla legge di riforma costituzionale in combinato con la nuova legge elettorale n.52/2015 cd Italicum.

logo-comitato-no-referendum-costituzionale

La Costituzione, come la sua riforma, è e deve essere patrimonio comune il più possibile condiviso: non è una legge ordinaria che persegue obiettivi politici contingenti, ma esprime la base comune della convivenza civile e politica idonea a garantire tutti, maggioranza e minoranza, e perciò tendenzialmente sorretta da un consenso generale. Così è stato per la Costituzione del 1948 approvata dalla grandissima maggioranza dei Costituenti pur divisi dalle contrapposizioni ideologiche dell’epoca. Così è sempre stato per una Costituzione degna di questo nome.

Il comitato intende organizzare nei prossimi mesi incontri di confronto e di informazione sul territorio.

Sono parte del gruppo fondatore: Erica Spadaccini, Fausto Manfredi, Francesco Cosmi, Gianpaolo Ambrogi, Giorgio Tegani, Giovanna Caroli, Giuseppina Naldi, Lorena Campi, Luigi Bizzarri, Massimo Bianchi, Mila Ferrari, Mirco Mosè Tincani, Nuccia Ferrari, Nunzio Ferrari, Wassili Orlandi, Yuri Torri.

Le adesioni al comitato sono aperte, chiunque può contribuire con la modalità che ritiene migliore, ogni risorsa è preziosa. Unitevi a noi

Per contatti:

Pagina Facebook Comitato per il NO – Montagna Reggiana

Mail:  comitatonomontagnareggiana@gmail.com

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In aiuto dei terremotati del centro Italia

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Terremoto centro ItaliaSono rientrati da Norcia, in provincia di Perugia, i volontari dell’Asaps (Associazione sostenitori amici della Polizia stradale) e della sicurezza di Sassuolo, che sabato scorso erano partiti alla volta della cittadina umbra per consegnare due roulotte e diversi pacchi contenenti presidi medici alle popolazioni colpite dal terremoto.

Le roulotte si sono rese necessarie per accontentare alcune persone che, nei centri periferici, hanno deciso di rimanere quanto più possibile nei pressi delle rispettive abitazioni (ed in attesa dei moduli prefabbricati) per continuare a svolgere le normali attività lavorative soprattutto legate all’agricoltura ed all’allevamento.

Il materiale, raccolto grazie al contributo di decine di persone e di aziende, è stato consegnato direttamente al centro di raccolta di Norcia, mentre una delle due roulotte ha trovato immediata collocazione nel cortile di un 78enne che, pur vivendo solo, ha inteso rimanere per continuare il suo lavoro nel piccolo campo di proprietà.

A donarla è stata una famiglia della bassa modenese colpita dal sisma che funestò l’Emilia nel 2012, alla quale venne consegnata proprio per far fronte alle prime necessità familiari avendo la casa completamente inagibile.

A ricevere i volontari di Asaps, rappresentati dal comandante della Polstrada castelnovese Roberto Rocchi e dal collega Andrea Bartoli (responsabile del gruppo di protezione sociale dell’associazione), è stato il vicesindaco di Norcia, Pietro Luigi Altavilla, il quale ha dettagliatamente illustrato le necessità dei residenti.

Per tale motivo non si esclude che l’Asaps possa proseguire nelle attività di raccolta e di sostegno a questa comunità umbra, che vede ancora numerose abitazioni non agibili ed alcune dichiarate a rischio di imminente crollo.

Per info: 342.87.66.434.

 

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Poiano ricorda Don Carlo

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C’è aria di festa domenica 11 settembre a Poiano. Questa piccola chiesa, intitolata ai Santi Grisanto e Daria, facente parte dell’Unità Pastorale Madonna delle Fonti, celebra il 75° anniversario del ritorno come vicario di don Domenico Orlandini, “Carlo”, sacerdote e comandante partigiano. Figura più che mai attiva della Resistenza in Appennino, questo sacerdote è rimasto nel cuore e nell’anima della sua gente: nativo di Poiano, poi divenuto vicario, è anche fondatore della brigata Fiamme Verdi. Insignito della “Victoria Cross”, la più alta onorificenza britannica al valore militare, è colui che nella sua fervida attività riesce a salvare vite umane, e conciliare la sua vocazione col ruolo di combattente e comandante di una brigata partigiana.

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Per l’occasione, sul sagrato è riunito un fitto numero di parrocchiani. L’atmosfera è proprio quella di una festa, una festa in cui ci si sente accolti anche se stranieri, accettati e invitati a partecipare. Tornano i nativi, le porte della chiesa sono spalancate come pure quelle della canonica e della vicina saletta parrocchiale. Suonano a festa le campane: segno che la cerimonia sta per cominciare, piano ci si addentra in questa chiesa piccola, umile e sincera, dove le varie realtà si avvicinano e si incontrano, e dove si è uniti nel segno dell’amicizia e della preghiera. Presenti le varie autorità religiose e civili: celebra la Messa Monsignor Giovanni Costi alla presenza del sindaco del comune di Villa-Minozzo Luigi Fiocchi, il presidente dell’ALPI-APC on. Danilo Morini, e il vice-presidente dell’ALPI-APC Elio Ivo Sassi. Significativa la presenza del prof. Giuseppe Giovanelli, storico e studioso, che al termine della celebrazione spiega chi fosse don Carlo.

