Dalla cattedra di musica, a quella di sindaco, a quella di parlamentare a (quasi) quella di… ministro di agricoltura. Tra le pieghe del neogoverno Renzi si cela un altro piccolo risvolto sulla nomina dei nuovi ministri del governo insediatosi a Roma.
La senatrice montanara Leana Pignedoli sarebbe infatti stata ministro nelle prime indicazioni di Renzi. Questo sino a pochi minuti dall’ufficializzazione della titolarità del dicastero dell’agricoltura, che è stata poi destinata all’ex sottosegretario alle Politiche agricole, alimentari e forestali nel Governo Letta, il bergamasco Maurizio Martina.
Leana Pignedoli, in questi anni di lavoro in Senato dove siede dal 2006, è stata nominata vice presidente della Commissione Agricoltura, oggi in Senato ricopre la carica di Capogruppo Pd della stessa commissione e segue con particolare interesse i temi dei prodotti agro-alimentari di qualità. L’impegno in ambito agricolo, per altro, le è stato riconosciuto da diverse associazioni di produttori e consorzi di tutela. Se questo può spiegare perché il suo nome è uscito originariamente come prima scelta per il dicastero di via XX settembre – inoltre Leana per altro godrebbe della stima dell’ex ministro De Castro oltre che essere conosciuta dal fedele consigliere di Renzi, l’ex sindaco reggiano Delrio – , resterebbe da capire cosa è successo in quei minuti nei quali Martina ha scalzato la senatrice felinese. Anche se lo scrupoloso rapporto uomini/donne o il manuale Cencelli utilizzato dal premier Renzi per la distribuzione delle poltrone – per altro costato il posto alla stimata Bonino agli esteri – potrebbero fornire le prime – deludenti!? – risposte.
Leana Pignedoli sarebbe stata il secondo reggiano ad avere un ruolo di spicco nel governo Renzi, assieme al sottosegretario Graziano Delrio. E, per Felina, sarebbe stata il secondo “Pignedoli” illustre ad avere svolto una così importante “carriera” a Roma. L’altro era il cardinal Sergio Pignedoli, che sfiorò l’elezione a Papa nei conclavi del 1978. Ma questa è un’altra storia.