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Il Natale in casa o la casa di Natale?

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La casa del Natale (foto B. Romolotti)

La casa del Natale (foto B. Romolotti)

Una piccola dimora tutta ricamata a punto croce su prezioso lino.

Si addobano le case in occasione delle festività natalizie ma si trovano anche… già addobbate!

Questa idea originale è stata realizzata da Barbara Romolotti, la più giovane iscritta alla delegazione castelnovese di “Associazione Italiana del Punto Croce” che con questa immagine augura a tutte le appassionate (ed ai loro compagni…) serene Buone Feste!

Cliccate le immagini per ammirare i particolari.

 

 

L'ingresso (foto B. Romolotti)

L’ingresso (foto B. Romolotti)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

RETRO

Il retro, bello come il davanti (foto B. Romolotti)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L'alberello di Natale ed un pupazzo di neve (foto B. Romolotti)

L’alberello di Natale ed un pupazzo di neve (foto B. Romolotti)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

REGALI

Sorpresa!, i regali sono già arrivati! (foto B. Romolotti)

 


Una bella pagina sul tema della carità

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images

Mi è giunta in questi giorni, su segnalazione di una cara amica, una bella pagina firmata da uno studente di soli 15 anni di Minozzo; si chiama Cristiano Fontana, frequenta il secondo anno del Liceo linguistico “Cattaneo” e ha scritto delle riflessioni davvero toccanti e sensibili sul tema della carità, oggi molto attuale. Cristiano ha una passione innata per la scrittura (e questa pagina lo testimonia); è inoltre appassionato di calcio, che segue e pratica. Ha scritto questo articolo dopo un’esperienza che lo ha portato a contatto con il mondo della solidarietà e della povertà. Vi consiglio di leggerlo, tutto d’un fiato… E a Cristiano faccio i miei complimenti.

(Mimmo Delli Paoli)

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A scuola di carità

Pure io, ammetto, ero una di quelle persone che ignorava l’esistenza di una giornata della colletta alimentare, non per indifferenza, semplicemente perché vivevo la povertà come una cosa lontana, una cosa d’altri mondi, d’altri tempi, di altre realtà. Una povertà come quella che ci viene sbattuta in faccia durante gli spot pubblicitari dell’8X1000, di quei bambini che, solo vedendoli, ci fanno rincrescere di avere il piatto colmo. Solo una volta potei toccare con mano ciò che realmente è la povertà, a Cuba quando vidi una bambina versare lacrime di gioia per un pennarello che le era appena stato regalato. Cosa che mi fece apprezzare ancor di più ciò che avevo e che, forse, davo troppo per scontato.

È stato sabato 30 novembre scorso (giornata della colletta alimentare) che mi si ripresentò quell’emozione, quel brividino lungo la schiena che ti conferma di stare facendo la cosa giusta.

Devo ammettere però che quando ci proposero di andare a fare il banco alimentare non colsi subito ciò che mi veniva offerto, la presi come un’ora da passare fuori da scuola, per fuggire un po’ da quelle mura che giorno dopo giorno sembrano farsi sempre più strette. Solo dopo capii che la proposta in sé e per sé non era nulla, ma la possibilità che dava era enorme. Poter trasformare la solita routine giornaliera in qualcosa di eccezionale è una possibilità enorme.

Quando riuscii a capire questo, riuscii pure a godermi quel poco tempo senza tentennamenti, senza paure e con una gran voglia di mettermi in gioco.

Appena arrivammo davanti al Sigma un volontario della Caritas ci fece una breve introduzione di ciò che avremmo dovuto fare, poi spartì i compiti: qualcuno all’entrata, a distribuire le borsine, qualcun altro a raccoglierle e via dicendo.

All’inizio, ammetto, ebbi un po’ di timore, timore che qualcuno rifiutasse di donare o rispondesse in modo poco garbato; mi stupii invece di quanta gente accettava la borsina con un sorriso, quasi a dire: “Far bene agli altri fa stare bene anche me”.

Forse è questa la cosa più bella che ho portato a casa quel giorno, perché il vero problema non è aiutare il prossimo, quello lo sappiamo fare tutti e più o meno lo facciamo, la cosa eccezionale è sentirsi appagati facendo del bene, non a noi stessi, ma agli altri.

Questo è ciò che fanno ogni giorno tutti i volontari delle varie associazioni di volontariato che mirano ad aiutare i meno fortunati, che pur non essendo stipendiati trovano altro di cui arricchirsi, non materialmente ma spiritualmente.

Per questo credo che tutti quel giorno siamo diventati un po’ più ricchi, solo per aver passato una borsina ad uno sconosciuto, solo per aver superato quell’ostacolo, quel muro di paure e angosce ce ci impediva di vedere le gioie che stanno al di là di esso.

Solo per aver sentito quel brividino lungo la schiena, che ancora una volta ci ha confermato di stare facendo la cosa giusta.

 

Lo sport castelnovese brinda al Natale

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brindisiProseguendo una tradizione avviata da alcuni anni per iniziativa dell’assessorato allo sport del Comune, il mondo dello sport di Castelnovo ne’ Monti si ritroverà LUNEDI’ 16 dicembre alle 18.30 per brindare, oltre che al Natale, ai successi del 2013 e alle speranze di successi del 2014.

L’incontro è ospitato dall’Onda della Pietra.

Associazioni, sostenitori, atleti sono invitati a partecipare: è una occasione per scambiarsi gli auguri e per ragionare sugli impegni del nuovo anno.

The Christmas Show 2: lunedì 16 apre la prevendita

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Locandina dello spettacolo

Locandina dello spettacolo

Con l’arrivo del periodo natalizio, torna nuovamente a farsi sentire la Compagnia Piccolosistina. Infatti durante le vacanze, il gruppo corale proporrà il suo nuovo spettacolo: The Christmas Show 2 – Il Canto di Natale del Piccolosistina.

La Compagnia quest’anno presenta un adattamento della classica opera natalizia di Charles Dickens, trasformandola in una commedia musicale capace di far sorridere e riflettere grandi e piccini. La storia narra le avventure di Ebenezer Scrooge, un uomo avaro ed infelice che si ritrova, come ogni anno, a non voler condividere il gioioso spirito del Natale. La notte della Vigilia, Scrooge riceve la visita di Jacob Marley, suo ex socio d’affari ormai defunto: questi, con l’aiuto di tre spiriti, mostra ad Ebenezer la sua triste fine se non si deciderà a redimersi e cambiare vita.

La colonna sonora è composta da numerosi brani della tradizione natalizia che si alternano a pezzi gospel e canzoni pop adattate per coro. Il tutto sarà svolto in collaborazione con la Scuola Danza e Teatro Arcobaleno.

Lo spettacolo andrà in scena per ben tre volte presso il Teatro Bismantova di Castelnovo ne’ Monti. Queste le date dello spettacolo:

  • Venerdì 27/12 alle ore 21.00
  • Domenica 29/12 alle ore 15.00
  • Venerdì 03/01/2014 alle ore 21.00

La domenica lo show verrà principalmente dedicato alle famiglie, con uno sconto sul biglietto per i più piccoli.

Il ricavato delle tre serate verrà devoluto alla Parrocchia di S.Maria Assunta di Castelnovo ne’ Monti per la costruzione del nuovo Oratorio interparrocchiale che sta per sorgere nella zona della Pieve.

