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“Parliamo di mafia”. Ma la maggioranza consiliare non c’è (assente giustificato il sindaco) e si becca il rimbrotto di Genitoni

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M5S 1

Da sx: Sassi, Petronio, Franchini (non visibile), Spadoni

Si entra e per prima cosa gli organizzatori – il M5S di Castelnovo ne’ Monti – propongono alla platea un video dove si rivedono le stragi di Capaci e di via D’Amelio in quel tragico 1992 palermitano che vide spegnersi le vite dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Poi i funerali… Poi il grido di Papa Giovanni Paolo II, ora santo, l’anno successivo, nella valle dei Templi… Immagini sbiadite eppur ancora attualissime. Anzi, per noi reggiani ancora di più, dato che i vent’anni trascorsi ci hanno fatto conoscere più da vicino questo potere lercio.

Così introdotto, il convegno può partire. Coordina Massimiliano Genitoni, capogruppo consiliare grillino. Parlano Maria Petronio, cittadina interessata ed impegnata contro il malaffare mafioso, autrice di un libro uscito di recente (“Quando il sole è nero”: un romanzo che racconta le cose come vanno, di fantasia come tutti i romanzi ma che ad essa lascia purtroppo ben poco spazio…), che ha appassionatamente raccontato del suo stato d’animo e di quanto cerchi di tenersi informata su quanto accade, “scartabellando” soprattutto in rete. I “colletti bianchi”. La “mafia a norma di legge”. Poi Poiatica: la scoperta della radioattività, i riferimenti ad Alessandro Davoli (presente in sala) e ad Achille Cester.

M5S 2Poi Gianluca Sassi, consigliere regionale per il M5S, che ha trattato del tema rifiuti, “un tema chiave”, “un business per i mafiosi”. La mafia prospera dove la politica latita, è l’assunto. Sassi ha denunciato “la scatola vuota della legge regionale 3 del 2011″ (vedi), approvata ma a cui non è stata data alcuna esecuzione. “In compenso – ha affermato sarcastico – si perdono giornate intere a dibattere sugli ’emiliano-romagnoli nel mondo'”.

Cinzia Franchini, presidente nazionale Cna-Fita, ha raccontato di aver ricevuto, poco dopo insediata, una busta con dentro 3 proiettili. Tanto per gradire. Ha sottolineato nel suo intervento la necessità di accompagnare con l’educazione dei giovani alla legalità l’ovvio intervento investigativo e repressivo.

Maria Edera Spadoni, deputata 5 Stelle, ha incentrato il suo intervento raccontanto la recente, importante e vasta indagine “Aemilia“, che ha portato all’arresto di un gran numero di persone e in sostanza ha “scoperchiato” agli occhi ancora increduli di tanti che cosa c’era nella “pentola”. I nomi, le azioni malavitose, la famosa cena… e il racconto di quelle tre persone che l’hanno avvicinata, in pieno centro a Reggio, dicendole che certi nomi lei non li doveva pronunciare… Questa è la nostra realtà: Reggio nell’Emilia, non Reggio di Calabria. Renzi? “Un omuncolo, peggio di Berlusconi”.

Non era previsto dalla scaletta, ma a questo punto è seguito l’intervento del consigliere comunale montecchiese (5 Stelle) Mauro Caldini, che ha portato la sua testimonianza su vicende del suo paese, con lavori fatti fare a ditte non in possesso del necessario certificato antimafia.

Presenti in sala rappresentanti delle forze dell’ordine, cittadini, parecchi dei quali venuti da fuori paese, ma pochi amministratori locali. Dopo alcuni interventi dal pubblico e mentre ormai si erano fatte le 23,30, è seguito un rilievo di Genitoni: ringraziamento ai presenti ma un sonoro “vergogna” indirizzato a quanti invece hanno preferito soprassedere. La mano indica i banchi della maggioranza che regge Castelnovo, desolatamente vuoti. Erano stati invitati – spiega – tutti i sindaci montani, gli amministratori dell’Unione dei comuni… (“Il sindaco Bini ci ha avvertito della sua assenza”, comunica). Insomma, un finale non proprio allo zuccherino per un convegno che comunque qualche scossa l’ha lasciata. La mafia non è più – se mai lo è stata – un fenomeno almeno geograficamente lontano. E’ qui. Tra noi. Prima infiltrata e poi radicata. E – com’è stato sottolineato – a ciascuno le sue colpe: non ne vanno esenti i tanti “indigeni” che con essa hanno voluto fare affari, permettendole di entrare ed inquinare quello che una volta un tessuto economico-sociale sano. Ci si salterà fuori? Forse quando (quando?) la presa di coscienza sarà matura e diffusa allora cominceranno a determinarsi le condizioni per aggredire il fenomeno criminale. Insieme alle forze deputate al contrasto, “la parola e la penna”, si dice in sala, possono fare molto.

 


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