La Valle del Tassobbio è stata da sempre terra di una comunità molto unita, per la quale non contavano i confini astratti dati dalle 5 delimitazioni comunali: era il fiume che stabiliva l’appartenenza al mondo sociale, ambientale, storico, culturale ed economico. Le genti delle due sponde, dalla sorgente alla foce, condividevano le coltivazioni, i cibi e i modi con cui cucinarli, il dialetto con i suoi proverbi e le sue satire, l’andare a “ovra” per i lavori nei campi e scambiarsi la mano d’opera quando arrivava la “macchina da battere”.
Molto importanti e ben radicate in ogni borgo erano le tradizioni, con cui erano segnati i momenti più importanti della vita; tradizioni che si sono tramandate per secoli, poi, con l’abbandono delle terre, la ricerca di un benessere che consentisse una vita “migliore”, una diversa e “più elevata” cultura, professionalità più gratificanti, le tradizioni si sono perse e con esse parte della identità di questi luoghi.
Il Coordinamento della Val Tassobbio, costituito dalle Pro Loco, dalle associazioni di volontariato, dai cittadini che hanno a cuore i valori di questo contesto territoriale, liberamente aggregati con l’obiettivo di creare le condizioni migliori per la promozione, la valorizzazione e la tutela della Valle, vuole ripristinare queste tradizioni, forte ancora della memoria degli anziani che hanno continuato con caparbietà a presidiare questo territorio.
In questo contesto nasce l’iniziativa “Falò in Valle”, che ci riporta all’usanza di accendere i falò la sera del Sabato Santo, vigilia della Pasqua, per “bruciare la Quaresima”, ma anche per bruciare l’inverno con i rami delle potature affinché la campagna rinasca alla nuova stagione.
Il 26 marzo, a partire dalle 18,30, nella Val Tassobbio si accenderanno i fuochi, che illumineranno ancora la Valle in un percorso di luce e calore che unirà Casalecchio a Vedriano, a Gombio, a Cortogno, a Leguigno, a Beleo, a Marola.