E’ possibile acquistare i tagliandi dello spettacolo in prevendita presso la biglietteria del Teatro Bismantova. Questi i giorni e gli orari di apertura:

  • Lunedì 16/12, mercoledì 18/12, venerdì 20/12, lunedì 23/12  dalle ore 10.00 alle ore 12.00;
  • Sabato 21/12 dalle ore 20.00 alle ore 22.00

Per ulteriori informazioni:
www.piccolosistina.it
Pagina Facebook: Compagnia Piccolosistina
info@piccolositina.it

 

Questa sera la bella voce di Nicky Nicolai

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Nicky NicolaiAl Teatro Bismantova di Castelnovo ne’ Monti terzo appuntamento della stagione 2013-2014, quella che porta al decennale della rinnovata struttura, riaperta nel febbraio del 2004.

Questa sera, alle ore 21, sul palcoscenico Nicky Nicolai e Stefano Di Battista, con lo spettacolo intitolato “Le mille bolle blu”. Ingresso: € 20.

* * *

La musica, si sa, può essere una favolosa macchina del tempo. Ci sono brani che sanno proiettarci in un momento specifico della nostra vita, melodie che ci mandano sottobraccio con il nostro passato e canzoni che ci fanno rivivere emozioni che credevamo lontane. Mille bolle blu – nato da un’idea di Gino Castaldo – è un concerto spettacolo, un viaggio su spartiti che attraversano l’immaginario musicale che ci tiene legati agli anni ‘60–‘70. Quegli anni ci hanno consegnato la più potente stagione creativa della storia della musica italiana contemporanea e lo spettacolo ne vuole evocare l’immagine gioiosa e gloriosa, come suggerito dal titolo stesso che ne sottolinea la dimensione di gioco e creatività. Il calore e lo swing di Nicky Nicolai, in perfetta sintonia con l’estro e la versatilità del sax di Stefano Di Battista, ci conducono tra brani che hanno fatto la nostra storia, insieme ad artisti che sono pietre miliari della nostra narrazione, da Mina a Gabriella Ferri, da Nancy Sinatra a Eduardo De Crescenzo a Ornella Vanoni, passando per The Archies e Nina Simone. Riscoprire le canzoni di un tempo che ci appartiene e che ci accompagna ancora oggi, sorridere ad una musica che porta commozione e sorprenderci per delle note nuove o per un duetto originale; il tutto sotto l’occhio registico di Elisabetta Rizzo, in un soffio, che crea bolle di sapone, leggere, variopinte e rigeneranti come le nostre emozioni.

 

Sostegno della Regione all’inserimento del Parco Nazionale nella rete MAB UNESCO

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mabCon una risoluzione sottoscritta pochi giorni fa l’Assemblea Legislativa dell’Emilia Romagna impegna la Giunta a sostenere, in tutte le sedi opportune, la candidatura del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano al MAB UNESCO come Riserva di Biosfera.

L’ iniziativa è partita dai consiglieri regionali parmensi Gabriele Ferrari e Gabriella Meo.

«Il nostro Appennino – si legge nella risoluzione – confine climatico tra Europa e Mediterraneo, è uno scrigno straordinario di biodiversità e ricchezza di paesaggio che,attraverso la certificazione UNESCO MAB,può opportunamente mettere in valore le peculiarità del territorio. L’appartenenza a reti di siti UNESCO, così come la connotazione di Parco Nazionale, sono certamente valori aggiunti riconoscibili a livello nazionale e internazionale e volano di ricerca di qualità all’interno del territorio interessato, nonché occasione di ulteriore sviluppo economico. L’entrata nella rete dei siti UNESCO non imporrà ulteriori vincoli, ma sarà innanzitutto un investimento culturale e un osservatorio qualificato internazionale sulla qualità  del paesaggio, dell’ambiente, degli insediamenti e delle attività dell’Appennino».

La notizia del sostegno della Regione Emilia Romagna a questo importante percorso di certificazione promosso dal Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano, in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente, è stata data anche a Roma dove in questi giorni è in corso la Conferenza nazionale organizzata dallo stesso Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare: ‘La Natura dell’Italia: lo Stato investe sull’Ambiente’.

«La scelta del Ministero dell’Ambiente di impegnare e candidare il nostro Parco Nazionale alla rete mondiale MAB UNESCO – ha spiegato il presidente Giovanelli nel suo intervento alla conferenza nazionale di Roma – è un passo importante e decisivo che apre a una internazionalizzazione attiva, impegnativa e competitiva del sistema delle aree protette italiane chiamate, oggi più che mai, alla tutela dell’identità culturale e territoriale e dei valori storici, antropologici e culturali. La rete MAB UNESCO pare effettivamente riflettere un moltiplicatore di forza e uno strumento di attuazione dei principi delle nostre leggi istitutive dei Parchi Nazionali, nell’obiettivo dichiarato di proteggere i sistemi naturali e la biodiversità e la diversità culturale, e al tempo stesso sperimentare e realizzare idee innovative per lo sviluppo sostenibile».

La Regione Emilia Romagna – come spiegato nella risoluzione – riconosce l’importanza di questi valori e sottolinea come questo percorso di certificazione abbia trovato un ampio consenso tra i cittadini, i rappresentanti delle associazioni e gli Enti Locali che hanno voluto esprimere la loro adesione con una raccolta di centinaia di firme e con molti pronunciamenti ufficiali.

Dopo Castelnovo ne’ Monti nel reggiano si sono espressi, infatti, Canossa, Casina, Vetto,Vezzano,Busana e Ligonchio (presto si riuniranno anche gli altri Consigli comunali) e nel parmense Monchio delle Corti,Neviano degli Arduini e Corniglio oltre alla Camera di Commercio della città ducale che ha sostenuto l’idea fin dai primi passi.

Valter Galassi se ne va: ciao e grazie

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Walter GalassiVolto conosciuto da molte generazioni di giovani, Valter Galassi era stato lo storico gestore della Tavernetta, noto locale da ballo di Cervarezza che ha cavalcato l’onda di anni in cui, il sabato sera o la domenica pomeriggio, ci si recava a ballare. Il sabato e la domenica pomeriggio musica dance, la domenica sera il liscio. Almeno due le generazioni di ex giovani che lo hanno conosciuto. Nel suo locale si svolgevano anche celebri concorsi (come Miss Montagna), ma anche concerti d’eccezione, incontri, raduni di fan di Celentano, o dell’Inter club con i campioni degli anni Ottanta.

Purtroppo l’esperienza della Tavernetta si è poi conclusa per vari motivi. Singolare il fatto che Galassi mai avesse fatto ricorso a servizi di sicurezza per la gestione del locale, anche in momenti certamente difficili (come quelli della diffusione di stupefacenti in Appennino) che non erano tollerati nella sua discoteca. Nel 2010 la Tavernetta, però, veniva chiusa definitivamente. Era iniziata la parabola che avrebbe condotto questo locale alla storia. E, ora, il signore dal vestito bianco è chiamato all’ingresso del Cielo.

 * * *

Valter Galassi lascia la moglie Silvana Corsi, i figli Gianmario – a lungo dj della Tavernetta -, Riccardo e Noemi, il fratello Sergio. I funerali si svolgeranno domani, sabato 14 dicembre, alle ore 9,45, partendo dall’ospedale S. Anna per la chiesa parrocchiale di Cervarezza, dove verrà celebrata la Messa funebre. Quindi l’ultimo tragitto verso il cimitero locale.

 

Casina / “Natale delle meraviglie” ritorna e raddoppia

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Alla terza edizione, Natale delle Meraviglie torna ad animare il centro di Casina domenica 15 dicembre raddoppiando le iniziative a disposizione di piccoli e grandi. Al concorso ormai tradizionale per l’albero più creativo ed originale da portare da casa o da realizzare direttamente in piazza IV novembre, si aggiunge la possibilità di realizzare con gli animatori gli addobbi per un albero del Parco Pineta che le associazioni vogliono riportare all’antico splendore. Ma il vero raddoppio è la mostra concorso di cake design che va in scena fin dal mattino nella piazza del peep, per l’occasione sede dei mercatini natalizi. 7 i premi dei due concorsi, in buoni spesa compresi tra i 150 e i 30 euro. Lungo tutta la giornata mercatini dell’artigianato e dell’usato, laboratori creativi e spettacoli animeranno le due piazze del paese per culminare nell’arrivo della slitta di Babbo Natale e nelle premiazioni. I negozi saranno aperti e stand gastronomici e della solidarietà consentiranno di nutrire ottimamente cuore e gola…

Un anticipo di tutto la mattina del 14 in biblioteca con il laboratorio musicale del Cepam.

