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“Vetto: un commercio che muore”

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Qui un tempo c'erano una pasticceria e un negozio di scarpe

Qui un tempo c’erano una pasticceria e un negozio di scarpe

Qui c'era per 40 anni la storica Foto orologeria Valdenza

Qui c’era per 40 anni la storica Foto orologeria Valdenza

Vetto, risulta chiuso da anni lo storico albergo Rossell

Vetto, risulta chiuso da anni lo storico albergo Rossell

Vetto è un paese che sta assistendo inerme alla sua resa, a poco a poco si spengono le luci di tante attività commerciali che, come si sa, danno il “sentimento” e il vivere di una comunità. Impossibile non vedere coi propri occhi il declino a cui da almeno un decennio i nostri territori si stanno “abituando”, le virgole sono d’obbligo perchè forse sarebbe meglio parlare di una sofferente obbligazione. Negli ultimi anni l’elenco delle chiusure anche solo nel capoluogo è lungo: la pasticceria, i due negozi di abbigliamento, i due ristoranti-albergo, la foto-orologeria, l’ambulatorio veterinario, tre storiche botteghe alimentari, i due negozi di scarpe. Più in là nel tempo le mercerie, lo scarpolino, negozi di sport…

A Vetto ha chiuso l'ultimo albergo, lo storico Giansoldati

A Vetto ha chiuso l’ultimo albergo, lo storico Giansoldati

Se si analizzano i dati della Provincia e della Camera di Commercio siamo chiaramente di fronte ad une fenomeno diffuso che coinvolge tutto il paese. Reggio Emilia, tutto sommato, è in grado di rispondere con più stabilità alla crisi ma non è stata risparmiata da un trend fortemente negativo dove le aperture sono sempre inferiori alle chiusure.Commercio, evoluzione a Reggio Emilia

In tante difficoltà,  conforta vedere e conoscere il coraggio dei ragazzi che hanno scelto di mettere su famiglia e crearsi un reddito continuando a portare avanti attività che altrimenti sarebbero già cessate da anni; abbiamo ascoltato alcune delle loro significative voci con quella del neo-assessore al commercio Roberto Pagani, intenzionato a mettere in campo tutte le energie di cui si dispone.

Michele Taddio è titolare della Pizzeria Mandi2 a Vetto e, per altro, da poco ha aperto anche alla Tana del Luppolo a Scurano (ex Utopia). Si esprime così:  “Io penso che la situazione a Vetto non sia una delle migliori, per tutti. Posso parlare della mia attività che ha sempre funzionato con gente da fuori e con pochi paesani; nel nostro locale sono passati i miglior artisti dell’Emilia e non solo ma è stato apprezzato solo da pochi vettesi. Abbiamo la pizzeria che è aperta giorno e notte ma non sembra interessare a nessuno, ci sono dei giochi per tutte le età con un maxi-schermo e una play con più di venti giochi ad uso gratuito… e non interessa a nessuno! Abbiamo creato due squadre di biliardo, una di serie A,  dove gioca il giocatore più titolato d’Italia, ha vinto 21 campionati, parte da Ravenna il venerdì per venire a giocare a Vetto  ma a nessuno importa, neanche all’assessore allo sport”.

Michele Taddio e la moglie

Michele Taddio e la moglie

“Noi abbiamo cercato di fare il massimo – prosegue Taddio – ma il paese non risponde, dà più importanza ai circoli che aprono solo per due mesi all’anno – leggasi parrocchia, ndr – ma le attività che ci sono in paese ne vengono danneggiate.  La gente che va a lavorare gratis non pensa che non sta facendo del bene alla sua comunità, ma che piano piano lo sta uccidendo. Se vogliono fare del bene al paese devono uscire e andare a fare spesa, a bere un caffè e a mangiare la pizza o a bere una birra questo è fare qualcosa”.

“Penso – rileva l’esercente – che i paesi li fa la gente! Scurano è una realtà molto più piccola, con meno attività di Vetto, ma è molto produttiva, con una mentalità giovane che da molti spazi a chi vuole creare qualcosa, sono uniti e collaborano tutti e pur di avere una pizzeria in paese tutti i sabati vanno fuori a cena. A Scurano il Comune non c’è ma loro fanno senza amministrazione, si creano tutto loro. A Vetto ho fatto per tre anni la festa hawaiana, eravamo riusciti a portare al piazzale del campo sportivo 2000 persone ma abbiamo solo ricevuto delle critiche, quando per esempio con parte di quel ricavato abbiamo comprato luci, impianti audio e tutto quello che serviva per fare le feste, come le casse usate in piazza sabato 1 novembre per la Festa della castagna. Tra l’altro, in sette anni della mia presenza a Vetto, è l’unica volta che vedo un po’ di decisione nel voler fare qualcosa da parte dei ragazzi. Speriamo che tengano botta. Questo resta sempre un mio pensiero anche molto critico, spero che sia creativo e non distruttivo”.