“Don Carlo – spiega il prof. Giovanelli – voleva essere innanzitutto prete. Prete e comandante partigiano.  Ma erano possibili le due cose? Si è ricorsi al carteggio del vescovo Brettoni che, dopo aver ricevuto informazioni sul reale operato del sacerdote, gli invia la propria benedizione. Don Carlo lavorava contro le uccisioni sommarie, contro il lavoro di scristianizzazione di un partito comunista ateo e materialista prima che anticlericale, e di un fascismo che accetta il cristianesimo solo come utile strumento nelle sue mani. Ci sta la fiducia da lui guadagnata in una resistenza meritevole di sostegno perché tendente alla giustizia, alla salvezza di vite umane, ad una “umanizzazione” della guerra che, sia garanzia di pace e di ricostruzione morale e materiale al termine del conflitto. Un’opera che, detta oggi nel linguaggio di papa Francesco, significa essere misericordioso, come misericordioso è il Padre nostro dei cieli.”

E di misericordia parla anche Mons. Giovanni Costi nell’omelia, spiegando che il Signore viene incontro con parole di misericordia, come misericordiose sono le sue Chiese.

Dopo la benedizione, seguono le parole del sindaco Luigi Fiocchi che non smette mai di ricordare, giustamente, che la sera del 24 aprile del 1945 sono stati gli uomini della montagna, gli uomini delle Fiamme Verdi, a liberare Reggio, e a innalzare il tricolore sul municipio, e di essere fiero di questo percorso iniziato e portato avanti da alcuni appassionati, che ringrazia con calore.

Segue il comm. Elio Ivo Sassi, che già in precedenza aveva introdotto l’incontro, spiegando che è volontà dell’ALPI-APC  valorizzare la frazione di Poiano, parrocchia che ha dato i natali a Don Carlo, dove all’ombra di una pianta di fico si tessevano le prime idee di libertà e resistenza, tramite un punto espositivo che ricordi la storia di questo parroco che tanto ha dato. Prega pertanto chi avesse del materiale fotografico di farlo avere [presso sede Croce verde Villa- Minozzo n.d.r.]; sarà quindi scansionato e restituito, in modo da attivare una delle tante tappe di un percorso che sta iniziando a crescere e a rafforzarsi.  Operativi i ragazzi della Croce Verde di Villa-Minozzo che raccolgono i nuovi tesseramenti dell’ALPI, associazione che ha bisogno di iscrizioni per restare viva e vitale.

Termina Sassi con un ringraziamento a Elio Bonini “Tarzan”, uno degli ultimi partigiani delle Fiamme Verdi ancora in vita.

A conclusione, l’on. Morini ricorda i prossimi appuntamenti, e dopo una foto insieme davanti alla chiesa, sono poche le persone che abbandonano il sagrato. C’è ancora curiosità, c’è ancora voglia di stare insieme e condividere questo prezioso momento di ricordo e di preghiera. C’è chi ferma Giovanelli chiedendo altre notizie, ci sono capanelli di persone che pensano a come procurarsi foto. C’è gioia a Poiano oggi. C’è la riscoperta di un’identità, se non perduta mai dimenticata, oggi viva più che mai, che aleggia fiera tra il suono festoso delle campane.

(Chiara Guidarini)

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10° Memorial Gianni Romei

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memoria-gianni-romei-2015Come ormai da tradizione, ad aprire la stagione di calcio amatoriale del nostro Appennino è il “Memorial Gianni Romei”, torneo dedicato ad una figura storica dello sport castelnovese, che per decenni è stato il punto di riferimento per tanti giovani calciatori.

Per la decima edizione è stato organizzato un mini-torneo che si disputerà in due serate.

Giovedì 15 si giocheranno i gironi di qualificazione su due campi in contemporanea: dalle ore 20,30 a Felina si affronteranno Felina, Casina e Villa Minozzo; a Vetto invece scenderanno in campo Vettus, Terrasanta e Ramiseto.

Martedì 20 a Felina, dalle ore 20,15, si disputeranno la finale per il terzo posto e la finalissima, che assegnerà l’ambito trofeo.

* * *

Coppa Memorial Gianni Romei

Albo d’oro:

2007 Abm/Crossroad
2008 Circolo Eremita
2009 Portico/Terrasanta
2010 Circolo Eremita
2011 O.B.H.T.
2012 Seven Cafe’
2013 Circolo Eremita
2014 Circolo Eremita
2015 Felina

 

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Veleno

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Veleno era un cane con un insolito naso all’insù, una macchia bianca sulla coda e una sul petto, poco sopra il cuore. Veleno alla Ca’ Nova lo conoscevano tutti. Era di mezza taglia, pelo lungo arruffato, sempre inzaccherato di terra. Nel bosco lo si sarebbe potuto anche scambiare per un piccolo di cinghiale. Ma, a differenza di quest’ultimo, i lupi lui non li temeva. Li rispettava, li segnalava, li allontanava dal gregge come e meglio di quattro cani da pastore assieme. Non disdegnava, poi, i complimenti dei bambini di ritorno da scuola sui quali, per altro, vegliava da sconosciuti viandanti o, credevano i piccoli, anche da bestie fameliche.

veleno-cane-pastore

Tobia, del gruppo dei monelli, era il più attento. E, un giorno, decise di parlare di lui nel tema. «Veleno è il cane più bello che ci sia. Il suo padrone, però, ha sbagliato a chiamarlo. Perché lui, al posto del sangue, ha lo zucchero. Il che, mi ha spiegato il mio papà, lo rende l’animale più dolce di tutta la vallata, anche sino a Vetto».