Organizzate dall’Amministrazione comunale e dalle associazioni del territorio, le iniziative sono a partecipazione gratuita e senza limiti di età.

 


Un proverbio tira l’altro

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Presentazione

Una serie di modi di dire latini? A chi interessa? Ditemelo voi, ma ci spero. Alcuni di questi sono notissimi, li conosciamo, li usiamo spesso, (a proposito e anche a sproposito). Altri sono meno conosciuti ma ugualmente validi. Concetti sintetizzati, che i nostri avi codificavano in dialetto non dal latino, (e chi lo conosceva?), ma direttamente dalle esperienze di vita.

Per me sono nostalgiche reminiscenze di scuola di oltre sessanta anni fa. Riuscirò a rispolverare memorie gradevoli in chi ha avuto la possibilità di studiare il latino in un certo modo (cioè di viverlo, di odiarlo forse, sicuramente di gustarlo)? E, ahimè!, costatare quanto quelle espressioni siano valide ancora oggi? Mi fido di Mazzaperlini, che ricordava:

I pruvêrbi, cun pasiênsa

i’ ên  stâ fàt da l’esperiênsa.

* * *

Cavalli

Ab equìnis pèdibus procul recède = Sta alla larga dagli zoccoli dei cavalli

E gli equini in argomento non sempre hanno quattro zampe! Un tempo era più immediato il senso di pericolo: cavalli, muli, asini erano comuni mezzi di trasporto per persone e merci. E che tali animali si adombrassero e si spaventassero non era cosa rara. La loro difesa consisteva proprio nello sferrare calci in ogni direzione, con una forza d’urto davvero dirompente. Meglio starsene alla larga! Il popolo ha tradotto questo motto alla sua maniera:

A fâr dal bên a i’ âši a s’ ciàpa di câls

[A fare del bene agli asini si prendono calci].

Si diceva anche, per sottolineare la testardaggine: Al câlsa péš che un múl= Calcia più di un mulo.

Perchè si dice…….

Acqua alle corde

È successo nel 1586, quando l’architetto Domenico Fontana doveva collocare l’obelisco in Piazza San Pietro, a Roma. Tutto era stato predisposto con meticolosa precisione, ma, per evitare distrazioni agli 800 uomini e ai 140 cavalli impegnati nell’operazione, il Papa emise un editto semplice ma persuasivo: chiunque avesse aperto bocca durante l’operazione sarebbe stato punito con l’impiccagione immediata. Nella tensione per drizzare il monolite le funi si stavano sfilacciando col rischio di rompersi, col pericolo di morte per gli addetti all’operazione e di frantumare l’obelisco. Era presente all’operazione un certo Bresca di San Remo. Da bravo uomo di mare si rese conto del pericolo e urlò, in genovese: Àiga. Dài de l’àiga a e corde(Acqua. Bagna le corde!). Sapeva che le corde bagnate, restringendosi, resistevano di più. L’architetto Fontana diede ordine di bagnare tutte le corde. L’operazione giunse felicemente al termine. Il Bresca non fu impiccato, anzi, ricevette gli elogi del Papa, diversi privilegi, una pensione mensile e il titolo di capitano del primo reggimento pontificio.

 

Una piacevole serata all’IIS

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Cena Motti

Medici e carabinieri a cena insieme per lo scambio degli auguri natalizi. Si sono ritrovati due sere fa nel ristorante didattico dell’IIS, nella sede scolastica di Castelnovo ne’ Monti. Con le forze dell’ordine la scuola ha attiva una collaborazione sugli aspetti formativi ed educativi. L’Istituto d’istruzione superiore castelnovese coinvolge puntualmente gli studenti sul territorio – anche l’altra sera presenti in cucina e in sala – traducendo quanto appreso sui banchi di scuola in lavoro. Erano circa 35 i commensali, tra cui il neocomandante della Compagnia locale, cap. Dario Campanella – e la serata è stata, – a detta degli interessati – piacevole e “da ripetere”.

 

Bilancio di previsione 2013 a dicembre

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Gianfranco Rinaldi

Gianfranco Rinaldi

E’ stato approvato solo pochi giorni fa il bilancio di previsione 2013 del Comune di Casina. Una situazione inedita per il principale documento di programmazione economica e finanziaria degli enti locali, sulla quale hanno gravato le pesanti incertezze legate agli strumenti forniti dal governo centrale, alcune delle quali si protraggono tuttora.

Così si esprime in proposito il primo cittadino, Gianfranco Rinaldi: “Di fatto approvare un bilancio di previsione vicini alla fine dell’anno snatura il documento, che diventa quasi un consuntivo, ma reputo che l’aspetto più negativo sia che si sottrae in gran parte la funzione fondamentale di un Consiglio comunale, ovvero di programmare e discutere insieme i progetti che verranno realizzati. In questo modo invece è una semplice presa d’atto di quanto è stato fatto. A pesare sono state proprio le incertezze sulle leve finanziarie che i comuni avrebbero avuto a disposizione e che rappresentano la base del bilancio: basti dire che l’abolizione della seconda rata dell’Imu sulla prima casa è stata decisa solo in novembre, e sui trasferimenti legati alle aliquote si sta ancora discutendo. Sono due anni che il Governo fornisce un quadro economico minimo su cui lavorare ai Comuni con grande ritardo, e questo rende il lavoro terribilmente complicato anche per i nostri uffici: ci vuole maggior riguardo per gli Enti locali, che sono quelli a più diretto contatto con i cittadini e che, nonostante l’attuale situazione nazionale, godono ancora di qualche credito da parte degli stessi”.

Venendo poi ai contenuti del bilancio di previsione, Rinaldi sottolinea quelle che sono state le scelte di base: “Le difficoltà che sta vivendo l’Italia si riflettono ovviamente anche sui piccoli Comuni, e per questo è stata una scelta impegnativa, ma che abbiamo fatto con assoluta convinzione, quella di non aumentare le imposte, mantenendo nel contempo tutti i servizi. Anche la Tares, le cui cartelle stanno arrivando in questi giorni ai cittadini, nel complesso rispetto alla Tarsu comporterà una diminuzione di entrata di 50 mila euro. Però a mio parere resta una tassa non sufficientemente equa: non prevede alcuna premialità per i comportamenti virtuosi: chi ne produce pochi e li differenzia con attenzione, paga tanto quanto chi non è sensibile a questi aspetti e magari butta tutto nell’indifferenziato. Noi abbiamo cercato di compiere un lavoro attento sulle aliquote che ci competono, perché questa nuova tariffa ha anche una parte cospicua che và direttamente allo Stato, e di prevedere agevolazioni per le categorie commerciali e gli esercizi che sarebbero stati maggiormente penalizzati. In questo modo ci sarà comunque chi pagherà qualcosa in più, ma anche chi qualcosa in meno rispetto alla precedente tariffazione”.

