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La mattanza di cervi in corso sul nostro Appennino

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CervoRiceviamo e pubblichiamo.

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Nello scorso anno venatorio, nel nostro Appennino, sono stati uccisi 269 cervi! Un numero incredibile che ha sollevato un misto tra stupore ed orrore. Orrore che è accresciuto quando ci è stato inviato il “prezziario” della morte di Atc RE4, un fiume di sangue accompagnato ad un fiume di soldi: poter uccidere un cervo costa anche migliaia di euro. Denari che non vanno alla Provincia ma che sembrano rimanere nei bilanci dell’Atc.

Orrore che è diventato disgusto quando sui principali social network hanno iniziato ad apparire foto di cacciatori/selettori che si mostrano in pose “trionfalistiche” accanto al povero animale morto e sanguinante; il tutto accompagnato da commenti che non riusciamo a definire. Così si scopre che nel reggiano c’erano, erano perchè sono stati uccisi, esemplari bellissimi di cervo, con palchi da record italiano. Sono stati uccisi, ma a tutt’oggi continuano ad essere uccisi, ammazzati con il benestare dei nostri amministratori. Non importa che a terra ci sia la neve che ostacola i movimenti di questi stupendi animali e che rende le tracce immediatamente individuabili, non importa al selettore/cacciatore e nemmeno al legislatore, chi se ne frega, ammazzare e basta.

Perchè nessun politico interviene? Perchè lasciare ai volontari l’onere di cercare di capire come funziona “la macchina della strage del cervo”? Magari a nessun politico locale interessa la sorte di centinaia di animali, ma almeno capire come vengono gestiti tutti questi soldi.

Ed eccoci qui a chiedere alla Provincia di intervenire per fermare le stragi che avvengono nel silenzio dei più, nel nostro territorio, oltre ai 269 cervi, 4614 caprioli, 1335 cinghiali, 1034 volpi: massacrati.

Abbiamo chiesto al presidente della Provincia di fermare la strage di volpi, per ora nessuna risposta.

Ora chiediamo di intervenire per salvare i nostri stupendi cervi reggiani, dal palco da record.

Ma vogliamo anche sapere come hanno contato i cervi, gira voce che ci sia limitati ad ascoltare il bramito, quindi come avrebbero fatto a non attribuire a più cervi lo stesso bramito?

Quanti animali (cervi, daini, caprioli, volpi) si prevede di uccidere in quest’anno venatorio?

I cervi hanno fatto dei danni?

Un dubbio: vengono compiuti esami per verificare la commestibilità della carne? Oppure questi animali arrivano sulla tavola di centinaia di persone senza obbligo di controllo?

Ultima nota: nel 1987 la Provincia di Reggio Emilia fa un progetto per reintrodurre nella nostra zona il cervo, così a Ligonchio nel Valle d’Ozola vengono costruiti un recinto per l’ambientamento, ricovero e magazzino per il foraggio, il reinserimento viene fatto in collaborazione con il Parco nazionale dello Stelvio e il costo è di 65 milioni di lire! Soldi spesi bene? Per ora i cervi non sono usati come elemento di valorizzazione del nostro territorio per attirare turisti, ma come elemento per attrarre uomini armati pronti ad ammazzare. A chi ha realmente giovato la reintroduzione?

(Clizia Ferrarini, Legambiente Val d’Enza; Rossella Ognibene, Amici della Terra; Gioacchino Pedrazzoli, Wwf Reggio Emilia)

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Nota della redazione. Allegate a questo contributo vi erano anche fotografie, di cui abbiamo preferito evitare la pubblicazione dato il loro tenore particolarmente cruento.

 


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