Il suo padrone era Florindo. Stempiato, due baffi corti come usava ai tempi della guerra, panciotto il dì di festa e un pesante maglione di lana, anche contro il caldo, gli altri giorni dell’anno. La camicia, un tempo, doveva essere stata bianca. Campava, senza una moglie, di sigarette e delle caciotte che faceva in casa.

«Veleno di mestiere fa il cane guardia gregge – spiegò convinto Tobia alla maestra che lo interrogava su come si potesse definire un cane dolce come lo zucchero – e lui non perde mai un agnello. Sa come difendersi dal lupo e protegge anche noi bambini». Una mascotte, insomma, volendo usare una di quelle nuove parole apprese dai quiz che si sentivano in quel nuovo apparecchio con tante immagini che era giunto da poco nelle case.

Ma Florindo, prossimo a smettere le pecore, era un uomo pratico. Un giorno, vendette Veleno. Anzi, lo affittò.

«Senta Florindo, facciamo così: io devo portare al pascolo le manze d’estate. E non credo che sia possibile affittare un cane per quattro mesi all’anno. Ma se lei ne è così sicuro, allora le pagherò un decimo, anzi due volte il valore di un buon cane da pastore. Le darò il convenuto a San Martino per ogni anno che lo utilizzerò» sentenziò, sputandosi sulla mano e stringendola all’uomo. Lui era Celso da Voglione, uomo di parola, berretto alla dio ti fulmini calato in zucca, di professione allevatore.

A dover di cronaca, Florindo non si godette a lungo le duemila lire incassate, morì poche settimane dall’aver venduto il gregge e consegnato Veleno al nuovo “padrone estivo”. Saputolo, Celso si ripromise di tenere fede al patto di affittare il cane anche l’anno venturo. Lo aveva promesso. «Il pagamento? Lo farò in messe al prete di Nigone, per l’anima di Florindo».

Voglione, nel vettese, era un borgo affacciato su orridi da togliere il fiato. La Pietra, Frascaro e il Ventasso sullo sfondo, boschi lungo le uniche due carraie d’accesso. Una in parte ghiaiata, l’altra sterrata e, che, più in alto, conduceva al pascolo delle manze. Terra argillosa quanto fertile, quella. Anche ben esposta, che produceva senza irrigare dell’ottimo prato stabile o erba Spagna per le vacche.

Sceso dal camion Veleno se ne fece una ragione. E capì, anche, quello che era il suo nuovo mestiere e, forse, anche che non avrebbe mai più rivisto Florindo. Si adattò alla svelta agli animali di nuova taglia da condurre in alto al pascolo, anche perché Celso era davvero un galantuomo. In cambio del suo divertirsi appresso al manzolame, la razione di mangiare che riceveva dall’uomo era doppia rispetto a quella che conosceva. E, quando divennero davvero amici, quasi al pari di cane e padrone, fecero un patto: «Tu la sera dal Monte mi riconduci da solo a casa le manze. Una volta che saranno tutte in stalla dormirai con me». Celso ne risparmiò in camminate, dato che l’età non lo aiutava più come in gioventù, e Veleno ottenne quello che aveva sempre desiderato: dormire in casa ai piedi di una vera stufa economica che ne stordiva l’olfatto prima del sonno con i suoi mille profumi che raccontavano di polenta, cordoli di salsiccia o latte messo a bollire prima del mattino. L’indomani, all’alba, sarebbe salito con Celso al lago e poi al pascolo e, la sera, le avrebbe riportate a casa per conto suo. Fu così per tutta l’estate.

«I patti sono patti – disse Celso a Veleno quando, con i giorni brevi, lo scorgeva più spesso al limitare del bosco, col naso a Sud, in direzione Ca’ Nova –. Ma so che tu saresti voluto tornare a casa tua ugualmente. Se vorrai, l’anno prossimo, ti aspetterò».

Settembre di quell’anno sul finire dei Sessanta si prolungò con caldo e campi aridi, cui nulla poteva fare la fertile terra per cavarne ancora essenze da foraggio. Così, le manze, a pochi giorni dall’inizio della scuola erano già in stalla gravide e in attesa di divenire vacche già prima dell’inverno. Una sera di cielo terso e aria frizzante sulla corte di Voglione, Veleno uscì di casa col naso in punta quasi a mirar la luna e le stelle, ma non fece ritorno.

«Sapevamo che saresti tornato» urlarono di gioia Tobia e i suoi amici che, bisaccia in spalla, salivano alla scuola di Ca’ Nova. E via di corsa. Chi saltando. Chi cantando. E chi rincorrendo Veleno, proprio come sempre anzi, ora, toccava a loro accudirlo, un po’ per ogni casa. Per tutta la cattiva stagione.

«…Sancta Maria, ora pro nobis. Sancta Dei Genitrix, ora pro nobis. Sancta Virgo virginum, ora pro nobis…». Al tempo delle rose, le sere di maggio, le litanie accompagnavano a Ca’ Nova. I bambini, terminata la scuola, erano chiamati a dare il loro contributo ai genitori nei campi. Toccava, ora, a Veleno, tenere fede al patto.