Sugli interventi effettuati Rinaldi prosegue: “Le nostre difficoltà di bilancio sono state sicuramente gravate dalla necessità di intervenire sul grave dissesto idrogeologico causato dalle frane di marzo – aprile, sulle quali siamo intervenuti in buona parte con fondi per la somma urgenza così da ripristinare gli accessi. In questo periodo sono in fase di ultimazione gli interventi di sistemazione definitiva prima dell’inverno, ad esempio sulle frane di Susineta, dove è stato fatto un impianto di drenaggio per portare via l’acqua e stabilizzare il versante, Casaleo, Beleo, Giandeto, Leguigno. Di recente sono stati messi a disposizione anche fondi per le zone di Ariolo ed il Mulino di Cortogno ed anche questi tratti sono stati sistemati. Solo per le prime frane abbiamo investito 180 mila euro, e fortunatamente abbiamo potuto avere anche un aiuto dalla Bonifica dell’Emilia centrale, in particolare sul rifacimento del ponte di Ca’ Manarino che era stato lesionato dal sisma del 2012. Grazie alla Regione che ha scelto di liberare almeno una parte dei fondi bloccati dal patto di stabilità, abbiamo poi potuto finalmente concludere l’intervento sul cimitero di Paullo, ma i fondi liberati, e ricordo che sono soldi dei quali il Comune è in possesso ma non può utilizzare, non sono stati sufficienti per i lavori necessari sul cimitero di Pianzo, che comunque se si allenterà ulteriormente il patto come annunciato avvieremo nel 2014. A bilancio ci sono anche 40 mila euro per l’avvio della ristrutturazione della vecchia parte coperta del cimitero di Casina. Abbiamo investito 300 mila euro sul secondo stralcio dell’ampliamento della scuola elementare. Abbiamo messo poi a bilancio 130 mila euro per il rifacimento del tetto della scuola materna Fantamagia, colpito da infiltrazioni di acqua dovute ad un difetto progettuale visto che non c’è sporto di gronda e l’acqua, una volta che le grondaie erano ostruite, si scaricava all’interno del perimetro. Questi lavori partiranno a fine anno scolastico, ma intanto con nostro personale siamo riusciti a porre un freno alle infiltrazioni che nell’ultimo mese sono cessate. Con il rifacimento del tetto sarà rivista anche la coibentazione per avere un risparmio energetico. E’ stata anche completata la progettazione per l’adeguamento sismico delle scuole elementari, che anche se sono un edificio recente avevano mostrato alcune vulnerabilità: in questo senso grazie ad una segnalazione del consigliere regionale Fabio Filippi abbiamo richiesto un apposito contributo su un capitolo cogestito dai ministeri delle infrastrutture e dell’istruzione.

Nell’edificio delle scuole elementari e materne di Paullo si sta provvedendo grazie alla collaborazione del locale Gruppo Alpini e della ditta Morani F.lli alla sostituzione della caldaia a gasolio con una nuova a metano, che ovviamente sarà a maggiore efficienza.

Nel segno del risparmio energetico va anche un progetto di completa sostituzione delle lampade per l’illuminazione pubblica, attualmente a bassa efficienza, con nuove lampade a led ad alta efficienza: il progetto sarà finanziato in modo innovativo con un contratto di disponibilità, in pratica un canone che verrà versato all’impresa che vincerà l’appalto per fornire le nuove lampade. Una volta attuato, il progetto comporterà un risparmio energetico consistente per l’Amministrazione, dato che si parla di una riduzione dell’energia consumata vicino al 70%.

Un grosso sforzo è stato compiuto anche sulle opere di manutenzione ordinaria e messa in sicurezza della rete stradale comunale, che ammonta a più di 190 km, sui quali siamo intervenuti su molti tratti rovinati utilizzando 1100 quintali di asfalto a freddo. E’ stato rifatto il marciapiede dall’incrocio tra via Roma e via Marconi fino alla sede della Croce Rossa, ed anche rinnovate le reti tecnologiche con nuovi lampioni che saranno installati nei prossimi giorni e saranno già dotati delle nuove lampade a led.

Non sono mancati nemmeno importanti interventi che hanno sostenuto la promozione turistica e del nostro territorio: è ad esempio finalmente giunta a termine la ristrutturazione, complessa dato il valore architettonico ed artistico dell’edificio, del complesso di Sarzano, che ora è davvero un gioiello che può ospitare iniziative culturali, artistiche e convegni. La Fiera del Parmigiano Reggiano ha invece visto un profondo cambiamento, divenendo finalmente una vetrina di livello veramente alto per i prodotti di eccellenza del settore agro-alimentare, che rappresentano una enorme ricchezza del territorio, a partire proprio dal Re dei Formaggi che a Casina, grazie all’attività dei caseifici locali, raggiunge risultati straordinari sanciti di recente anche in concorsi di livello europeo.

Le cose da fare sono molte e gli strumenti sono spesso insufficienti. Quello che speriamo per il futuro è che ci sia dato modo di pianificare con maggiore anticipo ogni intervento sapendo con precisione su quali risorse contare, cosa che negli ultimi due anni di fatto è stata impossibile”.

 

Favola di Natale

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Giovedì 19 dicembre, alle ore 21, al Teatro Bismantova di Castelnovo ne’ Monti si svolgerà il saggio del laboratorio strumentale delle classi quarte delle scuole primarie di Castelnovo e Felina, laboratorio che è parte integrante del progetto “crescendo in musica” organizzato dall’Istituto superiore di studi musicali Peri–Merulo, sede di Castelnovo.

Andrà in scena “La favola di Natale”, testo e immagini di Giovannino Guareschi, cori di Aldo Coppola, sonorizzazioni di Mirko Ferrarini, Ezio Razzoli voce recitante, accompagnato da un’orchestra di quasi 100 bimbi, guidati dai loro insegnanti.

“Crescendo in musica” è l’ambizioso progetto che l’Istituto Peri-Merulo ha avviato nei mesi scorsi, definito insieme all’Istituto comprensivo di Castelnovo, che dà l’opportunità ai giovanissimi studenti delle scuole primarie del capoluogo e di Felina di compiere un percorso di formazione musicale progressiva, dalla classe seconda fino alla quinta, con personale qualificato. In pratica tutte le classi dell’Istituto comprensivo, in totale 22 classi per 400 studenti, hanno la possibilità di compiere un percorso organico e continuativo di educazione musicale dalla 2° alla 5°. Ogni classe avrà compiuto al termine dell’anno scolastico circa 25 incontri, nelle ore curricolari previste per l’insegnamento della musica, che però in questo caso vedono un insegnamento di alto livello qualitativo, con docenti qualificati. Lo spettacolo di giovedì sarà un primo “ritorno” di questi laboratori, e rappresenterà un “battesimo del fuoco” sicuramente importante, sul palco del teatro della montagna, di fronte ad una platea che sarà sicuramente gremita di familiari ed amici.

 

Si rivede l’orizzonte

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Si rivede l’orizzonte orientale dal colle della Pieve di Castelnovo ne’ Monti, dove ieri è stato demolito il primo dei due fabbricati, il cosiddetto “Palapieve”. L’operazione avviene nell’ambito delle fasi previste per l’erezione del nuovo oratorio, progettato dallo studio dell’arch. Gabriele Ferri, i cui lavori sono cominciati. Sulla cima del colle non rimarrà alla fine altro che la millenaria chiesa parrocchiale, recuperando perciò anche un non secondario valore paesaggistico.

 

Con la Bottega diversa arriva il mercatino

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 “Bottega Diversa – per una economia solidale in montagna”, curerà venerdì 20 dicembre, a partire dalle ore 17,30 sino alle 20,30, le consegne delle “spese diverse” presso il Centro Insieme a Castelnovo ne’ Monti, in via dei Partigiani 10. Nell’occasione si è  pensato di creare un piccolo mercatino di Natale, a cui parteciperanno, con la loro presenza, alcuni produttori montanari e Ravinala con un banchetto di libri e prodotti dell’equo solidale.  Si tratterà di un momento adatto per scambiare qualche chiacchiera e fare progetti per il prossimo anno. L’iniziativa è aperta a tutti, non solo a chi deve ritirare la spesa, che, anzi, potrebbe approfittare portando un amico, un’amica, un fratello, la mamma, le zie, il vicino di casa, per sensibilizzarli alle iniziative della Bottega Diversa.

