Poiatica scoppia e diventa un caso di calibro nazionale, ma anche oggetto ora di animato confronto tra istituzioni e cittadini.
L’appello pubblicato da Redacon dei parroci di Toano, Cavola e Carpineti pare avere scosso l’opinione pubblica ancora più di quanto, nelle ultime settimane, si era letto sul tema della discarica. Giornalisticamente parlando si poteva anche immaginare che le attività del Comitato fermare la discarica potessero diventare un ricordo, come l’affollata manifestazione in piazza a Carpineti e, prima ancora, con il consiglio comunale (di Carpineti) più affollato della storia montanara (circa 500 persone) tenutosi al Parco Matilde nel marzo scorso.
A smentire le preoccupazioni dei religiosi, stamane è repentinamente intervenuta l’Ausl reggiana con un comunicato a firma di Daniela Riccò, direttore sanitario. Secondo questo “L’analisi dell’incidenza dei tumori maligni e della mortalità infantile nei residenti del Comune di Toano e del Comune di Carpineti e il relativo confronto con i dati della provincia di Reggio Emilia (banche dati ad oggi disponibili del Registro Tumori e del Registro mortalità dell’Unità di Epidemiologia dell’Azienda USL di Reggio Emilia), non ha messo in evidenza nessun eccesso di rischio, tantomeno attribuibile ad una eventuale esposizione ambientale” (cfr box a seguire). E, quindi, vendo elencati dati rassicuranti”.
Ma le parole dei sacerdoti, si sa, alle volte hanno una spinta celeste. E, sicuramente tramite il loro appello, sulla questione si sono accesi i fari dei media nazionali, dato che nella giornata di oggi si sono occupati della notizia il giornale della Cei, Avvenire, e il Fatto Quotidiano.
Intanto il Comitato fermare la discarica rilancia con un appello che mira a non fare passare inosservato quanto sta avvenendo in queste ore: “La Regione Emilia Romagna emanerà a breve il piano rifiuti – informano dal Comitato -, deliberando anche sull’ennesimo ampliamento (il sesto)”. Ma la situazione, secondo il Comitato “è in movimento, oltre alle azioni di contrasto della cittadinanza sempre più partecipate, all’emersione di pareri critici e contrari all’ennesimo ampliamento della discarica di Poiatica Sindaci dell’Appenino Reggiano si è sommata la voce dei parroci per la chiusura immediata e alle preoccupazioni per la salute”.
Quindi una richiesta: “Chiediamo di informare, fare emergere questa situazione che rappresenta sempre più un volere comune e diffuso, contrastato da pochi e soliti volti. Non comprendiamo perché una discarica che ospita già due milioni di tonnellate di rifiuti tal quale debba ancora ottenere ennesimi ampliamenti, nonostante le normative europee, nonostante il volere delle comunità locali, nonostante le vicende e gli eventi che l’hanno riguardata, nonostante tutto. Le terre intorno sono già di proprietà Iren come se non bastasse, tutto potrebbe trasformarsi in un immondezzaio dal potenziale devastante”.
E un appello “per contribuire a cercare la verità su Poiatica e sugli impatti delle discariche nelle vite dei cittadini, svolgendo indagini e rappresentando la realtà. Siamo molto preoccupati, mettiamo a disposizione informazioni, carte e documenti che siamo riusciti ad avere in questi anni di disperata ricerca”.
I lettori di Redacon paiono abbastanza schierati tra chi definisce quello dei parroci “un inno alla vita”, chi auspica “il ripristino dello Stato del Diritto” e chi, come Cristiano, confida di avere pensato “per primo di scappare da questa valle – del Secchia dove si erige la discarica ndr – , ma poi ho riflettuto, ho guardato negli occhi le mie bambine ed ho deciso che non possiamo darla vinta a chi ci vuole defraudare della nostra terra e della nostra salute. Così come me altre persone e da qui i comitati! Ritengo che l’unico modo per avere una speranza contro questo vile business che sta distruggendo la nostra valle sia quello della partecipazione di tutti i nostri concittadini alla protesta”. Le rassicurazioni dell’Azienda usl pare non abbiano lasciato il segno.
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