Celso, vedendoselo parere innanzi, non credette ai suoi occhi. Era lì scodinzolante e assetato di buon mattino sul portone di Voglione. Doveva aver corso tutta la notte. Gli si inumidirono gli occhi. Cacciò dalla mente il pensiero di avere duemila lire in meno in tasca, cacciò in gola un nodo che non era concesso a uomini forgiati di terra e sudore come lui. Lo dissetò e rifocillò come si comanda a un cane con una stella sul cuore e un ciuffo bianco sulla coda. Accadde così anche l’anno successivo, e quello dopo, e quello dopo ancora, e per tante altre primavere che non saprei contare.

Anzi, c’è ancora chi, passando per Voglione, è convinto di scorgere Veleno correre su e giù dal Monte la mattina presto. Poi, la sera, c’è chi sente ancora i campanacci delle manze di ritorno. Ma le chiamano suggestioni.

* * *

Quella mattina l’ingegner Tobia era reduce da una notte insonne. Non aveva trovato da parcheggiare. Era in ritardo con le troppe pratiche. Non aveva voglia di ricevere nessuno in ufficio. «Al diavolo i geometri. Al diavolo il direttore. Al diavolo i lavori. Al diavolo questa maledetta pianura».

Poi, il suo sguardo, cadde tra le tante carpettine di lavoro posate ordinatamente sul tavolo, in particolare su una che non aveva vista prima. “Appalto per la sistemazione della strada interpoderale per Voglione”. Fu allora che si affacciò alla finestra che dava a Ovest sulla Ghiara e, a Sud, alle montagne all’orizzonte. Tra le nubi grigie di settembre, ne scorse due piccole, bianche e arruffate che pareva volessero avvelenare di colore, luci e salti quel cielo così triste e ingabbiato da una finestra d’ufficio. In lontananza o forse nella sua mente, vide un bambino giocare col cane. Sorrise.

(G.A.)

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 Liberamente ispirato a un cane realmente esistito. E a rosari che, la sera, sentivo recitare in latino, senza capirne le parole, a Rodogno.

Dedicato a tutti coloro che ascoltando il suono dei campanacci odono suono di pascoli e di libertà.

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Villa Minozzo / “Meno giorni di trasporti per i bambini ma stesso costo”

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“Come se vivere in montagna non fosse già difficile, la strana politica messa in campo dall’amministrazione continua a renderlo ancora più difficoltoso. Ultimo esempio solo in ordine di tempo quello accaduto a Villa Minozzo dove a una settimana dall’apertura dell’asilo le famiglie sono state informate che il servizio di trasporto pomeridiano dei bimbi sarebbe stato ridotto a due sole giornate dalle cinque iniziali, ma senza riduzioni di costo. Assurdo e vergognoso”.

Lo denunciano la Lega nord Appennino reggiano e il vicecapogruppo del Carroccio in Regione Emilia-Romagna, Gabriele Delmonte.

“Trecento euro per un servizio ridotto di oltre il 50% non ha senso, così come non ha senso tagliare su quei servizi fondamentali per le nostre famiglie. Il trasporto pomeridiano del bambini non era un di più. Non un qualche cosa di superfluo, ma un servizio basilare al quale moltissime famiglie facevano riferimento. E ora? Ancora una volta tutti zitti davanti a quelle decisioni miopi assunte da chi, probabilmente, ha perso il contatto con la realtà? Ci auguriamo proprio di no. Così come chiediamo a gran voce al sindaco Luigi Fiocchi di adoperarsi affinché il servizio di trasporto pomeridiano dei bimbi sia prontamente ripristinato”.

“Tanto più – è la conclusione – perché alle famiglie, a fronte di una riduzione del servizio, è stato chiesto comunque il pagamento di quanto previsto inizialmente. Se è un problema di costi si taglino gli sprechi. Ma si smetta con la folle politica del taglio dei servizi. Soprattutto quando questi sono pagati due volte, prima con le tasse e poi con il contributo chiesto ai cittadini stessi”.

 

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Anche da Ramiseto aiuti ai terremotati

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terremoto-centro-italiaAnche dal Comune di Ventasso (Municipio di Ramiseto) è partito il primo gruppo della protezione civile, che fa capo ad Anarer (Associazione nazionale alpini Emilia-Romagna), in supporto alle popolazioni terremotate del centro Italia. Da sabato 3 a giovedì 8 settembre, infatti, anche Francesco Saporito, Gabriele Agnesini, Maurizio Cascella e Claudio Gallerini (in foto, da sinistra) hanno prestato il loro aiuto a Montegallo (Ascoli Piceno).

 

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Quaranta anni: la casa della carità di Busana ricorda la propria fondazione e fa festa

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Da sx: sr. Patrizia e sr. Eleonora (Foto Redacon)

Quaranta e passa. Almeno ci si augura. Quaranta sono gli anni che ha festeggiato la casa della carità di Busana, all’insegna dell’allegria in una festa che si è svolta l’altro ieri, lunedì 12 settembre.