Per informazioni: Ivana Micheletti, Bottega Diversa, 3381688243

Se il Mondura scalda la notte

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Coro Montdura a Esperidi (foto Redacon)

Metti una sera quando fuori è freddo e gelo. Metti una sera dove si canta per gli anziani della casa di riposo, in questo caso le Esperidi di Vezzano. E metti come protagonisti i coristi del Montdura diretti da Paola Garavaldi. “Una sera per noi diversa e in allegria”, commenterà ad alta voce la signora di spalle e in primo piano nella foto col suo amico ospite che ci tiene a rimarcare d’essere friulano.

Il Coro Montdura mette in campo la sua: repertorio che spazia da Giorgio Vacchi al sacerdote Savino Bonicelli, da Fedele Fantuzzi ad Andrea Caselli, le voci soliste e un bell’entusiasmo. Una serata diversa e con stile.

 


Muore il papà del Grillo

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Manlio Battilani

Manlio Battilani

VETTO La fine dell’anno, a volte, porte con sé l’addio a persone che, nella loro vita, hanno saputo distinguersi nel corso della loro vita. Tra queste, Vetto saluta nell’ultimo mese del 2013 un concittadino illustre, Manlio Battilani, 96 anni, spentosi quest’oggi nella casa di riposo “Maria Spaggiari Boni”. Domani alle ore 10 al cimitero di Cola i funerali in forma civile.

Manlio era un personaggio così. Intervistato dal mensile Tuttomontagna, nel 1997, dichiarava alla sua maniera il suo amore per la moglie Ofelia, scomparsa pochi anni fa “Io non mi sono sposato, ci siamo incontrati così, per strada, e siamo ancora qui assieme”

Sino a non troppi mesi fa lo si poteva incontrare nella sua Groppo, sulla soglia della sua casa, dove pareva di toccare il cielo con un dito. Il suo nome è rimasto indissolubilmente legato, più che al suo mestiere di fabbro, a due invenzioni che hanno fatto un pizzico di storia reggiana e regalato momenti di gioia a un’infinità di bimbi. Stiamo parlando del “Grillo” e del “Birimbo-Birambo”.

Sassuolo nel 1951 i primi Grilli avevano i cerchi in alluminio

Sassuolo nel 1951 i primi Grilli avevano i cerchi in alluminio

Dietro l’essere ateo di Manlio c’erano le sue ragioni: “Sono partito per la guerra il 2 aprile del ’39 – spiega Manlio Battilani – e sono tornato il 2 aprile del ’46. Quindi sono stato via solo una giornata, una giornata con in mezzo sette anni. Sono partito verso il fronte per Vittorio Emanuele III e per il Duce, con la benedizione del fucile per andare a fare la guerra. No, io non credo più nella religione. Grazie a De Gaulle siamo rimasti prigionieri sotto la legione straniera per un anno dopo la fine del conflitto. Ho visto tagliare un dito al mio capitano per portargli via l’anello, ho visto strappare con la forza i denti d’oro al mio tenente…  sono stato per dieci minuti con una pistola puntata in bocca perché volevano una fisarmonica che io non avevo. Come faccio a credere ancora a chi mi ha benedetto il fucile?”

Nella sua casa davano bella mostra di sé le effigie dei padri del comunismo, compreso Stalin che, per Manlio, aveva il merito di avere sconfitto Hitler.

La sua carriera, finita la guerra, iniziò spostandosi a Vetto capoluogo, da Ferretti, “ad aggiustare gli unici mezzi di locomozione che c’erano allora: le biciclette. Ma avevo molta voglia di lavorare, così ritirai una bottega a Reggio, in Piazza Fontanesi, dove vendevano e aggiustavano biciclette. Lì avevo un triciclo in ferro che prestavo a chiunque me lo chiedeva, ma andava a finire che mi lasciavano una mancia che spesso era più grande di quanto guadagnavo in una giornata di lavoro. Così iniziai a pensare a qualcosa che potesse davvero piacere ai bambini, che però non fosse pericoloso come le prime autopiste che in quegli anni si vedevano in città: i bambini prendevano di quei colpi alla bocca che spesso causavano non pochi danni”.

1956 Grilli e bambini ai giardini di Reggio Emilia

1956 Grilli e bambini ai giardini di Reggio Emilia

Prendeva il via quello che, oggi, sono tornati a produrre il figlio Amerigo e i nipoti Emanuele e Simone. Il Grillo: un mezzo di locomozione a forma di un grosso triciclo – pesa poco più di dieci chili – che si guida con un volante, mentre con le gambe, compiendo un movimento alternativo (proprio come le gambe di un grillo, da cui il nome), si aziona una leva a “T” rovesciata che con una catena dà il moto ad un rocchetto libero inserito sull’asse delle due ruote posteriori.

“Sin da piccolo ho sempre ammirato e studiato le bici – proseguiva nella sua intervista a Tuttomontagna Manlio – . Nel ’51, dopo averci pensato quindi quasi per una vita, ho creato il primo “Grillo” nello studio di Piazza Fontanesi”. 03-Monica ai giardini di La Spezia 1975

Da allora gli esemplari prodotti non se li ricordava nemmeno lui. Prima li costruì da solo, successivamente assieme alla figlia Rosalia e al figlio Amerigo  che solo tre anni fa riprendeva una produzione interrotta poi per due decenni. Dalle prime produzioni ne seguì un vero e proprio “boom”. Manlio iniziò a girare le regioni limitrofe con i “Grilli” al seguito, poi toccò tutta l’Italia per la gioia di un’infinità di bimbi e piovvero le ordinazioni per questo simpatico ciclo.  Nella sua agenda telefonica di quegli anni ed ecco comparire il recapito dell’ambasciata libica (telefonavano a Groppo perché a tutti i costi volevano aprire una fabbrica in Libia), di Ottorino Davighi di Fidenza (qualche anno fa balzato agli onori della cronaca come parroco ispiratore del “Don Camillo” di Guareschi), clienti di Gioiatauro, Cina, Giappone (naturalmente oggetto di tantissimi click è stato il Grillo), Francia, Germania (arrivò un fax a Ciano, scritto in tedesco, ove una grande azienda voleva sapere come diamine funzionava il “propulsore a pedale”) Estremo Oriente,… Ancora oggi gli esemplari originali di quegli anni continuano ad allietare i bimbi di Viareggio, Como, Mantova e di tante altre città sul mare o della profonda bassa.  “Risultano un po’ modificati e un po’ più piccoli – puntualizzava il figlio Amerigo – perché a forza di usarli per decenni alcuni si sono rotti. E chi li ha aggiustati non ha fatto altro che riattaccarli assieme, ecco perché si sono rimpiccioliti”.

Poi l’addio al Grillo perché “Qui a Groppo avevano bisogno di me come fabbro, e di cose ce ne erano da fare” spiegava Manlio che sarebbe rientrato definitivamente al suo paese nel ’67.

Ma la sua “bicicletta-triciclo” continuò a dare la felicità a fior fior di ragazzi ed ex ragazzi: e ben si presta al recupero dell’attività motoria dei tetraplegici.

