Il seguente progetto è stato presentato martedì sera, 01/12/2015, dall’associazione “Vivere in montagna – Appennino 2.0” all’amministrazione comunale di Castelnovo Monti e ai rappresentanti dei commercianti locali, per il recupero di una zona comunale nel centro del paese come contro-proposta al progetto comunale vigente che prevede la trasformazione di quel luogo, tramite un apposito bando di gara che uscirà prossimamente, in una struttura commerciale con uffici, appartamenti e garage.
Constatando già la presenza di molti appartamenti vuoti e sfitti e l’aumento di negozi chiusi in centro, riteniamo che in questo momento serva, prima di tutto, qualcosa che richiami gente e riporti lavoro, motivi e possibilità di aggregazione, attrazione, cultura e divertimento. Per questo abbiamo un’idea diversa, alternativa: ci piacerebbe che s’investisse in un progetto culturale per il recupero e lo sviluppo del centro del capoluogo montano.
Confidando che si possa tentare, in parallelo al bando, anche di lavorare su questa strada, presentiamo a tutti il progetto.
Progetto “Museo” centro arte Appennino
Parto da alcune parole, traendo ispirazione dal bellissimo incipit di Giovanni Teneggi all’ultimo incontro dell’associazione “Vivere in montagna – Appennino 2.0”. Le parole sono altre, ma il significato è molto simile. Quelle da me scelte sono:
Territorio – persone – arte – tradizioni – tesori – valorizzazione – turismo
Territorio
Parco nazionale, Ventasso, Passo di Pradarena, Laghi Cerretani, Monte Cusna, Pietra di Bismantova, Fonti di Poiano, cascata del Golfarone, parmigiano reggiano, mucche, capre, funghi, castagne, tartufi, equilibrio tra ecosistema e biodiversità, il binomio vincente. L’Appennino tosco-emiliano è caratterizzato da peculiarità geografiche e paesaggistiche, attività produttive ed enogastronomiche, riconosciute a livello nazionale e ora anche europeo, in seguito alla certificazione MAB UNESCO ottenuta grazie al Parco Nazionale.
Persone
Territorio non è solo acqua, aria, terra, piante e animali che lo formano, ma anche gli abitanti che lo vivono e lo caratterizzano. Persone. Persone abituate da secoli alla fatica e al sudore, al duro lavoro, al doversi spostare per vivere e lavorare. Persone che non si arrendono, ingegnose, che dalle difficoltà traggono la forza dell’invenzione per il sostentamento. Persone note per il loro grande senso di ospitalità e accoglienza.
Arte
Ma anche persone di talento, con passioni artistiche e creative, dall’artigianato all’arte. Arte. Passioni, non sempre sviluppate seguendo corsi tradizionali e studi accademici, ma spesso portate avanti e concretizzate da autodidatta, da soli. Ne ho incontrate molte di queste persone, di ogni età, con ogni tipo di passione, dalla musica alla scultura, dalla pittura ai presepi, e via dicendo. Alcuni sono riusciti a entrare in collegamento con il mondo, a entrare in rete, connettersi, a emergere, altri no, e le loro cantine, stanze e case pullulano di opere dal valore incommensurabile, che però in pochi vedono e che sono destinate ad andare perse, se non ci si dà da fare per valorizzarle.
Penso al Parco dell’arte di Giacomo Poletti, o a tutte le sculture e opere di Luigi Viappiani, purtroppo deceduto di recente, e poi ai presepi di Antonio Pigozzi, fortunatamente noto a livello internazionale, o a pittori che hanno avuto una brillante carriera, loro opere sono sparse un po’ in giro per tutt’Italia, e poi sono ri-approdati qui, e continuano a creare quotidianamente, nei nostri piccoli borghi, forse ripensando un po’ nostalgicamente al passato, quali Anselmo Razzoli, o a una giovane pittrice che ha scelto di stare in Appennino, come Debora Romei. O ancora a Gianfranco Camagnoni, che, a Rosano, ha raccolto e preservato dal tempo, usura e dimenticanza, un’infinità di oggetti di un mondo contadino non troppo distante eppure ormai irrimediabilmente passato. In questo modo so di fare torto a tutti quelli che qui, per mancanza di tempo, non menziono. Ho avuto l’onore di conoscere queste e tante altre persone quando ho iniziato a scrivere articoli. Persone umanamente squisite, dotate di talento e ingegno, che in ogni altra parte del mondo sarebbero state riconosciute come artisti. Mentre qui i loro tesori, che potrebbero diventare i nostri tesori, restano per lo più inaccessibili, celati, nascosti. Nessuno li vede, né sa che esistono.
E poi gli scrittori, quanti ce ne sono in montagna!
Tradizioni
Per non parlare delle tradizioni, le nostre tradizioni – dai presepi ai prodotti e piatti tipici – su cui non c’è neanche bisogno di spendere parole.
Tesori
Questi sono i tesori dell’Appennino, vere opere d’arte che aspettano solo di essere viste, riconosciute e valorizzate.