Nel pomeriggio, dopo la celebrazione della S. Messa, tante persone, volontari vecchi e nuovi e amici vari e ovviamente gli ospiti, si sono ritrovate per un simpatico conviviale, in cui non sono mancati assaggini & assaggioni e la musica, proposta da Emilia, eclettica ospite, che ha dato vita al pianoforte.

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Emilia

La casa vede attualmente come responsabile sr. Eleonora, coadiuvata da sr. Patrizia. In un’atmosfera accogliente si è brindato all’anniversario, con l’auspicio che questa realtà ormai ben radicata e punto di riferimento in Appennino possa proseguire la sua missione ancora per tanto tempo a venire.

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Da sx: Virginia e Nilde

Certamente questa sarebbe la speranza di quel don Trentino Simonazzi, compianto parroco di Busana, che questa realtà volle e per cui diede tutto.

Un bell’album approntato per l’occasione da Daniela ripercorre con immagini e brevi didascalie e titoli la storia della casa da quel 1975/76 in cui sorse.

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Francesco Bocciardo vince l’oro alle paralimpiadi di Rio e ringrazia Novellano in diretta mondiale

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Francesco Bocciardo

Francesco Bocciardo intervistato da RAI Sport

Francesco Bocciardo, classe 1994, nasce con una diplegia distale spastica. Fin dall’età di 3 anni coltiva la sua passione per il nuoto e nel 2010, con i Campionati Italiani Giovanili di Nuoto a Sori, Genova, diventa un atleta di Nuoto Paralimpico,categoria S6. Viene tesserato sia per la società “Nuotatori Genovesi” che nel Corpo Forestale.

Viene quasi subito convocato anche dal Ct della Nazionale e partecipa sia agli Europei di Berlino, in Germania 2011 dove si aggiudica un 7° posto nei 400 mt stile libero sia alle Paralimpiadi di Londra 2012. A maggio 2014 Francesco Bocciardo firma il Record Italiano nei 100 mt dorso con il tempo di 1’21″70, conquistato ai Campionati Italiani Di Società a Lignano Sabbiadoro.

L’anno successivo ottiene il Record Italiano anche nei 400 mt stile libero con 5’01″68, tempo siglato ai Campionati Italiani Assoluti Estivi di Busto Arsizio, 2015 e un mese dopo vince la sua prima medaglia internazionale: partecipa ai Mondiali di Glasgow 2015, nel Regno Unito e porta a casa una meritatissima medaglia d’oro nei 400 mt stile libero con il tempo di 5’06″49.

Novellano

Novellano

Il 2016 inizia alla grande per Francesco Bocciardo che si regala altre soddisfazioni. Arrivano prima tre medaglie agli Europei di Funchal, in Portogallo: due bronzi nei 100 mt stile libero con 1’09″93 e nella staffetta 4×100 mt stile libero con 4’28″34 e una medaglia d’oro nei 400 mt stile libero con il tempo di 5’09″02. Un mese dopo ai Campionati Italiani di Società a Lignano Sabbiadoro, 2016 sigla il Record Italiano nei 100 mt stile libero, migliorando il suo precedente, con 1’08″64.

Francesco Bocciardo, questa notte,  ha conquistato la medaglia d’oro ai Giochi Paralimpici di Rio 2016 dominando la gara dei 400 metri stile libero di nuoto, categoria S6. Il 22enne nuotatore genovese dopo una partenza soft ha sbaragliato tutta la concorrenza cambiando decisamente passo già dopo 150 metri. L’azzurro, già campione del mondo a Glasgow nel 2015, ha concluso la sua prova col tempo di 5:02.15.

Durante l’intervista concessa a RAI Sport, appena uscito dalla vasca, fra gli altri ha ringraziato anche il piccolo borgo di Novellano, nel comune di Villa Minozzo, per l’accoglienza e la festa riservatagli in onore delle precedenti vittorie. Francesco, quando non è impegnato nelle gare, trascorre regolarmente le vacanze nel paese di cui è originario il padre Ettore.

Ora cosa organizzeranno gli abitanti di Novellano per il rientro del campione?

L’intervista a Francesco appena vinto l’oro e i ringraziamenti a Novellano

La gara

Francesco Bocciardo con la medaglia d'oro

Francesco Bocciardo con la medaglia d’oro

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Il Re Nero a Ligonchio

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Riceviamo e pubblichiamo.

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Re Nero Silvano Scaruffi e Maico Morellini

Re Nero Silvano Scaruffi e Maico Morellini

“Il Re Nero a Ligonchio” sabato 17 settembre 2016 ore 17 presso il piano terra del teatro di Ligonchio.

Maico Morellini,  vincitore del premio Urania Mondadori con il romanzo ambientato in una futura Emilia “Il re nero”, è da pochi giorni in libreria con il nuovo romanzo “La terza memoria” (Mondadori) e Silvano Scaruffi, autore di “Un problema di creature mannare a Ligonchio” e “Gli alieni non hanno le antenne”, Abao Aqu edizioni, leggeranno di un fatto che quando è capitato in paese poi per mesi sono stati tutti lì a chiedersi come era potuto capitare un lavoro del genere in un paese così piccolo che a dargliela tutta, il paese, senza le frazioni, farà sì e no duecento abitanti, allora, in un posto così, non viene mica in mente a nessuno che possa succedere una faccenda così misteriosa come l’Adduzione di Chiarone, che poi, considerato che il termine ‘adduzione’ nessuno sa cosa voglia dire, allora la faccenda si è impressa nella memoria collettiva come la ‘Mandragola di Chiarone’, che è anche più chiara e di primo impatto concepibile, anche per quelli delle frazioni e forse anche per quelli di là da Pratorena, almeno fino a Sillano. Così che se in paese chiedete a uno “Ve’, ma della mandragola di Chiarone?” quello lì sicuro che vi risponderà “Ehhh, che lavoro, ma un lavoro, oh ma che vicenda, vacca boia se me la ricordo.” Insomma una cosa così.