Da segnalare, anche, l’altra invenzione che rese celebre Manlio nel 1952: fu il “Birimbo-Birambo”, un motocarro fatto a barca con il quale portava a spasso 6 o 7 bambini per volta per la città e un po’ in tutt’Italia, e che fece storia con le continue cronache e poesie che gli dedicavano i giornali. L’ultimo riconoscimento la sua terra natale gliel’ha donato nel 1986. Una curiosità: gli esemplari venduti del Grillo, Manlio volle che fossero ceduti sempre allo stesso prezzo. Questione di dignità, anche quando due venne a comprarli uno sceicco per portarseli in aereo nel sue emirato. A chi gli chiedeva perché Manlio non si fosse arricchito lui rispondeva: “Perché sono sempre stato troppo bolscevico: la sera, nelle piazze d’Italia, quando finivo di lavorare arrivavano marescialli, persone importanti  che assolutamente volevano salire pure loro sul Birimbo, e non c’era niente da fare, bisognava andare. Era lì che avrei potuto davvero richiedere una tariffa tripla di quella che pagavano i bambini, ma non l’ho mai fatto”

Ora Manlio alla guida del suo motoaliscafo Birimbo con un equipaggio particolare composto di bambini, uomini in divisa, screanzati senza Dio e anime vaganti. E sale per sempre in un olimpo dove c’è spazio per ritrovare i volti degli amici che, ora, non ci sono più.

 

I Grilli originali che si possono ancora ammirare a Viareggio

I Grilli originali che si possono ancora ammirare a Viareggio

Grillo oggi produzione artigianale

Grillo oggi produzione artigianale portata avanti dal figlio di Manlio, Amerigo, e dai nipoti

Grillo oggi

Un bimbo e il nuovo Grillo cui Manlio ha dato la sua supervisione

Amerigo Battilani e i figli

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Quel Grillo che si ispirò al Leprotto di Enzo Ferrari

 

“L’idea del Grillo – ricordava Manlio – mi è venuta guardando il triciclo “Leprotto” dell’ ing. Enzo Ferrari, il famoso costruttore automobilistico, ma non pensavo di trarne tante soddisfazioni. All’inizio, dice Battilani, mi tiravo dietro alla bicicletta 7,8 Grilli che noleggiavo sulle piazze di Vetto e Cavriago, poi, vedendo che i clienti (a volte, anche adulti) aumentavano sempre, acquistati un camioncino per ‘battere’ Castelnovo Monti, la “bassa”, Rapallo e La Spezia. Ben Presto, mi spostai in Lombardia, in Piemonte, in diverse altre regioni; da marzo ad ottobre, giravo sistematicamente l’Italia; d’inverno, lavoravo nei giardini pubblici reggiani. La Tariffa era di 30 Lire per un giro di 10 minuti e di 50 Lire per uno di 20 minuti. Spesso invece dei soldi, accettavo bottiglie che rivendevo a 40 lire l’una, alla Casa vinicola Cucchi”.

 

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Al suo Grillo Manlio Battilani dedicò anche questa poesia:

 

“Esce il Grillo dal suo buco

ed appare qua e là

come un ufo…

Canta il Grillo come un poeta

voglio divertire tutti i bimbi del pianeta”.

 

 

Toano: bando per contributi per superamento delle eccezionali avversità atmosferiche marzo–aprile scorsi

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Il sindaco di Toano Michele Lombardi rende noto che, a seguito degli eccezionali eventi atmosferici di marzo-aprile scorsi e della tromba d’aria del 3 maggio sempre di quest’anno, la presidenza del Consiglio dei ministri ha emanato ordinanza del capo del Dipartimento della protezione n. 130/2013 la quale dispone di individuare e quantificare, attraverso l’attività di ricognizione, il fabbisogno finanziario per il ripristino anche di immobili privati ad uso abitativo e dei beni immobili ad uso produttivo, danneggiati in conseguenza degli eventi atmosferici suddetti. La ricognizione degli interventi deve essere effettuata mediante l’utilizzo delle schede B e C allegate all’ordinanza.

Si ricorda che tali schede devono essere debitamente compilate e presentate al protocollo del Comune di Toano, entro e non oltre il 31.12.2013.

Si evidenza che ai sensi dell’art.4 – comma 5 dell’OPDPC n.130/2013, la ricognizione dei danni non costituisce riconoscimento automatico dei finanziamenti per il ristoro degli stessi. Sono escluse dall’attività di ricognizione dei danni le sole imprese agricole per le quali tale ricognizione è già stata effettuata ai sensi del D.Lgs.vo 102/2004.
L’ordinanza, l’allegato tecnico , le schede e le corrispondenti tabelle riepilogative sono disponibili sul sito internet della Regione Emilia-Romagna – Protezione Civile
all’indirizzo:http://www.protezionecivile.emilia-romagna.it/aree-tematiche/piani-dimessa-in-sicurezza/rischio/scheda-36-eccezionali-eventi-atmosferici-marzo-aprile-emaggio-2013, e sul sito del Comune di Toano : www.comune.toano.re.it .

L’ufficio tecnico comunale di Toano si rende disponibile per qualsiasi ulteriore chiarimento in merito.

Piccola scossa di terremoto

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L’arrivo di Babbo Natale si preannuncia con un’altra scossa di terremoto di magnitudo 2,6, che è stata registrata alle 5 di questa  mattina dalla rete sismica dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia sulle terre alte nella zona di confine fra le province di Parma e Reggio Emilia. L’evento è stato localizzato ad una profondità di 23,4 chilometri. Le località più prossime all’epicentro sono Corniglio, Monchio delle Corti, Palanzano e Tizzano Val Parma. Al confine della scossa odierna si trovano i comuni di Ramiseto e Vetto d’Enza.

 

Il fascino e l’incanto dei presepi di carta

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Presepio francese

A Castelnovo ne’ Monti le scene della Natività tornano ad animare le sale espositive di Palazzo ducale dal prossimo sabato 21 dicembre (inaugurazione alle ore 17). Quest’anno l’ormai tradizionale esposizione natalizia vedrà arrivare a Castelnovo ne’ Monti preziose e rarissime scene di carta da tutto il mondo, grazie alla collaborazione di Sigma Supermercati, della Comunità montana dell’Appennino reggiano e dell’Associazione italiana amici del presepio e di “Cammino ad Oriente”.

In particolare, la mostra di questo Natale porta alla conoscenza dei visitatori l’origine e l’evoluzione che i presepi di carta hanno avuto in diverse parti del mondo nel corso del tempo – Italia, Francia, Spagna, Germania, Inghilterra, Repubblica Ceca, Stati Uniti – e con molteplici tipologie costruttive. Si è voluto tracciare dei percorsi sia di indirizzo storico che geografico, tali da far emergere come questa forma di presepe è stata ed è elemento diffuso e comune.

Per comporre queste opere, oltre al semplice modo di ritagliare e posizionare liberamente e con fantasia le figure per realizzare il presepio, si sono applicate le più svariate tecniche: dai pop-up apribili a libro, ai teatrini cartonati, ai delicatissimi presepi vittoriani oppure i preziosi presepi carosello, che si aprono a 360 gradi con un susseguirsi di varie scene come l’annunciazione, l’adorazione dei pastori e dei Magi, la fuga in Egitto, ecc. Un modo semplice di trasformare elementi bidimensionali in maquettes tridimensionali, divenendo dei veri e propri diorami teatrali rappresentanti la scena della Natività.

Purtroppo molto di questo patrimonio nel corso del tempo è andato irrimediabilmente perduto. La fragilità della carta, molto sensibile alla variazione dell’umidità e della temperatura, da un lato e per un fattore culturale dall’altro, in quanto spesso il presepio in carta è stato considerato il presepio dei poveri, sono motivi che hanno comportato la distruzione di notevoli esemplari, considerati di poco conto. Solo negli ultimi anni, grazie a ricercatori e collezionisti, si è potuta salvare una parte di questo patrimonio artistico e culturale, consentendo la formazione di raccolte di grande valore, comprendendo le più svariate tipologie costruttive.

