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“L’immigrazione? Non è un’emergenza ma un dato strutturale, l’uomo da sempre si sposta”

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Incontro Caritas Comune 2 (3.4.2015)

(Foto Redacon)

Don Marco Ferrari, collaboratore dell’arciprete castelnovese Don Evangelista Margini, anch’egli in sala, introduce. Si parla di immigrazione. Certo un tema caldo di polemica politica. Su cui però forse c’è bisogno di maggiore informazione. E’ lo scopo che si propone una serata come questa. Sala consiliare di Castelnovo ne’ Monti. L’altra sera. La platea è piena, ma molte persone vengono da fuori paese. Presenti diversi religiosi e persone impegnate nel servizio che offre la Caritas ai più deboli (immigrati ma anche indigeni).

Incontro Caritas Comune 4 (3.4.2015)Don Romani Zanni, vicario episcopale per la carità e le missioni, sottolinea proprio, tra altri, l’importanza della comunicazione. “Sentite mai qualcosa di positivo associato al tema immigrazione? La parola che l’accompagna è sempre ‘emergenza‘: questo non è onesto, perchè dobbiamo renderci conto che si tratta di un dato strutturale“. La realtà delle cose, insomma. Da sempre l’uomo si sposta, spiega don Zanni. Ciò che però non vediamo non ci tocca. Infatti, in questo stesso momento in cui vediamo gli “sbarchi di Lampedusa” probabilmente non sappiamo niente – tanti di noi – di quanto di similare avviene nel sud-est asiatico. “Molti di noi sono spaventati ‘in virtù’ di questo tipo di informazione”. “Anche Gesù si è trovato alle prese con la condizione di migrante, di straniero, di profugo”. Don Zanni non le manda a dire quando parla dei “giochi sporchi” che fanno le istituzioni dell’Europa, che vorrebbero che si prendessero le impronte ai migranti che giungono sulle nostre coste, così metteremmo il “timbro” sul fatto che da noi sono arrivati e da noi, girassero chissà dove (perchè molti proseguono il loro viaggio verso nord o comunque altri paesi), riconoscibili/riconosciuti, dovrebbero tornare. Poi quei certi dati, “che non vengono diffusi, che bisogna andarsi a cercare”, che mostrano – afferma ancora don Romano – che l’Italia non è esattamente tra i paesi “messi peggio” (con riferimento ai critici) in fatto di accoglienza di immigrati (in “per mille” sul totale della popolazione).

Valerio Corghi, della Caritas diocesana, rinforza: la migrazione non può essere fermata perchè spostarsi è un fenomeno caratteristico della società. Certo, bisogna gestire e normare, ma guardando con occhi di quotidianità solidale. “Abbiamo ancora capacità di ascolto? Sappiamo ancora parlare col cuore? Accogliere è un dono”.

Incontro Caritas Comune 5 (3.4.2015)

A destra Anthony

Tommaso Menozzi, coordinatore dell’accoglienza per la Cooperativa “L’Ovile”, tratta del quotidiano che viene affrontato (sistemazione, documenti…) per i ragazzi che arrivano e introduce le esperienze concrete di due giovani che di seguito raccontano le difficoltà incontrate ma anche i successi. Anthony, più avanti nel processo di integrazione con la nostra realtà (abita ora a Felina), con una attraente simpatia e un sorriso permanente che non t’aspetti da una persona che deve averne viste di vari colori, spiega nel suo italiano ancora un po’ zoppicante ma comprensibilissimo, di avere voglia di fare e avere “la fisica” per certi lavori di fatica. Ora, studiando, è diventato Oss (operatore socio-sanitario) e un’anziana che assiste, dopo un iniziale “spavento”, “si è innamorata di me…”. “Mi sento montanaro”, afferma ancora. “Vi prego di accettarci; se volete avvicinatevi, parlateci…”.

E’ il momento di qualche spunto dal pubblico. Mattia Casotti, ad esempio, esprime qualche dubbio: “Vengono in troppi, credo sarebbe meglio aiutarli a casa loro, come fa ad esempio il Gaom (in sala è presente il fondatore, dr. Riccardo Azzolini, ndr). Dobbiamo metterci in grado di stabilire prima della partenza chi è profugo, chi scappa da guerre e difficoltà diverse. In Europa scaricano il problema su di noi”.

Don Zanni rispondendo si dichiara d’accordo sull’osservazione dell’aiuto alla partenza, “questo è il punto: ma perchè non lo si vuole mettere in atto? D’altronde, c’è chi ha interesse a che ciò non avvenga, i vari trafficanti che sul caos prosperano”.

Conclude il vicesindaco Emanuele Ferrari, che ringrazia tutti per l’interessante incontro: “Forse abbiamo la necessità di decentrarci un po’…”.


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