“Tutto accadde un mattino, quando Chiarone da Cà dla Cantonada si recò nell’orto e invece di terra e verdura ci trovò un misterioso disco in ferro che ricopriva tutta la coltivazione, e Chiarone, avvilito, si era messo a girotlare su quel disco luccicante che proprio non riusciva a capacitarsi di come fosse stato posato lì quel manufatto, lì a sfrantumargli l’orto…”

 I due autori dopo staranno lì un po’ e chiacchiereranno con il pubblico de “Il Re nero” e si potrà conoscere meglio Maico Morellini, una delle voci più importanti della moderna letteratura fantascientifica a livello nazionale. Una scrittura agile e sempre scorrevole, abili tocchi di mistero e tanta azione nei libri che lo hanno visto trionfare al più prestigioso premio italiano di letteratura fantastica.

Silvano Scaruffi e Maico Morellini che ancora non si conoscono, ma che si conosceranno mezz’ora prima di leggere quella cosa lì, hanno in comune il fatto che tutti e due scrivono delle cose che non stanno né per aria né per terra, e che a uno piacciono i libri dell’altro e che all’altro piacciono i libri dell’uno. E poi non hanno in comune la residenza, perché uno sta a Ligonchio e l’altro a Bagnolo, e la fama perché uno è famoso e quell’altro no.

(Collettivo Strolgadori)

 

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L’impresa dei fratelli Fiocchi

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Riceviamo e pubblichiamo.

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Pier Francesco Fiocchi e Gabriella Fiocchi

Pier Francesco Fiocchi e Gabriella Fiocchi

La 4k è una corsa organizzata dalla regione autonoma Valle d’Aosta e il Forte di Bard, un evento di endurance trail running che si snoda in senso orario lungo le Alte Vie n. 1 e n. 2, con passaggi tra i 300 e i 3.300 m di altitudine slm. Un percorso ad anello di 350 km di sviluppo e 25.000 m di dislivello positivo, con partenza ed arrivo a Cogne, nel cuore del Parco Nazionale del Gran Paradiso.

Una competizione dura, ma nello stesso tempo affascinante in semi autosufficienza, immersa in un ambiente naturale mozzafiato. Come nel 2011 al Tor De Geant, Pier Francesco Fiocchi e Gabriella Fiocchi, entrambi nati e cresciuti a Gatta e poi trasferitisi a Corneto di Toano, si sono presentati insieme ad altri 800 atleti sabato mattina alle ore 9,00 per iniziare questa avventura.

Da più di un anno la Francesco e Gabriella si stavano preparando sia dal punto di vista fisico che mentale a questo evento e il risultato è arrivato: entrambi hanno portato a termine la loro impresa con un ottimo risultato:

Gabriella Fiocchi

Gabriella Fiocchi

Fiocchi Pier Francesco 74° assoluto, 3° di categoria in 125 h 7′

Fiocchi Gabriella 101° assoluta, 6° donna e 4°di categoria in 128 h 40′

Veramente un ottimo risultato per i portabandiera dell’atletica Castelnovo ne’ Monti.

Va ricordato che della competizione avrebbe dovuto far parte anche Ideo Fantini, ma purtroppo per problemi familiari ha dovuto desistere all’ultimo minuto. L’atletica Castelnovo Monti è certa che Ideo non mollerà l’idea un domani di poter tentare l’impresa riuscita dagli  amici con cui ha condiviso tutta la preparazione.

Un’emozione grande per Francesco e Gabriella, ma anche per chi da casa ogni giorno li seguiva.

Grazie ragazzi.

(Atletica Castelnovo Monti)

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Non è mai troppo tardi

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L’istituto di istruzione tecnico-professionale Nelson Mandela di Castelnovo ne’ Monti, con sede centrale in via Morandi 4, continua a proporre percorsi serali di istruzione secondaria superiore rivolti ad adulti che desiderino conseguire una qualifica triennale o un diploma. È una opportunità rivolta a chi vuole riprendere a studiare per completare percorsi interrotti o intraprenderne di nuovi.

I corsi si riferiscono ai seguenti ambiti: Servizi socio sanitari, Servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera, Manutenzione e assistenza tecnica.

Conviene ricordare che l’istruzione per gli adulti prevede percorsi diversamente modulati, rispetto a quelli regolari rivolti ai ragazzi. Spesso è possibile concentrare in pochi anni e con modalità di studio a distanza il percorso utile al raggiungimento del titolo scolastico desiderato.

In questi anni molti studenti hanno approfittato di questa opportunità di studio e, con qualche sacrificio e molte soddisfazioni, hanno raggiunto qualifica e/o diploma.

Docente referente è il professor Angelo Del Rio. Per informazioni e/o iscrizioni contattare la segreteria dell’Istituto scolastico (0522812347-0522612328) o visitare il sito (www.iiscastelnovonemonti.gov.it).