L’invito è quello d’immergersi nella visione di questi originali capolavori presepistici e, come avrebbe detto Giorgio Strehler, …iniziare a sognare.

Spiega l’assessore alla cultura Francesca Correggi: “In questi anni di crisi il Natale ci pone sempre più davanti a serie riflessioni sulle difficoltà del periodo. Un Natale che si fa necessariamente, forse anche fortunatamente, più sobrio, rafforzando il valore del tenersi stretti come comunità e dell’affrontare insieme la complessità del momento. Anche per l’esposizione di presepi che verrà ospitata a Palazzo Ducale, resa possibile dal fondamentale sostegno di Sigma e della Comunità montana, abbiamo voluto dare un piccolo segnale di sobrietà: ospitare presepi di carta, proprio quel tipo di presepi considerato più povero e umile ma non per questo di minore valore artistico e simbolico”.

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Il presepio viene definito come “la rappresentazione tridimensionale della nascita di Cristo con figure a tutto tondo e non fisse in modo tale che il costruttore le possa disporre secondo la narrazione evangelica e secondo il proprio estro”. La tradizione del presepio di carta, probabilmente è nata in Italia a partire dal XVIII secolo per poi diffondersi in ambito mitteleuropeo (Germania, Austria e Repubblica Ceca).

Distinguiamo tre tipologie di presepi in carta:

1- presepi con figure dipinte a mano su carta, fissate su un supporto (cartone o legno), scontornate e collocate in un allestimento presepistico;

2- presepi con figure ritagliate da fogli riprodotti a stampa, già colorate o da colorarsi, fissate su supporto (cartoncino o compensato), scontornate e collocate in un allestimento presepistico;

3- presepi di carta a teatrino, già pronti e facilmente richiudibili con la tecnica della fustellatura.

Con riferimento alla prima tipologia, Francesco Londonio (1723-1783) è stato il più importante artista italiano che vi si cimentò (a lui sono attribuiti i famosi presepi dipinti della chiesa di S. Marco a Milano e del collegio barnabitico di S. Francesco a Lodi) e fu successivamente emulato da altri artisti come Vito D’Anna, Bernardo Galliari, Andrea Appiani e Giuseppe Carsana. Dai quadri le figure si staccano, scontornate, assumendo una propria autonomia formale, pur rimanendo bidimensionali.

Per quanto riguarda la seconda tipologia, bisogna ricordare che i primi fogli, realizzati incidendo su legno oppure su lastre di rame o zinco le sagome dei vari elementi (personaggi, animali, alberi o architetture) inizialmente non erano veri e propri presepi, bensì semplici composizioni da appendere. Solo in seguito tali fogli non colorati furono pensati per essere ritagliati, dipinti a pennello o a tampone, con il sistema detto dai francesià pochoir (si utilizzavano delle mascherine in zinco traforato in modo tale da lasciar passare il colore liquido solo su alcune zone della stampa). Queste figure venivano a loro volta fissate su un supporto (cartoncino o legno) con l’impiego di colle animali o vegetali. Le sagome venivano composte con elementi scenografici come drappeggi, stoffe e bordure di vari materiali per ottenere eleganti allestimenti presepiali. Tra gli stampatori italiani più importanti si ricordano i Soliani di Modena, attivi per oltre due secoli dalla metà del Seicento fino alla metà dell’Ottocento; Giulio Cesare Bianchi, che operò tra il 1753 e il 1780; la stamperia Remondini di Bassano, che nel periodo più intenso arrivò ad avere un organico di oltre mille dipendenti; i Marchiati delle cartiere Fabriano ed infine i Vallardi di Milano (prima metà Ottocento). Dalla seconda metà dell’Ottocento con l’avvento della tecnica calcografica della litografia, prima, e della cromolitografia, poi, la diffusione divenne talmente rapida che quasi tutte le stamperie avevano nel loro catalogo uno o più presepi. Si segnalano in particolare le produzioni delle stamperie milanesi de’ Castiglioni, le officine grafiche “Sagdos”, lo stabilimento litografico e tipografico E. Macchi, la Marca Stella, le stamperie Carroccio (Fabbrica d’immagini), la Marca Duomo, la Marca Piccoli, la Marca Gallo, Ferrea, Trionfo ed, a Monza, la Marca Cicogna di Villasanta ed il Cartoccino.

Per quanto riguarda la terza tipologia di presepi in carta a teatrino, furono le medesime stamperie che pubblicavano i presepi in fogli da ritagliare a sviluppare parallelamente anche un’affascinante produzione di presepi apribili con un semplice movimento, in modo da trasformarsi in maquettes tridimensionali, veri e propri diorami teatrali rappresentanti la scena della Natività. La produzione dei fogli e dei presepi a teatrino è proseguita, in Italia, fino agli anni Cinquanta del XX secolo. Buona parte di questo patrimonio artistico è andato purtroppo perduto. Da un lato – si diceva sopra – ciò è dovuto alla facile deperibilità del materiale, la carta, sensibile all’umidità, e dall’altro lato a un fattore culturale: il presepio in carta è stato visto come presepio dei poveri, di coloro che non potevano permettersi d’acquistare delle figure plastiche in gesso, legno o terracotta. Per questo motivo è stato considerato per sua natura di valore artistico, oltre che economico, minore. Ciò ha spesso comportato la distruzione per incuria di molti esemplari, ritenuti di poco conto. Solo in tempi relativamente recenti è sorto uno specifico filone di collezionismo che ha alimentato ed alimenta tuttora un mercato antiquario ed in alcuni casi ha consentito la costituzione di raccolte museali di grande valore.

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La mostra, come detto, inaugurerà sabato 21 dicembre p.v., alle ore 17, negli spazi espositivi di Palazzo ducale (via Roma, 12/B), con un momento di saluto delle autorità e l’intervento musicale a cura della sede “C. Merulo” dell’Istituto superiore di studi musicali di Reggio Emilia e Castelnovo ne’ Monti con il Coro delle classi quarte delle scuole elementari di Castelnovo e Felina diretto da Maria Ielli e con Luca Razzoli alla fisarmonica.

Saranno quindi possibili le visite secondo il seguente calendario: fino al 6 gennaio p.v. (giorni di Natale e Capodanno compresi) tutti i giorni dalle 15 alle 18; dal 7 gennaio e fino al termine, 2 febbraio 2014, il venerdì, sabato e domenica sempre dalle 15 alle 18.

Informazioni: biblioteca comunale, tel. 0522-610204, biblioteca@comune.castelnovo-nemonti.re.it.

 

“Songs of Memory”, omaggio a Benjamin Britten nel centenario della nascita

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Sabato 21 dicembre p.v. alle ore 21,00 nella sala polivalente dei Mantellini di Villa Minozzo, la rassegna “InMusica” organizzata dall’associazione Villacultura propone il concerto “Songs Of Memory” dedicato al grande compositore britannico Benjamin Britten in occasione del centesimo anniversario della nascita (1913-2013).

Il chitarrista argentino Hernan Diego Loza e la soprano Daniela Veronesi ripercorreranno le due raccolte per voci acute e chitarra intitolate “Folksongs” e “Canzoni dalla Cina”, ed eseguiranno l’unico brano scritto da Britten per chitarra sola, considerato dai più uno dei migliori mai composti nella storia della musica per questo strumento.