Giorgia Mandelli

Giorgia Mandelli

Giorgia Mandelli, titolare del Centro estetico La Dolce Vita, rispetto al suo lavoro dice: “Sono molto contenta di aver fatto questo passo, purtroppo le spese sono tante e in un paesino così, beh – lo vediamo tutti, non c’è molto movimento; se devo essere sincera, non so se lo rifarei, adesso il lavoro è calato molto e le tasse ci sono lo stesso. Io per esempio non ho molti giovani di Vetto nel mio negozio e non so il perché. Vetto sta morendo piano piano, a distanza di anni lo si nota bene. Comunque avanti tutta ai giovani, a quelli che han voglia di fare e mettersi in gioco però!”.

Federica Zappa

Federica Zappa

Marco Ruffini e Federica Zappa, titolari della cartolibreria del paese, sono molto contenti della loro scelta, sono fiduciosi dell’attività della nuova amministrazione anche se i contatti e il dialogo sono ancora frammentari e fanno notare come forse un problema della loro generazione sia non darsi da fare abbastanza, non mettersi in gioco.

Roberto Pagani

Roberto Pagani

Roberto Pagani è il nuovo assessore al commercio, confida ed esprime: “È davvero difficile non cadere nel banale parlando della crisi che sta attanagliando l’Italia intera ed in modo particolare la nostra montagna. Credo che il punto principale stia nell’evoluzione o involuzione del nostro tempo, se guardiamo a carattere generale si può notare con facilità che ormai molti mercati sono saturi, che il denaro in circolo non è più lo stesso di 10 anni fa. Questa non è più una crisi, a mio avviso, è uno stato! Uno stato con il quale la nostra generazione e le nuove generazioni devono ‘imparare a fare i conti’, dobbiamo renderci conto che 10-15 anni fa la situazione era completamente diversa; al rientro dal militare io ricordo di aver fatto domanda di lavoro in tre aziende della nostra provincia e nel giro di un mese ho ricevuto altrettanti inviti ai colloqui ed altrettante proposte di assunzione. La banche allora ti davano i mutuo probabilmente anche in maniera avventata, la crisi era una parola astratta composta da 5 lettere, niente di concreto, oggi non è più così. Personalmente, però, avendo una natura imprenditoriale e avendo il vizio di voler vedere il bicchiere sempre mezzo pieno, credo che questo periodo possa essere almeno in parte la cura di una società che si stava abituando al ‘benessere gratuito’”.

“Un momento come questo – aggiunge – può diventare un forte stimolo per i giovani imprenditori che abbiano voglia di mettersi in gioco, provarci oggi riscoprendo magari tradizioni antiche e rispolverando valori che hanno contraddistinto le nostre montagne negli anni può essere una strada vincente. Questo periodo a mio avviso deve insegnarci l’amor proprio per la nostra terra, deve portarci ad unire le forze in maniera comprensoriale, per permetterci di poter valutare tutte le eccellenze del nostro Appennino. Parlo di programmi per il turismo condivisi, possibilmente spalmati per tutto l’anno, e non solo concentrati nei due mesi estivi, programmi che non siano un danno per gli operatori turistici, ma anzi, che siano un catalizzatore di presenze per la montagna, la neonata ‘proloco di Vetto’ (che anche nella recente Festa della Castagna ha ottenuto uno splendido risultato) ha come intento proprio questo obiettivo, ed è un primo segnale di risveglio di un paese che da troppo tempo si era assopito, aspettando che qualcuno “risolvesse i problemi”.

Un obiettivo per la sua amministrazione?

“Come amministratore sogno di poter rendere il nostro comune più accattivante, e dare una ragione al turista, ma anche al proprietario della seconda casa di passare molti più week end in montagna, rendendoli orgogliosi di poter godere le bellezze che circondano”.

* * *

Bruce Springsteen – dall’altra parte dell’oceano, da dove la crisi è partita e dove i danni sono stati incalcolabili – nel 2012 ha scritto su questo momento storico una canzone che attraverso il linguaggio universale della musica ha toccato il cuore di tutto il mondo,  “Jack of all trades”, come non fare proprie le sue note e i suoi versi? Come non sperarlo anche qui, in questo piccolo paesino che tenta coi suoi pochi giovani di “tener botta”, che passerà e andrà tutto bene?

“E così adoperi quel che hai, e impari a farlo bastare

prendi quel che è vecchio e lo rendi nuovo.

sono un tuttofare, tesoro, ci andrà tutto bene

sono un tuttofare, tesoro, ci andrà tutto bene”.

 


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