Sembrava calata la parola fine sulla discarica di Poiatica di Carpineti. E, invece, così come spesso accade nelle vicende italiane il “contrordine compagni” è sempre in agguato.
Riceviamo e pubblichiamo.
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Siamo a un passo dalla definizione del Piano Regionale che tra le tante azioni prevede, in virtù anche delle osservazioni arrivate e dal diniego della Provincia all’ampliamento del famoso sesto lotto avvenuto nel 2014, la chiusura formale e definitiva della discarica di Poiatica. Partita chiusa, direte voi? Quasi, avremmo detto fino a qualche settimana fa. Finché giovedì non ci presentiamo alla convocazione della Regione alla III Commissione Territorio Ambiente, riunita per discutere delle osservazioni e contro-osservazioni inviate nel 2014 da enti, Comuni, associazioni e comitati di tutta la regione. Andiamo per ascoltare senza prenotare alcun intervento, finché a nostra sorpresa nel corso degli interventi prende la parola l’ingegner Giancarlo Giacchetti responsabile della discarica di Poiatica e tecnico Iren, il quale, in rappresentanza dell’azienda, chiede che la discarica diventi bacino regionale (ed extra) per rifiuti speciali. Cosa? Abbiamo capito bene? Ma se solamente due giorni prima i media si rimpallavano le dichiarazioni di una soddisfatta Regione che con l’amministratore delegato di Iren, Roberto Paterlini, sottoscriveva un accordo per la riqualificazione del sito di Poiatica!
Riportiamo uno stralcio del suo intervento registrato: “nel territorio di nostra competenza (Iren) non abbiamo disponibilità impiantistiche per questa tipologia di impianti e contemporaneamente c’è una discarica a Poiatica che prevedeva l’ampliamento… per questo, rimane un fabbisogno legato ai rifiuti speciali rispetto al quale chiediamo alla Regione verso l’impianto (il cui invaso non è stato completato) di adoperarsi a trovare uno sbocco legato al fabbisogno di rifiuti speciali.”
Ecco ciò su cui puntano il giro di affari le mega aziende dei rifiuti: gli speciali. Una macrocategoria dove stanno ormai tutti i tipi di rifiuti che da norma necessitano di trattamento: biostabilizzato, inerti, rifiuti ospedalieri, fanghi e scarti industriali, scorie da inceneritori e tutto ciò che è rifiuto dalle attività produttive e di servizi. Una mole immensa di tipologie di rifiuti su cui nessuno può porre limitazioni.
Ma perché tanto smodato amore per gli speciali? In primis perché negli speciali rientrano ormai quasi tutte le tipologie di rifiuti e, dunque, un giro di affari (i loro) milionario. Inoltre, lo smaltimento di speciali ad oggi è aperto a libero mercato, le aziende possono cioè scegliere di rivolgersi per il loro sotterramento all’operatore che meglio risponde alle loro esigenze, anche dal punto di vista economico, senza confini territoriali (!), gare o appalti di sorta.
La Regione però dovrebbe a Poiatica concedere le autorizzazioni, gli pseudo motivi necessari a portarceli e il gioco sarebbe fatto. Ma se il piano regionale rifiuti adottato sancisce la chiusura della discarica, come può Iren fare ancora utili a Poiatica con gli speciali? Magari con un super piano di “riqualificazione ambientale” (sulla riga dell’accordo emerso in questi giorni?) o di “messa in sicurezza del famoso invaso” ( invaso che Iren, incontrastata, ha subdolamente creato e nel quale si potrebbe invece benissimo mettere terra o argilla )? Tutte bellissime parole per celare il sempre vecchissimo motivo che attanaglia queste terre da 20 anni: seppellire rifiuti in terra di Appennino reggiano.
Fatta la legge trovato l’inganno, direbbe qualcuno. Per ora manca ancora la legge, ma c’è già chi lavora per l’inganno e confidiamo che la Regione, che legifera con la responsabilità del futuro di intere comunità, non ceda e resista alle pressioni dei monopoli, mantenendo la promessa di chiusura definitiva su cui riponiamo la nostra fiducia e speranza.
Abbiamo letto l’intervento di Iren di giovedì come un messaggio evidente soprattutto per gli amministratori regionali, provinciali e locali di riaprire la questione Poiatica sulla base delle solite motivazioni monetarie e di emergenza rifiuti (emergenza più volte non confermata dagli amministratori regionali presenti in quella e altre sedi, non esiste un’emergenza rifiuti ma, anzi, impianti in sovrabbondanza). Lo stile comunicativo in campo rifiuti è sempre un po’ quello della paura per condizionare le scelte politiche (le tariffe, i costi, le emergenze…). Sappiamo che gli amministratori locali sono a conoscenza di questo possibile rischio a Poiatica e chiediamo che il presidente della Provincia Manghi e i sindaci tutti dell’Unione Montana dei Comuni dell’Appenino Reggiano, il sindaco e amministrazione di Carpineti, oltre ad ogni discorso di politica rassicurazione, di cui francamente ce ne facciamo poco, si adoperino fin da oggi per impedire con ogni mezzo e strumento qualsiasi piano dissennato su Poiatica che preveda lo smaltimento di altri rifiuti con piani di ripristino, qualificazione o altro escamotage. Da mesi abbiamo sentito solo la voce del sindaco di Toano Volpi farsi alta contro ogni ulteriore nefandezza, chiediamo che si manifesti solidarietà attorno a questa voce e si agisca operativamente in prevenzione di qualsiasi interramento ulteriore di rifiuti.
