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La storia da Agac –“un’azienda che svolgeva la propria funzione in termini di reale prossimità con il territorio provinciale”– all’odierna Iren

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RinaldiRiceviamo e pubblichiamo.

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Qualcuno, forse, ricorderà il film “Blob–Fluido mortale” del 1958 diretto da Irvin Yeaworth. Il film narra di una forma di vita aliena, un fluido, che assorbe e divora gli esseri umani con cui entra in contatto. Trovo un sorprendente collegamento tra questa pellicola e la vicenda Iren.

Agac

Agac nasce nei primi anni ‘60 come gestore della distribuzione del gas nel comune di Reggio Emilia. Nel 1974 diventa consorzio tra i comuni della provincia di Reggio Emilia per la gestione dei servizi gas e acqua. Agac era un’azienda che svolgeva la propria funzione in termini di reale prossimità con il territorio provinciale. Molti riconoscono a quella che allora era considerata dagli amministratori “la nostra azienda” di aver svolto un ruolo fondamentale e straordinario per la metanizzazione della provincia e nella razionalizzazione del sistema idrico provinciale. Nel 1993 Agac diventa consorzio per i servizi energetici e ambientali diventando il gestore del ciclo dei rifiuti. Nel 2005 inizia il processo di mutazione genetica di Agac, si forma il nucleo del “Blob”.

Enìa

Nasce, infatti, dalla fusione (assorbimento) di Agac con Amps di Parma e Tesa di Piacenza Enìa S.p.A., società per azioni operante nel settore delle public utilities. Nonostante lo slogan “più grande più vicina” inizia il processo separazione tra territorio e azienda. Nascono, infatti, i “sub patti” tra gli azionisti comunali dei territori provinciali inglobati (il Comune di Casina deteneva lo 0,183%, i comuni della montagna reggiana nel loro complesso l’1,216%) che dovevano essere gli strumenti con interagire con la nuova azienda. In termini concreti, gli amministratori locali (fatto salvo il Comune di Reggio Emilia che nominava l’amministratore delegato) perdono la possibilità di intervenire sull’operato di Enìa. Le mutazioni genetiche sono terribili. Una volta innescate non si fermano più.

Iren

Qualche anno più tardi il “Blob” cresce. Nel 2010 nasce il Gruppo Iren, si fondono Iride (azienda nata nel 2006 fondendo Aem di Torino e Amga di Genova) ed Enìa. I “sub patti” vengono compressi (il Comune di Casina detiene lo 0,0567%, i comuni della montagna reggiana nel loro complesso lo 0,3538%). Naturalmente il “Blob” ingloba, divora, metabolizza, distrugge quel che incontra. Conosco alcuni dirigenti e dipendenti di Enìa. Ingegneri e tecnici estremamente competenti che sanno e che ne capiscono, ma lavorano per un “Blob”. Il “Blob” non ha un’anima, non ha un funzione precisa. Si definisce “Iren, multiutility quotata alla borsa italiana, è nata il 1° luglio 2010 dall’unione tra Iride ed Enìa. Opera nei settori dell’energia elettrica (produzione, distribuzione e vendita), dell’energia termica per teleriscaldamento (produzione, vettoriamento e vendita), del gas (distribuzione e vendita), della gestione dei servizi idrici integrati, dei servizi ambientali (raccolta e smaltimento dei rifiuti) e dei servizi per le pubbliche amministrazioni”. Fa una cosa, forse centomila cose o forse nessuna. In fin dei conti al “Blob” non interessa cosa deve divorare. La mancanza di un’anima blocca. Come fai a dire a tuoi ingegneri, ai tuoi tecnici di adoperarsi in ogni modo per ridurre i rifiuti, per diminuire il consumo di energia o di acqua se ti nutri di rifiuti, se ti finanzi con l’energia che vendi o con l’acqua che si consuma?

Megadirettori galattici

Naturalmente il “Blob” deve avere i megadirettori galattici. Gente che sa come si fanno i soldi. E allora assumiamo manager paludati che faranno guadagnare autentiche fortune. Anche voi comuni riceverete il vostro tornaconto (i dividendi) e quindi state boni. Io non so cosa hanno fatto in concreto i super direttori megagalattici. Sono certo che i soldi li hanno fatti. Per loro. Ma il “Blob” non si ferma mica. Soffre di ipertrofia gigantea. E qui le nuove proposte. Per adesso appena sussurrate. Si prospetta: fondiamoci con Hera, forse con A2A. Un megalomane, non so se di Mantova, pare abbia proposto di assorbire la Nasa “così smaltiremo i rifiuti nello spazio”. Giusto! Tanto lì non ci sono i comitati. E la nostra azienda (il “Blob”)? Diventerà più grande e più bella di prima.

Al bando chi si lamenta

Di cosa ci lamentiamo? In fin dei conti noi amministratori abbiamo creato il “Blob”. Noi amministratori dobbiamo dare le direttive, le linee d’azione e gli ambiti in cui operare. Nel tempo abbiamo scoperto che non siamo più in grado di controllare e di dirigere il suo operato anche nelle cose più banali. Un amministratore comunale chiede di spostare o aggiungere un cassonetto o di svuotare con maggior frequenza una campana del vetro? “Impossibile!”. Il “Blob” non può occuparsi di cose così banali: deve costruire un inceneritore o una bella centrale elettrica.

