“Le ultime vicende legate a Iren, partendo dal compenso di liquidazione per l’amministratore delegato fino alle tariffe messe a carico in questi mesi dei cittadini utenti, cui si aggiungono le incognite sui futuri costi del servizio, hanno prodotto nuove reazioni di generale insofferenza verso la ‘nostra’ multiutility, cioè l’Iren, che però nostra non è”.
Interviene Robertino Ugolotti, capogruppo della lista civica “Progetto per Castelnovo ne’ Monti”, in merito al tema rilanciato dal sindaco Enrico Bini dopo l’ultima seduta consiliare di quattro giorni fa.
“Mentre negli anni scorsi – argomenta – tutti gli amministratori della provincia di Reggio Emilia, ossia i sindaci e le loro giunte, spingevano sulle varie trasformazioni aziendali, passando da Agac, che si poteva dire ‘nostra’, ad Enìa, per poi approdare ad Iren, e motivavano queste scelte col fatto che l’azienda cui noi eravamo abituati non avrebbe, da un lato, cambiato il proprio dna, mentre, dall’altro, sarebbe diventata un’entità più grande e più competitiva sul mercato, il che si sarebbe tradotto a loro dire in maggiori vantaggi per l’utenza, cioè per i cittadini reggiani”.
“Tutto questo – prosegue il politico – avveniva mentre le forze di opposizione, sia nei comuni che in Comunità montana, per stare all’ambito nostro, sostenevano tesi diverse, mettendo in guardia dal rischio di dar vita ad un ‘gigante‘, che avrebbe agito secondo le regole di mercato e fuori dal controllo esercitabile da parte dei comuni a nome dei rispettivi cittadini, i quali ultimi, peraltro, in assenza di concorrenza, si trovano a non avere alternative, e dunque in balia di quel ‘gigante‘, che ora fra l’altro si sta rivelando coi piedi di argilla, stando almeno a quanto si legge”.
Ancora: “Ora anche i nostri governanti locali si sono resi conto di aver creato un ‘mostro’, per usare le loro parole, e non sono più disposti a fare gli ‘esattori’ per conto di un’azienda, l’Iren per l’appunto, sempre più autoreferenziale e staccata dalla nostra realtà, e vorrebbero fare la ‘voce grossa’ o tornare addirittura alle origini, come se nulla fosse successo. I loro ripensamenti vanno bene, anche se molto tardivi, ma la marcia indietro non è ovviamente semplice come ognuno di noi può ben immaginare, anche perché ci troviamo nella paradossale situazione che i comuni rimangono i maggiori azionisti della multiutility Iren ma sono al tempo stesso talmente marginali da non poter incidere sulle sue scelte; e di ciò si lamentano adesso i comuni dopo aver anche venduto pacchetti delle loro quote, senza mai prospettare un loro sganciamento da Iren. Una cessione, questa, che li avrebbe inevitabilmente resi ancora più deboli ed ininfluenti rispetto alle politiche Iren, e non si comprende pertanto perché non sia stata fatta a suo tempo una tale valutazione, salvo poi dolersi oggi dello ‘strapotere’ Iren (se questa non è incoerenza non sapremmo quale altro nome darvi!)”.
Chiusa: “Tuttavia, giunti a questo punto, pur non avendo noi mai condiviso la trasformazione di Agac e pur consapevoli della difficoltà che si incontreranno, non vogliamo tiraci indietro e non faremo mancare la nostra collaborazione nei confronti della maggioranza per ricercare una soluzione che torni utile ai nostri concittadini utenti e ci metta al riparo dallo ‘strapotere’ della multiutility, a condizione però che l’amministrazione comunale di Castelnovo ne’ Monti abbandoni quella rigidità e ostinazione che ha sempre mostrato in materia, vedi ad esempio ogni qualvolta si è affrontata la questione del sistema di raccolta ‘porta a porta’”.