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Ormai non dovremmo più stupirci delle risposte burocratesi della Provincia di Reggio Emilia relative alla caccia, ormai dovremmo aver capito che le risposte che ci arrivano non si possono semplicemente leggere, ma richiedono un lavoro di parafrasi e confronto del testo degno di un corso universitario, al confronto l’ermetismo di Montale è chiarissimo.
Ci siamo sforzati di fare proposte e domande chiare e semplici, numerate, sperando di avere risposte brevi e semplici, un sì o un no, ma l’illusione è crollata con l’arrivo della risposta a firma doppia Andrea Gualerzi e Alfredo Gennari.
Le nostre richieste si articolavano in otto punti, eccoli.
Richiami vivi, cioè uccellini intrappolati per la vita che cercano disperatamente l’aiuto dei loro simili, pratica deprecata anche dall’Unione europea. Chiediamo quanti richiami vivi ci sono nella nostra provincia, il loro elenco e se la provincia di Reggio Emilia si attiverà per vietare questa pratica. Nella risposta si legge: ”La normativa non prevede che i singoli detentori comunichino alla Provincia in modo continuativo i capi in loro possesso”. Ciò vuol dire che in modo saltuario i cacciatori comunicheranno qualcosa relativo agli uccellini in loro possesso? Allora perchè non ci forniscono almeno questi dati? Oppure la Provincia non ha questi dati? Di fatto a Reggio Emilia potrebbero esserci 2 richiami vivi o magari 2 milioni di richiami vivi. Ne va anche dell’aspetto sanitario, nessuno fa controlli su questi poveri animali?
Deroghe. A volte gli enti locali fanno deroghe alla normativa nazionale relative agli orari, ai giorni di caccia, ecc. Deroghe che spesso ampliano la possibilità dei cacciatori, per questo abbiamo chiesto alla nostra Provincia di non fare deroghe alle leggi che già ci sono. Risposta: “La Provincia di Reggio Emilia si attiene alla normativa vigente nazionale e quella regionale come previsto dalle attribuzioni di competenza coerentemente al titolo V della Costituzione”. Figurarsi se non si tirava fuori la Costituzione!!! Peccato che la normativa ecc. non obbliga la province a fare deroghe, dà la possibilità. C’è una bella differenza tra poter fare e dover fare.
Proiettili con piombo. Chiediamo alla Provincia di vietare questi nocivi proiettili. Risposta: “La Provincia ha avviato da diversi anni un percorso progressivo di superamento [ecc]”. Parafrasando la risposta è no, aspettiamo anni intanto questi proiettili nocivi continuano ad essere usati; ma perchè non vietarli subito? Ci sarà un motivo? Oasi e SIC. Buona notizia: le oasi attuali rimarranno, per ora, peccato però che non ci rispondano sulla necessità di perimetrarle. Aspetto fondamentale perchè se non si mettono i cartelli di fatto i cittadini non sanno di trovarsi in oasi e non adottano il comportamento adeguato al sito, vedi Oasi di Montecchio. Stesso problema che si pone per i Siti di interesse comunitario.
Piani di controllo. Abbiamo chiesto che venissero definiti dei mesi in cui non ci fosse nessuna attività venatoria che sia caccia, prelievo, selezione o attività che prevedano sparo e cattura di animali. Gli animali necessitano di un periodo di quiete, per evitare loro inutili stress. La Provincia ci risponde citando solo i piani di controllo.
Cani dei cacciatori. Per questi richiedevamo maggiori controlli e proponevamo la creazione di un’anagrafe specifica. La risposta ci pare nebulosa, si cita un corso di formazione per i cacciatori, quindi il problema c’è. Quanto è costato questo corso? Ma è stato fatto un controllo a tappeto per verificare le microcippature e lo stato di questi cani? Per quanto riguarda l’istituzione dell’anagrafe canina per cani da caccia la Provincia ci rimpalla ”agli uffici che ne avranno la competenza in attuazione del decreto Delrio”. Nel frattempo che si fa? Nulla?
Trasparenza atti ATC. Segnaliamo da tempo che gli ATC non ci forniscono i documenti e la provincia che fa? Niente. Anzi ci scrive che: ”Gli AA.TT.CC. sono soggetti di diritto privato che svolgono funzione pubblica, nei limiti delle attività che rientrano in quest’ultima sono soggetti ai medesimi obblighi delle pubbliche amministrazioni; in ogni caso ogni soggetto è tenuto a rispondere per la propria competenza e responsabilità, non potendo la Provincia legittimamente esercitare attività che esulano dalle proprie competenze”. Quindi la Provincia non verifica ciò che gli AA.TT.CC. fanno? Se un cittadino/associazione segnala alla Provincia una presunta violazione di legge la Provincia se ne frega e non verifica? Un pubblico amministratore non è obbligato ad intervenire se viene segnalato un presunto abuso?
La conclusione di tutto ci pare questa. La Provincia ha varie velocità: fa deroghe per ampliare le possibilità dei cacciatori (ma questo è colpa della Costituzione), rallenta quando si tratta di vietare proiettili con piombo, passa al non continuativo sul controllo dei richiami vivi, cala il silenzio per quanto riguarda: il divieto dei richiami vivi, il divieto di uccidere cuccioli e femmine gravide, la perimetrazione di Oasi e di Siti di interesse comunitario, il controllo sugli AA.TT.CC., infine si blocca per l’istituzione dell’anagrafe canina per cani da caccia, ma qui è colpa di Delrio!
(Prof. Clizia Ferrarini, presidente Legambiente Val d’Enza; Avv. Rossella Ognibene, Amici della Terra; Dott. Gioacchino Pedrazzoli, Presidente WWF Reggio Emilia)