Riceviamo e pubblichiamo.
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Sulla parete esterna dell’edificio che a Vetto ospita le scuole medie, oltre ad altri locali di pubblico uso, campeggia in bella mostra un manifesto del locale circolo del Partito democratico, la cui parte superiore contiene l’invito a prender parte alle primarie dell’8 dicembre, mentre lo spazio sottostante riporta l’esito dell’avvenuta votazione, con le percentuali qui ottenute dai tre candidati in corsa per la segreteria nazionale del Pd (foto).
Il manifesto - adiacente all’ingresso della biblioteca comunale e della sala polivalente comunale, dove si sono tenute le primarie – si trova esposto in un luogo di per sé abbastanza transitato, vuoi da persone adulte vuoi dai ragazzi delle medie o che sono diretti alla biblioteca.
Noi siamo abituati all’utilizzo delle strutture scolastiche in occasione delle votazioni politiche ed amministrative, in presenza tuttavia dei simboli di ogni partito e con la regola che tutto il materiale elettorale viene rimosso prima che riprendano le lezioni.
Finora non ci era mai capitato di vedere una struttura pubblica, specie una scuola, adibita a propaganda politica di parte, secondo un normale e basilare precetto della vita democratica, che impone di tener ben distinti i partiti dalle istituzioni (sono solo le ideologie totalitarie che identificano il partito con lo Stato e se ne impadroniscono a tutti i livelli).
In quel di Vetto, invece, questa regola pare non valere. Forse l’euforia per l’esito delle primarie ha inebriato a tal punto i “piddini” vettesi da considerarsi già “i padroni del vapore” e da farli sentire esonerati dal rispetto di un principio che a noi sembra elementare e irrinunciabile, per chi ha il senso delle istituzioni.
Non è ovviamente cascato il mondo, ma questo modo di fare non ci sembra eticamente corretto e neppure molto educativo, soprattutto verso le giovani generazioni. Se questo è il nuovo corso del Pd non c’è da stare molto allegri!!
(Giovanni Ferrari, Vetto)