Atersir

All’ipergigantismo si risponde prima con l’Ato provinciale, poi con Atersir. Una bella agenzia regionale che deve dire ai comuni come gestire i rifiuti e il servizio dell’acqua. Atersir in queste settimane è impegnato con noi amministratori per definire quello che chiamiamo il piano d’ambito dei rifiuto. Ogni comune dovrebbe fare delle proposte che tutti insieme più o meno appassionatamente dovremmo approvare. Alla fine, che ne so, il sindaco di Fabbrico deve essere d’accordo con la proposta fatta per il Comune di Ligonchio e viceversa. È ben vero che noi sindaci siamo gente pratica, un accordo lo troviamo. E quindi? Le cose dovrebbero funzionare così: Atersir definisce come raccogliamo il rusco nei comuni e i costi.  Definisce come dobbiamo scegliere il gestore e poi si va a gara. Già, la gara. Una riflessione. Iren è una spa a maggioranza pubblica: i comuni di Genova, Torino, Reggio Emilia e della provincia detengono il 51%. Faccio molta fatica a pensare che la nostra bella agenzia possa prendere decisioni che non favoriscono Iren. Oh magari mi sbaglio? Atersir è davvero una bella idea. È un organo tecnico decisionale, della regione, gestito dai comuni per le scelte sul ciclo dei rifiuti e per il servizio idrico. Ma i comuni reggiani sono quantomeno soci di Iren. Il sindaco Virginio Merola di Bologna è il presidente di Atersir. Il Comune di Bologna è il maggior azionista di Hera. Mi sa tanto che un po’ di puzza di conflitto di interessi ci sia. E allora la gara? Eh, la gara: non so mi sbaglierò, ma sarà molto difficile che la nostra bella gara non ne risenta, nel senso che con tutta la buona volontà e buona disposizione mi è difficile pensare che Atersir possa decidere veramente in modo assolutamente indipendente: i comuni governano Atersir ma i comuni possiedono anche Iren. Ovviamente sarò felicissimo di ricredermi.

Via un amministratore, arriva l’altro

In questi giorni il nostro “Blob” ha cambiato l’amministratore. Genova, Torino e Reggio Emilia in quattro e quattr’otto hanno nominato nuovo amministratore delegato tal Massimiliano Bianco. Tra l’altro abbiamo scoperto che Iren ha un amministratore delegato e che non ha proprio uno stipendio da metalmeccanico della Lombardini. Naturalmente un po’ tutti, me compreso devo dire, ci siamo stracciati le vesti sugli stipendi sui i trattamenti di fine rapporto e i benefit vari. Pensandoci per bene il problema non è mica lo stipendio. Un ad di un’azienda che ha un giro di qualche miliardo mica lavora per niente. Andate a vedere cosa prendono altri manager delle aziende pubbliche. Il mio problema è un altro. Gli abbiamo detto cosa fare? Possiamo verificare quello che ha fatto? Si può sapere cosa gli abbiamo detto di fare? Io non lo so. A me non l’hanno detto.

E allora?

Ma allora come se viene fuori? A me piacerebbe dare a Iren un’anima. Un’anima ambientale reale, ecologista. Che la veda promuovere e utilizzare solamente le buone pratiche ambientali: dalla gestione dei rifiuti che non può passare attraverso la loro sepoltura o la loro combustione, alla gestione dell’energia che dovrebbe vedere un ruolo determinante se non esclusivo delle fonti rinnovabili. Fare diventare un’azienda “in house”, in casa, non solo dei comuni ma anche dei cittadini. Con un suo dna completamente orientato al miglioramento del mondo in cui viviamo. Lo so bene, rischio di passare per il solito pazzo: per uno di quelli che vanno alla ricerca del moto perpetuo (adesso si chiama fusione a freddo catalizzata) o appunto uno di quelli che nel loro realismo folle chiedono l’impossibile. Ma io sono convinto che il nostro “Blob” ha inglobato anche competenze straordinarie, persone che sanno e che sanno fare e che forse attendono davvero un’anima. Il primo passo di un questo lungo cammino potrebbe essere in realtà un grande salto nominando al vertice di Iren un grande ambientalista. E ne abbiamo: Ercolini, Orzes o Favoino. Oppure rendere Iren completamente libera. Ognuno per la sua strada. Gli enti pubblici abbandonano Iren che diventerà un’azienda normale che farà proposte, parteciperà insieme ad altre aziende ai bandi pianificati e predisposti dagli enti come Atersir; e ovviamente vincerà il migliore.

Fine del film

E il film come va a finire? Il protagonista Steve e la sua ragazza Jane (al secolo Steve McQueen e Aneta Corsaut) riescono a congelare e portare al polo nord (o sud?) la massa gelatinosa. Il film si chiude con “The end” immediatamente seguito da un “?” che lascia qualche dubbio sulla fine della creatura gelatinosa. Non sapremo mai davvero se è stata sconfitta.

(Gianfranco Rinaldi, sindaco di Casina)

 


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