 Info: www.villacultura.it

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Note biografiche

Benjamin Britten (Lowestoft, 22 novembre 1913 – Aldeburgh, 4 dicembre 1976)

È stato senza dubbio un personaggio particolare nella storia della musica del ventesimo secolo. Al margine delle avanguardie, servendosi di una tecnica impeccabile e caldeggiato da interpreti notevoli (come M. Rostropovich e, non per ultimo, il chitarrista J. Bream) egli riuscì ad imporsi come uno dei compositori più noti sulla scena internazionale rimanendo fedele a un linguaggio espressivo che non escludeva la tonalità e le forme accademiche. Spinto da certi rifiuti che la sua musica dovette subire, trovò il modo di fondare il Festival di Alderbugh (città che lo accolse e ospitò fino alla morte), nelle cui edizioni gran parte delle sue musiche furono eseguite per la prima volta e dove si rappresentarono le sue opere liriche.

Gli artisti:

Daniela Veronesi

DanielaVeronesiInizia lo studio del canto e di composizione al Conservatorio “Alberto Ginastera” di Morón (Argentina) conseguendovi i diplomi di “Profesora” e “Profesora Superior” di Canto sotto la guida di Sandra Pianigiani e Sergio Giai. Si è inoltre perfezionata in Brasile con Neyde Thomas, Rio Novello e in Italia presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali di Reggio Emilia e Castelnovo ne’ Monti, sotto la guida del Maestro Bruno Praticò, ottenendo la Laurea in Canto col massimo dei voti. Nella sua carriera artistica ha avuto la possibilità di esibirsi come solista insieme ad orchestre sinfoniche e da camera, affiancata da importanti direttori (Ljerko Spiller, Gustavo Plis-Sternberg, Antonio Russo, ecc), di debuttare in diversi ruoli operistici (Serafina “Il Campanello” di G. Donizetti; Despina “Così fan tutte” di W. A. Mozart, Agata “Le cantatrici villane” di Fioravanti; Spirit “Dido & Aeneas” di Purcell) e di partecipare alla prima rappresentazione mondiale di composizioni di Gabriel Di Cicco e anche del sinfonico-corale “Epopeya a las Malvinas” di Rubén Lasdica. Inoltre ha in attivo una intensa attività nell’ambito della musica da camera. Ha cantato in prestigiosi teatri e festival in Italia, Brasile, Argentina e Germania, fra i quali: Teatro Asioli di Correggio, Sala del Tricolore di Reggio Emilia, Teatro Guairinha di Curitiba, Auditorio del Colegio Estadual di Curitiba, Teatro Municipale di Bebedouro, Bebedouro Clube, Salón Dorado del Teatro Colón, Salón Dorado del Municipio di La Plata, Teatro Municipale di Bahía Blanca, Teatro Colón di Punta Alta, Teatro Municipale “Gregorio Laferrere” di Morón, Cattedrale Metropolitana di Buenos Aires, Sala Mario Sofici di Buenos Aires, Teatro Unione e Benevolenza di Buenos Aires, Teatro Roma di Bariloche, Zimmer Theater di Berlino.
Negli anni 2004-2005 fu parte del Quartetto Vocale della “Fundación Cultural Patagonia” con il quale realizza una fitta sequenza di concerti con repertorio operistico e da camera dopodiché vince il concorso per far parte del “Coro Estable” della “Orquesta Sinfónica de Bahía Blanca”, posto che occupa fino al trasferimento in Italia. Dal 2006 al 2008, inoltre, insegna canto presso il “Conservatorio Provincial de Música de Bahía Blanca”. Dal 2008 collabora con l’associazione “Lo Schiaccianoci” come insegnante di coro, lettura, primi suoni, canto e pianoforte. Dall’Anno Accademico 2013/2014 collabora come insegnante esperta di canto corale propedeutico nei progetti “Fare musica insieme” e “Crescendo in Musica” promossi dall’Istituto Superiore di Studi Musicali di Reggio Emilia e Castelnovo ne’ Monti. Attualmente svolge attività concertista in Italia e Argentina e partecipa alla gestione del laboratorio culturale “Spazio Dante” dell’Associazione Musicale “Dante Alighieri”.

Hernán Diego Loza

LozaNato in Argentina nel 1983, a undici anni inizia lo studio della chitarra con il M° Hugo Zamora ed alcuni anni dopo si iscrive al Conservatorio “Alberto Ginastera” de Morón, conseguendovi i titoli di Profesor e Profesor Superior di Chitarra. Oltre che alla chitarra si dedica specialmente, in quegli anni, allo studio dell’armonia, l’analisi e la composizione. Negli anni 2004-2005 insegna chitarra presso l’Instituto Universitario Patagónico de las Artes e dal 2005 al 2007 insegna chitarra ed altre materie (Elementi Tecnici della Musica, Repertorio per Chitarra, Lettura e Solfeggio) presso il Conservatorio Provincial de Música de Bahía Blanca.
Nel 2008 si trasferisce in Italia e si perfeziona sotto la guida del M° Claudio Piastra presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali “Achille Peri” di Reggio Emilia e Castelnovo Ne’ Monti, conseguendo il diploma italiano col massimo dei voti, la lode e la Menzione d’Onore (2009) e il Diploma Biennale Specialistico con il massimo dei voti e la lode (2011).
A diciassette anni ottiene i suoi primi successi in concorsi di interpretazione e realizza i suoi primi concerti completi come solista. Si è esibito fin d’allora come solista (in Argentina, Germania e Italia), con diverse formazioni cameristiche (principalmente con il chitarrista Ignacio Nicolao, il soprano Daniela Veronesi e la flautista Monica Gatta) e come solista con orchestra (Orquesta de Cámara de la Universidad de Morón). Anche se in modo discontinuo, ha partecipato a molti progetti di musica non accademica (rock, tango e folklore argentino, musica celtica).
Ha vinto cinque primi premi (di cui quattro in Italia e uno in Argentina) fra cui spiccano il Primo Premio al Concorso Chitarristico “Città di Arezzo” 2009 e il Concorso Internazionale di Chitarra “Luigi Zanuccoli” 2010 nel cui ha vinto la chitarra Giancarlo Nannoni che suona attualmente. Si è inoltre distinto con la VI Borsa di Studio “Augusto del Rio”.
Nel suo repertorio occupa un posto speciale la musica contemporanea. Ha realizzato più di dieci prime esecuzioni assolute di musiche (alcune opere a lui dedicate) di compositori argentini. Nel 2005 produce, come frutto di questa attività, il suo CD “Obras de Compositores Argentinos Vol. 1″ . Inoltre, ha in attivo altre tre partecipazioni discografiche.
Negli anni 2009-2011 collabora come insegnante di chitarra con l’associazione “Lo Schiaccianoci”.
Attualmente è attivo come esecutore e compositore -in progetti classici e non-, come docente di chitarra presso la Scuola “Dante Alighieri” di Parma, la Scuola di Musica Comunale di Cavriago e nei corsi pre-accademici presso la Sede “Merulo” dell’Istituto Superiore di Studi Musicali di Reggio Emilia e Castelnovo ne’ Monti, e partecipa alla gestione del laboratorio culturale “Spazio Dante”.

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Il Programma

Songs from the Chinese Op. 58*
The Big Chariot (La Grande carrozza)
The Old Lute (Il vecchio Liuto)
The Autumn Wind (Vento d‘autunno)
The Herd-Boy (Il ragazzo pastore)
Depression (Depressione)
Dance Song (Danza-Canzone)

Nocturnal after John Dowland Op. 70**

Folk Songs Arrangements – Volume 6 England*
I will give my love an apple (Darò al mio amore una mela)
Sailor-boy (Marinaio)
Master Kilby (Signore Kilby)
The Soldier an the Sailor (Soldato e Marinaio)
Bonny at Morn (Bello al mattino)
The Shooting of his Dear (Lo sparo all’amata)

*Soprano e Chitarra
**Chitarra sola

 

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