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Dilva Attolini racconta il racconto

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Dilva Attolini ci invia le impressioni ricevute nel corso della presentazione della sua ultima opera: “Piccolo Piero sogna la nazionale”, lunedì scorso, 12 settembre, al teatro Bismantova di Castelnovo ne’ Monti.

Di seguito le riportiamo.

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(Un momento della presentazione)

(Un momento della presentazione)

E’ stata una bella serata dove si è parlato di sport, di valori, di libri e di fantasia. Condotta da Nicola Simonelli, SGS della FIGC regionale, erano presenti sul palco componenti dello staff Reggiana Calcio: Guido Tamelli AD, Paolo Beretti allenatore settore giovanile, Albert Bertolini, capo scouting, poi i giocatori Davide Addona e Paolo Amir Tabloni, anche autore dell’altro libro presentato, “999 Le storie vere dei Campioni mancati”. Un ringraziamento all’Amministrazione comunale nelle persone degli assessori Emanuele Ferrari e Silvio Bertucci, e uno in particolare a mio figlio Daniele “Billo”. che ha ben diretto dalla cabina di regia insieme al sempre gentile Sacca.

* * *

Che notte, quella in cui venni alla luce! Era martedì 4 luglio. A Dortmund si giocava Germania Italia… semifinale del Campionato del Mondo di Calcio 2006…

Il protagonista di “Piccolo Piero sogna la nazionale” nasce in quella notte magica, negli stessi minuti in cui Fabio Grosso e Alessandro del Piero segnavano quegli splendidi. Nasce sui monti d’Appennino, a Castelnovo, in una stanza d’ospedale, sotto un cielo come a Dortmund pieno di stelle. Nasce all’ombra della Pietra di Bismantova, il Gigante di Roccia, che avrà un ruolo importante nella storia.

In verità non aveva molta voglia di nascere. Desiderava restare il più a lungo possibile nella pancia morbida e calda della mamma, arrotolato come un gattino dormiente. Non aveva nessuna fretta, aveva timore di venire alla luce, come se presagisse che il mondo che l’attendeva non fosse poi così bello.

Scoprirà, invece, che nascere è una grande gioia, una stupenda avventura. Sono stati meravigliosi i suoi giorni di bambino. Gli sono accadute cose bellissime, che ha tutte dentro al cuore. Ha incontrato perfino un drago viola! Nelle storie può accadere, specialmente in un posto dove c’è un monte magico come la Pietra.

Piccolo Piero è un bambino fortunato. Dentro casa ha uno spazio dove può giocare a calcio ogni giorno, nel lungo inverno. E’ una storia vecchia come il cucco che i bambini debbano avere una stanza o uno spazio tutto per loro. Raramente avviene. Piccolo Piero, però, può godere di questo privilegio. Ma può giocare solo con una palla morbida, di spugna, perché ha il dovere di non fare danni, di sottostare a vincoli e regole precise. Può allenarsi un poco ogni giorno: per diventare bravi ci vuole molta costanza.

Piccolo Piero è un bambino fortunato anche perché ha una nonna che ama raccontare storie. Soprattutto la sera, per accompagnarlo a dormire, con il silenzio della notte a far da sfondo. La nonna ha spesso un libro tra le mani. E’ il suo passaporto per la vita. Un portafortuna. Una mente senza storie, lei dice, è un posto buio, una selva oscura, un pozzo secco, senz’acqua e senza luna.

Il parallelismo abilità fisiche e abilità mentali ora è evidente, scoperto, scontato. Come si allena il gioco del calcio, così è indispensabile allenare il gioco della mente. Anche la mente senza allenamento diventa una brughiera di sterpaglie, un luogo senza colori, un cielo privo di stelle.

Eppure tutti amiamo le storie, perché siamo fatti di storie, ogni ora, ogni giorno. Basta tenere un diario per capirlo. Siamo curiosi delle storie degli altri. Se qualcuno racconta siamo tutt’orecchi! Vogliamo sapere come andrà a finire. Amiamo le storie degli amici, furbi, maldestri, chiacchieroni, spregiudicati, simpatici, siamo curiosi di tutto.

Ma non amiamo leggere. Come genitori non riusciamo sempre a stimolare i nostri figli alla lettura.

Piccolo Piero dice che c’è un vizio di forma. Leggiamo libri ai nostri figli fino a sei anni, poi, appena vanno a scuola e cominciano a leggere, li abbandoniamo al loro destino, lasciandoli “letteralmente” allo sbaraglio, pretendendo da loro un’autonomia “letteraria” che non possono aver raggiunto in breve tempo. Piccolo Piero quasi lo urla: “Anche i libri crescono! Nel senso che diventano più difficili! Ma come fanno i grandi a non capire una cosa così semplice?”

Per fortuna compare un drago viola. C’entra qualcosa con i libri? Ma soprattutto cosa ci fa un drago viola sui monti d’Appennino nei pressi della Pietra di Bismantova?

Non posso spiegarvi tutto… per saperlo dovete leggere il libro.

Vi posso solo dire che il drago viola non ama molto i giochi elettronici. Li ama solo un poco. Non ama gli eccessi di tecnologia che possono addormentare l’immaginazione, la fantasia, la creatività. E si dà da fare per esprimere il suo punto di vista.