Valorizzazione
Valorizzando quello che c’è, il locale, aprendo una finestra sul mondo, sul globale, si apre una possibilità di resistenza e quindi di esistenza per il nostro Appennino, purtroppo giorno dopo giorno sempre più spopolato, maltrattato, bistrattato, anche da politici e governanti, che lo considerano parte marginale, relegandolo sempre più a una posizione di inferiorità rispetto alla città, a centri urbani, i centri produttivi. Noi vogliamo che il nostro Appennino svetti verso l’alto, come prospettiva, abbia davanti a sé un orizzonte ampio, vasto, infinito. Che continui a crescere, produrre, arte, cultura, enogastronomia, che continui a generare, che aumenti la produzione, che s’inverta la direzione, e aumenti anche la popolazione.
Turismo
Per questo è fondamentale considerare/ parlare di turismo. Ripensare l’Appennino in termini di sostenibilità e valorizzazione di ciò che già c’è e di ciò che potrebbe diventare.
Un “Museo”
Ecco perché l’idea di un “museo” – un centro arte Appennino, vivo, in costante evoluzione, che sia vetrina e luogo di scoperta, confronto, conservazione e valorizzazione dei tesori, prodotti e persone del nostro territorio.
Dove:
Un museo nel centro del capoluogo montano, come luogo di rappresentanza, luogo accessibile, facilmente raggiungibile da tutti anche a piedi, che tenga le file e raccolga tutto quello che merita attenzione del nostro Appennino.
Come:
Un luogo che preveda:
– il censimento di tutti gli artisti (pittori, scultori, scrittori, musicisti, ecc.) e la presenza di una loro opera fissa, stabile: una sola opera per artista per invogliare i turisti ad andare poi a visitare gli spazi espositivi con tutte le opere di quegli artisti presenti negli altri comuni dell’Unione Montana (per gli scrittori invece qualcosa di interattivo, scorrevole a muro, una breve biografia, una citazione, un incipit);
– la presenza di opere itineranti, per mostre speciali, installazioni, convegni, incontri;
– la presenza di varie sale organizzate ad ambito (sala scrittori, sala, scultori, sala pittori, sala presepi, e perché no sala eclettici, sala creativi, sala danza, sala teatro, che proiettino produzioni solo locali, della nostra montagna;
– la presenza di una sala antichità (con reperti della Pietra o della Rocca di Minozzo, ecc.);
– la presenza di un punto ristoro (solo caffetteria, come nei musei d’oltralpe);
– e annesso un punto vendita di prodotto esclusivamente locali;
– la presenza di un punto vendita di piccoli oggetti d’artista e libri di autori, tutti locali, per chi a fine visita decide di portarsi a casa un pezzetto d’Appennino;
– imprescindibile, la presenza di un punto informativo (come c’è in tutte le città), dove chiedere informazioni, trovare depliant, sapere a chi e dove rivolgersi per trovare qualcosa;
– la presenza di una sala per incontri e conferenze.
Vantaggi:
Un centro di questo tipo:
– darebbe lavoro a un discreto numero di persone (dalla progettazione, ristrutturazione/ costruzione, agli addetti alle pulizie, ingresso biglietteria, guide e accompagnatori alle mostra, addetti al bar e vendita di prodotti locali, addetti all’info-point);
– ogni persona del luogo sarebbe valorizzata, avrebbe il suo luogo, il nostro luogo, dall’artista all’agricoltore-produttore, perché il parmigiano è arte, una marmellata può essere arte, una torta può essere arte;
– attrarrebbe turisti da altri luoghi;
– si potrebbero pensare itinerari per i turisti in visita all’Appennino, convenzioni con hotel, pacchetti con pernottamento in un luogo, cena in un altro, passeggiata con le guide ambientali, visita al museo e… finale in discoteca o a teatro;
– il museo potrebbe diventare un centro vivo d’incontro e scambio, dove esporre anche lavori organizzati in collaborazione con le scuole, associazioni, enti.
Peculiarità
– per incentivare la cultura e il confronto tra giovani e anziani del territorio, si potrebbe creare una tessera per l’ingresso gratuito per tutti i cittadini del territorio ai servizi ‘normali’ del museo (escluse mostre particolari)
– e invece un biglietto (non troppo costoso) per i non-abitanti del luogo (un po’ l’equivalente della tassa del turista che c’è in Riviera. Se noi dobbiamo pagare per il mare non sempre pulito della Riviera, perché non pensare di far pagare qualcosa per la natura ‘incontaminata’ dell’Appennino?).
Fondi:
Per la ricerca fondi si possono tenere in considerazione le seguenti opzioni:
– cercare e partecipare a bandi europeo per la cultura e l’arte;
– crowdfounding;
– offerte volontarie.
Giuliana Sciaboni per l’Associazione “Vivere in Montagna – Appennino 2.0”
Condiviso dalle liste:
Robertino Ugolotti, “Progetto per Castelnovo né Monti” e Massimiliano Genitoni, M5S