Riceviamo e pubblichiamo.
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Di un fatto grave avvenuto a Parma in pieno clima natalizio, si è detto troppo poco.
Tant’è che la gente comune forse non ha ancora approfondito le notizie che circolano attorno agli appalti Iren, che come ogni appalto è a rischio di interventi da parte di soggetti non molto trasparenti. Si dà il caso, infatti, che il 17 dicembre, come riporta online Parma Today, sono stati fermati due camion carichi di rifiuti altamente radioattivi, raccolti stranamente dai cassonetti, e destinati all’inceneritore di Parma. Uno dei camion apparteneva ad Iren, l’altro alla San Germano spa, che ha vinto l’appalto Iren per la raccolta dei rifiuti dai cassonetti. Successivamente Arpa informava che l’allarme era scattato solo a causa di un fazzolettino intriso di isotopi radioattivi, probabilmente gettato da un paziente in cura per un tumore alla tiroide. Tuttavia, non credo affatto alla storia del fazzolettino. Un fazzolettino sarebbe stato casualmente diviso in due parti e finito in due camion diversi? Una cosa è certa: non si vuole creare allarmismo. La verità deve essere un’altra. Non credo infatti che in tutta Parma ci sia solo un malato alla tiroide, sottoposto a cure radioattive! Pensateci bene, di solito in un anno sia all’ospedale Maggiore di Parma, che al S, Maria ci sono minimo un centinaio di persone in cura per tumori alla tiroide. In teoria i fazzoletti, o altri effetti personali contaminati, dovrebbero essere molti di più!
Comunque sia, per la San Germano spa non è certo un buon momento, visto che - come riporta la – Nuova Sardegna – alcuni dei suoi dirigenti sono sotto processo nel sassarese per turbativa d’asta, assieme ad altri signori della Manutencoop. Pare infatti –dalle notizie della stampa locale ed in attesa delle verifiche della magistratura inquirente – che andassero personalmente a fare pressioni sui sindaci di vari comuni sardi, per ottenere gli appalti milionari dello smaltimento dei rifiuti.
La San Germano spa, pur avendo la sede nel vercellese, ha forti legami con la Tirreno Ambiente, che nel messinese è assai nota per indagini che attengono al business della discarica di Mazzarrà.
La Tirreno Ambiente ha stretti rapporti con la Gesenu di Perugia e Manlio Cerrone di Roma, tutte stranamente in lizza per gli appalti dei comuni etnei del catanese.
Un po’ come è chiacchieratissima anche la Caruter, srl di Brolo (Me) che ha vinto anch’essa un appalto Iren Ambiente, che le cronache siciliane descrivono come quella subentrata alla Aimeri per lo smaltimento rifiuti nei comuni etnei, e che vanta crediti milionari con gli amministratori locali, dopo aver vinto gli appalti persino al 53% del ribasso, non stipendiando i suoi dipendenti, e disattendendo spesso l’ impegno preso.
A questo punto, dopo le vicende legate agli appalti ai Ciampà, quello alla Ramm di Rossato Fortunato, quello alla Tradeco, e alla Melandri Emanuele, è davvero necessario fare luce sui criteri di scelta degli appalti Iren.
E’, infatti, ormai abbastanza usuale che le magagne vengano scoperte solo dopo le iniziative assunte dalle varie Prefetture. La storia degli appalti di Iren necessita quindi un approfondimento,soprattutto in tempi di crisi economica e di forti esposizioni debitorie, che neppure le salatissime bollette valgono ad alleviare! E non consola di certo che a Reggio Emilia in piazza della Vittoria, accanto all’ingresso della Camera di Commercio, una enorme scritta pubblicitaria ci informi che: “Siete al cento del nostro impegno. Da sempre”
Si gradirebbe avere qualche segno concreto di tale impegno e non solo un messaggio pubblicitario. E per guardare vicino a noi, i dubbi sulla gestione per i prossimi trent’anni della discarica di Poiatica non sono certo diradati. Siamo davvero certi che la discarica sia immune da frane e danni conseguenti a possibili eventi sismici? E siamo davvero garantiti sul capillare controllo sulla qualità dei rifiuti che vi sono stati conferiti fino ad oggi? E che dire dell’evolversi dell’amletico dubbio sul sesto lotto sì, sesto lotto no?
Si affaccia il dubbio che verrà calata dall’alto una decisione improrogabile, decisa anticipatamente nelle stanze del palazzo della Regione, che valga ad assolvere da responsabilità decisionali i politici locali, ai quali così nulla potrà essere addebitato alla prossima tornata elettorale.
Resta, infine, un inquietante interrogativo scaturito dall’episodio di Parma: chi sono quei criminali che nascondono rifiuti radioattivi nei cassonetti urbani? Da dove provengono quei rifiuti, e quante altre volte mescolati ai rifiuti urbani, possono essere stati destinati in discarica?
Quali i controlli posti in opera per evitare tali rischi gravissimi per la salute dei cittadini ?
(PM)