Il drago viola ha nome, Gragun. Il nome lo ha preteso lui stesso. Tutte le volte che scrivevo drago al computer, siccome la “d” e la “g” sono vicine sulla tastiera, veniva fuori grago. Allora l’ho chiamato Gragun. Poi ho capito: dentro Gragun con la “g” di grrr c’è l’urlo del leone!

(Dilva)

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Castelnovo ne’ Monti / Nuovo Centro pastorale interparrocchiale

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dscn3571Se il buongiorno si vede dal mattino, si possono nutrire buone speranze per il nuovo centro pastorale interparrocchiale, che nel fine settimana appena trascorso si è subito presentato come un importante luogo di incontro, amicizia e comunità per la popolazione castelnovese (e non solo).

Tutto è cominciato sabato mattina, giorno dell’inaugurazione, con la benedizione solenne e il taglio del nastro  dal Vescovo Massimo Camisasca.

Già dall’inizio si è voluto dare un senso preciso al futuro della struttura, con i bambini dell’asilo “Mater Dei” che, come fossero i padroni di casa, hanno accompagnato di persona all’interno della struttura il Vescovo e gli altri quattro relatori, seguiti poi dall’intera platea.

È seguito poi il momento degli interventi, intervallati dalla musica del gruppo giovanile Ace of Clubs e continuamente accompagnati dal brusio di coloro che, non resistendo alla curiosità, hanno esplorato con interesse l’intera struttura.

L’arciprete don Evangelista Margini (salutato da un grande applauso), ricordando le precedenti esperienze di oratorio, ha auspicato che il nuovo centro pastorale diventi un luogo aperto alle iniziative di tutte le associazioni (parrocchiali e civili) presenti sul territorio. Auspicio condiviso dal sindaco Enrico Bini, che ha ribadito come anche tra le varie anime della società civile della montagna sia vivo il desiderio di unione e di collaborazione.

L’architetto progettista Gabriele Ferri ha poi presentato all’assemblea un riassunto delle diverse fasi di realizzazione dell’opera, mettendo in rilievo gli ottimi risultati ottenuti sia in campo di risparmio energetico, sia rispetto alla sicurezza della struttura (tema che ha tristemente dominato la recente cronaca nazionale).

Monsignor Tiziano Ghirelli, direttore dell’ufficio diocesano per i beni culturali e la nuova edilizia di culto, ha infine lodato la bellezza estetica dell’opera (segno, secondo lui, di cura verso l’uomo), ma ha altresì ricordato l’importanza di una sua attenta e continua conservazione, che non vuol dire solo manutenzione ordinaria ma soprattutto abitare il centro in prima persona.

È stato poi il momento di un secondo gesto altamente simbolico: alcune figure si sono alzate dalla platea e, quasi a rivendicare uno spazio all’interno del futuro prossimo della struttura, hanno portato alcuni oggetti simbolici per chiedere che il centro pastorale diventi un luogo aperto a tutti: alle famiglie, ai giovani e agli anziani, alle attività sportive e a quelle teatrali, all’educazione, al volontariato e all’accoglienza, senza certamente dimenticare la sua vocazione prima, quella alla cura spirituale e religiosa dell’uomo.

La parola è poi passata al vescovo Massimo, che ha ammesso come le sue iniziali perplessità sulla realizzazione dell’opera siano state infine fugate dalla tenace determinazione di don Geli e dell’architetto Ferri sulla necessità del progetto; ha poi affidato alla comunità il compito di vivere con fecondità il centro per portare quel progetto a compimento.

A conclusione della mattinata un ultimo gesto simbolico: richiamando l’augurio di papa Francesco alla folla della GMG (“Costruite ponti, non muri”), i giovani si sono presi per mano, subito imitati da tutta l’assemblea (relatori compresi), alzatasi in piedi a formare un unico ponte di mani unite.

La giornata di sabato è poi continuata nel segno della condivisione, con un buffet nel portico della struttura e un torneo di pallavolo per i ragazzi nel pomeriggio; in serata si è tenuto l’incontro diocesano dei giovani tornati dalla GMG di Cracovia, che hanno ascoltato le testimonianze di alcuni loro compagni di viaggio (“Un’esperienza indescrivibile” è stata la frase più ripetuta) e di suor Antonella Casiraghi, monaca di Bose, che ha esortato tutti i presenti a custodire l’entusiasmo trovato alla GMG e a non avere paura del futuro. La festa è poi continuata nel dopocena, con un esclusivo concerto dei Borghi Bros.

Il giorno successivo è stato invece segnato dalla messa solenne celebrata all’esterno della Pieve e un pranzo, molto partecipato, nella sala grande della struttura, seguito infine da una caccia al tesoro organizzata per i più piccini.

È vero, siamo solo all’inizio: ci vorrà del tempo per prendere misura delle grandi potenzialità del nuovo centro pastorale. La grande sfida del prossimo periodo sarà infatti renderlo “vivo”, con le attività parrocchiali e vicariali ordinarie (catechismo, gruppi post-cresima, corso di teologia…) e con gli eventi che ne costelleranno il calendario (mi permetto di ricordare il concerto organizzato dalla compagnia PiccoloSistina per domenica 18 settembre: http://www.piccolosistina.it/eventi/).

(Matteo Genitoni)

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