Quando, infatti, avranno succhiato tutte le risorse naturali del nostro Appennino e lasceranno una terra arida e disabitata, quale reale guadagno potranno aver tratto da questa compravendita gli amministratori?
COMUNICATO DEL PARTITO DEMOCRATICO DI CARPINETI
Sinora abbiamo creduto che il Consiglio Comunale e la commissione discarica fossero i luoghi in cui l’Amministrazione Comunale governa il fine vita della discarica di Poiatica. Con grande sorpresa abbiamo scoperto che le decisioni vengono prese in altre sedi. A seguito di recenti articoli apparsi sulla stampa siamo infatti venuti a conoscenza di un tavolo di lavoro a cui partecipano Comune di Carpineti, Iren Ambiente e Regione Emilia Romagna. In una prima fase, si prevede la definizione di uno studio tecnico ed economico sulla gestione della fase post-operativa della discarica e, in un secondo momento, la presentazione di un progetto rivolto ad una generica “riqualificazione del sito” e alla minimizzazione del costo di gestione del suo post mortem.
Abbiamo sempre avuto un atteggiamento aperto e dialogante con l’Amministrazione di Carpineti. In questa situazione però dobbiamo chiederci se abbia ancora senso partecipare ai lavori della commissione sulla discarica o se, viceversa, non sia più decoroso prendere atto di come la maggioranza ne abbia svuotato ogni ruolo e significato. Crediamo che serva maggiore trasparenza su quelli che sono gli indirizzi dell’amministrazione sul tema della gestione dei rifiuti. Anche se oggi Borghi sembra usare toni tranquillizzanti, ad una interpellanza scritta che abbiamo depositato alcuni mesi fa, il Sindaco ha risposto in modo molto generico non smentendo la possibile riapertura del sito di Poiatica in virtù di una non meglio definita “necessità di trovare l’optimum per la comunità”.
Crediamo che questo non sia più il tempo delle piccole astuzie e della retorica. La nostra gente chiede alla politica di parlare in modo franco e di ascoltare le istanze del territorio. Per quanto ci riguarda riteniamo che la chiusura della discarica non possa che essere considerata come definitiva. Di conseguenza, analizzeremo e considereremo con favore qualunque studio, modello, progetto o operazione sulla discarica di Poiatica che parta dall’impossibilità di conferire nuovi rifiuti al sito. Auspichiamo che il sindaco Borghi voglia unirsi a noi in queste considerazioni, ma se la pensa diversamente lo dica in modo chiaro e se ne assuma la piena responsabilità politica.
Dario Bottazzi
Segretario del Circolo del PD di Carpineti
Stefano Baldelli
Capogruppo della minoranza in consiglio comunale
RISPOSTA DEL SINDACO DI CARPINETI
Non sono al corrente dell’esistenza e di conseguenza non posso mai aver partecipato ad un tavolo di lavoro istituito tra comune di Carpineti, Iren Ambiente e Regione Emilia Romagna come afferma il segretario del PD di Carpineti e il Capogruppo consigliare del PD Stefano Baldelli, tra l’altro Presidente della commissione consigliare discarica che può convocare tutte le volte che vuole e lì chiedere tutti i chiarimenti che intende avere. La posizione dell’amministrazione di Carpineti in merito alla discarica di Poiatica è sempre stata dialogante, chiara e trasparente e si può leggere anche oggi a commento di altri interventi. Di sicuro siamo contro il sesto lotto per lo smaltimento di biostabilizzato, come aveva chiesto la precedente amministrazione di cui Baldelli faceva parte.
COMUNICATO DI LEGAMBIENTE APPENNINO
Discarica di Poiatica: non si cerchi di riaprire la partita
In occasione della III commissione assembleare regionale sul Piano Rifiuti, Iren chiede alla regione di valutare la riapertura della discarica per il conferimento di rifiuti speciali
Legambiente “Confermare la chiusura della discarica per qualsiasi tipologia di rifiuto, così come previsto dal Piano Regionale”
Il Piano Regionale Rifiuti prevede, nero su bianco, la chiusura della discarica di Poiatica. Una scelta salutata con soddisfazione dall’associazione già ad inizio 2015, e frutto anche del diniego della Provincia di Reggio Emilia all’ampliamento del sesto.
In occasione della commissione assembleare regionale sul Piano Rifiuti, tenutasi lo scorso 4 febbraio, Iren ha fatto però esplicita richiesta alla Regione Emilia Romagna di valutare un possibile futuro utilizzo della stessa discarica per il conferimento di rifiuti speciali.
“Iren non tenti di riaprire al partita sulla discarica – dichiara Legambiente Appennino Reggiano – cercando di far rientrare dalla finestra la riapertura dell’impianto attraverso il conferimento di rifiuti speciali.”
Legambiente auspica un presa di posizione chiara e rapida da parte di Provincia e Sindaci dell’Unione Montana dei Comuni dell’Appennino Reggiano, che sottolinei per l’ennesima volta il no convinto del territorio alla riapertura della discarica di Poiatica.