Riceviamo e pubblichiamo.
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Dopo settant’anni dalla fine della guerra civile italiana, sembra incredibile ma è ancora difficoltoso parlare apertamente di certe verità storiche, anche se universalmente riconosciute; di cui meno si parla e meglio è.
Gli assessori alla cultura delle amministrazioni comunali della provincia, direttamente coinvolte con la storia raccontata nel libro “Cernaieto, la strage, la croce e il femminicidio di Paolina”, dopo varie telefonate di cortesia e mail senza risposta, continuano a “fingere” di aver occupato tutti gli spazi dei loro calendari e di non trovare entro l’anno nemmeno un momento da concedere all’opposizione per la presentazione di un libro che riguarda proprio la storia dei loro comuni e quella dei loro concittadini. Per altri libri non solo ci sono gli spazi ma anche i contributi ed i finanziamenti!
A Cernaieto sono accadute delle tragedie immani, sono state ammazzate ben 3 delle 76 donne uccise nel dopoguerra e 4 ragazzi. Le donne e i bambini non si dovrebbero toccare nemmeno con un fiore.
Tragico ed emblematico è il femminicidio di Paolina Viappiani, giovane mamma ammazzata dal plotone di esecuzione garibaldino assieme ad altre 23 persone, solo perché il papà del suo bimbo, un comandante partigiano, si era invaghito di un’altra donna e voleva liberarsi di lei. Il volume ricostruisce anche le incredibili peripezie di Evaristo Fava, postino sopravvissuto alla fucilazione e salvato dal coraggio di suoi colleghi delle Poste. Il mistero della sparizione del Liber mortuorum dalla chiesa di Pianzo e dei referti necrologici spariti dagli archivi comunali.
Il testo mio e di Ghiggini rivela anche testimonianze inedite sulla morte del partigiano Lodovico Landini “Sergio”, non trucidato dai militi fascisti ma ucciso dal “fuoco amico” durante la battaglia di Montecchio. La soppressione dell’intero presidio Gnr di Montecchio, in spregio a ogni convenzione di guerra, potrebbe spiegarsi proprio con l’imperativo di coprire quella verità.
Fino ad oggi solo il comune di Castelnovo ne’ Monti ha trovato il tempo, lo spazio e il modo per discutere assieme allo storico Massimo Storchi sulle verità emerse nel libro di Cernaieto; tutti gli altri comuni della provincia coinvolti con l’eccidio di Cernaieto, compreso il Comune di Casina (“Nemo profeta in patria”) non hanno risposto alle richieste inoltrate dal comitato vittime e dispersi di Cernaieto.
Nonostante l’insofferenza dell’Amministrazione comunale, mercoledì 12 agosto p.v., alle ore 21, nel giardino di Villa Di Marzio a Casina, assieme a gli storici Tadolini e Del Bue gli autori racconteranno le testimonianze e i fatti raccolti nel libro dopo 10 anni di ricerche.
(Fabio Filippi)